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Autore: barbara_f    18/01/2011    12 recensioni
“Questo semestre l’argomento delle lezioni sarà la rappresentazione dell’amore nella letteratura”. Qualcuno accanto a me fece una smorfia disgustata …
“L’amore … l’amore si può leggere giusto nei libri” disse a bassa voce ma sufficientemente alta da farsi sentire ad almeno due file di distanza …
“Cos’hai contro l’amore?” mi sentivo stranamente offesa dal suo tono disgustato, non seppi fare a meno di controbattere.
“Una ragazzina che parla d’amore, un classico …” si stava rivolgendo a me, quello sconosciuto di cui non avevo ancora visto il volto stava parlando con me… mi voltai verso la fonte di quelle offese.
Due occhi verdi, intensi, felini mi guardarono sprezzanti. Ricambiai lo sguardo.
“Signori, potete renderci partecipi?” il prof. Meson interruppe la nostra conversazione.
Il ragazzo con gli occhi verdi e, ora lo vedevo meglio, con i capelli castano ramati, si alzò e con tranquillità rispose
“Dicevo soltanto che l’amore è qualcosa che si può trovare giusto nei libri… la signorina” disse indicandomi, “non è d’accordo …”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
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Cap. 45
 
Preghiera
 
“Vuoi che mi fermi qui?” chiesi preoccupato, sapevo che Charlie Swan non vedeva di buon occhio la mia storia con Bella... non potevo dargli tutti i torti, se qualcuno avesse fatto del male a mia figlia io...

“No Edward, accompagnami a casa! Non ho voglia di nascondere il nostro amore come se fosse una cosa di cui vergognarsi... Mio padre dovrà accettarlo e se non lo farà, sarà solo un suo problema!” la sua risposta era perentoria e non ammetteva repliche.

Alla radio, una vecchia canzone dei Duran Duran* riempiva l’aria di dolcezza.

Ero felice, in fondo al mio cuore speravo in una risposta del genere, aveva scelto me...  ma sapevo che c’era qualcosa di sbagliato... non volevo essere un motivo di scontro con suo padre.

Se Charlie preferiva non vedermi continuamente al fianco di sua figlia, lo avrei accontentato.

In fondo, il nostro ritorno a Seattle era prossimo ormai...
“Sei sicura, non voglio crearti problemi in famiglia...” ribadii.

Volevo che fosse sicura della sua decisione.

“Si Edward, sono sicura, accompagnami a casa così ti offro anche un caffè, sembri un po’ stanco!” sorrisi, non volevo deluderla, ma ero teso, una strana ansia appesantì il mio petto.

“Di chi sarà quell’automobile sul vialetto di casa? Non mi pare di riconoscerla!”
“Qualche amico di Charlie?”  chiesi,  ma Bella mi guardò con aria dubbiosa.

“Non lo so, ma per scoprirlo non ci resta che entrare....” disse risoluta.

Parcheggiai scendendo dall’auto e mi apprestai ad aprirle la portiera, Bella non era abituata alla galanteria... chissà perché... ma volevo che con me si sentisse importante e amata.

Ne discese lentamente, i suoi occhi su di me, la passione che vi leggevo era totale... la desideravo in egual misura...

Quanto avrei voluto poter tornare indietro e, rinchiudendoci nel cottage, fare l’amore con lei per giorni...

Le accarezzai i capelli con deliberata lentezza, volevo trasmetterle tutta l’eccitazione che sentivo in quel momento e lei rispose con una lunga carezza sul mio viso. Le sue labbra rosse e morbide chiedevano soltanto di essere baciate...
Avvicinai in mio viso al suo e assaggiai quel morbido frutto.

“Entriamo?” mi chiese con il sorriso sulle labbra staccandosi riluttante e prendendomi per mano.

Come potevo dirle di no... quando lei, con il suo sorriso illuminava le mie giornate?
“Cos’hai?” chiese un istante prima di varcare la soglia di casa, al suo sguardo attento non sfuggivano i miei sbalzi di umore... non sapevo cosa risponderle, avvertivo una strana sensazione, come una sorta di oppressione al petto... non volevo mentirle, non più.

