L'ultima prova
Sbrill is the way!
Era
come
essere immersi in una densa coltre di fumo nero: impossibile vedere
qualsiasi cosa che non fossero i suoi piedi.
Harry
aguzzò la già di per sé scarsa vista in cerca di un barlume,
anche minuscolo, di luce.
Tuttavia, più il giovane mago provava a
scorgere la tanto desiderata luce, più la nube di fumo che lo
circondava diventava scura ed impenetrabile.
Ed ecco che
una voce, lontana come un'eco, giunse a lui.
«Sai cosa
devi fare, signor Potter» gli sussurrò suadente. «Un modo per
trovare la luce c'è».
Harry
deglutì. Dopo tutto quello che aveva passato- Voldemort, draghi,
Mirtilla Malcontenta e il
resto, aveva sviluppato una sorta di sesto
senso, un campanello d'allarme, per così dire, e il fatto che avesse
iniziato a suonare forte non lo rendeva per niente tranquillo.
«Co...
cosa dovrei fare?» chiese Harry alla voce sconosciuta con voce
titubante. «Dimmelo».
Harry
rabbrividì.
All'improvviso,
si sentiva come se mille cubetti di ghiaccio gli fossero scivolati
nelle mutande.
Girò la
testa prima e destra e poi a sinistra in un movimento meccanico,
cercando disperatamente una via di fuga- una qualsiasi via di fuga.
Era pronto ad affrontare tutto, qualsiasi tipo di prova. Tutto, ma non quello.
«Fallo»
lo intimò la voce. «Fallo, e tutta questa oscurità si dissolverà,
come se non fosse mai esistita».
Ma io...
io veramente... non mi dispiacerebbe... stare... al... buio...
«Fallo,
la luce è dentro di te».
Sì..
forse... ma perché poi?
«FALLO!».
Harry
chiuse gli occhi, respirò a pieni polmoni e gridò, con tutto il
fiato che aveva in gola:
«MI RIFIUTO DI BRILLARE COME UNA
STUPIDISSIMA WINX!».
Come
le parole uscirono dalla sua bocca, la densa nube scomparve, e Harry
tornò alla realtà.
Gli
girava la testa, forse avrebbe vomitato, ma non prima di...
«Ben
fatto, signor Potter, ha passato anche quest'ultimo esame. Benvenuto
nel dipartimento Auror».
Ora
che aveva un lavoro, poteva anche permettersi di dare di stomaco sul
tappeto del suo principale, no?