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Autore: Hermione4ever    22/12/2005    4 recensioni
Il ritorno dei ragazzi a Hogwarts comporterà la perdita di persone molto care, incomprensioni, segreti... bisogna stare attenti a quello che dice il cuore...
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Padma Patil, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny, Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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SALVE A TUTTI AMICI LETTORI!! SONO TORNATA CON UNA NUOVA STORIA E SPERO DAVERO CHE SIA DI VOSTRO GRADIMENTO... MI RACCOMANDO, RECENSITE EH!! ALTRIMENTI NON LA CONTINUO :p *me sogghigna stile Malfoy* BUONA LETTURA!!

Mancava un giorno all’inizio della scuola, e nessuno era fondamentalmente preoccupato. Stranamente, tutti molto tranquilli. Quattro ragazzi passeggiavano per Diagon Alley chiacchierando vivaci. Quattro Grifondoro, due femmine e due maschi. Una è Hermione Granger, la studentessa più brillante di tutta Hogwarts e anche una fra le più belle e affascinanti ragazze dell’istituto. L’altra è Ginny Wealsey, sorella minore di Ron Weasley, la migliore amica di Hermione e una ragazza piena di qualità e estremamente bella. Uno dei ragazzi invece è Ron Wealsey, studente non molto efficace in Pozioni, Portiere della squadra di Quidditch di Grifondoro, migliore amico del bambino sopravvissuto e uno fra i più belli della scuola. Il quarto ragazzo è Harry Potter, che assieme a Ron e a Draco Malfoy si è guadagnato il titolo di “bello di Hogwarts”; è capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, una persona molto introversa e timida, ma dolce e sensibile e allo stesso tempo anche simpatico e allegro. Camminavano guardando curiosi i negozi più strambi di quella via, malgrado fossero già a conoscenza di ogni singolo articolo che esso vendeva.

“Guarda che carino questo gufo!” esclamò Ginny a Hermione.

“Hai ragione! Ron, guarda che amore…” disse tirando il rosso verso di sé e costringendolo a guardare l’animale.

“Sì, estremamente bello…” rispose non curante e, dopo essersi liberato della stretta della ragazza, tornò ad osservare assieme a Harry i nuovi modelli di Firebolt, la Airbolt e la Waterbolt.

“Hanno avuto molta fantasia coi nomi devo dire!” sospirò Harry sognante fissando la vetrina quasi con bava alla bocca.

“Beh, ma ne è valsa la pensa insomma… Guarda questi gioiellini… E pensare che costano un mucchio di galeoni…” rispose Ron a tono.

“Eh già… Dai io mi accontento della mia scopa, quella per ora mi va più che bene!” cercò di convincersi Harry, ma senza riuscirci.

“Eddai Harry, smettila di fissare quella roba! In fondo è solo una scopa no?” disse Ginny ridendo con Hermione. Harry si girò sgranando gli occhi, e lo stesso fece Ron.

“Come osi offendere questi tesori?! E come hai detto…” tentò di finire la frase ma sembrava fin troppo doloroso.

“…In fondo è solo una scopa?!? Ma dico sei impazzita?!” concluse Ron e, con uno strattone a Harry, se ne andarono dalla vetrina mormorando un udibile “Donne…” Le due continuarono a ridacchiare, dietro i due ragazzi.

“Ma che hanno queste due?” chiese preoccupato Harry all’amico, che fece spallucce.

“Non ne ho idea…” rispose semplicemente.

“Che gli hai fatto quando io non c’ero??”

“Niente assolutamente niente! Che ti frulla per quella testa accidenti…”

“Stavo solo scherzando amico… Dai torna dalla tua adorata e falla smettere di ridere in quel modo, mi sta dando i nervi!” disse Harry e Ron, sbuffando, si fermò e Hermione gli andò contro.

“Ronald, ma che stai facendo? Perché ti sei fermato così all’improvviso?” riuscì a dire fra una risatina e l’altra.

“Ginny va avanti con Harry per piacere” La sorella ubbidì e prese Harry sottobraccio.

“Beh? Devi dirmi qualcosa di importante?” chiese Hermione, ma lui si limitò a fargli passare un braccio attorno al collo.

“In realtà sì… Smettila di ridere come una scema!”

“Ahah e perché scusa?”

“Perché mi dai fastidio! E poi, per cosa stai ridendo così di gusto scusa?!”

“Boh, per tante cose…” rispose lei senza dare maggiori informazioni.

