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Autore: Saritac1987    20/01/2011    5 recensioni
"Edmund amava Narnia [...] Ma, più di ogni altra cosa, Edmund amava Caspian"
Fanfiction ambientata alla fine dell'ultimo libro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note di inizio storia:

1.    Chi conosce il Fandom dovrebbe sapere che le avventure dei ragazzi Pevensie avvengono durante la Seconda Guerra Mondiale o comunque poco dopo, quindi la vergogna che Edmund prova non è tanto per essere omosessuale, ma quanto per esserlo in un’epoca in cui le persone come lui non sono accettate come lo sono oggi.

2.    Ho letto tutti i libri, e li ho adorati, lo giuro. Ma non ci posso fare niente, per me Caspian ha il volto di Ben Barnes e Edmund quello di Skandar Keynes, quindi, se per caso ho messo qualcosa che non c’entra nulla con i personaggi descritti da C. S. Lewis, perdonatemi.

3.    Vi lascio questo screenshot preso dal film, perché in questa scena sono assolutamente bellissimi e si vede che tengono davvero tantissimo l'uno all'altro.

 

 

Per l’eternità

Edmund amava Narnia.

Ne amava le verdi montagne, le foreste, i fiumi, l’oceano.

Ne amava gli abitanti: i Fauni, gli animali, gli gnomi, persino gli alberi parlanti.

Amava le avventure che vi aveva vissuto e, ancora adesso, che non era più un ragazzino, ripensava a quando non aveva creduto a Lucy, a quando poi era entrato anche lui in quel fantastico mondo, a come si sentiva importante quando qualcuno lo chiamava Maestà, a quanto gli piacesse ricordare ai propri fratelli che loro, in un’altra vita, in un altro mondo, erano Re e Regine, guerrieri e guerriere, erano amati e adorati da tutti e vivevano in quella che, tutt’ora, considerava la propria vera casa: il castello di Cair Paravel.

Ma, più di ogni altra cosa, Edmund amava Caspian.

Gli ci era voluto un po’ a rendersene conto: aveva passato tutto il periodo della Guerra di Liberazione a convincersi che fissava Caspian solo perché era qualcuno di nuovo, qualcuno che non conosceva e con cui avrebbe voluto parlare solo un po’ di più, invece che lasciare che solamente Peter gli rivolgesse la parola per più di qualche secondo.

Ma si rese conto di provare qualcosa di più forte solamente dopo il loro ritorno in Inghilterra; trascorse un anno terribile, domandandosi perché Caspian gli mancasse così tanto e avendo paura di parlarne con i suoi fratelli, benché quasi ogni giorno cercasse di introdurre qualche discorso su Narnia, sperando di tornare e capire perché, spesso, sognava di baciare Caspian, di farsi stringere da lui e di sussurrargli parole dolci. Voleva rivederlo, sia perché gli mancava tantissimo, sia perché, forse, così l’avrebbe dimenticato.

Inoltre, ogni secondo che passava, temeva che non avrebbe più rivisto quel ragazzo o sentito la sua voce; del resto, tra la loro prima e la seconda visita a Narnia, apparentemente sembrava passato solo un anno, ma in realtà ne erano trascorsi 1300. Chi gli poteva assicurare che, a distanza di mesi, Caspian fosse ancora vivo? Più volte, Edmund si ritrovò a piangere al solo pensiero.

Si accorse di amarlo veramente, nel momento in cui, per colpa -o forse per merito?- di Eustachio si era ritrovato sul Veliero dell’Alba, quando lo rivide solamente invecchiato di tre anni e tirò un respiro di sollievo, sapendo che non fosse morto.

L’aveva visto dormire accanto a lui per mesi, rendendosi conto, ogni notte che passava, di particolari che prima gli erano passati inosservati: il suo modo di muoversi mentre dormiva, di come stringeva il lembo della maglia, di come sussurrava il nome di suo padre che, secondo Edmund, doveva mancargli molto.

Aveva dormito pochissimo, in quei mesi, sentendo il proprio cuore battere all’impazzata nel sapere che Caspian era accanto a lui.

Si era anche maledetto innumerevoli volte, perché non era possibile che a lui, Edmund Pevensie, potesse piacere da morire un ragazzo -un maschio!-  tanto da piangere per lui di notte.

E nessuno aveva mai saputo quanto aveva pianto il ragazzo dopo essere tornato a casa da Narnia, dopo aver salutato Caspian per l’ultima volta, sussurrandogli, guardandolo negli occhi per l’ultima volta, un flebile “Ti amo.”

Trascorreva i giorni della propria vita come in una trance, fingendo che gli piacessero le ragazze per non rivelare a nessuno il proprio orribile segreto,  per non far intendere quella cosa di cui si vergognava da morire anche lui. Ma, nei suoi pensieri, non c’era altro che Caspian.

