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Autore: ElektraBelle    20/01/2011    10 recensioni
Crossover Twilight & The vampire diaries.
ve lo immaginare se Nessy dovesse incontrare Damon che cosa succederebbe?
Renesmee ora è una donna, adulta, anche se intrappolata nel suo corpo di eterna diciassettenne.
Damon è cambiato, non è più l'essere meschino e crudele che era un tempo, e ha rinunciato a distruggere l'eternità di suo fratello.
per puro caso si incontreranno in un bar e la loro vita non sarà più la stessa.
che cosa accadrà?
perchè questi due personaggi sono destinati ad incontrarsi?
ma soprattutto, che cosa potranno fare l'uno per l'altra?
per saperlo dovrete leggere XD e magari anche recensire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Renesmee Cullen, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Love & Posts

 

Renesmee’s Pov

L’immortalità è una cosa davvero frustrante.

Assisti impotente allo scorrere delle vite altrui, sentendole scivolare come sabbia fra le dita, fino al giorno in cui i tuoi cari muoiono, oppure tu sei costretto a andartene per evitare sospetti …

L’immortalità ti porta ad essere un cinico bastardo che pensa solo a se stesso ….

-          Tom, un altro per favore. – il barista mi fa un cenno con la testa, non si da nemmeno pena di rispondermi, e prende la bottiglia per riempire nuovamente il mio bicchiere,

Tom è un mezzo vampiro che ho conosciuto alcuni anni fa, in occasione di un viaggio nella Foresta Nera. È stato mio padre a proporgli di venire in America con noi, dato che era molto affascinato dalla nostra “dieta”, e il suo clan era stato sterminato dai Volturi. E Tom era venuto. Ricordo, anche se all’epoca ero ancora piccola, che i primi tempi per lui sono stati molto difficili, come per tutti, ma alla fine si è integrato abbastanza bene.

Un anno dopo il suo trasferimento ha aperto questo bar, lungo la statale 199, un posto isolato,  dove poche persone si fermano volentieri, ad eccezione dei vampiri o di qualche camionista non troppo schizzinoso.

È bello per quelli come noi, avere un posto dove poter essere te stesso, una volta ogni tanto, dove poter ordinare un  super alcolico anche se dimostri 18 anni, e non dover ogni volta inventare qualche balla sul fatto che sei più grande di quello che sembra.

-          Ecco a te, Nessi.

-          Tom, sai che è solo perché sei tu che non ti stacco la testa a morsi?- gli chiedo innervosita, mentre sorseggio la mia Vodka liscia.

-          Non essere permalosa principessina … - mi conosce da quando sono piccola e non ha certo idea del motivo del mio malumore.

-          Smettila, chiaro? Questa sera non ho voglia di scherzare.

-          Come vuoi … - si allontana.

 

Di solito non sono così scontrosa … normalmente io sono la classica brava ragazza tutta casa e chiesa, per così dire, che non fa preoccupare i genitori, e che rispetta tutte le regole alla lettera … un giorno all’anno, invece, lascio che tutta l’amarezza che mi porto dentro normalmente, venga fuori e mi distrugga.

Oggi è esattamente quel giorno.

Oggi sono passati ben otto anni dall’incidente … mi sembra che sia passato un attimo … sento ancora nelle orecchie le urla, la confusione e poi lo sparo …

-          Lo sai che se cominci a corrucciarti così a quest’età molto presto ti verranno le rughe? – immersa nei miei cupi pensieri avevo vagamente percepito una persona nelle vicinanze, ma normalmente in queste giornate emano talmente tanto terrore negli esseri umani e nei vampiri che nessuno osa avvicinarsi.

-          Sparisci … - non mi volto nemmeno a guardarlo, non mi interessa chi sia.

-          Ma che scortesia, e io che volevo solo fare due chiacchiere. 

 

Mi volto verso di lui. È un ragazzo di circa trent’anni, o così pare, capelli neri, pelle chiara e due meravigliosi occhi azzurri, dello stesso colore del ghiaccio. La cosa che maggiormente mi colpisce è il suo profumo … non ho mai sentito un profumo come il suo.

-          Credimi, è meglio per te se mi dai retta.

-          Uno di quello che ha preso la signorina. – dice, rivolto a Tom. – a proposito, come ti chiami?

-          Non sono affari tuoi. Tom, fammene ancora uno e il conto.

-          Certo Nessi.

-          Tom! Cristo, ma che diamine hai in quella testaccia! – sbotto inazzata. Eppure sa che non sopporto più di essere chiamata così.

-          Nessi … potrebbe essere il diminutivo per il nome Vanessa … che mi dici? Ho indovinato? – chiede facendo girare il liquido trasparente nel bicchiere.

-          No. Mi spiace.

-          Bè, almeno è un passo avanti … - dice senza smettere di sorridere.

-          Un passo verso cosa?

-          Verso il tuo nome…

-          Esistono milioni di nomi, e io non ho tutta la notte per stare qui a risponderti.

-          Allora fai prima a rispondermi, non trovi? – forse è l’alcol, o forse è la stanchezza, ma il suo discorso fila. Finisco in un unico sorso il mio bicchiere e lascio i soldi sul bancone.

Sto per andarmene quando un intenso e insano desiderio mi colpisce … il profumo di quell’uomo, non lo voglio dimenticare, chiunque esso sia. Scendo dallo sgabello e mi avvicino pericolosamente a lui … sempre più vicina, e quando sono ad un millimetro dal suo volto, sussurro il mio nome, insilando intensamente il suo profumo.

Lo lascio interdetto al bancone e esco dall’uscita laterale.

 

Il vento gelido della notte invernale mi colpisce in pieno, facendomi rabbrividire. È in questi casi che odio essere una mezza umana.

Cammino facendo rumore nel vicolo e un paio di topi scappano verso le loro tane. Dalla mia borsetta tiro fuori le chiavi della mia auto, una ferrari completamente nera regalo di mamma e papà, e come nei peggiori film dell’orrore, la luce del lampione che illuminava la mia macchina si spegne e le chiavi mi cadono.

-          Ovviamente, e magari adesso arriva anche un maniaco che mi vuole scippare … - sputo sarcastica chinandomi a cercare le chiavi.

-          Credo di essere più efficace di un  maniaco, non trovi? – mormora una voce che conosco bene, alle mie spalle.

-          Non mi aspettavo di vederti qui …

-          Ti cerco da molto tempo, ragazzina …

-          Ora mi hai trovata.

-          L’avrei fatto molto tempo fa se tu non scappassi continuamente …

-          Io non scappo affatto

-          Non ti ho mai vista sulla sua tomba in tutti questi anni, non gli hai mai chiesto scusa …

-          Scusa per cosa?

-          Se è morto è solo per cola tua.

-          E credi che io non mi senta abbastanza in colpa?

-          Se sei ancora su questa terra, evidentemente no. Il rimorso avrebbe già dovuto ucciderti.

-          Non essere sciocca, sai perfettamente che cosa sono …

-          Si sei un abominio, che non avrebbe mai dovuto nascere … e che ha spezzato il cuore dell’uomo che amavo.