“Ma come sei messa!!” esclamò Ron e la tirò verso di sé per scoccarle un affettuoso bacio.

“Guarda quelli, non riescono proprio a star staccati almeno per cinque minuti vero?!” esclamò Ginny fermandosi e fissare i due piccioncini.

“Ti danno fastidio?” chiese curioso Harry e lei annuì. Il ragazzo sorrise e la tirò dolcemente verso di sé.

“Farò in modo che non ti diano più fastidio…” disse malizioso lui. Le cinse le mani attorno la vita e lei attorcigliò le sue al collo di lui e lo baciò con trasporto.

“Ehm scusate voi due… Quando siete pronti possiamo anche tornare al Paiolo Magico” li interruppe Ron geloso del rapporto di Harry e la sorella.

“Noi vi stavamo solo imitando amici…” si giustificò Harry, e si beccò un pugno amichevole sulla spalla da Ron, che gli sorrise. Nel giro di 3 minuti si ritrovarono in camera loro, e mettere a posto i bauli per il giorno successivo. Ognuno dei singoli ragazzi aveva una stanza singola, in modo da dover rispettare la privacy, che non c’era mai stata, fra di loro. Ginny entrò in camera e chiuse la porta e, sospirando, si appoggiò ad essa.

“Non ancora ti prego…” disse sottovoce notando il gufetto che stava sul davanzale della sua finestra. Ginny raggiunse piano l’animale e gli prese la lettera dalla zampa. Cominciò a leggerla e si sentì sollevata quando capì che si trattava solo di sua madre che le augurava un buon anno scolastico. Per un misero momento aveva pensato che fosse stata di un’altra persona. Ma fortunatamente i suoi sospetti furono infondati. Diede un occhiata al suo baule: era davvero un disastro. Tutti i vestiti erano buttati sui lati di esso, i libri aperti sparsi per la stanza e la bacchetta… Dov’era la bacchetta?!

“Oddio, oddio… Dove l’avrò lasciata? Accidenti… Non riuscirò mai a mettere a posto tutto questo casino senza la mia bacchetta!” pensò agitandosi e cercando dappertutto. Ed ecco che gli si illuminarono gli occhi.

“Eheh… Accio bacchetta!” disse e come per magia (ma guarda che strano!! :D) la sua bacchetta uscì da sotto il letto e gli si infilò in mano.

“Accipicchia è vero… l’avevo buttata lì sotto! Dai, mettiamo una sistemata qua dentro…” e, con un colpo, ogni cosa si mosse in perfetto ordine nel suo baule e, dopo nemmeno 5 minuti, tutto fu sistemato. Ginny sorrise compiaciuta e, dopo aver controllato di non aver lasciato niente in giro, scese per la cena. Ron e Harry erano già pronti al tavolo e stavano aspettando le due ragazze.

“Ehi Ron, non so, sono eccitatissimo di ritornare a scuola… Ma perché?” disse un Harry felicissimo.

“Forse perché sei diventato il capitano della squadra e non vedi l’ora di iniziare ad allenarti per vincere il campionato?” chiese Ron sapendo già la risposta dell’amico.

“Temo proprio che sia per questo mio caro Ron!” esclamò Ginny intromettendosi nella conversazione e sedendosi fra Harry e Ron e dando un rapido bacio al fidanzato.

“Ron, dove hai lasciato Hermione?” chiese poi al fratello.

“Ehm.. veramente dovrebbe essere ancora di sopra in camera ma…”

“Stavate parlando di me per caso?” disse la voce di Hermione che arrivava giù dalle scale in fretta e furia. “Cavolo, sono in ritardo o sbaglio?” chiese col respiro un po’ affannato.

“Sì ma fa lo stesso… Avanti, puoi sederti eh…” disse Harry scoccando uno sguardo alla sedia affianco alla sua. Lei gli sorrise compiaciuta e si sedette dove indicato dall’amico. Passarono una bellissima ultima serata in compagnia e andarono a letto felici e tranquilli.

***

Il 1° settembre è sempre stato un giorno molto rumoroso. Soprattutto alla stazione di King ’s Cross. Harry, Ron, Ginny e Hermione arrivarono con 10 minuti di anticipo e trovarono facilmente uno scompartimento libero. Il treno partì con un’enorme precisione d’orario: scoccate le 11, fischiò e partì alla volta di Hogwarts. Per una buona mezz’ora il paesaggio fu sempre lo stesso: prati, prati e ancora prati verdissimi, benché fossero in settembre. Come di tradizione, non poteva mancare l’amichevole saluto di Malfoy agli amici. Entrò nello scompartimento, sempre accompagnato dai suoi scagnozzi preferiti, Tiger e Goyle.