“Non so, mi sento strano, inquieto...” risposi optando per la verità.

“Non preoccuparti, ci sono io con te!” e prendendo una mano tra le sue ne baciò il dorso poi, ancora sorridente, fece girare la chiave nella serratura.

Mi immobilizzai sulla soglia mentre sentivo l’ansia crescermi nel petto.

Di fronte a me un uomo dall’aria familiare, un uomo che Bella conosceva bene.

Quella vista riversò in me un’ondata di dolore che rischiò di sommergermi. Non potevo sbagliarmi, non avrei mai dimenticato il suo viso e le sue lacrime mentre, con tenerezza infinita sollevava dalla vasca il corpo nudo e ormai senza vita di mia madre.

Un brivido percorse la mia schiena, a malapena udii Bella parlare.

“Harold, questo è Edward Cullen, il mio ragazzo!” la voce del mio amore si addolcì posandosi su di me come una piuma, cercai il suo viso con lo sguardo ancora coperto dagli occhiali da sole.

Bella era la mia serenità e il mio equilibrio...
Mi sentii prendere per mano e trascinarmi al centro della stanza.

Non avevo la forza di oppormi, la mia mente, scollegata dal corpo, era persa in un mare di ricordi...

Come si chiamava quell’uomo?
Cosa era per mia madre?
Perché piangeva la sua morte?
Perché carezzava la testa di un bambino sconosciuto e disperato?...

Mi mossi come un automa, un passo dopo l’altro, il mio cervello, impegnato da altri pensieri, reagiva meccanicamente agli stimoli esterni.

Tolsi gli occhiali da sole, avevo bisogno di guardarlo meglio.
“Piacere sono Edward, Edward Cullen!” dissi ormai quasi senza più voce.
 
*********************************************************************
“Harold Volt!” risposi guardandolo in volto... non avevo più bisogno di nessuna fotografia... lui era il figlio di Elizabeth... i suoi occhi e la tristezza che vi albergava, erano impossibili da dimenticare.

Edward Cullen mi fissò lungamente senza parlare mentre Bella alternava il suo sguardo tra noi.

Il ragazzo, pallido e tremante, si sedette sulla poltrona preferita di Charlie.

Cosa gli stava accadendo?

Faticava a reggersi in piedi, stava male, era evidente, ma continuava a  fissarmi con intensità.

Tremai di fronte alla sua forza e al freddo verde dei suoi occhi.

“Edward... ti senti bene?”

“No!” si limitò a rispondere, la voce quasi inesistente e la pelle lucida di sudore. Bella si avvicinò premurosa verso il suo ragazzo. Non sembrava sorpresa dal suo stato, si muoveva intorno a lui, efficiente e sicura.

“Stenditi, stai per svenire!” gli disse con voce dolce.

“Si può sapere cosa ha fatto scattare questa crisi di panico?” il ragazzo mi indicò con un cenno del capo e Bella sorpresa si voltò verso di me.

“Vi conoscete?” chiese.

Cosa avrei potuto rispondere... non sapevo quanto spingermi avanti... mi sarei potuto sbagliare, scambiare un ragazzo qualsiasi per il figlio di Elizabeth, solo perché desideravo rivedere in lui, una parte di lei...

“Si, ci conosciamo” disse con voce bassa e sorprendentemente fredda. Riconobbi in lui lo stesso tono usato da EJ Masen, lo stesso modo di articolare le frasi, rabbrividii per la straordinaria somiglianza...

“Non è così signor Volt?” continuò alzando un sopracciglio.

Dilatai gli occhi per la sorpresa... quelli che, fino a pochi istanti prima erano solo stati sospetti, si rivelarono certezze.

“Ho bisogno di risposte!” chiese con caparbietà, il volto sempre più pallido, la voce meno ferma.

“Cosa vuoi sapere?” la mia voce resa irriconoscibile dall’emozione.

Edward si alzò in piedi avvicinandosi a me e scrutandomi negli occhi.

Sembrava così fragile, proprio come la prima e unica volta in cui l’avevo visto, ma con un’immensa forza dentro di se. Come sua madre.

