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Autore: IsaMarie    24/01/2011    20 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 65
Buongiorno e buon inizio settimana!
Finalmente si torna ad un capitolo con i vostri beniamini: Edward e Bella, che passeranno un bel pomeriggio divertente con tutta la famiglia!
Ringraziamo come sempre tutte le lettrici silenziose e non!
Vi ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni  
e il nostro blog Le fan fiction di Manu e Sara

BUONA LETTURA da Manu e Sara!


CAPITOLO 65

Torneo in famiglia



Pov Bella


Ero ancora sdraiata sul divano, mezza intontita, da quando praticamente eravamo ritornati a casa. La pancia mi doleva particolarmente a causa del ciclo, e non me l’ero sentita nemmeno di sedermi a tavola con gli altri per pranzare.
Di solito superavo in modo abbastanza indenne questo delicato periodo, ma ogni anno (in genere al cambio di stagione, con il primo freddo), il mio organismo reagiva sempre in quella maniera.
Uffa! Che rottura essere donna! E gli uomini che si lamentano sempre, solo perché, a volte, si devono radere quei quattro ridicoli peli che hanno sul viso! Come se noi non dovessimo fare anche quello… ok, ok, non sul viso, ma sempre eliminare peli superflui, dobbiamo! Che ingiustizia! Che provino loro a beccarsi i dolori e i fastidi provocati dal ciclo, e poi se ne poteva riparlare.
Certo che Edward era stato di una delicatezza commovente… quando mi aveva alzato la maglietta (con mio padre presente a pochi passi da noi!) ero sobbalzata per lo spavento, pensando fosse impazzito… ma non avevo nemmeno fatto in tempo ad articolare un suono che un piacevole calore si era diffuso sul mio ventre; e alle sue dolci parole avevo capito immediatamente cosa aveva fatto. Dio che ragazzo tenero! E bellissimo! Ed era tutto mio… tutto solo per me!
Subito dopo aveva voluto farmi un regalo a dir poco stupendo: si era messo a suonare il pianoforte, e finalmente avevo potuto ascoltarlo e rendermi conto veramente di quanto fosse bravo e portato per quello strumento. Sospirai… le emozioni che aveva scatenato la sua musica soave ed armoniosa erano state molto intense e mi avevano riportato alla mente tutta la nostra storia: dal nostro primo incontro fino al presente, come se avessi potuto vederla scorrere nelle scene di  un film.
Quelle note erano riuscite a trasmettermi tutto l’amore che quell’angelo provava per me! E mi ero persa, rapita ed adorante, nella contemplazione del suo angelico viso: era completamente assorto nella sua amata musica. A volte teneva gli occhi socchiusi, come per concentrarsi meglio (o forse perché semplicemente anche lui stava rivivendo nella sua mente i nostri momenti più indimenticabili…); a volte, invece, un lampo di giada brillante aveva raggiunto i miei occhi, fissandomi mentre il mio stomaco si stava contorcendo per la profondità di quello sguardo così unico, così sognante…
Era l’essere più perfetto che avessi mai incontrato e tutte le sue azioni venivano compiute solo ed esclusivamente per me… senza rendermene conto calde lacrime avevano iniziato a scendermi sul viso, tanta era l’emozione che si era scatenata in me…
Ad un certo punto, Esme si era alzata dal divano dove era abbracciata a mio padre, e togliendomi la tazza di mano, mi aveva sistemato i cuscini perché mi sdraiassi in una posizione migliore e poi mi aveva adagiato una coperta addosso. Quel gesto così semplice e affettuoso insieme mi aveva commossa ancora di più di quello che già non ero, e le lacrime erano aumentate.
Le avevo sorriso, per ringraziarla, perché un nodo in gola mi aveva impedito di emettere un qualsiasi suono; e poi non avevo voluto rovinare l’atmosfera creata dalla musica celestiale che si era sprigionata intorno a noi. Esme mi aveva accarezzato dolcemente le guance, cercando di asciugare i miei assurdi ma insistenti lacrimoni, che non sapevo perché, non ne volevano sapere di fermarsi (maledetti ormoni!); e piano piano, senza rendermene conto, ero scivolata nell’oblio del sonno, proprio mentre Edward stava riproducendo, in maniera impeccabile, ‘Claire de Lune’...
