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Autore: koala_mary    19/01/2011    0 recensioni
Ecco una piccola storia per adulti e bambini che mi sono divertita tanto a scrivere.... Giada è una bambina con un dono speciale, sa parlare con gli animali, ed ha stretto una forte amicizia con quelli che abitano nel suo giardino... ma un vicino geloso potrebbe rovinare tutto...
spero vi piaccia (:
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giada era una bambina come tutte le altre, tranne per il fatto che sapeva parlare con gli animali. Questa storia già sentita e risentita, la viveva anche lei. Quante volte aveva ascoltato sua madre raccontare di mondi fantastici in cui principi e principesse rincorrevano l’amore perfetto tra animali e altri personaggi parlanti, che li aiutavano a realizzare i loro sogni. Giada non aveva il coraggio di confidare a sua madre il suo segreto, preferiva continuare a parlare con i suoi amici in privato. Non sia mai che mia madre mi trasformi in un fenomeno da baraccone!, pensava.
L’unico che sapeva del suo segreto era il bambino che viveva dall’altra parte della strada. Lui lo conosceva, ma Giada non immaginava neppure le ore che quel piccolo esserino passava davanti alla finestra per spiarla. Alessio non voleva che fosse scoperto, aveva paura che quella bambina dai lunghi capelli scuri potesse spaventarsi e privarlo dello spettacolo che si svolgeva davanti ai suoi occhi. Sognava di poter avere il suo stesso dono, e nella sua mente andava formandosi un piano.
Un piano per rubarle la sua capacità.
Una mattina, appena Giada si svegliò, decise di andare a salutare il suo coniglietto bianco, per chiedergli come avesse passato la notte, dato che il giorno prima lo aveva visto annusare in giro per il giardino, zampettare in lungo e in largo, ma non aveva potuto andare ad aiutarlo a causa del freddo e della neve, poiché sua mamma non le permetteva di uscire.
Così scese le scale di corsa e lo chiamò a gran voce
“Daniele, Daniele!”.. si guardava intorno preoccupata, ma il coniglio non si vedeva da nessuna parte.
“ Daniele dove sei, sono preoccupata per te!”
Finalmente dall’angolo più remoto del giardino, spuntò il piccolo coniglio.
“Eccomi Giada, sono qui!”
Giada corse verso di lui, e si accucciò, incurante della vestaglia che cominciava a bagnarsi di neve.
“Cosa facevi ieri, ti ho visto correre di qua e di là come un matto, cercavi qualcosa?”
Il coniglietto arricciò il naso e le rispose docile
“ No, no no no no! Non cercavo niente, assolutamente niente!”
Giada si rabbuiò “ Daniele, non mentirmi, so riconoscere ormai i tuoi movimenti. Non ti fidi più di me???”
Il coniglio Daniele si guardò intorno con fare sospetto, ma non rispose e sgambettò via.
Giada restò di stucco, delusa e ferita.
“Perché mai Daniele non mi risponde???”
Alzò allora lo sguardo verso il melo alla sua destra. “Forse gli uccellini hanno notato qualcosa, farei bene a chieder loro se sanno cosa succede.”
Così si alzò e si avvicinò al grande melo.
“Uccellini, uccellini belli” chiamò.
Ma quelli non si fecero vedere.  Giada si rese conto che fino a quel momento non aveva udito alcun cinguettio, com’erano soliti fare i suoi cari uccellini.
“Loro sono animali mattutini, di solito cinguettano e cantano per darmi il buongiorno, come mai questo comportamento??”
Tutto sembrava sempre più strano.
Giada però non sapeva che fare, così corse in casa. Faceva molto freddo quel giorno.
La mamma l’aspettava per colazione, e subito la rimproverò. “piccola disubbidiente, perché sei uscita senza permesso?? Oggi è perfino più freddo di ieri, non dovresti mettere il naso fuori di casa, e senza sciarpa nè cappello per giunta!”
La mamma si mise una mano sui fianchi, e con l’indice dell’altra mano incominciò a fare su e giù in direzione di Giada, snocciolando parole senza senso per cinque minuti buoni.
Ma la piccola riusciva, dopo tanto allenamento, a non sentire la voce di sua madre in quelle occasioni, pensando a tutt’altro.
Infine, si accorse che sua madre aveva chiuso la bocca, e che la guardava con insistenza.
Subito si riscosse, ed esclamò “ Va bene mammina!” correndo verso di lei per abbracciarla.
La mamma finalmente si intenerì e le schioccò un bacio sulla fronte.
“Va a fare colazione, e fa che non accada più!”
Giada trottò allegramente verso il tavolo di cucina, o meglio fingeva di farlo allegramente, per non far capire alla mamma quale fosse il suo vero stato d’animo.
“ Il coniglio Daniele e gli uccellini sono arrabbiati con me, non c’è altra spiegazione!” Pensava sconsolata “ Eppure non ho fatto nulla!” ..si avvicinò la tazza alla bocca, e poi la posò subito. “Ecco, ho capito! E’ perché ieri non sono uscita a giocare, ma non è stata colpa mia! La mamma non mi ha dato il permesso…Beh..” pensò risoluta “ quando andrà a fare la spesa uscirò di nascosto e mi farò perdonare!” sorrise e riprese la colazione tranquilla.
 