Silenzio, un silenzio assordante.. e poi la sua voce mi esplose nel petto.

“In che rapporto era con mia madre? Perché... perché quella sera era li?” la domanda mi spiazzò riaprendo una ferita mai sanata...

Bella ci guardò incredula.

Edward si ricordava di me, quel ragazzino disperato ricordava il mio volto...
Impallidì ulteriormente, non stava bene era evidente.

Mi alzai di scatto e lo afferrai prima che le sue gambe cedessero sotto il peso del suo dolore.

“Edward!” Bella volò al suo fianco, le sue mani fresche gli cercarono il viso, lo carezzarono, lo confortarono...
“La prego, risponda!” sussurrò “la prego, mi aiuti... ho bisogno di sapere...!” Svenne tra le mie braccia.

“Cosa sta succedendo?” la voce di Charlie interruppe inopportunamente il filo dei miei pensieri.

“Edward non sta bene!” Charlie guardò incredulo sua figlia, alzando un sopracciglio.

“Bella dimmi la verità, Edward ha qualche dipendenza?, Cos’è una crisi di astinenza?”

Perché doveva comportarsi in maniera tanto stupida?

La fuga di Renèe e il conseguente divorzio lo avevano proprio trasformato, Charlie era diventato sospettoso, insicuro, possessivo al limite della maniacalità.

Non si rendeva conto che comportandosi così avrebbe rischiato di perdere sua figlia per sempre?

“Sempre pronto ad accusare, non è vero papà? Non ti viene mai in mente che Edward potrebbe davvero sentirsi male, che potrebbe avere qualcosa di grave?” lo sguardo di Bella era duro, quanto gli somigliava in questo momento, testarda e aggressiva, proprio come lui...

“Cosa vorresti dire che questo qui...” lo indicò con il pollice “sta davvero male?”

“Charlie, ora smettila, ascolta tua figlia!” dovevo interrompere questo litigio, non mi piaceva che Edward subisse anche quest’ingiustizia.

“...Aiutami a stenderlo sulla poltrona!” finalmente si voltò verso di lui, osservandolo per la prima volta dal suo ingresso.

“Cos’ha?” chiese, il tono ora, visibilmente preoccupato.

“Una crisi emotiva, credo!” la voce di Bella suonava professionale e fredda, quasi fosse preparata, quasi avesse già assistito allo strazio che ci si poneva davanti.

Quante volte, questo povero ragazzo aveva avuto una reazione simile di fronte al passato che, prepotente, rientrava nella sua vita?

“Una crisi emotiva.... perché?” la deformazione professionale, portava Charlie a comportarsi da poliziotto.

“Papà, tu non sai nulla di Edward... è un ragazzo dolcissimo... tu non hai mai voluto accettarlo... hai sempre preferito Jacob a lui!” vidi il volto di Bella contrarsi al pronunciare di quel nome.

Chi era questo Jacob?
Perché Bella provava repulsione pronunciando il suo nome?

“Jacob... Jacob è un bravo ragazzo, lo conosco da sempre, conosco la sua famiglia, i suoi avi... sarebbe perfetto per te! Mentre lui... cosa sai di lui? È un orfano senza passato, non sai nulla della sua famiglia, dei suoi parenti... nulla di lui!” Bella strinse gli occhi.

“io voglio solo che l’uomo che scegli ti renda felice...”

La ragazza lo guardò intensamente, gli occhi carichi di astio e dolore...

“Papà, tu non conosci Jacob, non veramente, non sai nulla di lui... per esempio, sai che sta con Leah e, contemporaneamente ci prova con me? Sai che si scopa Irina? Sai che l’ha costretta ad abortire?” Charlie si accasciò sulla poltrona, quelle rivelazioni lo avevano stravolto.

“Mi dispiace papà, dovevi sapere!”

*********************************************************************
Ero stato richiamato d’urgenza in centrale.

Un altro stupro, un’altra donna innocente.

Il mio pensiero andò a mia figlia, se ci fosse stata lei al posto della ragazza... non potevo pensarci, ero terrorizzato dall’idea che le accadesse qualcosa di brutto.

