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Autore: LadyToreumaMariot    21/01/2011    1 recensioni
breve storia dell'ungheria fino all'impero austro-ungarico in versione hetaliosa.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 D’improvviso, Ungheria si era messa a ripensare al proprio passato.
Impero romano era stato uno dei primi a vederla.
 
Quelle braccia non le conosceva, eppure le erano familiari.
Aprì gli occhi, e vide un uomo dai capelli castani e un gran sorriso:
< Pannonia, piccola, ci sei? >
< Sì! > o meglio un verso indistinto di infantile gioia era uscito dalla sua bocca.
 
E all’epoca era solo uno scricciolo con il nome di Pannonia, che giocava sulle ginocchia di Galeria Valeria, figlia di Diocleziano.
Più che per le persecuzioni del padre, la ricordava perché le aveva aggiunto il suo nome a quello che usava  di solito.
 
*boing* la palla tracciava un lungo arco nel cielo *boing*
< P-pannonia  V-valeria, V-valeriaaaaa...prendila…> urlava Candidiano, il figlio adottivo di Galeria.
E intanto la palla cadeva fuori dal muro, e toccava alle serve raccoglierla prima che la padrona lo venisse a sapere.
 
Poi veniva Teodosio. Le veniva da piangere pensando a lui. L’aveva ceduta come un giocattolo vecchio che riposa in un angolo. L’aveva data in braccio agli Unni.
 
< Bella conquista abbiamo fatto > borbottò il capo.
< Magari ne faremo una guerriera, siamo ancora in tempo, o almeno così spero > aveva replicato la personificazione di quel popolo.
 
E così fu. Imparò a cavalcare e a tirare con l’arco, e divenne così brava che perfino gli uomini la invidiavano.
Successivamente vennero i Magiari. Anche loro erano guerrieri, ma lei se lo sarebbe ricordata per sempre perché le aveva dato un’altra religione, una religione con un solo dio, ben diversa dal paganesimo che aveva professato finora. E poi c’era il loro re, Stefano. Lui era stato l’artefice di tutto. E lei lo aveva pure incoronato a suo sovrano.
 
< In nome di Dio ti incorono Re dei Magiari…>
Con mani tremanti posò sul capo dell’uomo un gradino in basso una corona che risplendeva nella chiesa. E il re le aveva preso le mani, dicendole:
< Sarai forte, non preoccuparti…>
 
Il tempo era passato. Forte lo era diventata, questo sì, anche se al punto che Prussia l’aveva infastidita, insinuando addirittura che fosse un maschio.
L’Impero Ottomano l’aveva conquistata prima di attaccare Austria, un uomo per cui aveva avuto una strana cotta. E alla fine era diventata serva nella sua casa.
C’era anche un bambino molto carino, Italia, e a lei piaceva vestirlo, come se fosse una bambola. Lo aveva vestito anche con abiti della sua gente, abiti ungheresi; e Italia era andato a “vantarsene” con Sacro Romano Impero.
Ma Sacro Romano Impero fu distrutto da Napoleone, cioè l’italiano, o meglio, il còrso preferito di Francia.
Quando il padrone di Austria (e pure suo) era Francesco Giuseppe, sposò l’austriaco perché l’imperatore aveva deciso di assecondare il suo desiderio di indipendenza, concedendole un parlamento e un ministro degli interni proprio, ma con l’unica corona che i due neosposi dovettero indossare a turno alla cerimonia, le ricordò che l’unità era solo politica, le faccende interne le regolavano da sé.
In quel periodo fu lusingata dal fatto che l’imperatrice Elisabetta Wittelsbach di Baviera amasse stare con lei e le sue compatriote.
 
< Com’è bello star qui a conversar con voi, altro che i doveri di corte! > aveva detto divertita Sissi, com’era chiamata, durante una cavalcata.
< Ne sono felice, mi meraviglio quasi del fatto che voi vi interessiate a me…>
Non poté terminare la frase perché l’imperatrice replicò:
< Mi piacete perché in fondo siete come me, libera e spregiudicata. E vi piace cavalcare…> e l’ungherese pensò a quando aveva una padella in mano da dare in testa a Prussia… 
 
Poi…volle smettere di pensare. Tutto quel ricordare cose belle ma anche cose spiacevoli le aveva fatto venir sonno. E così si addormentò nella cucina della villa di Austria.
 
 
 
 
 
 
  
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