Quando mi ero risvegliata, mi ero ritrovata da sola e, dalle voci che sentivo, avevo capito che tutti gli altri stavano mangiando. Mi ero alzata per andare in bagno e poi, dopo essermi fatta vedere in sala da pranzo e aver detto loro che non mi sentivo di mangiare nulla, mi ero sdraiata nuovamente sul divano godendomi ancora il rilassante tepore della coperta, perdendomi nei miei pensieri.
Chissà cosa facevano Jasper ed Alice? Ero molto preoccupata, per non dire ansiosa e agitata; in quel momento il nostro astuto piano non mi sembrava più una così magnifica idea… specialmente per il fatto che loro erano sì completamente isolati; ma noi non potevamo contattarli in nessuna maniera, per accertarci almeno che stessero bene…
Venni strappata dalle mie riflessioni da un soffio caldo e delicato sul mio viso: Edward si era inginocchiato di fronte a me e stava riempiendo di tenere carezze e bacetti il mio volto.
-Come stai, stellina?- mormorò; -Va un po’ meglio con le mie coccole?- domandò, con le sue labbra carnose e sensuali sulla mia fronte, mentre mi regalava intensi brividi di benessere.
-Direi di sì…- sorrisi abbandonandomi ai suoi gesti deliziosi.
-Allora continuo…- il suo caldo e umido soffio si spostò dalle tempie, alle guance, alle labbra, rendendo le sue attenzioni molto gradevoli. All’inizio i suoi tocchi erano lievi e gentili, ma nel giro di poco la sua lingua chiese il permesso di addentrarsi nel mio anfratto caldo e invase la mia bocca, trasformando il suo bacio  in una richiesta più sensuale e audace, che fui felice di esaudire. Le nostre lingue si cercarono voluttuose, si trovarono e iniziarono a condurre un gioco d’amore e passione che molto spesso avevano intrapreso, ma che ogni volta riusciva a scatenare in noi sempre delle intense emozioni. La sua calda bocca aveva un sapore inebriante, afrodisiaco, capace di stordirmi con una potenza inaudita.
-Ed…- avrei voluto dirgli di fare attenzione: eravamo pur sempre in salotto!
-Sshh… fidati… stanno ancora finendo… il pranzo…- sussurrò con il respiro corto. Le sue mani grandi e possessive si animarono di vita propria, e cominciarono a sfiorarmi gentilmente, con delicatezza, quasi come se fossi un fragile e prezioso cristallo. Percepivo i miei sensi attutiti, ovattati… ero cosciente solo della morbidezza e del profumo virile del suo corpo, così vicino al mio… i suoi baci si spostarono nell’incavo del mio collo e mi beai del calore che esso sprigionava, della pelle d’oca che si formava all’umido passaggio delle sue labbra sulla mia pelle. Stavo andando totalmente fuori controllo, lui mi stava facendo impazzire!
-Bella, quanto mi sei mancata!- ansimò sotto il lobo dell’orecchio; sentivo il ritmo frenetico del suo battito accelerato, il suo sensuale respiro affannato, la voce roca e vibrante di desiderio…
-Dio! Quanto… quanto ti voglio! Adesso… mmm, ti vorrei nuda!- sospirò eccitato. Con uno scatto repentino la sua mano si intrufolò sotto il mio maglione e si soffermò per un attimo al di sopra della leggera stoffa del reggiseno. Strinsi gli occhi per l’emozione e lui, dopo aver scostato la coppa del mio indumento, iniziò a stuzzicare la turgida cima, intrappolandola tra pollice ed indice, regalandomi sensazioni intensificate per la sua bramosia. Poche volte l’avevo visto comportarsi in modo così impulsivo… sembrava che anche lui fosse fuori controllo!
Cominciai a gemere e a contorcermi sotto di lui… sentire Edward così preso da quello che mi stava facendo in quel momento, mi provocò delle scariche elettriche che andarono a raggiungere il mio bassoventre infuocato.
