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Autore: Abraxas    24/01/2011    7 recensioni
- Jake! Hey, Jake, aspetta!, ululò lanciandosi all’inseguimento.
- Cosa vuoi, ancora?
- Io… ehm, ecco… volevo chiederti… sì, insomma…
Non riusciva a scegliere le parole giuste. In testa sentiva solo un gran casino di pensieri incapaci di sistemarsi in un ordine logico.
- Sputa il rospo, moccioso, alla svelta.
- Come… ehm… come si bacia una ragazza?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Seth Clearwater
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
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Premessa: tecnicamente questa cosa qui sotto sarebbe un missing moment dell'altra mia storia, Aeon . Tuttavia potete leggerla anche come OS a sé stante... semplicemente tenendo conto che nell'Abraverso Seth ha avuto l'imprinting con una ragazza, Eva, suppergiù negli ultimi capitoli di New Moon. 


* * *


[…]
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa ne sciamus,
aut nequis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.
 
[Catullo, Carme V]

 

Ronda con Jacob.

Seth era ragionevolmente convinto che il suo compagno di pattuglia non fosse stato deciso solo dal caso. Da quando aveva avuto l’imprinting concentrarsi su qualcosa al di fuori di Eva era diventato praticamente impossibile, ed il passare del tempo non aveva fatto altro che rendere più fervida la sua immaginazione… con grande gioia di tutti gli altri membri del branco, costretti a sentirsi inondare la testa di pensieri legati a quanto fosse bella Eva, quanto fosse spiritosa Eva, quanto fosse intelligente Eva, quanto fosse allegra Eva, quanto fosse coraggiosa Eva, insomma, su quanto fosse fantastica Eva in generale. Paul aveva minacciato di prenderlo a sberle più di una volta.
A contribuire all’armonia di tutti c’era anche il problema di Jacob, perennemente in fissa su Bella, su quanto lei lo amasse, e su quanto fosse incapace di ammetterlo a causa della sua malsana attrazione per quella schifosa zanzara troppo cresciuta.

Insomma, la ronda con loro due era diventato un incubo per tutti quanti, e Sam aveva sicuramente deciso di dare un’innocente spintarella alle leggi del calcolo combinatorio. Il risultato era questa provvidenziale quanto assolutamente casuale sovrapposizione dei loro turni di guardia. Seth l’aveva sempre saputo che la matematica era un’opinione, e che sotto sotto era tutta soltanto una fregatura.
Chissà cosa ne pensava Eva, della matematica. Lei era così brillante… magari…

- Dacci un taglio, marmocchio.

Ecco. A proposito di immaginazione incontrollabile.

Sbuffò, saltando agilmente un grosso tronco che bloccava il sentiero. Certo che se Jacob non voleva ascoltare poteva anche concentrarsi su Bella, e lasciarlo fantasticare in santa pace, accidenti! Perché Bella sì ed Eva no?

Il lupo rossiccio ringhiò, accelerando la corsa. Non gradiva i suoi ragionamenti.

- Scusami, Jake. E’ che…

La valanga di pensieri legati a quel che investì Jacob con la forza di un uragano. Un uragano dove il vento continuava a ripetere Eva, Eva, Eva. Quanto è bella Eva, quanto è spiritosa Eva, quanto è intelligente Eva, quanto è allegra Eva…

- Seth, cazzo, piantala!

Ecco, l’aveva fatto arrabbiare. Cosa che non avrebbe mai voluto fare.

- Mi spiace. Davvero. E’… è più forte di me, non volevo darti fastidio.

