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Autore: Egle    22/12/2005    10 recensioni
Non si può amare un Death Eater ed essere un membro dell’Ordine. E’ semplicemente qualcosa che non può accadere. E’ come se si volesse convincere l’acqua a risalire la pendenza di una collina, il cielo a restare sempre dei colori del tramonto…Quel giorno scelsi. Scelsi l’amore, la passione...
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La maggior parte delle persone, guardando la neve, che scende silenziosamente, chiusa fuori dalla finestra, prova una calma quasi irreale

Prima di lasciarvi a questa breve fanfic, volevo augurarvi Buon Natale – lo faccio adesso, ma potrei essere colta dall’impulso di pubblicare qualcos’altro prima di domenica. Non si può mai dire…

Spero che il vostro Natale sia pieno di serenità e di regali^^

 

 

Il canto silenzioso della neve

 

La maggior parte delle persone, guardando la neve, che scende silenziosamente, chiusa fuori dalla finestra, prova una calma quasi irreale. Una sorta di tregua dalle preoccupazioni della vita, dal dolore che ognuno è costretto a portare nell’intimo del proprio essere.

Io ho sempre provato una strana inquietudine, osservando il manto candido che va ispessendosi sotto il tocco delicato del cielo.

Invece che ovattare le mie sensazioni, la neve le acuisce.

O forse sono le feste imminenti a farlo. Il sapore del Natale che si respira nell’aria, le luci colorate, il frusciare invitante della carta per impacchettare i regali, il profumo di nuovo, di tradizione, di dolciumi.

Mi porto la tazza di the alle labbra, sfiorandone piano il bordo.

La mia casa è silenziosa, immersa nel buio. Ho acceso una candela a forma di renna con un buffo cappello e un naso rosso e rotondo. Lentamente la cera si consuma, colando nel piattino come tante lacrime.

Le luci bianche dell’albero lampeggiano, facendo brillare le palline finemente decorate. Ho appeso due grandi calze rosse, dal bordo bianco, al caminetto, ma non l’atmosfera natalizia non è riuscita a penetrare in casa.

E’ come se fosse tutta una recita, una finzione. Io lo so. Anche la casa lo sa e sembra essere per questo ancora più tetra.

La feste dovrebbero essere il momento ideale da trascorrere insieme alla propria famiglia.

Io la mia non ce l’ho più.

L’ho perduta quel giorno, quel terribile giorno d’estate, lontano eppure ancora così nitido nella mia memoria.

Il dolore dei miei genitori, la rabbia dei miei fratelli e poi la scelta.

O con lui o con noi.

Non si può amare un Death Eater ed essere un membro dell’Ordine.

E’ semplicemente qualcosa che non può accadere. E’ come se si volesse convincere l’acqua a risalire la pendenza di una collina, il cielo a restare sempre dei colori del tramonto…

Quel giorno scelsi. Scelsi l’amore, la passione.

Scelsi l’abbraccio dell’uomo che amavo.

Scelsi di abbandonare la vita che avevo fino a quel momento conosciuto.

Scelsi di voltare le spalle alla mia famiglia.

Perché l’ho fatto?

Per amore. Per Draco. E per me, perché senza di lui non riesco a essere completa. Non riesco a vivere. Non riesco nemmeno a pensare, a respirare.

Sono debole? Forse sì. Forse sono veramente debole ad aver scelto l’amore.

Debole e spaventata dall’idea di vivere una vita senza di lui.

Da quel giorno non mi sono mai separata da lui. Il nostro amore ha affondato le proprie radici nel nostro dolore, avvolgendolo in modo che risultasse più sopportabile. Ci siamo stretti forte, nelle lunghe notti invernali, quando l’ululato del vento era più forte del pianto dei nostri cuori, quando le tenebre nascondevano mostri spaventosi e le dita del buio ci accarezzavano la pelle, facendoci rabbrividire.

Mentirei se dicessi che non ho mai pianto, pensando alla mia famiglia, ancora unita nonostante gli orrori della guerra.

Ho pianto pensando che io non ne facevo più parte. Ero un’estranea.

Non avrei mai più goduto dell’abbraccio di mia madre, delle sue parole di conforto, delle sue carezze amorevoli.

Chiudo gli occhi, mentre una singola lacrima mi scende sulla guancia.

Mi manca mia madre. Mi manca la mia famiglia.

Ora è Draco la mia famiglia, ma non è maledettamente la stessa cosa.

Non ho altri che lui. E lui ha soltanto me.

I suoi genitori non gli hanno perdonato il nostro amore più di quanto non lo abbiano fatto i miei, sebbene lui non abbia rinnegato anche tutto quello in cui credeva. Io sì.

Ho rinunciato a combattere a fianco dell’Ordine per amor suo.

Ho rinunciato a tutto per amor suo, anche a una parte di me stessa.

