Si chiama Marco
Guardo il cellulare. Nulla, nessun messaggio. Ehi, compagni cari, vi siete dimenticati di me? Di Marco?
Sicuramente.
Ma è troppo comodo. Dimenticare di tutti questi anni passati a prendermi in giro. Il mio destino era segnato dalla nullità che ero allora. E che sono ancora adesso.
Accendo la tv. Niente di particolare, la presentazione di un libro.
Di un’autrice, a quanto pare anche lei di qui. Glenda Neri.
...Glenda?
E’ lei?
La mia compagna di banco della scuola. Sono passati pochi anni e sembra già un’altra. Ed è già realizzata.
Sì, sono proprio una nullità.
Non servo a niente, nessuno si ricorderà di me quando non ci sarò più.
Ho voglia di cambiare canale.
- Francesco è un personaggio davvero approfondito – dice l’intervistatrice. – Lei ha saputo ricreare perfettamente il classico sfigato senza ricadere in banali stereotipi. Come ha fatto?
Sfigato, stereotipi. Tutti gli sfigati, come me, sono stereotipati. E’ uno stereotipo veritiero.
Noi siamo tutti uguali.
Non c’è bisogno di mostrarci originali.
- E’ basato su una persona realmente esistente – mormora Glenda.- E che ho perso di vista. Si chiama Marco.
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Spazio autrice
Spero che vi sia piaciuto questa sorta di piccolo inno alla speranza.