Chinò la testa, deluso. Jacob aveva già i suoi problemi, non c’era bisogno di fargli pesare la sua presenza. Si sentì in colpa per non essere in grado di controllare la sua mente.
Come avrebbe potuto, d’altronde? Sentiva che ogni singola cellula del suo corpo era fatta apposta per lei. Viveva per lei, non c’era nessun’altra definizione possibile per la sua esistenza: il suo scopo era renderla felice in ogni modo possibile. Ci sarebbe riuscito, ne era convinto… specialmente se quell’altro rompipalle del suo amichetto si fosse levato dalle scatole alla svelta. Si ostinava a starle incollato accanto… possibile che non lo capisse? Quel posto aveva una targhetta SETH appiccicata su: spettava a lui, e a lui soltanto! Insomma, il tipo aveva già avuto la sua chance, ed aveva perso; adesso erano cavoli suoi. O no?
Ops.

- Già, marmocchio. Ops. Il pensiero di Jacob venne accompagnato da un ringhio.

- Non… non volevo fare paragoni con te e Bella! La cosa è completamente diversa! Tu… beh, lei… cioè…

- Stai zitto. Hai già fatto abbastanza.

- Ma…

- Zitto!

Uggiolò triste, rallentando la corsa ad un trotto leggero e lasciando che l’amico sparisse fra gli alberi davanti a lui. L’aveva fatto arrabbiare… Non ne azzeccava una, proprio. Se avesse fatto così anche con lei…

Scosse la testa, nel tentativo di ignorare il pensiero. Sarebbe andato tutto bene, no? Proprio come fra Jared e Kim. Si immaginava da solo con lei, a First Beach, mentre le confessava di amarla più di chiunque altro sulla faccia della Terra. Lei gli avrebbe sorriso con il suo sorriso incantevole e sarebbe corsa a rifugiarsi fra le sue braccia… Lui l’avrebbe stretta forte forte, senza farle male, solo quanto bastava per farle capire che per lui era tutto e che non l’avrebbe mai lasciata andare, e poi…

E poi ci sarebbe stato il bacio, il primo bacio di Seth Clearwater, sicuramente il migliore di tutta la sua vita.

Già, ma lei? Sarebbe stato il migliore anche per lei?

Era il suo primo bacio, dopotutto, mentre Eva chissà quanti ne aveva ricevuti. Era così bella…

Si fermò di colpo, colto da un improvviso attacco d’ansia. Non aveva la più pallida idea di come comportarsi, a dire il vero. Nei film la facevano tanto facile. Ma com’era nel mondo reale? Insomma, non esisteva un manuale d’istruzioni per i principianti come lui. Come doveva fare? Lei cosa si aspettava che facesse?
Aveva bisogno di un consiglio, assolutamente. Non poteva deluderla su una questione del genere.

A chi chiedere? Sua sorella era fuori discussione, le avrebbe inevitabilmente ricordato Sam, e quell’argomento era tabù.

Sua mamma? Per favore.

Paul? Aveva una certa fama fra le ragazze… ma una domanda del genere avrebbe significato il suicidio sociale, nel branco. Come se già non fosse preso in giro abbastanza.

Jared? Figuriamoci, sarebbe corso subito a dirlo a Paul, con ovvie conseguenze.

- Devi andare avanti ancora per molto?

E poi c’era Jacob, se solo non l’avesse appena offeso con la sua… mente lunga. Sicuramente avrebbe saputo cosa fare. Jacob sapeva sempre tutto.

- Jake! Hey, Jake, aspetta!, ululò lanciandosi all’inseguimento.

- Cosa vuoi, ancora?

- Io… ehm, ecco… volevo chiederti… sì, insomma…

Non riusciva a scegliere le parole giuste. In testa sentiva solo un gran casino di pensieri incapaci di sistemarsi in un ordine logico.

- Sputa il rospo, moccioso, alla svelta.

- Come… ehm… come si bacia una ragazza?

Il silenzio assordante che seguì alla sua domanda lo preoccupò non poco. Aveva visto Jacob fermarsi di colpo ed evitare di centrare in pieno un albero solo grazie ai suoi riflessi da licantropo. Lo aveva fatto arrabbiare ancora di più?

- Che cazzo di domanda è, Seth? La risposta arrivò quando lo raggiunse in un piccolo spiazzo.

Chinò il muso, facendosi piccolo di fronte alla figura imponente dell’amico. Se fosse stato in forma umana sarebbe già arrossito dalla testa ai piedi, ma era una questione troppo importante.