“Salve salvino Potterino… Wealsey, devo dire che quest’anno sembri un altro! Hai finalmente trovato l’amore, sei contento? Peccato che sia con una come la Mezzosangue…” disse con la sua voce strascicata.

“Taci Malfoy, almeno io ce l’ ho la ragazza” rispose Ron a tono.

“Ah sì certo… Se quella si può chiamare ragazza…”

“Smettila di prenderla in giro!” esclamò Ron già alterato.

“Basta Ron! Non fare il bambino, sta solo cercando di provocarti!” ordinò Hermione al fidanzato. “Si ha ragione lei basta Ron! Ti fai anche comandare? Sembra proprio che nel vostro rapporto sia la Granger a portare i pantaloni…” continuò lui sogghignando assieme ai due bestioni.

“Malfoy, hai voglia di rogna?” chiese Harry alzandosi in piedi.

“Oh no Potter, no… Voglio solo sfruttare il mio passatempo al massimo delle sue possibilità…”

“Che sarebbe?”

“Come, non lo sai? Ma quello di prendermi gioco di voi, ovvio.”

“Vattene prima che io ti spacchi la faccia a suon di cazzotti!”

“Muoio di paura… Brrr! Potter fa i capricci perché non sa difendersi a parole!”

“ORA BASTA!” gridò Ginny d’un tratto facendo ammutolire tutti i presenti, Malfoy compreso. Voleva ribattere ma preferì non profanare parola per il momento.

“Ci vediamo Potter” disse lui infine, e se ne andò seguito dalle sue guardie del corpo. I tre amici, invece, si limitarono a guardare Ginny, che si era alzata in piedi e fissava a terra.

“Ehi Ginny…” provò Harry e allungò la mano verso di lei. Ginny evitò la mano del fidanzato e, girandosi verso di lui, disse solo

“Lasciami stare” e se ne andò quasi correndo.

“Che le hai fatto?” chiese Ron fissando l’amico.

“Niente!”

“E allora perché è così?”

“Che ne so!”

“Sei uno stupido…” e uscì anche lui per cercare la sorella.

Ginny si era rifugiata in bagno. E stava piangendo. Stava seduta a terra, la schiena contro il muro, le braccia a penzoloni e il viso rivolto verso l’alto, a fissare il soffitto, e intanto silenziose lacrime le scendevano dagli occhi e morivano sulle labbra della piccola Weasley. Sentì dei passi di fuori, ma tentò di rimanere sempre silenziosa. Poi la porta si aprì ed entrò colui che Ginny non avrebbe voluto rivedere in quel momento. Se ne stava lì, impalato, fissandola. Chiuse la porta e girò la chiave. Le porse la mano, ma lei la respinse via con la sua.

“Perché ti ostini a dar fastidio ai miei amici?” chiese cercando di apparire offesa.

“Perché ti ostini a non dir loro la verità?” chiese il ragazzo alla rossa.

“Che verità scusa? Fra di noi non c’è proprio niente! Io sono fidanzata con Harry, e lo amo!”

“Non dire baggianate… Tu non lo ami”

“E come fai ad esserne sicuro?”

“Lo so e basta”

“Smettila di fare lo sbruffone! Non ti sopporto più!”

“Sì, e chi ci crede?”

“Basta!” esclamò Ginny e fece per uscire, ma il ragazzo sbatté la mano sulla porta e Ginny sussultò. Piano, lui si avvicinò un po’ più a lei e posò una mano sul suo viso. Le accarezzò la guancia e poi, con entrambe le mani, la tirò con dolcezza verso di sé. Ed ecco che a Ginny tornano in mente tutti i momenti in cui era stata sola con lui, mentendo a Harry e all’amore che pensava di provare verso di lui. Chiuse gli occhi e le loro labbra si scontrarono per l’ennesima volta. Il bacio era proprio come se lo ricordava… Dolce, passionale e che creava un vortico di emozioni che nemmeno Ginny sapeva distinguere. Le sue labbra calde, il suo respiro, le sue mani… Era tutto estremamente meraviglioso e… strano. Poi tutto finì e lui, con un cenno di mano, uscì dal bagno, lasciando Ginny di nuovo sola.

“Perché fai tutto questo, Malfoy?”