-          E ti sei accorta di amarlo, prima o dopo la sua morte? – domando sarcastica.

-          Ma se non aveva occhi che per te, e prima di te c’era tua madre … siete solo due egoiste …

-          Sei venuta solo a farmi la predica, bene, allora credo che abbiamo finito. – giro sui miei tacchi e faccio per andarmene, quando sento una mano che afferra il mio braccio.

-          Dove credi di andare? Non ti ho cercato per tutto questo tempo solo per lasciarti andare via così.

-          Che cosa credi di fare? – cerco di divincolarmi ma lei è molto forte e io sono una mezza vampira un po’ troppo brilla e che non si allena già da un po’ … non oso pensare a che cosa direbbero i miei zii se mi vedessero in questo momento …

-          È tempo che tu e la tua famiglia paghiate per quello che ci avete fatto …

-          Leah lasciami immediatamente … - dico sforzandomi di essere minacciosa.

-          Come vuoi … - mi lascia il braccio e fa due passi indietro.  Tiro un leggero sospiro di sollievo, sperando che voglia solo limitarsi alle sue minacce, e che non voglia metterle in pratica, ma mi sbaglio di grosso.  Un istante dopo che mi ha lasciata, dal buio del vicolo, arrivano su di me altri due Lycan che non riconosco, ma di cui identifico il fetore.  Mi immobilizzano le braccia, e ogni mio tentativo di liberarmi da quei due colossi è completamente inutile. La vedo avvicinarsi sempre di più a me, con un sorriso minaccioso in volto. Si ferma a pochi millimetri dal mio viso, ad osservarmi.

-          Lo sai, non ho mai capito che cosa ci trovasse di così speciale in te…- so bene che vuole solo provocarmi, ma io non sopporto di sentirmi parlare così, nemmeno da lei. In questi anni ho sofferto come un cane, per la morte di Jacob,  e nonostante io sappia che non è stata direttamente colpa mia, non posso fare altro che sentirmi in colpa. Come se fosse un riflesso spontaneo alle sue parole, non appena smette di parlare le sputo in faccia, colpendola poco sotto l’occhio. Sono perfettamente consapevole che è stata una pessima mossa, ma non mi importa. La odio. Lei non si scompone più di tanto, si asciuga la faccia senza smettere di sorridere, ed estrae un piccolo astuccio dalla tasca.

-          Hai firmato la tua condanna a morte. – i due giganti che mi bloccano, rafforzano maggiormente la presa sulle mie braccia, e io comincio a divincolarmi ancora di più, vedo una mano di Leah che mi si avvicina alla faccia e mi prende il mento per tenermi ferma la testa. Qualcosa brilla, nella luce fioca dei lampioni in lontananza, solo quando sento una puntura sul collo e la dolorosa sensazione di un liquido bollente che mi scorre nelle vene, capisco che era una siringa, siringa che ormai ha svuotato il suo contenuto dentro di me.

La mia vista comincia ad annebbiarsi, e sento che improvvisamente uno dei due gorilla sparisce dal mio fianco, e poco dopo anche l’altro. Con fatica mi volto nella direzione dove ho visto un ombra velocissima muoversi, e vedo il ragazzo del bar, occhi belli, che mette a terra con facilità il secondo Lycan, mentre Leah indietreggia lentamente, senza capire. I suoi tirapiedi sono morti, tutti e due, e ora lei è sola.

-          E tu chi diavolo sei? – gli chiede, mentre lui la raggiunge velocissimo, e la attacca al muro, prendendola per la gola.

-          Sono l’ultima persona che vedrai. – afferma lui sicuro. Sto cominciando a perdere i sensi, lo so per certo, e devo fare qualcosa prima che lei si trasformi e lo uccida, in fin dei conti è un seccatore ma mi ha aiutato.

-          Hey … - dico, barcollando nella loro direzione, - lasciala, allontanati … tu non … sai … - sento la gola in fiamme, come se avessi ingoiato tizzoni ardenti …. E non riesco quasi più a distinguere nemmeno i contorni … l’ultima cosa che vedo è il volto combattuto dell’uomo, mentre lascia Leah priva di sensi a terra e corre verso di me, poi solo il buoi e la sensazione di due braccia forti che mi sollevano da terra.

 

 

-          Hey … principessa … svegliati … - qualcuno mi sta picchiettando sulla faccia … picchiettando la faccia? Ma da quando … apro leggermente gli occhi, convinta di trovarmi in camera mia, a casa, e scopro che aprire gli occhi quella mattina, oltre che essere una vera fatica, è anche una pessima pessima idea.

-          Che diavolo …

-          Ma che parole volgari in bocca ad una bella fanciulla come te … - solo in quel momento mi accorgo che la voce che mi ha gentilmente svegliato non è  di un membro della mia famiglia. Anche se mi costa uno sforzo immane apro gli occhi, rimanendo accecata dalla luce che entra dai finestrini della macchina. Siamo in una macchina?

-          Posso sapere chi diavolo sei? – chiedo mettendomi a sedere sul sedile posteriore i una vecchia macchina anni 80. l’uomo di ieri sera sta seduto al contrario sul sedile davanti e mi osserva con un espressione incuriosita.

-          Il mio nome è Damon, Damon Salvatore. E tu sei Renesmee, giusto? Renesmee Cullen. E giusto per chiarire, io sono quello che ti ha salvato la vita. – a queste parole, mi torna in mente tutta la scena di ieri sera, Leah, i suoi uomini, e l’iniezione che mi ha fatto. D’istinto mi porto le mani al collo per controllare i danni.

-          Ora mi vuoi dire chi erano quelli di ieri sera e perché ti hanno aggredita?

-          Non ne ho la più pallida idea. – mento spudoratamente.

-          Hey ragazzina, la gente normale non viene aggredita da un gruppo armato di Verbena.

-          Che diamine sarebbe la verbena?

-          Davvero non lo sai? – sembra stupito. Forse più di me.

-          Te lo avrei chiesto altrimenti? E poi scusa, come sai il mio nome?

-          Si tratta di un erba, e me lo ha detto il barista.

-          Bene, ora Damon, ti ringrazio di tutto, ma me ne vado.

-          Dove credi di andare?- mi domanda sorpreso.

-          A casa mia. – apro con disinvoltura lo sportello della macchina e scendo. Siamo ancora nel parcheggio del bar di tom, che fra parentesi fra poco sarà un vampiro morto, così impara ad andare a dire i fatti miei agli sconosciuti. Con passo spedito raggiungo la mia macchina e comincio a cercare le chiavi nella borsa. Lui mi osserva divertito qualche passo dietro.

-          Cerchi queste? – chiede facendo dondolare le mie chiavi.

-          Grazie, ora ridammele.