- Beh… ecco… io non ho mai… cioè, c’è stata Julie alle elementari, ma quello non era un vero bacio… Eravamo piccoli! Lei mi ha chiesto se volevo sposarla…

- Seth.

- …io le ho detto che sì, lei era carina e tutto, ma forse era troppo presto, e…

- Seth.

- …e lei mi ha baciato. Non è stato nulla, davvero, una cosa da bambini, ci siamo lasciati dopo due set…

- SETH!

- Scusa. Sto zitto.

Bene, si era giocato la sua possibilità con Jacob. Magari Emily gli avrebbe dato una mano. Erano cugini, no? I cugini si aiutano, e poi grazie a Sam lei aveva più esperienza di chiunque altro.

Però, insomma, perché doveva per forza chiedere l’aiuto di qualcuno? Gli altri come facevano alle loro prime volte? Non poteva pensare di essere l’unico a non aver mai baciato una ragazza. Paul come si era comportato? Non poteva essere stato bravo sin da subito. Non era… non era giusto, ecco! Solo che Eva era più grande, quindi lei sicuramente aveva già fatto pratica, mentre lui… Però anche l’altro che le ronzava intorno… Matt a che punto era? Avrebbe saputo baciarla come…

No che non avrebbe saputo. Non avrebbe potuto, più che altro… se solo avesse osato toccarla l’avrebbe sbranato senza pensare alle conseguenze, poco ma sicuro.

Però… forse Matt sarebbe riuscito a renderla più felice con un bacio? Forse lei avrebbe preferito lui, ed allora…

No, no, no. Impossibile. Era il suo imprinting! Eva era sua, e di nessun altro! Nessuno avrebbe mai potuto farla più felice!

Però…

Il dubbio lo dilaniava. Si sentiva così insicuro, così fragile. E se lei l’avesse respinto? Se fosse fuggita via?

Il solo pensiero gli procurò un’ondata di dolore quasi fisico. Se lei non l’avesse voluto, la sua vita avrebbe perso qualsiasi senso. Sarebbe stato solo un peso.

Accidenti, perché Eva non poteva essere un licantropo anche lei? Le cose sarebbero state molto più semplici!
Avrebbero condiviso le stesse esperienze. Magari avrebbero anche fatto giri di pattuglia insieme… e adesso si sarebbe trovato a correre con lei, invece che con Jake. Non che Jacob fosse una brutta compagnia, eh, però continuava a pensare a Bella. Bella di qui, Bella di là, cosa farà Bella, cosa dirà Bella, come la prenderà Bella… Come se ci fosse solo Bella al mondo!
C’era anche Eva, che era pure molto meglio di Bella, ma nessuno a parte lui sembrava essersene accorto. Erano diventati ciechi di colpo, tutti quanti?

Mah. A dirla tutta, era meglio così. Non sapeva bene quanto si sarebbe controllato, se i suoi fratelli avessero cominciato a rivolgerle certe occhiate. Invece era il solo in grado di vedere quanto fosse stupenda.

Sarebbe stata stupenda anche in forma animale, ovviamente. Una splendida lupa dalla pelliccia candida come la neve. La vide nella sua mentre avvicinarsi con movenze agili ed aggraziate, sfregare il muso contro il suo, e poi leccarlo delicatamente, con immenso affetto. Poteva quasi sentire la lingua ruvida sfiorargli il naso e…

- Oh, merda! Jake!, guaì spaventato allontanandosi di scatto, accorgendosi che la lingua apparteneva al suo compagno di ronda. Che schifo! Come ti è saltato in mente?, protestò, sfregando vigorosamente la testa sulle zampe per ripulirsi dalla saliva. Cosa cavolo pensava di fare?

- Dovevi vederti, Seth, gli rispose l’altro esplodendo in una risata divertita. Non era arrabbiato, quindi!

