N e g a z i o n e
L’inchiostro
ci è sempre stato amico
Sognavamo
coi suoi figli e nipoti
Giocavamo
a diventare madri anche noi
E
leggevamo e ridevamo e poi
arrivò
-Ah!- Messaggero di morte
coi
suoi versi rigidi e inflessibili
Con
cinica emozione parole impossibili
da
credere. No, non è vero -non è possibile!-
Hanno
sbagliato, capita anche ai dottori
Non
ci possono togliere gli anni migliori
-Quelli
che domani arriveranno-
non
accadrà -menzogna!-
Il
mostro non ti porterà alla gogna
i suoi
artigli non afferreranno il tuo flebile respiro,
non ti percuoterà frantumandoti in ricordi da conservare
Angolo
autrice
Negazione; primo stadio del lutto: io e lei siamo sempre state unite dalla passione per i libri, i “figli” sono le parole che derivano dall’inchiostro e i nipoti le frasi di senso compiuto. Il “diventare madri” sta a significare che avremmo voluto entrambe diventare scrittrici. Il “Messaggero di morte” è la lettera dell’ospedale con relativi esiti; il “mostro” è la malattia.