Immediatamente la sua bocca riprese possesso della mia, sigillandola, per tentare di attutire i miei gemiti. Oh, merda! Chissà se gli altri mi avevano sentito…
 -Ed… Edward… mio… papà…- decisamente imbarazzata e impaurita (con l’idea del pericoloso ed armato sceriffo Swan in libera circolazione), cercai invano di fermarlo, posizionando entrambe le mani sul suo sterno per cercare di allontanarlo da me; feci forza, ma il suo corpo roccioso non avvertì minimamente il mio vano sforzo. Ero spaventata a causa di mio padre, ma Edward si staccò dal mio volto e dal mio corpo, sbuffando e imprecando, solamente quando si accorse che il suo cellulare stava squillando in modo insistente. Vide il numero e mimò il nome di Ben; poi si allontanò un attimo in cucina, per rispondere al suo amico. Oh santo cielo, che rischio avevamo corso! Che incoscienti! Portai una mano sul cuore, come se quel gesto avesse posseduto, in modo intrinseco, un reale potere calmante. Mi ci volle qualche attimo per riprendermi, anche ripensando alle impetuose parole e agli slanci irruenti ed appassionati di un Edward istintivo e focoso, irriflessivo e forse maggiormente spontaneo… oddio, quanto mi piaceva quel lato così selvaggio di Edward!!
-Ehi sorellina, va un po’ meglio?- mi chiese Emmett, entrando in salone e facendomi sobbalzare al suono della sua potente voce. Ma parlare un po’ più piano no?
-Sì, non ti preoccupare, grazie Emm! Direi che il peggio è passato- risposi, sorridendogli.
-Sei sicura di non avere la febbre? Sei così accaldata!- lui venne a sedersi accanto a me, sul divano; mi aspettavo un sorrisetto sornione accompagnare il suo poco velato accenno alla mia “attività fisica” con suo fratello… invece osservai un volto solo genuino e preoccupato, scevro da qualsiasi malizia. Mi rasserenai all’istante. Dopo aver preso le mie gambe e averle posate sulle sue, iniziò a massaggiarmi le caviglie e i polpacci. Dio che meraviglia!
Non me lo sarei mai aspettata da lui un gesto così affettuoso e premuroso. Lo vidi ridacchiare, mentre osservava la mia espressione deliziata.
-Dai! Non guardarmi così! Anch’io so come ci si comporta con una gentile donzella. Anche se ti stuzzico sempre e mi piace da matti metterti in imbarazzo, in realtà ti voglio un mondo di bene, scimmietta- mi confessò, facendomi commuovere di nuovo. Accidenti al ciclo! Ero così sensibile in quei giorni! Bastava un niente ad irritarmi… o, al contrario, mi mettevo a piangere e frignare per ogni cosa. Odiavo i miei ormoni impazziti!
-Grazie Emm, sei il mio Koda personale- gli sussurrai, con la voce tremolante, e facendolo scoppiare in una sonora risata per il nuovo nomignolo. Afferrò una mia mano e mi attirò a sé stritolandomi in un abbraccio da mozzare il fiato.
-So che sei preoccupata per Alice e tuo fratello, ma vedrai che chiariranno tutto. Me lo sento!- cercò di rassicurarmi. Lo strinsi ancora di più; Emmett ad una superficiale apparenza poteva sembrare solo un grande bambinone, ma in verità era molto maturo e sensibile; e probabilmente quel suo modo di rapportarsi  e interagire con gli altri in modo infantile e scherzoso, era solo una facciata per nascondere la sua enorme timidezza, come già avevo avuto modo di scoprire prima del compleanno di Rose. D’altronde se era riuscito a far capitolare mia cugina, le sue qualità erano davvero notevoli.
-Ehi tu, impiastro! Mi vuoi per caso rubare la ragazza?- si lamentò Edward, facendo il suo ingresso in salone con un sopracciglio inarcato e le braccia conserte sul petto. Che scemo!
Ci staccammo dall’abbraccio e vidi Emmett sogghignare divertito.
-Osserva, sorellina! Guarda ora come lo faccio incavolare!- mi sussurrò all’orecchio facendomi ridacchiare, mentre un’occhiata storta di quel gelosone ci raggiunse. -Bé, un pensierino ce lo potrei anche fare, fratellino. E’ calda, morbida e ha un profumo delizioso… come una bella torta al cioccolato! Gnam, gnam, gnam! Quasi quasi sei da mangiare Bella!- scherzò l’orso.
-Ah sì?! Non osare parlare così della mia donna!! Ora ti faccio vedere io, scimmione troppo cresciuto!- esclamò Edward.
In un lampo fu di fronte a noi e si buttò addosso ad Emmett, cercando di dividerci e spingendo a spallate suo fratello di lato per allontanarlo da me. Mi ritrovai così su un divano pericolosamente traballante,  mentre i due deficienti lottavano e ridevano tra loro come bambini di due anni. Ma si poteva essere più infantili di così?!
