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Autore: Kastel    21/01/2011    2 recensioni
“Di chi mi posso fidare, se non di me stesso?”
Non fidarti di colui che fingi di essere.

Clive(x)Luke
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di chi mi posso fidare, se non di me stesso?”
Non fidarti di colui che fingi di essere.

 

 

E' notte e fa freddo.
Credo, penso, spero.
Non mi rimane molto da fare, qui dentro.
Ho consumato tutto, qui dentro. Ho perso tanto, qui dentro.
Non posso più neanche scrivere: ho consumato il gessetto.
Mi rimangono le unghie, ma mi fanno male dopo un po'.
Le ho morse, bistrattate; le ho usate per ferirmi, per segnare il mio viso di lacrime di sangue.
Bella frase, vero? A me piace così tanto...
Comunque, non riesco a scrivere ciò che voglio. Non ho una penna, non ho nulla.
Anche se avessi una penna però credo che non scriverei nulla di ché.
Oramai non so neanche cosa scrivere, a parte vendetta, vendetta, vendetta.
Vorrei vendicarmi, vorrei uccidere, vorrei morire.
Vorrei uccidere me stesso, vorrei uccidere chi volevo essere.
Vorrei uccidere quel bastardo di Luke.
Lo vorrei così tanto...

                                      così

tanto

 

                                 COSI' TANTO!

 

 

 

 

 

Luke arretra un passo, terrorizzato.
Questo lo ha scritto lui?”
Sta tremando. Ha una fottuta paura di quelle parole.
Si.”
Scuote la testa, osservando in preda al terrore Clive.
E dire che in quel momento è... Morto? Non si muove, non fa assolutamente nulla.
Adesso è sotto psicofarmaci. Non svegliarlo per nessuna ragione.”
Manco si sognerebbe di farlo.
Perché...ha scritto quelle cose?”
Il dottore sospira, dirigendosi verso la porta.
Non ne abbiamo la più pallida idea. Non parla, scrive solo. Ma non è che ciò che scrive possieda un senso così chiaro.”
La porta sbatte e Luke rimane da solo.
Dio, perché ha accettato di andarlo a trovare in quell' ospedale?
Neanche si avvicina, è troppo vigliacco per farlo.
Alza il viso sul muro, sporco di scritte senza senso.
Ha scritto in rosso, quindi presume che...
No, l' idea gli fa accapponare la pelle. Eppure è così: Clive ha scritto col suo stesso sangue.
In effetti il suo corpo è pieno di ferite, lasciate a loro stesse. Alcune sanguinano, altre sono coperte, altre ancora sono troppo orribili per poterle descrivere.
Luke vorrebbe scappare, davvero.
Cosa lo trattiene?
Il suo stesso viso, con un occhio fasciato e l' altro no.
Le sue stesse mani, consumate da una follia senza limiti.
Se stesso, in una parola.
Prende coraggio, Luke. Si avvicina a Clive, gli tocca una mano e gli accarezza i lunghi capelli incolti, lasciati a loro stessi.
Solo allora nota una scritta.
E' rossa, piccola, vivace. E' viva. E' Clive.

 

Io amo Luke. Io amo me stesso.

 

E dopo quella frase la porta viene spalancata e non rimane nulla, lì dentro.
Solo il cadavere di un narcisista.

 

Io odio Clive. Io odio me stesso.

   
 
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