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Autore: Simphony    21/01/2011    1 recensioni
[Storia classificata 6a al contest "Niente è per sempre" indetto da Sevvie sul forum di EFP] Draco Lucius Malfoy si trovava appoggiato ad una colonna, senza più alcuna forza nemmeno per riuscire a gemere dal dolore che lo stava attanagliando.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nickname Efp: Simphony

Nickname forum: Simph

Titolo della storia: Alla ricerca della fine

Punti bonus: Si

Numero pacchetto parole: N°4: Amore, Isolamento, Prigione, Sapore, Sangue

Coppia: Draco x Harry

Rating: Arancione

Avvertimenti: Slash

Genere: Drammatico, Angst

NdA:


*°*

Alla ricerca della fine

*°*


Draco Lucius Malfoy si trovava appoggiato ad una colonna, senza nemmeno più la forza per riuscire a gemere dal dolore che lo stava attanagliando.


Il dolore, prima di tutto quel vortice di violenza, non lo aveva mai conosciuto.


Con il passare dei giorni era diventato il suo migliore amico. Non lo abbandonava facilmente.

Anzi, si poteva quasi paragonare ad un'amante troppo ossessiva. Se lo ritrovava sempre addosso, sempre accanto, sempre pronto a ricordargli che ormai era suo e che erano uniti da legami indissolubili.


La testa era piegata verso il petto, più pesante di quanto avrebbe mai detto. E non era di certo per l'intelligenza che in quel momento poteva trovarsi.


Un tempo Draco non avrebbe mai detto che il sangue potesse pesare così tanto.


Eppure era così.


Non sapeva se per l'incessante martellio che non si allontanava un solo secondo da lui o per il sangue rappreso, che ormai albergava sul viso nelle sue ferite fatte di croste e infezioni.


Pesava.

Terribilmente.


Non sapeva che cosa fare.

Anche solo pensare di muoversi gli recava dolore.


Erano giorni che si trovava in quelle maledette prigioni. Le prigioni del suo stesso maniero.


In isolamento.


Assurdo.

Se solo provava a ragionarci, stava male.

In ogni senso.

Fisicamente, psicologicamente.


Tutto si accartocciava come un foglio ormai da buttare.


Ma il dolore stava quasi svanendo.

La fine era vicina.

Lentamente, quando inizi a farci quasi l'abitudine, capisci che non c'è altro da fare.


Come qualcuno che ha smesso di torturare il famoso foglio di carta.


Si stava abituando.
Giorno dopo giorno.

Settimana dopo settimana.


Aveva perso la cognizione del tempo Draco Malfoy.


Ma non aveva perso solo quello.


Imprigionato nelle segrete della sua stessa casa, aveva avuto più tempo di quello che desiderava per pensare.


Per ricordare ciò che era successo, ciò che aveva fatto.

Per ricordare l'inizio. Quando le cose forse si potevano cambiare.

Quando forse tutti gli eventi non erano stati ancora forzati dalla mano di ferro del destino.


Aveva perso qualunque cosa per la quale aveva lottato in tutti quegli anni.

Non era riuscito a combinare nulla.


Harry lo aveva aiutato a non commettere l'irreparabile.

Lo aveva salvato.

Lo aveva fatto desistere dall'uccidere Silente.

Lo aveva preso per le mani appena in tempo e gli aveva tolto la bacchetta dalle dita tremanti.


Harry piangeva quella sera.

Silenziose lacrime scivolavano lungo le sue guance. E Draco sentiva un dolore mai provato fino a quel momento.

Sentiva di averlo deluso. Di aver perso la sua fiducia.

Di averlo perso, per sempre.


Mentre stringeva fra le mani una bacchetta non sua, Harry Potter piangeva.

Piangeva perché ormai tutto era finito.
Piangeva perché nel momento in cui aveva scoperto i suoi piani, tutto era crollato come un
castello di carte.

Piangeva perché si era reso finalmente conto che la sua stupida relazione con uno Slytherin era sempre stata un castello di carte.

Era un amore sbagliato, irrazionale, malato.


E mentre stringeva quella bacchetta, Harry si mordeva con ferocia le labbra, cercando di reprimere singhiozzi e lacrime che Draco non meritava.

Sentiva in bocca il sapore ferroso del proprio sangue.

E non gli piaceva.

Ma sapeva che bene o male, avrebbe continuato a piangere, perché amava Draco più di quanto si sarebbe mai immaginato di amare qualcuno in vita sua.


Lo amava troppo.

Così tanto che era stato reso cieco. L'amore e la voglia di non vedere, gli avevano impedito di fermare e di salvare l'anima e il corpo di Draco dal diventare un Death Eaters.


Se Draco si trovava in quella situazione, era anche per colpa sua.
Colpa della sua inutilità.

Colpa della sua incertezza.

Colpa della sua fiducia.


Harry e Draco ancora non sapevano a quello a cui andavano incontro quando si scambiarono il primo, intenso bacio.

Non sapevano quello che li aspettava dopo quelle promesse che non avrebbero potuto mantenere.

Il destino beffardo si era preso gioco di loro. Ma loro non potevano vendicarsi, bieche pedine fra le mani di qualcuno più potente.


Quel giorno, lungo il lago, tutto era iniziato.

Ma tutto stava finendo.


Ripensando a quei giorni incredibilmente lontani, Draco non si immaginava di trovarsi in una situazione come quella.


Alzò la testa verso il soffitto.

Incredibilmente vicino eppure allo stesso tempo troppo lontano.

Forse la violenza che gli era stata rivolta contro iniziava a farsi sentire.

Stava delirando. Non c'era altra soluzione.


Solo un masochista avrebbe riesumato dal cimitero della propria memoria l'evento che lo aveva indirettamente portato, insieme a tutti gli altri, alla situazione che stava vivendo (e con lui tutti gli altri).


Ma Draco voleva ricordare, strenuamente, perché era l'unico modo che aveva per ricordarsi dove aveva fallito.


Non stava vivendo una di quelle situazioni in cui devi aggrapparti ai momenti belli per riuscire ad accendere la speranza.

Draco sapeva già che cosa lo aspettava.

La morte si stagliava davanti a lui, come una sposa che avanza lungo la chiesa per arrivare all'altare.


Di secondo in secondo, di minuto in minuto, si avvicinava sempre di più, impedendogli di mantenere la lucidità.

Ma voleva mantenerla.

Voleva guardare in faccia la morte e pentirsi di tutto quello che aveva fatto.


Perché sapeva di sbagliare.

Quando non era riuscito a guardare Voldemort in faccia, lo sapeva.

Quando il Signore Oscuro lo aveva marchiato a fuoco, lo sapeva.

Quando gli era stato ordinato di uccidere Silente, lo sapeva.


Quello era stato solo l'inizio della fine.


Fine

   
 
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