Mi alzai prima che mi facessero male veramente, con lo spostamento della loro mole massiccia.
-Ma insomma, voi due! Volete rompere il divano? Disgraziati!- urlò Esme, facendoli immediatamente bloccare sul posto.
La forte risata di papà, davanti alla scena di loro due avvinghiati e immobili, ci contagiò e scoppiammo tutti a ridere. I due bambinoni imbarazzati si rialzarono, cercando di darsi un tono, ed Edward venne subito accanto a me, ad abbracciarmi.
-Scusa cucciola… ti abbiamo fatta alzare… ma ora rimettiti comoda che continuo io con il massaggio. Lo sai che mi piace coccolarti!- mi sussurrò dolce. Gli sorrisi e gli lasciai un casto bacio sulla guancia per ringraziarlo. Con mio padre lì vicino, non mi andava molto di dare spettacolo, anche se avevo una voglia matta di farlo impazzire, come prima… chissà se dopo cena…
Il suo sguardo sornione mi riscosse dai quei pensieri poco casti, e decisi di sviare la sua probabile domanda sul mio rossore.
-Cosa voleva Ben?- chiesi curiosa. Edward mi riferì la sua telefonata: oltre a riferire notizie sul piano “Jalice”, si erano accordati per la loro prossima lezione di musica.
-Chissà… come starà andando tra quei due testoni…- si chiese allora a voce alta Esme, un po’ preoccupata. Mio padre la rassicurò immediatamente, abbracciandola.
-Tranquilla mia cara, vedrai che andrà tutto a meraviglia… spero che stiano bene e che si stiano divertendo…- scherzò mio padre strizzando l’occhio. Alla sua battuta partì una risata generale.
-Ma allora… anche noi vogliamo divertirci!- ghignò Koda, guadagnandosi contemporaneamente una gomitata dalla sua ragazza e un’occhiataccia ammonitrice di papà.
-Bé ragazzi… se volete il divertimento… vi andrebbe una sfida alla Wii? Facciamo noi ragazze contro voi maschietti!- propose squillante Rosalie.
-Ma veramente… io non so giocare! Sarei solo un peso, per voi, ragazze mie…- si rammaricò Esme.
-Oh… non ti preoccupare Esme! Non puoi essere peggio di papà! Lui sì che è veramente negato! Vero Rose?- affermai, producendo immediatamente le vibrate proteste di mio padre, che continuava a borbottare qualche commento su quale figlia ingrata gli fosse toccata in sorte, mentre si accomodava sbuffando su uno dei divani.
-E brava la mia ragazza! Hai avuto proprio una bella idea! Ma… cosa mettiamo in palio? Sai, per rendere il tutto più interessante!- si entusiasmò immediatamente Emmett.
-Mmm… vediamo… allora… se vinciamo noi donne, non dovremo più alzare un dito per tutto il weekend: voi maschietti ci servirete, preparerete la cena e il pranzo di domani e farete tutto quello che vi chiederemo! Diventerete i nostri umili schiavetti!- propose Esme. Era un genio! Grande! Subito noi donne ci scambiammo un cinque.
-Tsk! Come se non lo fossimo già!- grugnì il grande capo Swan. -Ok, comunque, è andata! Se invece vinceremo noi uomini, stasera ci lascerete guardare la partita di baseball qui in salone; e noi saremo liberi di ingozzarci con una marea di schifezze, tanti snack che ci preparerete con le vostre belle manine e che ci lascerete mangiare sul divano, con tanto di piedi appoggiati al tavolino!- propose mio padre. Risi tra me e me.
In quegli anni, mio padre, si era abituato fin troppo bene! Non avendo avuto più una donna, la sera occupava sala e tv, si godeva le partite e smangiucchiava in piena libertà, stravaccato sul divano e lasciandolo pieno di briciole, che puntualmente io o Rosalie ripulivamo… insomma faceva quello che voleva…
Ma da quando era arrivata Esme, lo faceva rigare dritto e quasi sempre la tv alla sera era divenuta di nostra esclusiva proprietà, per poter guardare, in santa pace, film romantici e smielati come piaceva a noi. Certo mio padre non si lamentava, anzi spesso si univa alla moglie, e si vedeva lontano un miglio che la cosa lo soddisfaceva e lo riempiva di gioia; ma, data la sua proposta, la sua precedente libertà probabilmente in alcuni momenti gli mancava un po’.