-          Ok … - fa spallucce e mi lancia le chiavi. Con un sospiro apro lo sportello della mia auto e cerco di accendere il motore. Cerco, perché tutto quello che ottengo è una serie di rumori indistinti. Indignata ci riprovo, diverse volte, cercando di capire perché ache la mia macchina oggi sia contro di me. Sbuffando scendo per andare ad aprire il cofano e scopro che tutti i collegamenti principali sono stati tagliati. La mia piccola Ferry …

-          Merda … - impreco sbattendo il cofano.

-          Sai avrei potuto risparmiarti la fatica, se solo me lo avessi lasciato dire.

-          Non mi dire che sei stato tu … - dico avvicinandomi minacciosa a lui.

-          Hey tigre calmati, sono stati i tuoi amichetti di ieri, a quanto pare non volevano correre il rischio di perderti.

-          Molto divertente, e ora chi lo sente mio padre … - mi guarda incuriosito, come se non credesse che io abbia una famiglia.

-          Scusa un attimo, tuo padre si arrabbia per la macchina ma non per il fatto che ieri eri in un bar a scolare vodka e ti hanno quasi uccisa?

-          Per la prima e per la terza. Del bar lo sapeva. – dico disinvolta, senza nemmeno sapere perché gli rispondo. Estraggo il cellulare dalla borsa e vedo il milione di chiamate perse che ci sono, di tutti i miei familiari. Compongo il numero di mia madre, che risponde al primo squillo.

-          Renesmee, ma dove ti eri cacciata, dovevi essere a casa ore fa … - sembra preoccupata.

-          Mamma, tranquilla, ho … ho avuto un problemino … alla macchina diciamo così.

-          Tesoro, io capisco che tu non mi voglia far preoccupare, ma SEI SPARITA DALLA VISTA DI TUA ZIA PER VENTICINQUE MINUTI E PER POCO LEI NON MI HA FATTO IMPAZZIRE …- dice, urlando l’ultima parte.

-          Lo so, mamma, ma ora non ti preoccupare, ti spiegherò meglio quando sarò a casa.

-          Hai detto che hai avuto un problema alla macchina, è grave? – che gli rispondo? In quel momento Damon si avvicina a me mostrandomi il video del suo cellulare:

TI ACCOMPAGNO IO A CASA.

TRANQUILLIZZA TUA MADRE.

Lo guardo per un secondo indecisa sul datarsi, mentre lui mi osserva con quegli occhi di ghiaccio…

-          Tesoro, sei ancora li?

-          Si, mamma ci sono. Il danno è grave, temo, ma credo che zia Rose debba vederla per esserne sicure. Comunque sarò a casa fra qualche ora, ho trovato un passaggio.

-          Un passaggio?

-          Si, tranquilla so badare a me stessa.

-          Lo so ma …

-          Mamma fidati.

-          E va bene.

-          Per la macchina … mi dispiace mamma.

-          Non dire sciocchezze cara, sai che non è il problema più grave. Dirò a Carlisle di farla ritirare da un carro attrezzi e portarla qui. Non è stato un incidnete?

-          No, mamma. Affatto.

-          Ho capito, non puoi parlare. Fammi sapere se ci sono ancora problemi, va bene.

-          Certo mamma, a fra un po’.

-          Tesoro, ancora una cosa, dobbiamo … - sapevo che cosa voleva dire prima ancora che lo facesse.

-          Non ne sono sicura, mamma.

-          Va bene.  – chiudo la comunicazione.

-          Allora, mia bella, dove si va?- mi chiede Damon.

-          Primo non sono la tua bella, secondo odio i nomignoli, terzo, io abito a Forks.

-          Forks, hai detto? Nella penisola di Olympia?

-          Si,  il solo ed unico. Perché?

-          Buffo, è anche la mia meta.

-          Davvero? – chiedo salendo in macchina. – e cosa ti porta nel nostro paesino.

-          Sai io adoro i piccoli paesini, e dato che la lista era lunga e non sapevo quale scegliere ho fatto a caso ed è uscito quello. Sarà il destino …

-          Certo …

-          Non credi nel destino?

-          Un tempo mi fidavo ciecamente.

-          Cosa è cambiato?

-          Sono cambiata io.

-          Questioni di cuore?

-          È una storia lunga e complicata.

-          La risposta è si. E immagino che sia anche la questione che volevi affogare nella vodka …

-          Non sono una bevitrice abituale …

-          Dici davvero? 

-          Non fare quella faccia … mi concedo qualche bicchiere una sola volta l’anno.

-          Ieri …

-          Già.

-          Non ti chiederò come mai.

-          Grazie. E tu? Anche tu affoghi qualcosa?

-          O meglio qualcuno … - mi risponde fissando la strada. – ho imparato per esperienza personale che l’alcol è l’unica cosa che fa dimenticare, per qualche ora.

-          Hai tante cose da dimenticare?

-          Un po’. Anche se normalmente è meglio affrontarli i propri demoni, non credi?

-          Quando sono morti non si può.

 

Rimaniamo entrambi in silenzio per un po’, mentre guida tranquillo.

-          Davvero non sai chi erano quelli di ieri? – mi chiede un ora dopo.

-          In realtà si …

-          Non ti va di parlarne, giusto?

-          Già. Apprezzo il tuo aiuto, credimi, ma è una questione delicata.

-          Ascoltami attentamente. Non mi importa chi erano, ma è gente che non scherza, quella di ieri poteva essere un esecuzione in piena regola. La verbena è un erba che può essere letale per  certe persone … - lo guardo senza capir ma non si scompone molto.

-          Ha effetti devastanti sul corpo … indebolisce, limita i sensi fino a spegnerli, uccide, Renesmee. Molto dolorosamente. Stai in guardia.

-          Quando ho perso i sensi …

-          Diciamo che se non fossi intervenuto in fretta non saremmo qui a parlare adesso.

-          Che cosa mi hai fatto, per salvarmi, intendo.

-          Siamo quasi arrivati, dove devo girare? – mi chiede. Non me ne ero nemmeno accorta.

-          Al semaforo vai a destra. Casa mia è fuori città.

-          Per rispondere alla tua domanda … esiste una sola cosa che permette ad un organismo di espellere la verbena. Credo che capirai.

-          Credo di aver capito. – rimango in silenzio a rimuginare su quello che mi ha appena detto. Venti minuti dopo sta parcheggiando davanti a casa dei nonni, dove i miei ci stanno aspettando.

-          Renesmee … - mia madre mi corre incontro.

-          Mamma io …

-          Ne parleremo dopo, tesoro.

-          Non ci presenti il tuo gentile amico? – chiede mio padre, dopo avermi abbracciato, e nel suo tono riesco a percepire una nota molto particolare.

-          Oh … lui è Damon, Damon Salvatore.

-          Molto piacere. – si presenta lui, stringendo la mano dei miei.

-          Coraggio venga dentro, vi stavamo aspettando.

 

Ci incamminiamo tutti e quattro verso la grande casa dei  nonni, mentre lo vedo guardarsi in giro , sospettoso.

Non appena entro zia Alice mi corre incontro, come una furia.

-          Signorinella, lo si quanto mi hai fatto preoccupare … sei sparita per … - si interrompe immediatamente vedendo Damon alle mie spalle.

