Amori sul campo di Quidditch
-1-
“FRED!!! VUOI MUOVERE QUEL TUO MALEDETTISSIMO CULO E PARARE QUEL
BOLIDE?! STAVA PER STACCARE LA TESTA A HARRY!!!”
Fred sbuffò innervosito e con una brusca inversione della scopa schizzò
in direzione della famigerata palla nera, che stava per attentare alla testa
del povero Harry…erano quasi sei ore che si stavano allenando come pazzi, in
vista della partita Grifondoro-Corvonero ed erano sei lunghissime, estenuanti,
interminabili ore che Baston stava sbraitando, a mo’ di scimmione, tutto il suo
repertorio di rimproveri, contro tutto e tutti…“GEORGE PORCA MISERIA, STAI
SEGUENDO LE FARFALLE O I BOLIDI?! NON HAI VISTO CHE KATIE STAVA PER ESSERE
DISARCIONATA? ANGELINA SEI LENTA! VUOI FAR ANDARE QUELLA BENEDETTISSIMA
COMET?!”…appunto!
Era plausibile che a Oliver bruciasse tremendamente la sconfitta contro
i Tassorosso, ma che ci potevano fare loro, se Harry era svenuto facendo un
volo di 15 metri e rischiando di finire come una caccabomba sul muro?! “ALICIA,
NON FARE PASSAGGI COSI’ LUNGHI! E TU KATIE…”
“BASTON! Non ti sembra che per oggi ci hai spompati abbastanza?!”
azzardò Katie Bell, in piena crisi nervosa, dopo il millesimo urlo del
capitano. La squadra sembrò essere completamente d’accordo con la cacciatrice.
“Sono sei ore, sei, che ci stai urlando contro come una Mandragola!
Sappiamo che la scorsa partita è stata un fiasco, ma guardaci…siamo
distrutti!!!” accennò con un gesto della mano, indicando i compagni, che nel
frattempo si erano fermati un attimo, per ascoltare le proteste della ragazza.
Solo in quel momento Oliver sembrò aprire gli occhi e vedere in che
condizioni fosse la squadra: Fred e George avevano lasciato cadere le mazze a
terra e si erano praticamente coricati sulle scope, sfiancati; Alicia aveva il
naso, le labbra, le guance e le punte delle mani viola, visto il freddo rigido
di quella mattina; Angelina aveva una luce omicida negli occhi, meditando in
quanti modi si potesse far fuori il proprio capitano con una semplice pluffa;
Harry era il più umano, se si tralasciavano i profondi segni sotto gli occhi,
colpa della levataccia all’alba, e infine Katie, che pareva sul punto di
mettersi a piangere, lì in mezzo al campo, con i capelli castani legati in
quelle, che all’ inizio dell’ allenamento erano due treccine, e che adesso
sembravano due grossi bozzoli incasinati alla base della testa.
“TI
PREEEEEEEEEEEEGOOOOOOOOOO!!!” fecero in coro i gemelli con aria sofferente,
sguardo sbrilluccicante e mani congiunte in segno di estrema preghiera.
“Uhmm…” Oliver ora guardava i due rossi, ora la cacciatrice che gli
stava davanti, che aveva tirato fuori uno sguardo da cucciolo bastonato, che
sembrava volesse dirgli
“se-dici-di-no-chiamo-la-protezione-animali-brutto-insensibile”….e ora guardava
preoccupato la pluffa che stringeva fra le mani Angelina…
“Si, credo che per oggi possa bastare…” La partita era importante, ma
anche la propria vita lo era!
Entrati negli spogliatoi i ragazzi cominciarono a cambiarsi, fra gli
schiamazzi di Fred e George, che sembravano aver ripreso un po’ di vita e lo
sguardo rassegnato degli altri due.
Non passò molto tempo che Oliver si ritrovò solo con i suoi
pensieri…quello era il suo ultimo anno ad Hogwarts e Dio solo sapeva se c’era
qualcuno che desiderava vincere la Coppa del Quidditch come lui!