-Evvai, Charlie! Sei un grande! Su, dai, che le stracciamo!- si entusiasmò il mio Edward, seguito subito da Emmett e procurandosi un’occhiataccia da parte nostra.
Mi avvicinai ad una Esme timorosa e le sussurrai: -Non ti preoccupare: abbiamo la vittoria in pugno!- affermai divertita; lei mi guardò perplessa. Anche Rosalie le sorrise.
-Lo zio è veramente la schiappa delle schiappe! Probabilmente conta sulla bravura dei ragazzi. E poi comunque… non vorrai mica giocare lealmente?- dichiarò sorniona, rivolgendosi a lei.
-Ma…- provò a ribadire confusa, non riuscendo a comprendere la nostra tattica.
-Niente di che, Esme, non ti preoccupare! Pensa solo a questo: sei capace di far… distrarre papà nei momenti più delicati di gioco?- le spiegai. Il suo volto si illuminò, capendo al volo la nostra strategia.
-Bene, allora è fatta, ragazze! Io e Bella invece ci occuperemo dei tuoi bambini! E preparati a trascorrere il resto del weekend all’insegna dell’ozio più assoluto!- finì di chiarirle Rose. La vidi elettrizzata come una bambina, desiderosa di iniziare a giocare immediatamente. Sorridemmo, mentre gli uomini ignari di tutto, cercavano i giochi.
-Allora ragazze, abbiamo scelto le gare… date un’occhiata per vedere se concordate anche voi…- propose Emmett.
-Bene… tennis, kendo, boowling e infine una corsa automobilistica, ok?- ci spiegò Edward, porgendoci le custodie dei giochi. Oddio… che enorme botta di… ehm… fortuna!!
I ragazzi non lo sapevano, perché non ci avevano mai viste giocare: ma, inconsapevolmente, avevano scelto i giochi in cui eravamo più brave! Avevamo solo qualche problemino con il tennis, ma…  avremmo trovato senz’altro un modo per fare dei punti senza problemi! Con  gli stimoli giusti ero certa che si sarebbero distratti facilmente…
-Ehi, non vale solo con gli sport! Noi pretendiamo anche una gara di canto!- proposi con un finto lamento, certa che lo sceriffo Swan avrebbe fatto una figuraccia con la sua voce da campana rotta.
-D’accordo… vada anche per la gara di canto…- Edward ed Emm accettarono la sfida senza preoccuparsi troppo; ma nel frattempo avevo intravisto il mio papà contorcersi sul divano, disperato.
-Benissimo, allora!- rispondemmo in coro io e Rosalie, scambiandoci uno sguardo complice.
Ci sistemammo a squadre sui divani e iniziammo il nostro pomeriggio di gioco. Probabilmente oltre a far passare il tempo, ognuno di noi cercava di fare il possibile per non pensare a come stesse andando nella casa al mare.
-Ok, siccome siamo dei gentiluomini, vi faremo scegliere la prima gara- esclamò papà.
-Sai che sforzo!- gli rispose Esme, lasciandolo basito e facendo ridere noi ragazzi.
Ci consultammo e decidemmo di iniziare con il canto. Rimasi sorpresa dalle voci dei membri della nostra nuova famiglia! Erano tutti bravi, ma naturalmente io rimasi completamente incantata da Edward: la sua voce già solitamente melodiosa alle mie orecchie, era bassa, graffiante, ruvida… sembrava quasi che alla fine di ogni strofa strascicasse le parole, rendendo il verso molto sentito... facendo arrivare il significato del testo nel profondo dell’anima.
Alla fine del suo assolo, non potei fare a meno di buttarmi sul divano tra le sue braccia… intanto toccava a mio padre ed era troppo occupato a non fare figuracce con Esme per badare a noi…
-E così signor Cullen mi tiene dei segreti…- lo rimproverai con mezzo sorriso divertito. Lui mi guardò confuso e stupito.
-Non mi avevi mai detto di essere così bravo a cantare… ti giuro che mi sono venuti i brividi per l’emozione…- mi complimentai. Mi sorrise tenero e compiaciuto.
-Mai quanto te, stellina! Hai la voce più dolce e melodiosa che abbia mai sentito… vai dritta al cuore di chi ti ascolta, quando canti- mi elogiò, facendomi arrossire.