-          Lui è Damon. – dico rivolta agli altri membri della mia famiglia, riuniti nel salotto immacolato.

-          Damon Salvatore… non è possibile … - dice il nonno saltando in piedi e raggiungendoci.

-          L’unico e il solo … è un piacere rivederti, Carlisle. – si stringono la mano calorosamente.

-          Voi due vi conoscete?

-          Avevamo un’amica in comune. – mi risponde semplicemente Damon.

-          Piccola, ci dici che cosa ti è successo? – chiede zio Jasper.

-          Un gruppo di Licantropi l’ha attaccata ieri sera con della Verbena. – spiega molto gentilmente Damon, senza permettermi di intervenire.

-          CHE COSA? – nella casa regna l’incredulità.

Tutti mi stanno osservando, come per sapere se quello che hanno appena sentito è la verità. La verità, quella che nessuno ha mai voluto veramente accettare, dopo l’incidente … la verità è che quello che è successo è solo colpa mia … se non mi fossi voluta fermare in quel posto … se lui non fosse stato con me … lui è morto a causa mia …

-          Quello che è successo ieri, sarebbe dovuto succedere molti anni fa … - sbotto, scoppiando in lacrime e scappando dalla stanza.

 

 

 

 

 

 

Damon’s Pov.

-          Quello che è successo ieri, sarebbe dovuto succedere molti anni fa … - scoppia in lacrime e scappa dalla stanza.

-          Ma che diavolo … - dico, senza capire la sua reazione. Le avevo forse fatto un dispetto salvandole la vita? Sua madre fa per seguirla, ma un biondino le impedisce di andare.

-          Lasciala sola per qualche minuto. – le dice trattenendola.

-          Damon, potresti spiegarci meglio? – mi chiede Carlisle, facendomi segno di sedermi.

-          Ieri sera sono entrato in un bar, vicino alla statale 199, e l’ho trovata lì. Abbiamo parlato qualche minuto e poi lei se né andata. Non sapevo che fosse una vampira, e mi sono preoccupao perché non mi sembrava in condizioni di guidare, così l’ho seguita. Quando sono uscito nel vicolo, due licantropi la stavano tenendo ferma, e un’altra le ha iniettato una grossa dose di Verbena.

-          Che cos’è?

-          È un’erba molto rara che ha effetti letali sui vampiri. – spiega Carlisle.

-          Sono riuscito a sistemare i due gorilla, ma quando ho attaccato la donna …

-          Una donna? – mi chiede il padre di Renesmee.

-          Si, alta, abbastanza mascolina, capelli neri … mi pare si chiamasse ..

-          Leah …

-          Esatto. Proprio lei.

-          Carlisle non credi sia il caso di andare a controllare Renesmee, la verbena potrebbe … - chiede la madre.

-          No, ho neutralizzato personalmente gli effetti.

-          E come avresti fatto?

-          Nell’unico modo, con del sangue. Ha dormito diverse ore e quando questa mattina si è svegliata, stava benissimo.

-          Damon non possiamo che ringraziarti per quello che hai fatto per nostra nipote. – interviene una donna, sedendo vicino a Carlisle.

-          Forse dovresti andare a parlare con lei.- mi propone la ragazza che era corsa incontro a Renesmee appena entrata, più simile a un folletto che a un vampiro.

-          Alice non cominciare. – la ammonisce il padre di Renesmee.

-          Sta zitto Edward. – e lei gli fa la linguaccia, passando poi dietro di me e spingendomi verso la veranda posteriore, da dove Renesmee era scappata.

-          Sono certa che la troverai nel bosco. Segui la sua scia. – dice con un sorriso furbo. Non so nemmeno io perché lo sto facendo, ma mi ritrovo in prossimità degli alberi senza nemmeno accorgermi e decido di seguire il suo consiglio.

 

Segui facilmente la scia di quella ragazza, che mi ha intrigato sin dal primo momento che l’ho vista, e pochi minuti dopo la trovo seduta su una roccia vicino ad un ruscello.

-          Vattene.

-          Molto gentile da parte tua. – dico avvicinandomi a lei.

-          Non era un consiglio.

-          Piccola, io non prendo ordini da nessuno.

-          Se non te ne vai tu lo faccio io. – fa per andarsene ma io le afferro il braccio per fermarla. Si volta verso di me, furente e splendida proprio per questo.

-          L’alcol non risolverà i tuoi problemi.

-          Che diamine ne vuoi sapere tu? – mi domanda cercando di liberarsi dalla mia stretta.

-          Siediti. Lei mi guarda impassibile. – nemmeno io do consigli, o amo ripetermi. Siediti. – al secondo tentativo, mi ubbidisce.

-          Forse io non conoscerò la tua storia, ma questo non significa che io nono sappia quello che dico.

-          Stupiscimi allora. – risponde sarcastica.

-          Molti anni fa, veramente molti, ora che ci penso, mi sono innamorato di una donna. Perdutamente innamorato. – inizio a raccontare, senza nemmeno sapere perché, mentre nella mia mente cominciano a scorrere le immagini … - la sfortuna ha voluto che avesse conosciuto anche mio fratello e che si divertisse a giocare con i sentimenti di entrambi.

-          Ma tu per averla tutta per te l’hai trasformata e l’hai persa per sempre. – mi interrompe lei tagliando corto.

-          In realtà esattamente il contrario. La vampira era lei, ed è a causa sua se sono così ora. Vivevamo in un epoca in cui la caccia al vampiro era molto frequente e lei e alcuni suoi amici vennero catturati. Si salvarono rimanendo imprigionati per 150 anni, e per tutto quel tempo mi sono dannato l’anima per cercare di tirarla fuori da li … e quando ci sono riuscito, indovina? Lei non era mai stata nella cripta, e in tutti quegli anni non mi ha mai cercato.

-          È per questo che bevi? Per dimenticarla?

-          No. Bevo per dimenticare il giorno un cui l’ho rivista e mi ha detto di aver sempre amato mio fratello … sarebbe stata disposta a tutto per lui…  qualsiasi cosa.

-          Che ne è di lei oggi?

-          Non lo voglio sapere. Non mi interessa. Ti ho raccontato questa storia per farti capire che nemmeno tutto l’alcol del mondo può guarire certe ferite.

-          Te l’ho detto, non sono un alcolista.

-          I tuoi non si sono scomposti quando gli ho detto dov’eri ieri.

-          Lo so. – sbuffa, appoggiandosi meglio sulla roccia dov’è seduta.

-          Che cosa sei veramente?

-          Scusa?

-          Non sei una vampira. Conosco tuo nonno, e la razza di vampiri di cui fa parte, tu non sei come loro.

-          Mio nonno, ha adottato tutti i suoi figli, i vampiri non possono procreare, lo sai.

-          Certo.

-          Io sono la figlia biologica dei miei genitori.

-          Com’è possibile? – le domando sconcertato.

-          È molto semplice, mia madre era ancora umana quando sono nata, è stata trasformata subito dopo, di conseguenza io sono una mezza vampira.