Il mondo era così duro, così duro per una ragazza dolce e sensibile come lei...
Guardai la donna attraverso la porta a vetri la donna che riceveva le prime cure... una psicologa era con lei. Era importantissimo che lei descrivesse i suoi assalitori.

...Era stata picchiata selvaggiamente e violentata, forse da due o tre persone.

Il corpo esile ricoperto di ecchimosi e graffi, le labbra gonfie di pugni...
Quei bastardi ci erano sfuggiti ancora ma, ormai gli eravamo col fiato sul collo. Avevamo in identikit.

“Charlie, torna a casa, Bella sarà rientrata dalla vacanza coi ragazzi Cullen, non vuoi stare un po’ con lei prima che riparta per Seattle?” Henry mi mise una mano sulla spalla e mi condusse verso la porta che dava sul corridoio di uscita.

“Avanti, vai, ci vediamo domani! Qui ci penso io...non preoccuparti, sai che puoi fidarti”  annuii, gli sorrisi e borbottai un ringraziamento.

Accostai con l’automobile di fronte alla staccionata che recintava il piccolo giardino davanti casa mia.

Oltre all’auto di Harold, un’altra macchina, straniera stavolta, era parcheggiata nel vialetto d’ingresso.

Sono tornati!pensai fissando la Volvo di Edward tirata a lucido.

Probabilmente Cullen era ancora in casa.

Affrettai  il passo, per quanto potessi essere moderno... vedere mia figlia a letto con il suo ragazzo... beh, questo proprio non riuscivo a sopportarlo.

Mi rendevo conto che ormai era adulta e maggiorenne ma per me, Bella restava sempre la mia  bambina.

Entrai in casa, voci concitate provano dal salotto, una era di Bella.

Li raggiunsi con l’ansia che mi dilatava il cuore.

“Cosa sta succedendo?” chiesi a mia figlia...
“Edward non sta bene!” la guardai, poi fissai il ragazzo che giaceva a terra tra le braccia di Harold.

Il volto era pallido e profonde occhiaie segnavano i suoi occhi.

Un pensiero sfiorò la mia mente e, prima di rendermene conto, diedi fiato ai miei pensieri...
“Bella dimmi la verità, Edward ha qualche dipendenza?, Cos’è una crisi di astinenza?”

Intercettai lo sguardo di disapprovazione di Harold.

Lo sapevo, stavo comportandomi da stupido, ma era più forte di me, quel ragazzo non mi piaceva... c’era qualcosa di strano nel suo comportamento.

Gli occhi di Bella mi fissarono astiosi e duri.

“Sempre pronto ad accusare, non è vero papà? Non ti viene mai in mente che Edward potrebbe davvero sentirsi male, che potrebbe avere qualcosa di grave?” no, non mi sfiorava l’idea che il malore del ragazzo fosse dovuto ad un problema fisico...

“Cosa vorresti dire che questo qui...” lo indicai con il pollice “sta davvero male?”

“Charlie, ora smettila, ascolta tua figlia!” perché Harold lo difendeva? Lui avrebbe dovuto scoprire il suo passato, avrebbe dovuto aiutare me... invece... invece ora difendeva Edward Cullen? Perché?

“...Aiutami a stenderlo sulla poltrona!” continuò. Lo guardai con più attenzione, sembrava svenuto, il suo petto si muoveva troppo poco, sembrava stesse per smettere di respirare... accidenti, bisognava fare qualcosa!!!
“Cos’ha?” chiesi.

“Una crisi emotiva, credo!” la voce di Bella, non sembrava scioccata, la cosa mi faceva pensare... perché, visto che il suo ragazzo stava male, non si agitava, non urlava, non piangeva...

Quante volte, il ragazzo aveva avuto una reazione simile?

“Una crisi emotiva.... perché?” chiesi con fare indagatorio.

Bella spostò lo sguardo da lui a me, poi parlò.

“Papà, tu non sai nulla di Edward” la mano corse ad accarezzargli i capelli,
“...è un ragazzo dolcissimo...” gli sorrise “tu non hai mai voluto accettarlo... hai sempre preferito Jacob a lui!” i suoi occhi si spensero al pronunciare il suo nome. Sentii il bisogno di difenderlo.