Il nostro momento idilliaco fu rovinato da una terribile stonatura di mio padre, che gli procurò non pochi impietosi fischi.
Alla fine, la prima gara la vincemmo noi femminucce… per fortuna i ragazzi avevano in squadra mio padre, altrimenti ce la saremmo giocata fino all’ultimo, perché anche Emmett nel canto era stato veramente bravo!
-Ok, ora scegliamo noi: il kendo!- affermò Emmett.
E andammo avanti così per buona parte del pomeriggio, tra risate goliardiche, spirito competitivo (alimentato soprattutto da Emmett ed Edward) e qualche bacio e abbraccio tra noi ragazzi, quando mio padre era impegnato con le sue gare. Persino gli adulti si stavano divertendo tantissimo: Esme si rivelò molto portata per quel genere di giochi e ne era piacevolmente sorpresa… e mio padre… bé, lui si era arreso, cercando di restare del tutto incurante delle tremende figuracce che stava inanellando e non faceva altro che sghignazzare!
Eravamo pari e ormai mancava solo la gara di tennis: eravamo nei guai!
Avevamo già visto delle sfide tra Edward e Emmett a tennis, ed erano veramente forti… facevano un sacco di ‘ace’ e delle schiacciate potentissime.
-Bene, cambiamo un po’, però… sono stufa di giocare contro Emmett! Voglio battermi con te, Edward!- esordì Rosalie, lasciandomi perplessa.
-Non sia mai che io deluda in un qualsiasi modo i desideri di una leggiadra signorina!- esclamò cavallerescamente Edward con un mezzo inchino, ma guadagnandosi un’occhiataccia velenosa da parte mia.
-E invece, Cullen… sarà meglio che tu deluda tutte le leggiadre signorine della scuola che ti corrono dietro! Bé… sempre ci tieni ai tuoi gioiellini di famiglia!- lo minacciai, mentre tutti scoppiarono a ridere. Edward sbiancò e portò automaticamente una mano a coprire il suo bene più prezioso, mentre papà gli diede una pacca di conforto sulle spalle, in una chiara espressione di complicità.
-Uhhh! Fratellino! Tu rischi grosso!- aggiunse Emmett.
-Ma amore mio… io intendevo qualcuno della nostra famiglia e poi… quelle a scuola sono oche e non leggiadre signorine!- mi spiegò, sorridendomi sghembo. Pronto il ragazzo con la battuta, però!
-Mmm… salvato in corner!- dichiarai, soddisfatta dalla sua affermazione.
Poi mi voltai verso Rosalie per avere spiegazioni riguardo l’imprevisto cambio di coppie; lei mi fece l’occhiolino e si avvicinò a me ed Esme.
-Ragazze, qui rischiamo, dobbiamo correre ai ripari! Mentre tu giochi contro Emmett io cercherò di distrarlo, e tu farai lo stesso mentre mi batterò con il tuo ragazzo! Capito?- bisbigliò per non farsi sentire dai ragazzi, che stavano tentando di spiegare a papà, i segreti del “mestiere”… poverino! Era una causa persa! Per loro!, sogghignai.
-Brave ragazze! Io, invece?- ci chiese Esme, che giocando contro papà doveva concentrarsi e non poteva disturbarlo in nessun modo.
-Non ti preoccupare Esme… mi è appena venuta un’ideuzza subdola…- esordii io, sghignazzando sommessamente all’idea della faccia che avrebbero fatto papà e i fratelli Cullen… bè, specialmente uno! Spiegai in un attimo cosa avrei fatto, ed entrambe erano certe che avremmo senz’altro raggiunto lo scopo: era una mossa infallibile!
Iniziò a giocare la coppia Rosalie ed Edward… per la foga dell’incitamento eravamo ormai tutti in piedi e io mi andai a posizionare proprio dietro al mio ragazzo.
Quando Rose batté la prima palla, accarezzai le natiche di Edward molto sensualmente, facendolo sussultare e permettendo a Rosalie di segnare il primo punto…
Si voltò e mi fissò stupito del mio gesto: gli sorrisi innocentemente, per non fargli capire che l’avevo fatto apposta. Alla seconda battuta di Rose, gli accarezzai il braccio libero e gli soffiai lievemente nell’orecchio… altro punto per Rosalie! Eravamo una grande squadra!