Aveva consacrato la propria vita a quello sport. Fin da quando era un
bambino il suo sogno era sempre stato diventare un grande del Quidditch, ci
aveva messo impegno, volontà, fatica…ogni partita era stata da lui giocata
prima con il cuore e poi con il corpo. Aveva pianto dopo la sconfitta inflitta
loro dai Tassorosso, lacrime amare, amarissime, cariche di dolore, vergogna e
rabbia…non potevano perdere altre partite, non potevano perdere per l’ennesimo
anno quella coppa, quel sogno, il suo sogno! A costo di allenarsi per una
giornata intera se necessario…
Aveva una squadra fantastica, doveva ammetterlo, erano i più in gamba
di tutta Hogwarts, a partire da Harry, un talento naturale quel cercatore,
veloce e agile, oltre che in sella ad una Firebolt -attualmente nelle mani
della Mc Granitt!-; i gemelli, che non avevano nulla da invidiare al primo,
compensavano la mediocre qualità delle scope con precisione e potenza; le tre
cacciatrici, quelle tre ragazzette avrebbero dato filo da torcere perfino a uno
come lui. Angelina, punta di diamante del trio, impeccabile nei lanci e potente
nei tiri, non c’era pluffa che non entrasse; Alicia veloce e precisa nei
passaggi corti e lunghi,ottima stratega e un asso nei tiri liberi; e infine
Katie, abilissima nelle finte, con una potenza di tiro pazzesca, un’agilità in
campo da far invidia a chiunque e…i suoi pensieri furono interrotti da alcune
risate argentine provenienti dalla stanza accanto…lo spogliatoio delle ragazze.
Incuriosito, si ritrovò ad ascoltare il discorso delle tre, con
crescente interesse, nonostante lo spesso muro che li divideva…
***
“…eddai Kat! Ammettilo, si vede lontano un miglio che sei cotta! Più
persa di un troll in un labirinto! Te lo si legge in faccia che ti piace da
morire! Che ti costa rivelarlo alle tue amiche, su!”
La voce di Alicia risuonava amplificata nello spogliatoio vuoto…erano
ormai prese da parecchi minuti dal loro passatempo preferito: le chiacchiere!
Con singolare sadismo le due amiche stavano torturando la povera Katie,
con il proposito di estorcerle qualche verità piuttosto personale…
“Ve l’ho detto ragazze! Davvero avete preso un abbaglio, a me non piace
nessuno, giuro!” tentò di giustificarsi la povera vittima dei due inquisitori
in gonnella…
“ Seeeeee come no, e allora spiegaci come mai la tua faccia ha assunto
il colore della tuta quando lo
abbiamo nominato…hai le vampate o hai ingoiato un sorso di Whisky
Incendiario?” la punzecchiò Angelina con una sorrisetto malizioso sul volto,
sistemandosi in una coda alta i lunghi capelli neri…
Katie avvampò più di prima, se possibile, e balbettò un “…no…ma …non è vero…” che non fece altro che
confermare il, già fondato, sospetto nelle due amiche.
“Kat…hai almeno provato a parlargli? Perché, scusa se te lo
dico, ma sarà pure un bravo ragazzo, un ottimo portiere, un eccellente
capitano, ma almeno che tu non ti presenti davanti a lui, cavalcando una
Firebolt, tutta nuda e con solo una pluffa in mano chiedendogli una “ripassatina”,
sarà difficile che si accorga di qualcosa…” proferì schietta la mora
cacciatrice…
“…mmm sai Angelina, ho il sospetto che in quel caso si bloccherebbe a
guardare la scopa, e non chi ci sta sopra!!!” asserì Alicia, spazzolando la
chioma bionda e scoccando uno sguardo rassegnato alla compagna.
“Sono senza speranze…” mugolò la terza ragazza sconsolata, scivolando
mesta su una panca, guardando il pavimento con sguardo vacuo e sospirando
affranta.
