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Autore: Piccola_Hermione2    19/01/2011    3 recensioni
< Di niente, Rose… > era la prima volta che Malfoy pronunciava il suo nome, uscì fuori dalle sue labbra quasi con stranezza. A Rose il suo nome, forse solo perché pronunciato da quelle labbra, parve più bello, più aggraziato.
Quello fu l’inizio… di una grande, nuova, avventura.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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                                           Fuck the FOREVER. To me it is enough today.


               Capitolo 1: L’inizio dalla fine.

 
Dolore. Era l’unica, intensa sensazione che Rose Weasley provava in quel momento.
Lacrime di fuoco scendevano sempre più lentamente dalle sue iridi azzurre, le quali erano rosse, rosse come il sangue. Sangue, dolore. Nella mente della giovane vi era il vuoto totale, non c’era spazio neanche per i pensieri. L’aria entrava e usciva a fatica dalle sue narici; era poca.
Sentì i singhiozzi, le urla disperate di sua madre espandersi in tutta la chiesa. Ma lei era lì, ferma, impassibile, un’espressione di freddezza e serietà stampata sul volto. Sapeva, che consolarla, sarebbe stato TROPPO, anche per lei.
E poi ancora i pianti, le grida, le lacrime versate … tutti erano presenti a quel funerale. Persino la famiglia Malfoy, che tanto la detestava e odiava.
La fine. O forse l’inizio dalla fine?
La gente la abbracciava, la baciava, la strattonava dicendole dolci parole e lei restava ancora lì, inerme, lo sguardo fisso sulla parete bianca della chiesa e uno sguardo impenetrabile.
Senza dar conto a nessuno, neanche a sua madre o suo fratello, uscì da quel luogo, dove in quel momento, dolore e tristezza si riunivano, formando una sola, tremenda sensazione.
Ingoiò finalmente il magone che le si era formato alla gola, e prese con fare meccanico un fazzolettino di carta dalla tasca del giubbotto, asciugandosi le ultime, faticose lacrime scivolate sulle sue gote pallide.
Si voltò, dando le spalle alla chiesa, fece qualche passo e poi si fermò, osservando il cielo forse l’unica sua ancora di salvezza in quel momento.
Un rumore di passi e il tocco dolce di una mano sulla sua spalla la fecero rabbrividire, e non era il freddo. Si voltò lentamente, trovandosi davanti la figura di Scorpius Malfoy.
< Mi dispiace per tuo padre > mormorò solamente, fissandola negli occhi. < Non ti preoccupare > rispose cortesemente lei, anche se di cortesia, in quel momento, gliene rimaneva davvero pochissima.
Un gesto improvviso, e Rose si ritrovò a singhiozzare nuovamente fra le braccia di Scorpius. Piangeva ininterrottamente, strillava, parlava, gemeva dal dolore, eppure in tutto quello lui la teneva stretta a sé, accarezzandole i riccioli ramati. Rose sentiva, nel profondo di lei stessa, di aver bisogno non di un abbraccio, di un qualcuno con cui sfogarsi, ma di Lui. L’unico, seppur apparirà strano, in grado di capirla, comprenderla fino in fondo. L’unico ad aver patito le più brutte sorti che la vita poteva dare. Era rimasto solo, solo con suo padre. Come lei, adesso, era rimasta sola con sua madre, e suo fratello.
La gente cominciò ad uscire dalla chiesa  a passo svelto. Ginny continuava a consolare Hermione alla meglio, mentre il giovane Albus stringeva Hugo a sé, calmandolo.
Eppure nessuno impedì loro di staccarsi, nessuno impedì a Malfoy di asciugare le lacrime della ragazza, di abbracciarla, consolarla, accarezzarla dolcemente. Una dolcezza che Rose non sapeva, che un cuore freddo come quello di Scorpius, potesse appartenergli; come le tante cose che lei non sapeva di lui.
Draco li guardava, con sguardo fermo, senza proferire alcuna parola. Guardava il figlio, con quale estenuante lentezza faceva passare le sue dita fra i riccioli di lei, con quale assoluta mitezza la teneva stretta fra le sue braccia. Non c’erano bisogno di parole. Lui aveva bisogno di lei e lei aveva bisogno di lui. Le parole non servivano.
Passarono anni, forse mesi, giorni, entrambi persero la concezione del tempo, quando Rose si fu calmata. Si staccò dal suo caldo  petto ormai bagnato e lo osservò con tenerezza < Grazie, Scorpius. >
< Di niente, Rose… > era la prima volta che Malfoy pronunciava il suo nome, uscì fuori dalle sue labbra quasi con stranezza. A Rose il suo nome, forse solo perché pronunciato da quelle labbra, parve più bello, più aggraziato.
Quello fu l’inizio… di una grande, nuova, avventura.

  
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