-          Affascinante.

-          Non prendermi in giro … - mi da un colpo sul braccio.

-          Io ti ho raccontato la mia storia, ora tocca a te.

-          Hey Renesmee … - un ragazzo di circa vent’anni la saluta, sull’altra riva del fiume.

-          Seth … che cosa fai qui?

-          Giro di perlustrazione. Non mi presenti il tuo amico?

-          Certo, lui è Damon Salvatore, un nuovo arrivato. Damon, lui è Seth, un Lycan.

-          Compare di quelli di ieri?

-          Ieri? Che cosa è successo? – le chiede lui, preoccupato.

-          Niente di speciale, ho solo incontrato tua sorella.

-          Renesmee, lei è stata bandita da questa zona, ma non da tutto lo stato, cerca di fare attenzione. Sai bene che cosa vuole…

-          Non hai mai pensato che possa avere ragione?

-          Non cominciare con queste storie. Adesso io devo andare. Mostra al tuo amico i confini, se ha intenzione di restare.

-          Lo farò. – gli risponde lei, e pochi istanti dopo è scomparso così com’è venuto.

-          I confini? Di che stava parlando?

-          La mia famiglia e i Lycan molti anni fa hanno stretto un patto, noi non cacciamo umani e loro non ci attaccano. Per questa ragione sono stati istituiti dei confini. Andiamo, vieni. – si alza in piedi e mi porge la mano, per trascinarmi poi con lei nella foresta.

 

Renesmee’s Pov

 

È sera inoltrata ormai. Ho passato tutto il pomeriggio a mostrare il confine a quello zuccone. Seth in fondo ha ragione, dato che ha deciso di restare, è meglio che conosca le regole.

Una cosa positiva però c’è almeno mentre sono stata con lui, non ho pensato a Jake per qualche ora.

-          Sei ancora sveglia tesoro? – mi chiede la mamma, entrando.

-          Si, mamma. – le faccio posto e si siede accanto a me sul mio letto.

-          Allora, raccontami.

-          Che cosa c’è da raccontare? – lei mi guarda in attesa, e io mi arrendo.

-          Ieri ero al bar di Tom. E quando sono uscita mi hanno attaccata.

-          Mi dici perché non ti sei difesa? Renesmee, quanto avevi bevuto?

-          Non guardarmi così. Non guardarmi come se fossi una bambina disubbidiente. Noi abbiamo un accordo. Una sola notte, solo una, durante la quale posso sfogare il mio dolore …

-          Forse potresti trovare un modo più costruttivo di sfogare il dolore …

-          No, mamma …

-          Amore mio, anche io soffro, non credere il contrario. Ma non per questo vado ad ubriacarmi.

-          Solo perché ti disgusta il sapore.

-          No non è solo per quello, e lo sai.

-          Non mi togliere questa notte, mamma, ti prego. – lei mi guarda comprensiva, mentre i miei occhi si riempiono di lacrime.

-          Toglitela da sola. Trova un altro modo … hai un anno di tempo … cerca un altro modo, un modo che  non ti faccia rischiare la vita …

-          Mamma …

-          So quello che cerchi di fare. Vorresti morire per far smettere il dolore il rimpianto, i sensi di colpa … ma non è così semplice …

-          Se damon non mi avesse salvato …

-          E non pensi a me e tuo padre? Agli zii e ai nonni? – a queste parole le lacrime minacciano di sopraffarmi, e per evitare di farmi vedere piangere, spicco un balzo verso la finestra aperta e corro via, lasciando mia madre in camera da sola. Mi arrampico con agilità su un ramo alto, di un albero al centro della foresta.

-          Chi si rivede. Possibile che ogni volta che ci incontriamo hai sempre gli occhi lucidi?

-          Forse perché hai il dono di arrivare nei momenti peggiori … - gli dico, con un mezzo sorriso.

-          Almeno ti ho strappato un sorriso. Posso sedermi? – mi chiede Damon, dal basso. Faccio segno di si con la testa.

-          Wow un altro passo avanti …

-          Non provarci con me …

-          Non lo sto facendo … se lo facessi te ne accorgeresti .. – sussurra guardandomi. – perché non dovrei farlo? – chiede dopo.

-          Tutte le persone che amo finiscono per soffrire a causa mia, e come avrai notato ho una famiglia già abbastanza numerosa, non mi serve un’altra persona.

-          La mia offerta è ancora valida.

-          Temo di dover rifiutare.

-          Come vuoi. – rimaniamo in silenzio per un po’, le gambe a penzoloni sul ramo …

-          Era una brava persona sai?

-          Chi?- mi chiede giustamente.

-          Si chiamava Jacob. Era il miglio amico di mia madre, e per un po’ si era anche innamorato di lei. Le voleva molto bene e lui e mio padre non sono mai andato d’accordo.

-          Ma poi?

-          Poi i miei si sono sposati e io sono stata concepita.

-          Bricconcelli … - dice divertito.

-          Non ridere.

-          Scusa. Continua.

-          Mia madre era molto debole, e mio padre inizialmente voleva interrompere la gravidanza, perché temeva che mia madre sarebbe morta. Jacob le è rimasto vicino, anche se temeva anche lui per la salute di mamma. Fino al giorno del parto. C’era anche lui, sai? Non è stato un bello spettacolo … ma lui era l’unico a poter aiutare papà, per via del sangue.

-          Giustamente.

-          Sai che voleva uccidermi, quando sono nata? Credeva che avessi ucciso mia madre e quindi voleva vendetta. Io me ne stavo tranquilla in braccio a mia zia quando lui è arrivato…

-          Come lo sai?

-          Non te l’ho detto? Ho il potere di vedere e mostrare i ricordi. Mi basta ticcare una persona per farlo.

-          Davvero?

-          Un giorno te li mostrerò in azione, magari. Ricordo ancora come fosse ieri la prima volta che mi ha visto. Aveva il viso arrabbiato, sofferente, mi odiava. Ma poi i nostri occhi si sono incrociati ed è stato …

-          Magia …- mi interrompe lui. Avevo inavvertitamente preso la sua mano, e i miei poteri avevano agito da soli. Ora nelle menti di entrambi scorrevano veloci le immagini dei primi momenti della mia vita. Del suo viso …

-          Lui era un Lycan. Quando uno di loro trova la sua anima gemella … è come se lei diventasse il centro stesso dell’universo … si chiama Imprinting …

-          Tu eri il suo imprinting?- annuisco semplicemente.

-          Lui era … tutto per me … nonostante fossimo diversi, addirittura appartenenti a razze nemiche …- dico mentre la voce mi si incrina … - eravamo innamorati …  e io come una stupida non me ne sono mai accorta ….

-          Renesmee … - cerca di consolarmi lui.

-          Non lo fare. Non mi dire anche tu che non era colpa mia. Non mentirmi. – scendo dall’albero, per scappare, scappare da lui, dalle bugie, da tutto anche da me stessa, possibilmente.

-          Fermati. – mi afferra per un braccio e mi blocca, vicino a lui, forse troppo. – come faccio a dirti che non era colpa tua se non mi hai raccontato che cosa successe.