***

Nello scompartimento erano rimasti solo Harry e Hermione. Harry fissava fuori dal finestrino il paesaggio, che veloce sfrecciava e scompariva dalla vista del ragazzo, la mano appoggiata al bracciolo dello schienale, che sorreggeva la testa come se fosse un peso. Hermione era strana: si mordeva il labbro inferiore incessantemente, giocava con una ciocca di capelli e batteva il tallone del piede destro senza fermarsi mai. Non voleva stare lì, non era il caso, avrebbe voluto andarsene e lasciare Harry solo, a pensare agli affaracci suoi, tanto è quello che ha sempre fatto, ma nonostante tutto non riusciva ad alzarsi. Era come incollata al sedile. E poi la cosa peggiore era che era seduta proprio affianco a lui, e percepiva tutta la tristezza che l’avvolgeva, come un alone invisibile ad occhio nudo, ma inconfondibile al cuore dell’amica. Voleva chiedergli che stava succedendo, perché era così strano, ma non profanò parola.

“Cosa c’è Hermione?” chiese poi lui rompendo il silenzio fra i due.

“N-niente perché Harry? Tu piuttosto!” rispose lei con tono apparentemente normale.

“Non capisco più Ginny… E’ strana. Da un po’ di tempo è diversa. Hai visto anche prima, ha preso ed è uscita così, di punto in bianco. E poi qualcosa mi blocca. Non riesco più a parlare con lei come facevo una volta, sembra che mi stia nascondendo qualcosa… Fa tutto di fretta. Quando parliamo di argomenti delicati, lei o svia il discorso iniziandone un altro o sennò inizia a sedurmi come meglio riesce e io mi lascio andare… Non so perché fa tutto questo!” concluse Harry sospirando.

“L’unica cosa che devi fare è parlarle di questo suo comportamento, e se lei fa come mi hai appena detto te beh… cerca di resisterle, non potrà fare così in eterno! E soprattutto te, Harry, non puoi lasciare che questa tecnica d’abbindolo continuerà per molto ancora: se qualcosa ti turba, parlane con lei! Non per niente si dice che lei è la TUA ragazza, tua ed esclusivamente tua, di nessun altro…”

“Forse hai ragione… Grazie Herm! Ma tanto tu hai sempre ragione… E’ inutile anche parlarti, perché quello che dici è straordinariamente vero! Ora vado da lei e le parlo!” disse lui e, prima di correre via, le scoccò un bacio sulla guancia.

***

Il treno arrivò a Hogwarts alle 5 in punto, e già faceva buio. Harry era riuscito a trovare Ginny e le cose si sistemarono alla meglio, o almeno, così credeva il giovane Potter…

Lo Smistamento fu piuttosto veloce e, dopo aver preso parola, Silente annunciò con gran entusiasmo l’avvenimento dell’anno: la Coppa del Quidditch. Sì, era una cosa che accadeva ogni anno, se non fosse stato per il fatto che Harry era il capitano di Grifondoro, Malfoy quello di Serpeverde, Cho di Corvonero e Justin Finch-Fletchly quello di Tassorosso.

Finito di rimpinzarsi la pancia, i rosso-gialli corsero subito verso la loro Sala comune, ansiosi di conoscere il o la Caposcuola del loro dormitorio. Harry si era ovviamente, fatto un idea.

“Dai Hermione, cosa ti agiti… Ormai anche i muri sanno che sarai te la Caposcuola!” esclamò vedendo l’amica che si mangiava le mani.

“Harry ha ragione Herm! Smettila” le disse affettuosamente Ron dandole un bacio sulla fronte. Appena attraversato il ritratto della Signora Grassa, risuonò un grandissimo applauso da parte di tutti gli amici.

“Allora? Chi è il Caposcuola?” chiese Ron alla sorella che era arrivata prima di loro.

“Andate voi a leggere il nome!” esclamò lei entusiasta.

La folla di allargò e formò un corridoio dove la meta era la bacheca. A Hermione venne un colpo.

Cari studenti, è con mio immenso piacere che vi annuncio che il Caposcuola della Casa di Grifondoro è Harry Potter! Firmato Albus Silente

Harry lesse e rilesse le due righe che aveva lasciato il preside. Non poteva essere vero! Capitano e Caposcuola… Che anno fantastico! Istintivamente si voltò verso Hermione che cercava di essere felice per lui, anche se sapeva che dentro era veramente molto delusa di sé stessa. Quella fu la sera dei festeggiamenti. Il ritorno a Hogwarts, le assegnazioni a Harry di due compiti importanti… davvero una cosa fantastica. Ma Harry non partecipò al festino. Intravide in un angolo, già china sui libri malgrado la scuola neanche fosse incominciata, Hermione.