Edmund amava Narnia, ma probabilmente amava di più Caspian.

Tanto che, quando ci tornò, il suo primo pensiero fu chiedersi se anche il ragazzo sentiva la sua mancanza; cercò di non piangere, per non farsi vedere, quando venne a sapere quanti anni erano passati dall’ultima volta in cui l’aveva visto e che, dopo la loro partenza, Caspian si era sposato, aveva avuto un figlio e, anni dopo, era morto. Si sentì bruciare d’odio, un odio puro, quando vide per la prima volta il figlio del ragazzo -dell’uomo- che amava da anni ormai.

Nemmeno varcare quell’enorme cancello sembrava rallegrarlo, a differenza di tutti gli altri: ormai sapeva che non avrebbe mai più visto Caspian, il suo unico amore, il suo tormento per anni, e nulla l’avrebbe distolto da quel pensiero.

Finché non vide, in lontananza, proprio la figura che amava più di tutte: Caspian era ancora giovane e bello, esattamente come Edmund ne conservava il ricordo.

Sorrise, finalmente dopo tanti anni, nello scoprire che, in realtà, lui e i suoi fratelli erano morti in un incidente ferroviario, e che sarebbe rimasto a Narnia, stavolta per sempre.

Si sedette contro un albero, fissando il ragazzo che si congiungeva con il proprio figlio. Quanto gli erano mancati i suoi capelli, le sue mani, la sua voce… e quanto avrebbe voluto alzarsi da lì, prenderlo, stringerlo a sé e baciarlo come aveva fatto spesso nei propri sogni.

Assorto com’era, non si accorse nemmeno che l’oggetto dei suoi pensieri gli si era seduto accanto.

“Re Edmund.” Disse Caspian, sorridendogli. “Sono secoli che non ci vediamo.”

Edmund si sentì la bocca secca, fu incapace di pronunciare qualsiasi parola.

“Ti va di visitare un po’ questo mondo? Vorrei mostrarti una cosa.”

Caspian si alzò e poi lo aiutò, prendendogli la mano.

Edmund non si sentiva così felice dai tempi del Veliero dell’Alba, quando riposava accanto al ragazzo più grande e lo fissava, sperando che quei momenti durassero per sempre.

Non appena furono rimasti da soli, Caspian iniziò a parlare.

“Sai… quella volta, l’ultima in cui ci siamo visti, ho sentito ciò che mi hai detto. Passai anni a rimuginarci e, benché avessi sposato la mia regina e avuto un figlio, non riuscivo a non pensarti. Per questo, appena arrivato qui, mi misi alla ricerca di questo.”

Allungò un braccio, indicandogli un porto sul mare; ancorato lì, c’era il Veliero dell’Alba, in tutto il suo splendore.

Edmund non poté fare a meno di sorridere.

“Il tuo Veliero…

“Il nostro Veliero.” Lo corresse il ragazzo che amava.

Edmund gli sorrise, prima di correre per salirvi.

Il Veliero dell’Alba era bellissimo come lo ricordava; camminando sul ponte, da tribordo a babordo, Edmund ricordava quei giorni felici come se fossero avvenuti solo poco tempo prima, invece che anni.

Si voltò verso Caspian.

“E’ bellissimo, come sempre.” Mormorò.

Caspian gli carezzò la guancia.

“Anche tu.” Sussurrò, percorrendo con il pollice i lineamenti di Edmund, come se fosse la prima volta che lo vedesse e volesse imprimerli nella propria memoria. “E tu, Edmund, mi hai pensato in questi anni?”

Il ragazzo annuì. “Ti ho pensato giorno e notte, sei stato la mia gioia e il mio tormento per anni, ho pregato così tante volte Aslan di poterti rivedere, che ormai non ci credevo più. Ti ho maledetto infinite volte per essere entrato nei miei pensieri e per esserti rifiutato di uscirne, che avrei solo voluto sparire dal mio mondo per non dover più pensarti.”

Caspian lo interruppe, appoggiando le proprie labbra su quelle del ragazzo.

“Ora non potrai più maledirmi. Quando avrai voglia di vedermi, fammi un cenno, e ci vedremo qui. Anche io ti amo, Re Edmund, fin da quando esploravamo Narnia con questo Veliero.” Mormorò, stringendo Edmund tra le braccia, come nei sogni del ragazzo.

Avvolto in quell’abbraccio, Edmund non aveva più paura: sapeva che non sarebbe più tornato a casa da Narnia, che non avrebbe più temuto di non rivedere più quel ragazzo così splendido che l’aveva torturato per anni, che non avrebbe più finto che Caspian non fosse più che un amico da considerare un fratello.

Edmund amava Narnia, ma decisamente amava di più Caspian.

E, da quel momento, sapeva che sarebbe stato per l’eternità.

Fine.

   
 
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