- Come faccio ad essere arrabbiato se continui a farti tutti questi problemi ridicoli? Se hai avuto l’imprinting con lei vuol dire che è quella giusta, punto. In un modo o nell’altro te la caverai… non ti respingerà solo perché non la sai baciare. Se non ti vorrà più vedere è perché sei un marmocchio. Non puoi certo darle torto su questo, gli disse continuando a ridere. Solo tu potevi ridurti così.

- Scusa tanto se non sono mister confidenza come te, eh Jake?, sbuffò accoccolandosi per terra. Certo che si faceva tutti questi problemi! Doveva farle capire quanto ci tenesse a lei con un unico gesto, e non sapeva proprio da che parte cominciare.

Con o senza lingua, poi, la prima volta? Forse avrebbe dovuto informarsi anche su questo.

- Seth, sono cose che non si possono spiegare. Quando sarà il momento capirai come comportarti… non esiste un manuale. Ascolta il tuo corpo, ed ascolta il suo… ti diranno cosa fare. E’ inutile stare qui a pensarci su adesso, non concludi nulla e ti agiti per niente.

- La fai facile, la fai…

- Perché lo è. Tutto ‘sto casino per un bacio… Sei proprio un bambino, Seth, lo rimproverò spalancando le fauci in un sorriso.

- Non è solo un bacio!, protestò animatamente, rialzandosi e squadrando con sospetto il lupo rossiccio,è il primo bacio! Il bacio!

- Ce ne saranno altri mille…

- Certo, ma quello è il più importante di tutti!

Insomma, il primo bacio! Possibile che…

Doveva chiedere anche questo.

- Jake?, domandò titubante, come è stato il tuo primo bacio?

Venne investito da un turbine improvviso di ricordi, di sensazioni. Mani sulla pelle, mani fra i capelli, mani nelle mani. Mani sui fianchi, sulle cosce, sul…
Oh. Oh, oh!
Scosse la testa, in un vano tentativo di cancellare quelle immagini che ormai gli saturavano il cervello. Il respiro profumato sul suo collo, il tocco delicato su…

Basta!

- Jake!,uggiolò sconvolto.

- Che c’è? Guarda che sono cose normali! Sai, la storia delle api e dei fiori…

- Non mi interessa!, borbottò, per poi cedere alla curiosità.Chi era quella?

- Marisol, mi pare. O si chiamava Madleine? Non ricordo.

- Ma… ma… ma…

- Sei proprio un bambino, Seth. Dove pensi di arrivare con Eva, eh? Credi che vi accontenterete di darvi tanti casti bacetti?

Certo che sì; non tanti, ma tantissimi. Dopo il primo gliene avrebbe dati altri mille, poi altri cento, poi ancora mille, e poi altri cento. Non si sarebbe mai stancato di baciarla, avrebbe continuato fino a perdere il conto. Quelle labbra erano la porta del paradiso, ne era certo…

- No, piccolo, la porta sta più sotto…, sghignazzò Jacob.

Ecco, quello non doveva dirlo. Perse il controllo e si lanciò addosso all’amico con una furia che non sapeva di avere: Jacob non era più il fratello, in un microsecondo era diventato semplicemente un nemico. Non si doveva permettere di insultare Eva, non ci doveva nemmeno pensare!

Realizzò più tardi che, forse, attaccare un lupo grosso il doppio di lui non era poi questa gran genialata. Per la precisione quando i denti dell’altro si strinsero intorno alla sua gola.

- Fine del gioco, moccioso. Hai perso.

Si sentì tradito da quello che considerava il suo eroe, e venne assalito da rabbia, delusione, senso di inadeguatezza. Se non riusciva a difenderla dagli insulti di un suo fratello, come avrebbe fatto a proteggerla adeguatamente dagli altri pericoli in agguato dietro ogni angolo?

Si vendicò sfogando sul collegamento telepatico tutta la sua frustrazione. Jacob guaì, lasciandolo libero e facendo un passo indietro, sopraffatto dall’intensità dei sentimenti che percepiva, e Seth approfittò di questa sua distrazione per tornare alla carica, riaccendendo la zuffa.