“Ehi… Cosa fai studi di già?” chiese all’amica sedendosi affianco a lei. Lei alzò lo sguardo e Harry notò che aveva gli occhi un po’ rossi. Sorrise e ritornò china sui libri. Lui le prese il mento e l’alzò facendo in modo di guardarsi diritti negli occhi.

“Lo so che sei dispiaciuta… Io proprio non me l’aspettavo! Sai… Stavo pensando di chiedere e Silente se…” cominciò Harry ma lei lo interruppe.

“Sì sono dispiaciuta ma forse il ruolo di Caposcuola non mi si addice, Prefetto mi va bene, e poi con tutti i compiti che ho, assieme a quell’impegno avrei dovuto studiare anche in notte profonda!” “Ma che stai dicendo? Non mi far prendere dei colpi! Dai Herm… Ti andrebbe di prendere il mio posto?”

“Stai scherzando spero!” disse lei con gli occhi già lucidi.

“No non scherzo… Perché non vorresti?” chiese Harry alzando il sopracciglio.

“Certo che vorrei Harry ma non si può!”

“Sì che si può… Basta dire a Silente che non me la sento di fare il Caposcuola, ho già troppo da pensare per conto mio…”

“Davvero lo faresti Harry?” chiese Hermione avvicinandosi a lui e fissandolo. Lui sorrise nel vedere l’amica così emozionata dal fatto che il posto sarebbe stato ceduto a lei.

“Certamente… Per te tutto e di più!” Lei gli saltò letteralmente addosso, facendolo anche ribaltare dalla sedia, ma nessuno sembrò accorgersene, dato il trambusto che c’era nella stanza.

“Oh grazie Harry, grazie mille! Non sai quando mi hai reso felice! Oddio… Basta! Sono troppo euforica… Vado a dormire. Buonanotte salvatore della mia reputazione!” esclamò lei e, prima di sparire nel dormitorio, lo abbracciò e gli diede un lungo bacio sulla guancia che provocò le capriole nello stomaco del ragazzo, che subito si sentì idiota per aver solo provato quell’emozione.

***

Nei giorni seguenti, a Hogwarts c’era una strana atmosfera di festa: sarà stato il ritorno nella scuola, fatto sta che Harry si sentiva molto felice. Forse il fatto di aver lasciato il compito di Caposcuola lo aveva entusiasmato tanto da andare bene anche in Pozioni. Piton, come ogni lezione, lo aveva preso di mira.

“Potter”

“Sì, professore?”

“Dimmi… come si fa a preparare la Pozione Grimiglio?”

“Oh… ehm… La Pozione Grimiglio è un intruglio della Dormiglina con la Grimo. Si aggiungono code di rospo, erbe semantiche e una foglia di thè verde. Il tutto poi si mescola e si lascia a bollire per circa 20 minuti, ruotando il mestolo dieci volte in senso orario e dieci in senso antiorario per il tempo indicato prima. E, alla fine, si mette un pochino di succo di Mandragola e la Pozione è pronta.”

Tutta la classe si girò a osservare Harry. Harry si voltò verso Hermione e le sorrise. Lei abbassò la mano, delusa, e stette a guardare la reazione del professore.

“Signorina Granger, non si suggerisce” disse infine. Harry strabuzzò gli occhi e rispose in malomodo al professore.

“Ehi, ma che sta blaterando? Non mi ha detto una singola virgola, sapevo tutto per il semplice fatto che una volta sono stato ad ascoltare!”

“Potter, non rispondermi con quel tono.” Rispose freddo Piton e tornò sul suo registro.

“Bene, bene, bene… Vedo che Grifondoro sta andando bene nella gara della Coppa delle Case! Che ne dici, Potter, se togliamo 10 bei punti per aver risposto al professore, e 10 alla signorina Granger per averti suggerito?”

I Serpeverde annuirono, soddisfatti, mentre i Grifondoro si guardavano delusi.

“Lei non può professore!”

