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Autore: LivingTheDream    19/01/2011    4 recensioni
"Slam.
La porta sbatte,violentemente,e la camera rimane vuota,deserta,sospesa in un silenzio quasi magico."
Una storia che dura un secondo,tre decimi e cinque millesimi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Slam.

La porta sbatte, violentemente, e la camera rimane vuota, deserta, sospesa in un silenzio quasi magico.

 

Dalla finestra sulla scrivania, le tende ancora svolazzano, sospinte da quel poco vento che si era appena creato.

Attraverso queste, un sole pallido, quasi bianco, filtra timido, come se non volesse disturbare.

In controluce, sbrilluccicante, c'è una nuvoletta di pluviscolo, sollevata dal taccuino chiuso violentemente. È così leggero e luccicante da sembrare un ammasso di stelle dei poveri.

Sulla scrivania, ancora sparpagliati qua e là, vi sono appunti e blocchetti, qualche penna rotta, una che ancora traballa, in bilico sul bordo della scrivania.

Rotola un po'. È stata lanciata via.
Ah, no, ecco. È caduta.

Sui giornali stesi sul piano di lavoro, vi sono dei pezzi di argilla, incisi o dipinti. Apparentemente senza senso, invece per chi li capisce ne hanno eccome.

Su uno è ancora appoggiato un pennellino da archeologo. Traballa anche quello, ma non cade.

Sul tavolinetto al centro della stanza, sormontato da libri e riviste ancora impolverati, svetta una tazza di thè, ancora fumante.

Dalla superfice dorata della bevanda si alzano rivoletti di vapore biancastri, che si arricciano, si sciolgono, danzano nell'aria per qualche decimo di secondo.

Poi, fanno posto ad altri.
E così via, e così via, e così via...

Ed ogni rivoletto di vapore si porta via un po' di calore dalla tazza. Tra poco sarà fredda.

Peccato.

I divanetti, sistemati perpendicolarmente tra loro con non troppa precisione, sono la dimora di una mezza dozzina di cuscini bordeaux. Quello più vicino alla porta, però, non è come gli altri: ha un lato leggemente piegato.

Infatti, fino a poco tempo prima, vi era appoggiato sopra qualcosa, ed ora il cuscino, un lembo di stoffa alla volta, cerca di ritornare alla sua forma originale.

Non ci metterà molto, in fondo, sono passati solo pochi decimi di secondo, massimo un secondo intero, e già è praticamente a posto.

Sul tappeto di un verde scuro, intonato alle pareti, peloso, vediamo chiaramente l'impronta di una scarpa, leggera e veloce. Adesso, tutti i pesanti fili di cotone si contorcono, cercando di ripristinare la loro forma originaria.

Tutto, in quella stanza, cerca di riprendere il proprio aspetto originale.

Sul mobiletto vicino all'entrata c'è il telefono di casa. Scuro, quasi nero, con i dettagli bianchi. È uno di quelli con la cornetta e il filo.

Sembra a posto, ma basta avvicinarsi per vedere che la cornetta è fuori posto, e scivola piano piano verso l'esterno. Lei ci metterà un po' di più a cadere.

Il filo riccio, invece, continua a rigirarsi da solo, più velocemente. È stato tormentato da un dito nervoso, ed ora è tutto storto.

Vicino alla porta c'è un attaccapanni. Questo, leggero come ogni pezzo di legno cavo, dondola r i t m i c a m e n t e.

Più Avanti.

Più Indietro.

Avanti.

Indietro.

Meno Avanti.

Meno Indietro.

Destra.

Sinistra.

E Stop.

Non dondola più. Lui si che ci ha messo poco. E dire che un bel cappotto nero, di quelli che attirano tanta polvere se non li spazzoli bene ogni giorno, prima di uscire era appoggiato lì. Calmo. Dormiente.

Solo che lui non ne aveva avuto il tempo, e la giacca aveva sollevato una nuvoletta di polvere che ristagna, ancora lì.

A livello terra, in mezzo alla stanza, una palla di carta, accartocciata e nuda, cerca di aprirsi di nuovo.

È il rumore più udibile, pur essendo quasi impercettibile.

Contiuna a muoversi verso l'esterno, nel tentativo di tornare normale, e, nel caso fosse mai arrivato, di v o l a r e via con un soffio di vento.

Ma è impossibile. È stata stretta troppo forte per tornare normale. È troppo pesante.

Si rassegna, e quasi se ne ode il sospiro.

Anzi no. Nessuno lo ode.

Non c'è nessuno.

 

E sapete perchè
le tende s v o l a z z a n o,
la penna è stata lanciata,
il thè è fumante,
il cuscino era stropicciato,
il tappeto è calpestato,
il telefono è fuori posto,
l'attaccapanni d on d ol a,
la carta è stata stretta in pugno?

 

Fino ad un secondo, tre decimi e cinque millesimi fa,
di orologio,
in questa stanza c'era un uomo.

Poi lo hanno chiamato.

C'era stata un'e s p l o s i o n e.

Ed una cosa è certa.

L'uomo che rientrerà da quella porta non sarà mai più lo stesso uomo che ha lasciato quelle tracce.
Mai più.

 

Nda:

   
 
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