- Seth, piantala. Guarda che ti faccio male.

- Chiedile scusa, Jacob! Chiedile subito scusa!

- Sei impazzito?

No che non lo era. Avrebbe continuato per sempre, se necessario, finché Jacob non avesse ceduto. Lui non si sarebbe mai arreso. Avrebbe difeso Eva fino al suo ultimo respiro, ed in cambio le avrebbe chiesto un bacio, solo uno. Non mille, non cento, uno solo. Tanti baci attiravano l’invidia degli altri, Jacob ne era la prova. Quasi quasi lo compativa… non poteva capire quanto potesse essere splendido baciare Eva, anche solo una volta.

Una volta, certo. E poi un’altra, poi un’altra, e poi un’altra ancora. Dieci, cento, mille volte, fino a perdere il conto e dover ricominciare da capo. Se solo avesse saputo da che parte cominciare!

- Forse dallo stare attento quando cerchi di fare il cattivo, replicò Jacob atterrandolo una seconda volta. Ora ‘sta buono, Seth…

Per tutta risposta il lupo più piccolo ringhiò, in un vano tentativo di sembrare minaccioso.

- Come puoi pretendere di saltarmi addosso se sei distratto? Seth, accidenti, vedi di baciarla alla svelta e falla finita, non ne posso più di sorbirmi le tue fantasie!

Già, probabilmente aveva ragione. Jacob aveva sempre ragione. Beh, tranne quando insultava Eva, s’intende.

- Non insultavo lei, zuccone, insultavo te e la tua incapacità cronica di muovere un passo senza qualcuno che ti tiene la mano!

- Non so ancora come si fa, borbottò debolmente, lasciando perdere i suoi propositi aggressivi. In parte perché stavolta non aveva idea di come liberarsi, in parte perché se Jacob non stava prendendo in giro Eva, ma lui, la cosa poteva anche essere tollerata.

- Ho detto che deve essere una cosa spontanea, marmocchio. Non posso darti lezioni, ti pare? E poi hai avuto anche l’imprinting… mi vorresti far credere che non sai cosa fare? Non ci credo, Seth.

- Ma…

- Lo so che hai paura di fare la cosa sbagliata, ma potresti avere un po’ di fiducia in te stesso una volta tanto. Anche solo per piantarla di rompere le scatole a noialtri, cucciolo, concluse con un ghigno, dandogli un’altra leccata sul muso.

- Ancora! Che schifo, Jake, non sono un cucciolo!

- D’accordo, cucciolo, rise, calcando sull’ultima parola ed allontanandosi di corsa, lasciandolo con la sgradevole sensazione di essersi comportato da perfetto idiota.

- Esatto. Proprio da idiota.

- Che pizza! Però… a ben pensarci alle ragazze piacevano sempre, i cuccioli. Chissà, magari le piacerò anch’io…

- Oh, sicuramente, Seth. Sicuramente. Magari sarà lei a baciarti, tanto sei tenero. Chi non vorrebbe spupazzarti per bene, piccolo?

Già, chi non avrebbe voluto? Improvvisamente si sentì libero e felice.

- Ah… Seth?

- Sì, Jake?, domandò con un sorriso ebete stampato sul muso.

- Se non te ne sei accorto, prima ti stavo pigliando per il culo.

Ah, davvero?

* * *


N.d.A.: la traduzione del testo iniziale, per chi non ha avuto la somma gioia di studiare latino nella sua vita, è:

Dammi mille baci, poi cento,
poi mille altri, poi ancora cento,
poi sempre altri mille, poi cento.
Poi, quando ne avremo scambiati molte migliaia,
li mescoleremo, per non sapere (quanti siano),
o perché nessun malvagio possa invidiarli,
sapendo che esiste un numero tanto grande di baci.

Dimenticavo... è dedicato a Jakefan. A lei, ed alle sue domande pro-spoiler che mi fanno venire queste idee strane.
   
 
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