Ma lui si sporse verso di me e mi sussurrò: -Non mi provocare, Bella… attenta, non tirare troppo la corda, non ti conviene…- e si voltò pronto alla terza battuta.
Snobbando i suoi avvertimenti, stavolta osai un po’ di più; e forte del fatto che tutti erano concentrati sullo schermo al plasma di fronte a noi, passai la mano sul cavallo dei pantaloni di Edward… lui sobbalzò, mollando persino la solida presa sul telecomando e perdendo così un altro punto.
-Ma cosa diavolo stai facendo Edward?!- gli inveì contro Emmett.
-Mmm… io non lo so, ma so perfettamente cosa sta tentando di fare slealmente la signorina Swan… vero amore?- affermò Edward, che ormai aveva perfettamente intuito il nostro piano. Saggiamente si allontanò da me e questo gli permise di segnare due punti di fila… accidenti: Rosalie 40 – Edward 30… dovevamo assolutamente fare l’ultimo punto!
Quando Rose batté di nuovo, mi avvicinai velocemente all’orecchio di Edward, vincendo tutto il mio imbarazzo.
-Ho una voglia matta di farmi possedere in tutti modi possibili da te- mormorai, con la voce più suadente che potessi tirare fuori. Lui, allibito, si immobilizzò all’istante e Rosalie segnò facilmente il punto della vittoria.
Noi donne esultammo felici, mentre Emmett continuava a insultare il povero Edward, ancora fuori per l’arditezza delle mie parole.
Esme e Charlie si presero una pausa caffè e andarono un attimo in cucina, mentre i maschietti si isolarono per confabulare e cercare di attuare una possibile contromossa vincente. Illusi!
Notai Edward bisbigliare all’orecchio di Emmett, che cambiò immediatamente espressione; venne verso me e Rosalie con l’indice puntato e parecchio arrabbiato.
-Vipere! Siete solo capaci di vincere usando dei mezzucci infantili!- esclamò, gesticolando davanti alla nostra faccia. Io scoppiai a ridere, mentre Rosalie lo fulminò.
-Bene…- gli rispose Rose, abbassando la voce ad un sussurro e avvicinandosi con sguardo minaccioso… povero Emmett… non volevo assolutamente essere nei suoi panni.
-Nei prossimi giorni… potrai usare le tue manine in un altro modo, visto che ti piace così tanto muoverle davanti alla mia faccia in modo minaccioso! Io entro in sciopero!- e si voltò per andare a sedersi furiosa. Emmett ci mise una frazione di secondo a capire il significato delle parole della sua non più tanto dolce metà e si affrettò a raggiungerla sul divano, riempiendola di moine e carezze, facendole il solletico, per farla di nuovo sciogliere.
Intanto le mani di Edward avevano avvolto la mia vita, appoggiando il suo granitico corpo alla mia schiena. Nel momento in cui mi strinse a sé potei sentire la sua enorme eccitazione premere sulle mie natiche.
-Lo senti cosa hai combinato, streghetta?! Lo sai, vero, che me la pagherai? Quando ti passerà il ciclo, questo tuo scherzetto ti costerà molto, ma molto caro…- mormorò roco al mio orecchio, premendo ancora di più l’erezione su di me, e facendomi scappare un gemito.
-Non vedo l’ora…- risposi con audacia, lasciandolo basito. Lo sentii sorridere e scuotere la testa.
-Tu, Swan, mi manderai al manicomio!- aggiunse.
Rientrarono in salone Esme e papà e riprendemmo la sfida .Ora toccava a me ed Emmett.
-Sorellinaaa! Lo sai che ti voglio proprio tanto bene?- esclamò Edward, prendendo Rose per la vita e trascinandola con lui sul divano e trattenendola per le braccia. Bah: era quella l’astuta contromossa vincente? Noi avevamo immaginato anche quello!!
-Edward! Lascia Rosalie immediatamente!- lo rimproverò Esme, intervenendo puntualmente secondo i nostri piani.
-E perché mai? Non sto facendo niente di male, mammina… ho solo voglia di abbracciare la mia nuova sorellina… Emmett non ha mica l’esclusiva!- rispose innocentemente il mio più che astuto fidanzato. Accidenti, grande mossa! Esme non poté controbattere e neanche a dirlo… Emmett mi stracciò letteralmente! E dopo pochi minuti la partita, senza il prezioso aiuto di Rose, terminò.
Donne 1, uomini 1. Parità!
