Merlin strofinò lievemente il naso contro quello di Arthur, mentre quest'ultimo finiva di spogliarlo. La notte era già inoltrata: non sarebbero stati disturbati. Era passato quasi un anno dall'incidente con l'incantesimo e, finalmente, il mago era riuscito a passare la sua paura di rivivere la stessa esperienza. Il Re cominciò a baciargli la spalla, molto più dolcemente del solito: non voleva fargli paura. Merlin si ritrovò a sorridere, assurdamente felice, ancora una volta, mentre il suo Arthur cominciava a togliersi la maglia che usava per dormire quando faceva freddo. Il piccolo rumore della stoffa che cadeva a terra. Il biondo continuò a baciare il suo amato sul volto, sulle spalle e sul collo, soffermandosi ogni tanto su un piccolo lembo di pelle. La luna non illuminava la stanza. Era totalmente buia, nessuno avrebbe potuto vederli neanche se fosse stato a un centimetro da loro. La mano calda di Arthur passò sopra il petto di Merlin, per poi passare sulla coscia destra. Ancora un piccolo strofinio dei visi. Era tremendamente bello e eccitante anche solo così. Il biondo si decise a osare un pochino di più. Cominciò a scendere con lelabbra quando...

Toc Toc!

Arthur alzò il capo, guardando verso Merlin, che non vedeva. Il mago guardò verso la porta.

Toc Toc!

Un leggero battito urgente, di chi ha paura. Poi una voce.

-Posso entrare?

I due sospirarono, stanchi e un po' scocciati. Arthur raccattò la maglia, mentre Merlin si rivestiva frettolosamente. Cercarono entrambi di calmarsi. Chi mai poteva interrompere un momento così importante? Ovviamente, Aranel. Meno male che sia era ricordata di bussare, per una volta nella vita.

-Aranel, entra, vieni!

La piccola entrò nella stanza, mentre Arthur accendeva alla cieca una candela. Il piccolo viso impaurito della piccola fece dimenticare ai due l'interruzione indesiderata, facendoli preoccupare: sembrava veramente molto spaventata.

-Ho avuto un orribile incubo... Posso dormire con voi...?

La bimba aveva la voce leggera e tremolante, un po' indecisa. Merlin sospirò, scostandosi da Arthur, facendo spazio alla piccola.

-Vieni, dai!

Il biondo lo fissò contrariato, ma, incontrando lo sguardo eloquente del moro, sbuffò e fece anche lui spazio alla figlia che, sollevata, correva dai genitori.

-Grazie...

Il soffio di Arthur che spegneva la candela. Il rumore delle coperte che Aranel si tirava sopra. I versi degli animali notturni da fuori. E poi silenzio.