-          Io … io sapevo che lui mi amava alla follia, e ne approfittavo. All’epoca dimostravo circa dodici anni, anche mentalmente. Volevo disperatamente andare a Disneyland, in Florida. Poco mi importava se il sole avrebbe impedito ai miei di venire. Ero egoista …

-          Eri una bambina …

-          Se io non avessi voluto andare li, non ci saremmo trovati su quella dannata autostrada, e lui non sarebbe …. – non riuscivo ad andare avanti … non riuscivo a capire perché … era come se un masso pesante mi impedisse di respirare. Sento le sue mani che si posano sulle mie spalle, e vedo i suoi occhi incatenarsi ai miei.

-          Non è colpa tua. Gli incidenti …

-          Incidenti? Credi che sia morto per un incidente? Noi … noi eravamo in macchina … e Io gli ho chiesto di fermarci da qualche parte, IO mi sono voluta fermare al bar per sgranchirci le gambe, IO sono scesa e lui mi ha seguita, perché c’era il sole e i  miei erano in auto … e quando siamo entrati … …c’e stata una rapina e … gli hanno sparato, davanti ai miei occhi, Damon, perché lui voleva proteggere ME, capisci, è successo tutto a causa mia … è solo colpa mia. – inizio a piangere disperatamente, come non ho mai fatto, gettandomi fra le sue braccia. Piago perché forse Damon ha ragione, forse la risposta non è nell’alcol, e forse allora anche mamma ha ragione … forse posso trovare qualcos’altro per cancellare il dolore, sempre che si possa fare … e forse sono proprio le lacrime la risposta a tutto, quelle lacrime che non ho mai versato, da quando lui è morto, perché anche se ero solo una bambina, non potevo mostrarmi debole e fragile, non io che ero la causa di tutto, non io, davanti ai suoi fratelli …

Mentre invece ora sembra tutto così semplice … e di nuovo, improvvisamente, è il suo profumo a colpirmi, nel momento più impensato, e mi rendo conto di essere qui, fra le sue braccia, incredibilmente vicina … e di sentirmi a casa.

 

 

 

 

Damon’s Pov

Ascoltare la storia di Renesmee è stato strano. Mentre parlava, mentre mi mostrava i suoi ricordi … era come se fossi geloso … ridicolo, io geloso di quella ragazzina che conoscevo da nemmeno 24 ore … eppure …

L’ho abbracciata allungo, mentre piangeva disperata, mente buttava fuori tutto il suo dolore. Non deve essere stato facile per lei, dopo la morte del lupo. Si sentiva in colpa e in più soffriva per la sua mancanza, ma non voleva farsi vedere debole …

I sensi di colpa sono una brutta bestia da affrontare, lo so per esperienza personale, eppure non è solo per questo che sento il desiderio di aiutarla … è qualcos’altro …

Qualcosa che non so spiegare.

Ho passato tutta la notte a guardarla dormire, dopo averla riportata in camera sua. Si era addormentata fra le mie braccia, ancora scossa dai singhiozzi. Sembrava così dolce e indifesa …

È l’alba ormai, quindi decido di lasciarla riposare tranquilla.

Mi muovo silenzioso verso la stanza che Esme, la moglie di Carlisle, mi ha mostrato la sera prima. Ho accettato di essere loro ospite finché non troverò un’altra sistemazione.

-          Damon …

-          Isabella … - la madre di Renesmee era davanti alla porta della mia stanza, era probabile che mi avesse aspettato tutta la notte.

-          I vampiri dovrebbero avere una grande pazienza, ma tu hai messo a dura prova la mia.

-          Non sapevo volessi parlare con me.

-          Carlisle mi ha parlato di te. E del tuo … come dire, temperamento.

-          Si dice che il mio fascino entri nelle stanze prima di me. – scherzo.

-          Bè, fai in modo che non entri nella camera di mia figlia, il tuo fascino, sono stata chiara?

-          Divertente. Tu che ne sai di me? Ridicolo. Sai, io ne ho conosciute donne come te.

-          Davvero? E tu che ne sai di come sono io?- mi chiede.

-          Sei una donna arrogante, che da per scontato di avere ragione, e che farebbe qualsiasi cosa per ottenere quello che vuole.

-          Tu non sai niente di me. – fa per andarsene.

-          Davvero? E dimmi, hai forse tenuto conto dei sentimenti di tuo marito o dei tuoi cari, mentre aspettavi Renesmee? O hai forse parlato con tuo padre prima di decidere di farti trasformare?

-          Che diamine ne sai tu?

-          So più di quanto credi. – in realtà stavo bluffando un po’, tutto quello che sapevo me lo aveva raccontato Renesmee, in parte involontariamente mentre piangeva.

-          Non mi interessa quello che pensi di me, lascia stare mia figlia.

-          Tu non mi conosci, e io non conosco te. Tutto quello che sappiamo l’uno dell’altra ci è stato raccontato, quindi risparmiati giudizi e io farò altrettanto. Tutto quello che ti serve sapere è che ero nella stanza di tua figlia non perché ci stavo andando a letto, ma perché ha pianto sulla mia spalla per tre ore filate.

-          Lei ha pianto? – mi chiede sconcertata.

-          Incredibile no?

 

Non dice una parola e scompare lasciandomi solo nel corridoio.

 

 

 

Sono passati due giorni da quando Renesmee mi ha raccontato quello che era successo anni fa. La famiglia Cullen, al corrente di tutto, si è in parte divisa. Rosalie Edward e Emmett non vogliono che io mi avvicini a lei, e cercano di lasciarci soli il meno possibile.

Alice Esme e Carlisle si mostrano molto meno sospettosi. Isabella e Jasper invece sono neutrali, ma credo che aspettino solo un mio errore.

 

Dal canto mio, durante questi due giorni ho cercato di fare il bravo ragazzo.

Renesmee è stata così gentile da accompagnarmi a cercare casa. Abbiamo passato molto tempo insieme, anche se questo ha fatto innervosire parecchio gli animi (hihihi).

-          Allora, hai preso una decisione?- mi chiede lei, mentre guido per la città. Stiamo tornando indietro dall’ennesima visita immobiliare.

-          Si. Mi piace quella villa di campagna che abbiamo visto questa mattina.

-          Quella vicino al fiume? Si, non era male, ma era gigantesca … non è un po’ grande per una sola persona? – mi chiede con tono malizioso. Alla faccia della ragazza tranquilla, sono due giorni che mi lancia frecciatine, a me, il re dei doppi sensi. Mi starò rammollendo?

-          Conto di non rimanere solo allungo. - Le rispondo allo stesso modo. Tesorino, se vuoi giocare hai trovato pane per i tuoi denti.

 

 

 

 

Renesmee Pov

È sera. Sono stati due giorni incredibili. Mi sento come rinata, è come se dopo tutto quel piangere, insieme alle lacrime fosse uscito anche il veleno che mi portavo dentro, metaforicamente parlando, sia chiaro.