Ora era tutto nelle mani di Esme… e della mia idea geniale. Lei e papà iniziarono a giocare e, purtroppo, scoprimmo che Esme non se la cavava per niente bene a tennis… Erano 30 a 30, ed Esme riuscì a segnare e passare momentaneamente in vantaggio. Ora toccava a me attuare il piano: mi avvicinai a Rose e fingemmo di parlottare.
Mio padre era alla battuta… Esme rispose e proprio mentre stava per controbattere di nuovo lui, mi uscì dalla gola un singulto quasi realista: -Cristo… sei incinta?!- attirandomi gli sguardi meravigliati di due uomini allibiti e un’occhiata di terrorizzato sbalordimento da parte di Emm. Ah ah ah! Che facce!
-Cosa?!?- mio padre mollò immediatamente il telecomando ed Esme riuscì a vincere la partita e di conseguenza anche il torneo!
Esultammo saltellando per tutto il salone, mentre Emmett aveva iniziato a tremare visibilmente e mio padre e Edward erano ancora bianchi come un cencio. Ops! Non avevo ancora svelato l’arcano…
-Ah, dimenticavo! Naturalmente era un falso allarme!- affermai, facendo scoppiare a ridere Esme e Rosalie. Gli uomini ci fissarono, capendo finalmente tutto quanto.
-Non ci credo! Che brutte imbroglione!- protestò Edward, mentre l’orso era ancora in apnea, palesemente scioccato.
-E tu, eri d’accordo con loro?!- si rivolse mio padre ad Esme con un tono di rimprovero. Lei gli si avvicinò con una camminata provocante e lo accarezzò dolcemente per farlo calmare, sussurrandogli qualcosa di efficace all’orecchio. Non volevo nemmeno pensare a cosa si stessero dicendo, vista l’espressione maliziosa comparsa improvvisamente sul volto di mio padre.
Però, io e Rose, ne approfittammo per prendere da lei quel valido insegnamento… usammo lo stesso metodo per calmare i nostri ometti.
Avevamo vinto! Come non importava… ma loro sarebbero stati i nostri schiavi per l’intero weekend! Che goduria!! Ne avremo viste delle belle!


ANTEPRIMA CAPITOLO 66


Io intanto indietreggiavo e lui lentamente si avvicinava. Strinsi ancora più al petto il mio blocco da disegno con entrambe le braccia, mentre continuavo a scuotere la testa, in segno di diniego.
-Amore mio… non costringermi a prenderlo con la forza…- mi sussurrò soave. Sgranai gli occhi… la sua voce bassa e roca mi aveva causato un fremito di desiderio.
-No… mi vergogno… e poi non oseresti mai!- esclamai sicura. Il suo sorriso si trasformò in un ghigno divertito.
-Tu dici? E… ne sei proprio sicura?- mi sfidò, inarcando le sopracciglia e avvicinandosi ancora un po’. Io feci ancora un passo indietro.
-C-certo! Non mi faresti mai sforzare la caviglia per costringermi a scappare- cercai di impietosirlo. Il suo ghigno si allargò.
-La tua caviglia mi sembra proprio che stia meglio… e se non vuoi sforzarla basta che non ti ribelli. Facciamo così… iniziamo un nuovo gioco- mi propose. Un gioco? Ero proprio curiosa.


Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!


Il sorriso in una pagina
Mad about you
yara's mind
Nel mondo di Elisa e Yara
Les mots de Chloè
L'anima delle stelle
silviettafanfiction
A casa di Lisa
USADDICTED
L'angolo creativo

Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!


the dark side of the moon di barbara_f
Solo per un week-end di Isabella v (sara_g)
Rock my life  di Isabella v (sara_g)
Testa o Cuore? di Isabella v (sara_g)
My Pretty Woman di pensiera
Lightning in my life di elisa1975
NASTY GAME di elisa1975
UNA SERA, PER CASO ... di endif
Un'altra opportunità  di eli777
Farfalle colorate di Stupid Lamb
A volte, il destino... ti sorprende di yara89
La principessa dei mari di  bellsmarie80
Il Guardiano del Faro di  Lele Cullen
Il precettore di porporina
L'altra metà del cuore di sara_g
Due anime legate ad un destino di loulou72
Red Dazzling Passion di Miss Simy Pattinson

Relazioni nascoste di Aleuname
LA DUCHESSA di essebi
   
 
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