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Autore: S o p h i e    20/01/2011    2 recensioni
Eve e Rob.
Un confine troppo grande a dividerli.
Un amore talmente immenso da ucciderli.
La storia di due comete scoppiate in cielo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lo sapevi che le stelle erano fatte di ceralacca?                                                                                          


                                                                                                                                         You could be my unintended 
Choice to live my life extended 
You could be the one I'll always love.
Unintended - Muse


Si diceva che nulla era impossibile se si lavorava in un circo. Non che Eve potesse esserne certa, dato che non era una circense, ma illudersi che fosse possibile non le dispiaceva affatto. Per questo passava intere giornate in compagnia di quel mondo. Sin da bambina, quando i genitori la portavano con entusiasmo, lei si emozionava, gli occhi iniziavano a brillare, e il suono della sua risata ricopriva l’intero universo.
Poi da quando quel luogo magico li aveva fatti incontrare, chi poteva più farne a meno. 
Si erano incontrati come si incontrano due comete di orbite opposte, c’è chi lo avrebbe chiamato incontro fortunato, chi, invece, destino.
“Lo sapevi che i pianeti erano fatti di ceralacca?”
Eve si era voltata,e scontrandosi con due intensi occhi cerulei, sorrise. “Non vorrei sbagliarmi, ma non era la luna, quella?” Gli aveva chiesto mostrandole una schiera di denti bianchi e perfetti.
Il ragazzo scosse la testa, “no, la luna è fatta di formaggio, i pianeti,invece, sono fatti di ceralacca.” 
Eve lo guardò. La pelle rifletteva i suoi sogni, le labbra i suoi desideri.
“Ti piacce lo zucchero filato?” gli aveva chiesto senza smettere mai di guardarlo.
“Si.”
Eve lo prese per mano, creando un meccanismo chimico sulla superficie della loro pelle. 
“Lo hai un nome astronauta?” Gli aveva chiesto mentre conficcava un dito nella sostanza rosa e appiccicosa.
Eve pensò di essersi persa e nel frattempo ricomparsa. Lui aveva gli occhi grandi, occhi che la perforavano da parte a parte.
“Robert.”
“Evelyn.”
Si presentarono con le mani sporche di dolci speranze, rimanendo appiccicati per tutto il resto della serata, e non solo a causa dello zucchero filato rimasto tra le loro dita.
Come il bastoncino dello zucchero filato, Eve aveva conservato ogni cosa dei loro incontri
Lui aveva un bel nome, anche se per Eve troppo lungo, così preferiva chiamarlo Rob.
Eve e Rob.
Rob e Eve.
Rob con la testa troppo in alto, sopra le nuvole, tra le galassie e le asteroidi.
Rob con i capelli arruffati e le mani al vento, mentre invocava la pioggia danzando come un pellerossa, anche se di rosso aveva poco e niente.
Rob con la bocca che profumava di nicotina, mentre sputava parole da acciuffare come farfalle.
Rob con indosso una vecchia camicia a quadri bianca e nera e nelle mani una sigaretta ormai consumata.
Rob con la testa ancora di un ventenne piena di sogni e di aspettative.
Rob che non aveva voglia di crescere, l’eterno bambino.
Rob che poteva ancora fare tardi il sabato sera, con la bocca che sapeva di Foster’s e Chesterfield.
Rob che quando vide Eve smise di cantare insieme al suo gruppi di amici. 
Rob che le si avvicinò con le mani che sudavano come un adolescente alle prime armi, porgendole un sorriso che non le avrebbe mai fatto pagare.
Rob che ancora credeva si trattasse di un gioco.
Rob che fece un provino.
Rob che venne preso in quel provino.
Rob che dovette volare in America.
Rob il grande attore.
Rob che senza mai rendersene conto una stella lo era sempre stato.
“Rob quando arriverai sul palco, con in mano una statuetta d’oro massiccio e le gambe molli come un moccioso, voglio che tutto ciò che dirai sarà solo il mio nome.”Rideva la dolce Eve, spensierata e felice per il suo innamorato.
Chi sa che fortuna, pensava, avere un fidanzato tra le stelle di Hollywood, con addosso sempre abiti firmati e nel cellulare il numero di Orlando Bloom.
Rob la guardò, perdendosi in tutta quella bellezza. Il corpo esile e bianco,come la panna montata, si nascondeva dietro la sua maglia taglia 44 dei Rolling Stone, che sapeva ancora di quel concerto visto insieme. Rob cercò di acciuffarla, ma lei sembrava un grillo saltellante. 
I capelli si muovevano a ritmo di una musica immaginaria e teneva il sorriso rivolto al sole.
Quando riuscì a prenderla, la strinse forte tra le sue braccia.
“Allora farò scena muta, perché non voglio condividere niente di te, con nessuno, mia piccola Eve. Neppure il tuo nome.”
Quello che accadde dopo quella dichiarazione rimase segreto tra le mura di quella piccola stanza. Però ancora oggi, a distanza di anni, le pareti profumano del loro amore.
Eve che era il sole e la pioggia.
Eve che era una bugia e una verità perfetta.
Eve che era tutto ciò che Rob desiderava di più nella vita.
Eve che quando incontrò Rob divenne la forza gravitazionale che lo manteneva in vita.
Eve che credeva fermamente nelle capacità del suo Rob.

Eve che in tutti quei mesi passati lontano da lui, non aveva mai creduto alle parole che le gettavano addosso. 
Eve che non leggeva i giornali.
Eve che odiava i saloni di manicure e le vecchiette alle fermate del bus.
Eve che lo aspettava.
Eve che sapeva di averlo perso per sempre.
Eve che come la cometa Biela fu vista rompersi in due pazzi, quando Rob non pronunciò più il suo nome.



Scritta di getto, con ancora la bocca che sa di fragole e coca cola.
Rob e Eve, due anime strappate. Una storia d'amore. Una storia straziante.
Un pò come chi l'ha scritta.
Vi chiedo scusa, non sarà nulla di chè, ma mi nasce dal cuore. Da dentro le viscere, forse un pò troppo lontana dalla realtà, ma mia.
Questa storia parla del mio Rob. Si, qui sarà il mio. Dove fuori non potrà mai esserlo.
Sophie.

  
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