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Autore: Pikky    20/01/2011    3 recensioni
Italia, 7 Aprile 1941.
È una normale giornata di pioggia, per Teresa, mentre infuria la seconda guerra mondiale. Chiusa in casa, non può fare a meno di ricordare una giornata piovosa dell’anno precedente, prima che il conflitto sconvolgesse la sua vita e quella di Antonio.
[Salve a tutti! Questa è una one-shot che avevo scritto per un concorso, che però non è andato a buon fine. Quindi ve la propongo qui, sperando che vi piaccia. Buona lettura! Pikky91]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenziosa testimone

 

 

7 Aprile 1941

La pioggia le faceva inevitabilmente pensare a lui, al giorno prima della sua partenza per quella carneficina che si stava rivelando essere la seconda guerra mondiale. Ormai si era ben lontani dalla guerra lampo che il Führer aveva progettato e a cui il Duce aveva aderito, trascinando l’Italia in un conflitto deleterio.

Teresa sorrise malinconicamente, tornando indietro con la memoria.

 

Giugno 1940

Come tutti i giorni Teresa si diresse al fiume, sottobraccio un libro prestatole dalla cugina. Grazie alla scuola dell’obbligo aveva imparato a leggere, scrivere e far di conto, ma era il primo di questi tre insegnamenti che lei amava di più.

Per giungere a destinazione, doveva passare in mezzo ai boschi: il fiume si trovava poco oltre. Una volta arrivata, si sedette su quello che ormai era diventato il suo sasso, in riva al fiume, ed iniziò a leggere, perdendosi fra le pagine del libro.

Quasi non udì il rumore di passi dietro di sé.  Si accorse della sua presenza solo quando lui si sedette ad un paio di metri di distanza, anch’egli con un libro in mano. Teresa alzò lo sguardo e gli sorrise lievemente, in segno di saluto, dopodiché tornò a concentrarsi nella lettura, senza attendere che lui ricambiasse.

Conosceva Antonio praticamente da sempre, poiché abitavano in un piccolo paese ed erano coetanei. Come lei, aveva ventun’anni: lavorava in città, in una fabbrica, e aveva due fratelli e due sorelle, una delle quali già maritata.

Sapeva queste cose di lui solo per sentito dire, poiché non si erano mai realmente parlati. Lo vedeva soltanto alle feste di paese e tutti i fine settimana, al fiume, ma in quelle occasioni non aveva mai pensato di rivolgergli la parola, né lui le aveva mostrato intenzione di volerlo fare. Perfino al fiume, si limitavano a silenziosi cenni di saluto.

Teresa si sentiva tuttavia rincuorata dalla sua presenza, lì accanto a lei. All’inizio l’aveva vista come un’intrusione, ma pian piano aveva finito per farci l’abitudine e perfino desiderarla, seppure Antonio restasse sempre in silenzio: tra loro vi era una sorta di tacito accordo che non prevedeva l’uso della parola. Probabilmente il ragazzo si recava come lei al fiume per ritagliarsi uno spazio tutto per sé e anche per sentirsi contraddittoriamente confortato dalla silenziosa presenza di un altro individuo.

Quel giorno, però, Antonio ruppe il silenzio.

- Fra due giorni parto per la guerra – le annunciò, chiudendo di scatto il libro che teneva tra le mani.

Teresa alzò lo sguardo verso di lui, stupita dal fatto che le avesse rivolto la parola. Compreso a fondo il senso di quella frase, però, la sua sorpresa si tramutò in tristezza. Doveva immaginarlo: anche i suoi tre fratelli maggiori dovevano andare in guerra, così come la maggior parte dei ragazzi del paese.

Sospirò, pensando che le sarebbe mancato. Non capiva esattamente il perché, ma sentiva che non sarebbe stato più lo stesso recarsi al fiume senza trovarlo lì o senza attendere il suo arrivo.

- Buona fortuna – gli augurò, desiderando ardentemente che lui tornasse. Per quel poco che sapeva, si trattava di una guerra rapida, destinata a concludersi entro l’estate. In autunno, dunque, avrebbe potuto rivederlo: quel pensiero la rassicurò.

Su di loro piombò di nuovo il silenzio, questa volta carico di imbarazzo.

- Vuoi sposarmi? – chiese poco dopo Antonio, risoluto, rompendo la quiete per la seconda volta nel giro di poco tempo.

Teresa lo fissò a bocca aperta, non sapendo cosa dire. Anche lui sentiva qualcosa per lei, dunque? L’unica differenza era, però, che lui aveva saputo dare un nome, a quel qualcosa. E l’aveva tradotto in quella semplice domanda, che richiedeva un’altrettanto semplice risposta. Bastava un ‘sì’ oppure un ‘no’, stava a lei la decisione.

- Non devi rispondermi subito – la rassicurò il ragazzo, quasi le avesse letto nel pensiero. – Posso aspettare fino a domani, se vuoi – aggiunse e si alzò, tenendo il libro tra le mani. – Mi farò trovare qui, come sempre. E aspetterò che tu venga. -

Detto ciò le diede le spalle, ma prima di addentrarsi nel bosco si voltò un’ultima volta verso di lei.

- Avrei voluto fare le cose per bene – le disse, quasi per giustificarsi. – Era da tanto che volevo farti questa proposta, ma mi è sempre mancato il coraggio –; fece un sospiro e scosse la testa, prima di riprendere: - Ora è il tempo che mi manca. Ho dovuto far tutto di fretta, con la guerra. Mi spiace. -

Sparì nel bosco, lasciando Teresa sola con i propri pensieri.

 

Il giorno dopo Teresa si recò al fiume, nonostante la pioggia.

Era inzuppata da capo a piedi e si sarebbe buscata un bel raffreddore, ma poco le importava. Doveva andare da Antonio che, ne era sicura, la stava aspettando.

Aveva avuto modo di riflettere e di prendere una decisione. Si era tenuta tutto per sé, per paura di rovinare tutto.

Si addentrò nel bosco, dove la pioggia era più rada. Percorse di corsa il sentiero che conduceva al fiume, e, una volta giunta a destinazione, trovò Antonio, anch’egli fradicio, seduto sul suo sasso e rivolto verso il bosco. Non appena la vide si alzò e le venne incontro, con un’espressione di speranza dipinta in viso.

- Sì – gli disse Teresa, semplicemente. – Ti sposo – aggiunse, gettandogli le braccia al collo.

Antonio la strinse a sé e mantennero quell’abbraccio a lungo, interrompendolo soltanto per un bacio, l’acqua come silenziosa testimone del loro amore.

 

7 Aprile 1941

Teresa tornò bruscamente alla realtà, richiamata dalla voce gracchiante della radio che annunciava l’occupazione di Addis Abeba da parte degli inglesi, avvenuta il giorno prima.

Chiuse gli occhi, a quella notizia.

Antonio si trovava sul fronte nordafricano.

Di riflesso, strinse la catenina che portava al collo, alla quale era appeso l’anello che Antonio le aveva dato. Non lo portava all’anulare perché avevano deciso di tenere il fidanzamento nascosto fino al suo ritorno.

- Farò le cose per bene – le aveva promesso lui. – Ho un buon motivo per non farmi uccidere, ora che mi hai detto di sì. Tornerò per te – le aveva poi garantito, stringendola tra le braccia.

Teresa riaprì gli occhi, sperando ardentemente che Antonio potesse mantenere la sua promessa, nonostante in lei si facesse strada un insidioso interrogativo.

E se Antonio fosse caduto nelle mani del nemico?

   
 
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