E ho deciso di riprendere in mano la mia vita.

Prima voce sulla lista di cose da fare? Ovvio, conquistare Damon Salvatore. L’ho capito l’altra notte, quando stavo fra le sue braccia. Sono attratta da lui. E voglio scoprire se per lui è lo stesso.

L’ho provocato in tutte le maniere, ma lui non sembra voler cedere, anche se avverto parecchia malizia nelle sue parole. Eppure niente di fatto.

Oggi pomeriggio poi l’ho accompagnato ad acquistare quella villa di campagna che gli è tanto piaciuta, e da domani si trasferirà li. Quindi questa sarà l’ultima notte che paseremo sotto lo stesso tetto. Peccato, avrei voluto ci fosse più tempo.

-          Nipotina mia, ti vedo pensierosa. – zia Alice fa la sua comparsa n terrazza, pimpante come sempre.

-          Stavo guardando il cielo.

-          Dicono ci sia scritto il futuro.

-          Io preferisco affidarmi a te. – le dico stuzzicandola. So che mi vuole dire qualcosa.

-          A questo proposito … - lo sapevo … - non contare sul mio aiuto. Per  i tuoi piani intendo.

-          Di che cosa stai parlando zia?

-          Hai in mente qualcosa, non è vero? – la guardo negli occhi, per capire se stiamo parlando della stessa cosa, ed è esattamente così.

-          Può essere.

-          Bè, mettiamola così, di qualsiasi cosa si tratti, e bada non voglio sapee che cosa sia, io on ti aiuterò, l’ho promesso a tua madre.

-          Molto gentile da parte vostra.

-          Tesoro, lo so, ma non ci posso fare niente, quando questa sera me lo ha chiesto non ho potuto dirle di no.

-          Grazie tante zia. – sbotto irritata, andandomene.

-          Oggi pomeriggio io e Rose siamo andate a fare shopping, ti ho lasciato la roba in camera, tesoro. – mi volto a guardarla e mi strizza l’occhio.

 

In camera mia trovo diverse borse ad aspettarmi, ci sono abiti, gonne, vestiti di tutti ti tipi, a cessori e gioielli … ora è ufficiale, adoro mia zia Alice.

 

 

Fatto … sono finalmente pronta per la caccia … in tutti e due i sensi.

Una maglia lunga del mio colore preferito, dei semplici jeans e degli stivaletti alla caviglia neri, alla mano destra il mio anello preferito.

Scendo in salotto e trovo metà della famiglia riunita a chiacchierare.

-          Renesmee, stai uscendo? – mi chiede zia Rose.

-          Volevo andare a caccia, qualcuno viene con me?

-          Stavo giusto parlando con Damon della nostra dieta, ed era curioso. – spiega il nonno.

-          Andiamo allora? – gli propongo impassibile. Si alza e con un sorriso mi segue fuori di casa. Rimaniamo in silenzio mentre ci addentriamo nel bosco.

-          Come mai hai detto al nonno che eri interessato alla nostra dieta?

-          È la verità …

-          Ma se mi hai detto che hai provato svariate volte per poi tornare sempre al sangue umano … - gli faccio notare mentre camminiamo.

-          Diciamo che l’ho fatto per lo stesso motivo per cui tu hai voluto andare a caccia.

-          Perché sei affamato?- chiedo facendo l’innocente.

-          Certo, come no … - sbuffa, provocandomi, - visto che sei affamata, eccoti accontentata. – indica un punto imprecisato nella boscaglia. Mi volto nella direzione indicata e vedo un cucciolo di coniglio, probabilmente si è allontanato troppo dalla tana e ora cerca di trovare la strada …

-          Io non mangio conigli, specie se cuccioli … - gli dico lanciandogli un’occhiataccia.

-          A davvero … e allora dimmi che cosa ti piace … mangiare … - mi sta provocando, volutamente … con i suoi gesti, con le parole e con quello sguardo … mamma mia …. Ma non cederò così facilmente. Deve essere lui a cedere.

-          Io preferisco … - sussurro avvicinandomi tanto a lui, che ora posso sentire il suo profumo così come lui sente il mio, - i predatori … - rimane un momento interdetto, cercando di capire se nelle mie parole c’è o no il doppio senso … e io sfrutto abilmente questo suo momento di confusione per afferrare la sua mano e trascinarlo con me nel fitto della foresta.

 

Ad un certo punto mi fermo, lui è dietro di me, e rimango in attesa. Pochi secondi dopo arriva, nella radura davanti a noi un magnifico puma, probabilmente anche lui a caccia di prede. Peccato che oggi la preda sarà lui.

Sento le mani di Damon che si posano sui miei fianchi, e percepisco il suo respiro sul mio collo.

-          Coraggio principessina, fammi vedere il tuo peggio … - mi sussurra roco. A quelle parole spicco un balzo nella direzione del puma, e piombo alle sue spalle senza che nemmeno se ne accorga.

L’animale su volta di scatto un istante prima che io affondi i miei denti su di lui, e d’istinto alza la zampa per proteggersi. Qualsiasi suo movimento è inutile, data la mia velocità, ed in meno di due secondi l’animale è morto e i miei denti sono affondati nella sua carne. Non sono una a cui piace far soffrire le prede, preferisco dargli una morte pulita e dignitosa, per quanto possibile.

Mi rialzo dall’animale, ormai completamente dissanguato, con un espressione soddisfatta sul volto.

-          Niente male, per una novellina, ma devi migliorare la tua tecnica. – Damon è alle mie spalle, e dal suo tono capisco che sorride beffardo. Sento nuovamente le sue mani su di me, mentre mi fa girare verso di lui.

-          Di che parli? – gli chiedo curiosa. Poi intercetto il suo sguardo che punta alla mia spalla sinistra.

-          Era nuova … dannato puma … - impreco ad alta voce, dopo aver visto la mia maglietta rotta in quel punto, e la pelle leggermente ferita. Non mi preoccupo più di tanto, tempo dieci minuti e si rimarginerà da sola. O forse no …

-          Povera Renesmee che si è fatta la bua … ma adesso ci pensa lo zio Dam … - avvicina il volto alla mia spalla, lentamente, molto lentamente, per poi posarci delicatamente le labbra sopra, a mimare un bacio.

-          Non ci trovo niente da ridere … - lo rimbecco io.

-          Io invece si … - continua a sorridere in modo fastidioso … lo spingo via allontanandomi da lui.

-          Non ti sarai mica offesa …

-          Al diavolo … - sibilo io, cominciando a correre nel bosco. Non so dire quanta strada ho fatto o quando tempo sia passato, ma sono certa che lui sia sempre stato un passo dietro di me. Ad un tratto mi ritrovo bloccata contro un grosso albero secolare, imprigionata fra le sue braccia.

-          Levati dalla faccia quel sorriso strafottente … - gli intimo arrabbiata.

-          Sai … - comincia, sistemandomi un ciuffo dietro l’orecchio, - fino a due minuti fa credevo che non ci fosse niente di più eccitante che vederti cacciare …

-          Ma … - chiedo con il cuore in gola.