A volte vorrei essere una persona molto diversa, una persona con il coraggio di fare la cosa giusta, anche contro a quello che il suo cuore le suggerisce.

Ma non lo so.

So solo io, Ginny Weasley, ora Malfoy.

Il tintinnio delle chiavi nella toppa della porta mi fanno trasalire.

Mi volto lentamente riconoscendo il profilo di Draco, appena sfiorato dalle luci dell’albero.

Lui mi guarda, ma non mi sorride.

Copre la distanza che ci divide lentamente e mi stringe in un abbraccio.

Sento le sue braccia avvolgermi e sembra che il cuore batta più chiaramente nel mio petto, all’unisono con il suo. Il suo profumo mi sfiora, le sue labbra cercano le mie con una tenerezza, che minaccia di farmi sciogliere in lacrime.

Sa che le feste mi rendono malinconica.

Le sue dita mi accarezzano piano i capelli, spostandoli dietro alle orecchie.

Non dice nulla. Si limita a guardarmi e a tenermi stretta contro il suo petto.

“Ti amo” sussurro. Lui mi bacia lentamente, ma non risponde. Non lo fa mai.

Ma va bene così. So che mi ama.

Alla fine gli dico di andarsi a togliere quegli abiti umidi di neve e di farsi un bagno caldo.

Lui mi bacia ancora una volta accarezzandomi una guancia, prima di allontanarsi, lasciando sul mio corpo un’ombra del suo calore.

Lo seguo con lo sguardo, prima di girarmi verso la finestra.

Allungo una mano e sfioro con la punta delle vita il vetro freddo. Il mio alito vi disegna un alone opaco, quando scorgo una figura famigliare attraverso la finestra.

“mamma” sospiro con voce strozzata.

Ci guardiamo, rimanendo immobile.

E io mi aspetto che svanisca, perché troppe, troppe volte ho sognato di vederla al limite del vialetto. Troppe volte ho sentito il bisogno di credere che un giorno lei lo avrebbe fatto…sarebbe venuta a cercarmi, sarebbe venuta a dirmi che sono ancora la sua bambina.

Perché l’unico mio errore, l’unico, enorme errore che ho fatto nella mia vita è stato quello di amare troppo, troppo intensamente, troppo totalmente.

Non ho mai ferito volontariamente la mia famiglia, non ho mai smesso di credere in quello che penso sia giusto, ho semplicemente amato troppo profondamente Draco.

Sbatto un paio di volte le palpebre, ma lei non scompare. Non se ne va.

E’ lì, ferma sotto la neve, stretta in un mantello verde scuro, frusto e logoro. Le guance colorate di rosso per il freddo, una mano guantata, che tiene uniti i lembi del mantello sotto alla gola.

Mi stacco dalla finestra e corro fuori.

Senza una parola, mi abbandono tra le sue braccia, stringendola con tutta la forza che possiedo.

Lei ricambia il mio abbraccio, scoppiando a piangere.

Mi accarezza i capelli, come quando ero piccola e mi prende il viso tra le mani.

Piange e sorride allo stesso tempo.

“Torna a casa” mi dice piano.

Dischiudo le labbra, tremando per il freddo. Non rispondo. Volto lentamente il capo verso la porta, occupata dal profilo di Draco.

Guardo di nuovo mia madre in attesa di una risposta. O forse di una condanna.

Lei stringe le labbra. Osserva per qualche istante mio marito, prima di fissarmi negli occhi.

Non approva. Continua a non approvare.

“può venire anche lui, se lo desideri”

Stringo forte le palpebre, abbracciandola nuovamente.

So quanto le è costato dirlo. Posso solo immaginare quanti litigi, quante lacrime, quanti notti insonni hanno portato a queste semplici parole.

“Grazie mamma” sussurro.

Lei mi passa le mani sulle braccia per scaldarmi. Quasi non mi accorgo di tremare.

“Adesso torna dentro che ti prenderai un malanno. Ci vediamo alla cena di Natale” mi dice, deponendomi un leggero bacio sulla fronte.

Lancia un’ultima occhiata a Draco prima di incamminarsi, da sola, sotto la neve, che continua a cadere.

Continuo a guardarla, immobile tra i fiocchi di neve che turbinano intorno a me, finchè non sparisce dalla mia vista. Draco scende silenziosamente i gradini e mi raggiunge.

Allunga una mano e afferra la mia, ma non fa nulla per riportarmi in casa. Anche lui rimane fermo sotto alla neve, incurante del freddo.

“Non mi ero mai accorta” dico con voce assorta, stringendo la sua mano nella mia “che la neve mi piacesse così tanto”.

 

 

Fine

 

Beh, è finita anche questa storia.

Spero che vi sia piaciuta anche se è molto corta.

Ultimamente sono stata colta da una specie di dipendenza da recensioni, quindi lasciatemi un commentino, pleaseeee ^^

Un bacione

Egle

 

 

 

   
 
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