 
Finalmente la mamma uscì, e Giada potè correre fuori a cercare i suoi amici.
“Ehi, ehi tutti!!! Sono qui!! Correte, non ho molto tempo!” gridava entusiasta la bambina, ma nessuno rispose.
Intanto, dall’altra parte della strada, Alessio osservava. Tutto andava secondo i suoi piani. Gettò uno sguardo alla gabbietta ai suoi piedi, con un sorriso sghembo, di certo non adatto ad un bambino della sua età.
Da quando il giorno precedente aveva rapito il più bello fra gli scoiattoli del giardino di Giada, gli altri animali avevano cominciato a nascondersi impauriti, e nessuno più parlava con la bambina.
Presto sarebbe riuscito ad attirarli al di là del cancelletto, sicuro di aver preparato una perfetta trappola.
“Però devo ancora capire come fare per parlare con loro.” Era stato molto impegnato a scrivere i bigliettini, come aveva visto alla tivù, pieni di indizi su come ritrovare lo scoiattolo, e ancora non aveva provato a parlare con lui. Con un’ultima occhiata a Giada, che continuava a girovagare in mezzo al prato, si sedette a terra accanto alla gabbia, e tutto entusiasta esclamò
“Ciao!!”        
Si aspettava la risposta immediata dall’animaletto, invece quello emise uno squittio che Alessio non seppe interpretare, e si rifugiò velocemente sotto un po’ della paglia con cui il bambino aveva ricoperto il fondo della gabbia.
“ Ma come!!” indignato infilò un dito tra le sbarre, cercando di smuovere la paglietta.
“Scoiattolo! Esci immediatamente da lì, ti ho preso solo per parlare un po’ con te! So che sai farlo…!!”
Per tutta risposta lo scoiattolo con le zampine posteriori gli scalciò la paglia sul dito.
Alessio sbuffò e pensò “ Ci vorrà del tempo, per ora osserverò ancora quella ragazzina”
Si tirò su di scatto, dimenticando della finestra aperta, e sbattè con forza la testa allo spigolo.
“Ahi!!” Alessio scoppiò in lacrime chiamando la mamma fra un singhiozzo e l’altro.
 
Nello stesso momento, si era indetta una riunione nell’albero cavo del giardino di Giada. Tutti gli animali si erano radunati lì, e a nessuno importava di quanto fosse stretto il posto, era l’unico modo per non farsi trovare dal rapitore, e dalla povera Giada, ancora ignara di tutto.
Il coniglio Daniele si schiarì la voce, cercando di attirare l’attenzione di tutti. Non ci volle molto, perché la questione era assai grave e gli animali sapevano quanto fosse importante quella riunione.
In un angolino mamma scoiattolo piangeva silenziosa, stringendo a sé i suoi due altri figlioli.
“ Amici… Come tutti saprete, si è verificato un fatto gravissimo”  cominciò il coniglio Daniele.
“ Qualcuno… Ha rapito un nostro fratello” annunciò tutto d’un fiato.
Mamma scoiattolo si lasciò scappare un singhiozzo molto forte.
Daniele la guardò per un attimo, e poi continuò.
“ Abbiamo trovato però, uno strano biglietto scritto nella lingua degli umani. Credo sia un indizio per ritrovare il nostro Marcolino. Un indizio, o un invito scritto in una terribile trappola.”
Si levo un “Ooooooh” di sorpresa, e qua e là uno strilletto di spavento.
“Calmi signori, stiamo calmi!” cercò di tranquillizzarli Daniele. “Tutto si risolverà, ma dobbiamo stare calmi e pensare tutti insieme, per non cadere nel panico e commettere gravi errori!!”
Dal mezzo dell’albero si alzò Gianni il Grilletto, che brandendo il suo bastone da passeggio gridò “ E se intanto ne sparissero altri????”
A questo i sospiri di spavento vennero da tutte le mamme, che si strinsero i cuccioli più vicino possibile.
Daniele abbassò gli occhi, ma subito li rialzò deciso.
“No!! Dobbiamo prendere tutte le precauzioni necessarie affinché nessun altro possa cadere nelle mani del rapitore!”
“Da oggi in poi nessun cucciolo potrà uscire da solo, e nessuno potrà uscire col buio, ad eccezione di quelli che debbono cacciare proprio in quelle ore, ma che saranno sempre accompagnati da due o tre amici. Inoltre……”
Ma un forte rumore interruppe il discorso del coniglio.
Scese il silenzio, e di nuovo il rumore si presentò, insistente, fino a che tutto l’albero non cominciò a vibrare e tremare. A quel punto si creò il panico,  gli animali corsero in ogni dove, mentre il coniglio Daniele gridava, cercando di sovrastare ogni rumore, di restare nell’albero e non uscire per nessun motivo.
Zampe, orecchie, baffi e code spuntavano tra la folla, non si riusciva a capire nulla e nessuno ascoltava le grida di Daniele, chi non voleva fermarsi per la paura, e chi non sentiva proprio a causa del disordine.
Ad un certo punto però, nel bel mezzo del trambusto, si udì una voce ovattata.
“Amici!!Piccoli animali!!Dove siete? Signor scoiattolo, signora scoiattolo, siete in casa?? Perché non risponde nessuno????”
Daniele il coniglio fece cenno a tutti di restare in silenzio, e poi sussurrò a mezza voce
“ Zitti!! E’ la nostra Giada…Adesso uscirò, e parlerò io con lei.”
“No!” intervenne un giovane pettirosso, se uscirà lei, signor Daniele, dalla casa degli scoiattoli, Giada capirà che siamo tutti qui e si insospettirà ancor di più!” e sbattè le ali sicuro di sé.
Dall’angolo papà scoiattolo annuì solennemente e gonfiò il petto.
“Ha perfettamente ragione, uscirò io per parlarle!”
Daniele lo guardò e poi disse “D’accordo, ma mi raccomando Gigi, non dirle nulla della sparizione di tuo figlio!”
  
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