-          Ma ora devo ricredermi …

-          Sei un cafone … - gli dico, fingendo di essere offesa.

-          Lo sai, se mi facessi finire una frase sarebbe molto meno complicato farti un complimento. Devo ricredermi perché in tutta la mia lunga lunga vita non ho mai visto niente di più eccitante di te quando ti arrabbi … - dice, parlando ad un millimetro dalle mie labbra. Sento come un fuoco, che mi costringe ad avvicinarmi maggiormente … e proprio quando credo che ormai lo spazio fra noi sia finito, quando mi sembra già di sentire le sue labbra sulle mie, il suo viso si sposta repentinamente e sento le sue labbra sfiorare la pelle della mia spalla scoperta. Milioni di brividi mi corrono lungo la schiena, mentre posa un bacio sulla ferita, quasi rimarginata. E poi …

-          Ah … - non posso controllare il gemito che nasce sulle mie labbra mentre sento la sua lingua leccare la mia ferita, cicatrizzandola del tutto.

-          Lo sai che hai un ottimo sapore ….- mi dice, avvicinando nuovamente il suo viso al mio.

-          E tu sai di essere un bastardo? … - gli chiedo, boccheggiando. Ma che mi succede, ero io a doverlo far cadere ai miei piedi, e guardami ora …

-          Me lo dicono spesso … ma mi spiegano anche il perché …

-          Indovinalo da solo – gli dico cercando di liberarmi.

-          Dove credi di andare? – mi domanda, bloccando i miei polsi dietro alla mia schiena.

-          Damon …

-          Renesmee … - è una sfida, che nessuno dei due vuole perdere.

-          Forse dovremmo considerare l’idea di una tregua … - fa scivolare la mano sul mio viso. Io libero le mani dalla sua presa e le porto attorno al suo collo.

-          Sta zitto e baciami.

 

E le sue labbra sono sulle mie, calde, ardenti, e passionali, premono sulle mie come se potessero fondersi, e il fuoco dentro di me ricomincia a spingere, smanioso di uscire fuori.

La fine giunge presto, per me e i miei sensi, quando sento le sue labbra schiudersi e la sua lingua calda sfiorare delicatamente le mie labbra, prima che io gli conceda l’accesso. E come se fossero vecchie amiche, cominciano a rincorrersi e giocare, nella mia bocca.

Una delle sue mani si posa sulla mia nuca, permettendoci così di approfondire maggiormente il contatto, mentre l’altra mi circonda la vita, per tenermi più vicina, per sentirmi più vicina … anche più di quanto sia umanamente possibile …

Appoggio le mani sul suo viso, per accarezzarlo, e poi le porto ai suoi capelli, come calamitata, vizio che devo aver preso da mia madre, o forse è genetico, e in quel momento, tutte le emozioni, le sensazioni che sto provando, mi fanno perdere per qualche secondo il controllo dei miei poteri.

Nella mia mente scorrono le immagini della sua vita, dei suoi ricordi … vedo un uomo, poco più giovane di lui, deve essere suo fratello, giocano in un giardino di una grande villa, in un tempo molto lontano …  e poi vedo il viso di una giovane donna, dai capelli, che si avvicina a Damon con un sorriso ammaliante, e decido di smettere di guardare, staccando repentinamente le mani da lui.

Ho sentito le emozioni che Damon provava guardando quella donna, e non credo di poterle sopportare.

-          Che ti succede? – mi chiede lui, allontanandosi qualche millimetro dalle mie labbra.

-          Niente è solo che …

-          È solo cosa? – mi domanda preoccupato.

-          Io non so niente di te …

-          Ricominciamo con questa storia? – si allontana leggermente, confuso.

-          No, ascoltami … tu sei la prima persona di cui mi fido, con cui mi confido da molto tempo, ma io so così poco di te …

-          Hai paura?

-          No … - dico scoppiando a ridere.

-          Mi dici che cosa ho detto di così comico?

-          Una volta anche mio padre ha fatto una domanda simile a mia madre …

-          E lei che cosa ha risposto?

-          Esattamente come me.

-          Mi spieghi come siamo finiti a parlare dei tuoi trenta secondi dopo esserci baciati?- mi chiede accigliato.

-          Non ne ho idea.

-          Renesmee, io non voglio ferirti … - mi dice, accarezzandomi il volto.

-          Non lo fare … non lo sopporterei … - sussurro avvicinandomi ancora alle sue labbra.

-          Non lo farò … - e di nuovo la passione ci travolge, dando vita ad un bacio intenso e meraviglioso, che ha termine non so quanto tempo dopo.

-          Su una cosa però hai ragione …

-          Che cosa? – gli chiedo mentre passeggiamo per il bosco.

-          Non sai niente di me. E nemmeno io di te.

-          Rimediamo allora. – gli prendo la mano, conducendolo verso il fiume che scorre lungo il bosco.

-          Vuoi fare il bagno nudi per conoscerci meglio? Fantastico … - dice fingendo di togliersi la maglietta.

-          Idiota … - gli do un pugno sul braccio.

-          Hey … - mi guarda fingendosi offeso. Io mi siedo sull’erba, tendendo la mano verso di lui.

-          Vieni qui, avanti …

Si siede anche lui sull’erba davanti a me, per poi sdraiarsi e appoggiare la testa sulle mie gambe.

-          Comodo? – gli chiedo divertita.

-          Sento un po’ freddo alle labbra … - sorrido al suo sorriso malizioso, e mi chino a baciarlo nuovamente, a fior di labbra però.

-          Uff …

-          Stai a sentire … che ne dici del gioco della verità?

-          Preferisco di gran lunga il gioco della bottiglia …

-          Puoi essere serio per un minuto? – sbuffo io.

-          Zi padrona … dai scherzavo. Si conosco il gioco della verità.

-          Bene, allora comincia. Lo trovo un ottimo metodo per conoscerci meglio.

-          Verita-Verità?

-          Assolutamente …. – dico, per poi fermarmi, - niente riferimenti sessuali.

-          Uffa … mi hai tolo la metà delle domande.

-          Smettila. Hai promesso che facevi il serio.

-          D’accordo.  

 

 

 

 

 

 Salve a tutte, e grazie di essere arrivate fino quì.

questa storia fa parte di una serie che parla della storia d'amore fra Renesmee e Damon, e di tutte le sue conseguenze.

ho deciso di scrivere una serie invece che un'unica storia perchè non posso assicurare continuità al mio "lavoro di autrice" a causa dello studio e questo mi dispiace molto, preferisco quindi postare più raramente ma iniziare e finire un "episodio".

mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni in merito, anche seolo per sapere se secondo voi dovrei appendere la tastiera al chiodo, come si suol dire.

in questo peisodio, come vedete, mi sono concentrata molto sul rapporto fra i protagonisti, anche se è ancora all'inizio.

ma nelle prossime "puntate" ci saranno parecchi colpi di scena.

aspetto ansiosa le vostre recensioni,

un bacio a tutte voi.

  
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