“Certo che posso. Avanti, la lezione è finita. Mettete la Pozione nella boccetta e lasciatela sulla mia cattedra mettendo nome e cognome sull’adesivo. Buona giornata”

***

“Accidenti a quel Piton! Se sto ad ascoltare mi toglie i punti, se non lo sto ad ascoltare indovinate un po’? Mi toglie i punti! Allora a sto punto non vengo nemmeno alle sue lezioni, così mi toglie direttamente punti perché non sono presente e quindi non ho potuto fargli niente di male!”

“Dai Harry ora calmati… Tanto Hermione ne prenderà altri nella lezione della McGranitt di che ti preoccupi, li recupereremo tutti” sussurrò Ron, ma Hermione aveva sentito benissimo. Si bloccò e il ragazzo le andò contro.

“Ehi, che fai?” chiese lui massaggiandosi la fronte. “Non ho intenzione di recuperare nessun punto Ronald!” esclamò lei.

“Come no! Dici sempre così… Poi alla fine dell’ora ci ritroviamo con 20 punti in più!” rispose il fidanzato.

“Beh questa volta non sarà così! Avanti voi due, siamo in ritardo!” e velocizzò il passo.

Harry guardò l’amico divertito e seguì Hermione senza dire una parola. E così fece anche Ron.

***

L’umorismo di Harry calò col passare dei giorni. Ginny era sempre più strana, la metà del tempo la passava a studiare in Biblioteca, cosa che non era mai successa prima d’ora, e poi i suoi voti erano calati notevolmente, soprattutto quello di Pozioni.

Una sera, appena Ginny rientrò, Ron e Hermione uscirono dalla Sala Comune per la ronda notturna. Partiva alle 9 e finiva alle 10. Si erano riuniti con gli altri Prefetti in Sala Grande per decidere i turni e i posti quando entrò un Malfoy tutto spettinato e affannato, che si parò davanti a Hermione e disse, ansimando

“Scusate il ritardo….”

“Figurati… Abbiamo appena cominciato. Allora dicevamo… Io e Malfoy staremo al quinto piano, Ron e Padma al terzo piano mentre Justin e Pansy staranno al secondo piano… Ah, sì, e Mark starà in coppia con Sally e controllerete il quarto piano. Alle 10.30 ci ritroviamo qua siete tutti d’accordo?”

I ragazzi annuirono e, in silenzio, si avviarono verso i rispettivi piani per eseguire i loro compiti. Quando Hermione fu sola con Malfoy, lui le disse, con tono disprezzante

“Ricorda che lo faccio solo perché devo, Granger”

“Sì, sì, lo so, lo so… Dai, muoviti, io controllo questa parte, te quella laggiù ok?”

Il biondo non replicò, e se ne andò. Hermione cominciò così la sua ronda. Neanche tempo di fare un passo che sentì de persone parlare.

“Senti Ginny, voglio sapere perché ti comporti così!”

“Non sono affari tuoi, Harry”

“Invece sì che lo sono.. Sei la mia ragazza. E ho il diritto di sapere”

“Che barba che mi fai Harry… Devo sapere, tu sei questo, tu sei quell’altro… Non ne posso più, cerca di starmi meno attaccato per piacere, mi stai soffocando” Ginny aveva detto quelle parole con molta freddezza, che colpì il cuore del ragazzo mandandolo in frantumi. Cosicché si giro e, senza altre parole, lasciò la ragazza da sola. Hermione, che aveva sentito tutta la conversazione, non riuscì a stare con le mani in mano.

“Ehi Gin…”

“Oh anche tu ti ci metti! Basta, me ne vado!” disse la rossa in lacrime, e corse via.

***

“Beh, allora che mi racconti di bello Ron?” chiese Padma con un filo di voce. Ron stava sudando freddo in quel momento: Padma lo stava fissando, e per di più gli era appiccicata al braccio, dicendo di aver paura che qualcuno la potesse rapire durante la ronda.

“I-io sto bene… Te invece? Tutto b-bene?” rispose lui balbettando.

“Oh io sì, tutto ok! Ehi Ron, ho sentito dire che stai con la Granger! Ma è vero?” chiese lei con una nota di curiosità un po’ troppo spinta per i gusti di Ron.

“Io… ecco veramente.. sì, sono fidanzato con lei…” rispose il rosso tibutante.

“Oh… Beh, peccato, devo dire che ti sei fatto estremamente carino quest’anno…” Si stava avvicinando molto al viso di Ron… Ma lui si ritrasse in tempo e le sussurrò

“S-s-sono le 10.30… Dobbiamo tornare…” Lei lasciò la presa e se ne andò, con Ron alle calcagna.

  
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