“Jacob... Jacob è un bravo ragazzo” dissi, “lo conosco da sempre, conosco la sua famiglia, i suoi avi... sarebbe perfetto per te! Mentre lui... cosa sai di lui?” continuai parlando con enfasi.

“È un orfano senza passato! Non sai nulla della sua famiglia, dei suoi parenti... nulla di lui!” finalmente lo avevo detto, le avevo rivelato i miei timori... “io voglio solo che l’uomo che scegli ti renda felice...” era davvero così, non volevo che soffrisse, non volevo che la sua vita diventasse un inferno, non volevo che si affliggesse quanto avevo me...

“Papà, tu non conosci Jacob!” mi gridò contro con rabbia.

“Non veramente!” continuò ansimando.

“Non sai nulla di lui... per esempio, sai che sta con Leah e, contemporaneamente ci prova con me? Sai che si scopa Irina? Sai che l’ha costretta ad abortire?” Cosa? Cosa mi stava dicendo... Jacob non poteva aver fatto tutto questo... io non potevo aver frainteso così tanto i suoi comportamenti... era bravo un bravo ragazzo, lo conoscevo da sempre...
Mi sedetti sulla mia poltrona preferita, distrutto da questa notizia; non avevo più  energie, le forze se ne erano andate via con l’ultima frase di Bella.

Fissai Edward ancora una volta, si stava svegliando...
Forse Bella aveva ragione... io non avevo mai capito nulla... mai.

Isabella mi fissò
“Mi dispiace papà, dovevi sapere!”
Edward  mosse le labbra...
“La prego signor Volt... la prego mi racconti di mia madre!”

Vi voltai verso di lui e incontrai i suoi occhi verdi guardandoli per la prima volta.
 
 
Save a prayer _ Duran Duran
 
You saw me standing by the wall, Corner of a main street
And the lights are flashing on your window sill
All alone ain't much fun, So you're looking for the thrill
And you know just what it takes and where to go
Don't save a prayer for me now, Save it 'til the morning after
No, don't say a prayer for me now, Save it 'til the morning after
Feel the breeze deep on the inside, Look you down into the well
If you can, you'll see the world in all his fire Take a chance
(Like all dreamers can't find another way)
You don't have to dream it all, just live a day
Don't say a prayer for me now, Save it 'til the morning after
No, don't say a prayer for me now, Save it 'til the morning after
Save it 'til the morning after, Save it till the morning after
Pretty looking road, Try to hold the rising floods that fill my skin
Don't ask me why I'll keep my promise, I'll melt the ice
And you wanted to dance so I asked you to dance But fear is in your soul
Some people call it a one night stand But we can call it paradise
Don't say a prayer for me now, Save it 'til the morning after
No, don't say a prayer for me now, Save it 'til the morning after
Save it 'til the morning after Save it 'til the morning after
Save it 'til the morning after Save it 'til the morning after
Save a prayer 'til the morning after


Mi hai visto aspettare appoggiato al muro All’angolo della strada principale
E le luci riflettevano sul davanzale della tua finestra Da sola ti annoiavi
Così hai cercato un’emozione E sapevi solo cosa ci voleva e dove andare
Rit:   Non dire una preghiera per me adesso Tienila per la mattina dopo
No, non la dire adesso Salvala per la mattina dopo

Sento una brezza dentro nel profondo Ti guardo giù in fondo
Se puoi, vedrai il mondo in tutto il suo bruciare Cogli l’opportunità
(come per tutti i sognatori è l’unica strada)
Ma tu non devi sognarlo tutto, ma vivere un giorno
Rit   Una strada di bell’aspetto, Cerca di trattenere le crescenti inondazioni che riempiono la mia pelle
Non chiedermi perché manterrò la mia promessa, Scioglierò il ghiaccio
così volevi danzare e mi hai chiesto di danzare Ma la paura è nella tua anima
Alcuni la chiamerebbero storia di una notte Ma noi possiamo chiamarlo paradiso

   
 
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