Le due compagne si scambiarono uno sguardo molto eloquente.
“Kat…da quanto tempo ti piace?” disse la biondina dagli occhi azzurri.
“Dal primo anno, quando l’ho visto giocare la prima volta…è grazie a
lui che mi sono appassionata al Quidditch…”
“CINQUE ANNI E LUI NON SOSPETTA NIENTE!?!?!?!?” Disse Angelina
sconvolta. “ Kat, non so chi sia più troll se tu che non gli dici un fico secco
e te lo sogni la notte, o lui che ha due bolidi sugli occhi per non rendersi
conto di te…è…è allucinante!” proseguì la moretta.
Katie annuì silenziosamente con un cenno del capo. “Il fatto è che ho
paura di non piacergli…” disse tristemente.
“KATIE BELL!” urlarono le altre due, facendo sussultare l’interessata.
“In qualità di compagne di squadra e tue migliori amiche da ben cinque, lunghi,
meravigliosi anni, ti ordiniamo di confessare i tuoi sentimenti a quel troll di
Oliver Baston, o la nostra ira si scaglierà su di te, lenta ancorché
inesorabile!” Proclamarono con tono di solennità e aria melodrammatica le due
compagne, decise più che mai a far mettere insieme quei due tontoloni…e magari,
già che c’erano,ottenere degli allenamenti più umani…
* * *
SBAAAAAAAM
La porta del dormitorio maschile del terzo anno si aprì con un boato,
rivelando al suo interno una specie di campo di battaglia con relativi soldati.
Al momento erano presenti Fred con la bacchetta fra i denti, e George e Lee
Jordan sul suo stomaco armati di cuscini, nel mezzo di una lotta all’ultima
piuma…
“Ohier he hi huhehe? Pehè non hei henuto
né a hanzo né ha hena? Biascicò Fred con ancora la bacchetta in bocca, a testa
in giù dalla spalliera del letto, guardando il ragazzo che era sulla soglia con
un’aria indecifrabile sul volto.
“Che?!?!” disse Baston leggermente sconvolto per quella -non proprio
usuale- scenetta in dormitorio.
George sfilò l’oggetto dalle labbra del gemello, che riprese.
“Dicevo…che ti è successo? Perché non sei venuto né a pranzo né a cena?”
Oliver lo guardò con gli occhi sgranati e un’espressione, che avrebbe
impietosito perfino i sassi, dipinta sul volto. “Ragazzi, mi dovete aiutare! Ho
un problema! Un problema enorme!”
“Hai ucciso Malfoy e non sai dove nascondere il cadavere?!” chiese
speranzoso George.
“No…” cercò di ribattere Oliver dubbioso.
“Oppure hai trasfigurato Gazza in un criceto e quel sacco pulcioso
della sua gatta se l’è pappato in un boccone?!” asserì gioioso Lee.
“No, veramente io…” tentò di continuare il povero capitano, ma venne
nuovamente interrotto da Fred che, alzandosi in piedi sul letto e assumendo un
atteggiamento impettito e solenne con le mani sui fianchi, esordì.
“Sei innamorato cotto di…CEDRIC
DIGGORY!!!”
“NO!!!” gridò il portiere, scandalizzato.
“Ma allora tu non hai problemi seri!” disse George semplicemente.
“Si che ne ho, ma se magari, mi lasciate parlare, vi spiego!!!”replicò
stizzito il ragazzone.
“Ok, ok, sentiamo cos’ha da dirci il nostro Mr Son-tutto-un-problema!”
proclamò Lee alzando le mani in segno di resa.
“Allora…questa mattina, dopo che siete usciti tutti dallo spogliatoio,
mi sono fermato un attimo lì a riflettere e casualmente ho ascoltato
parte di una conversazione fatta dalle ragazze…”
“Ooooh! Una ragazza!!!” esclamarono in coro i tre teppistelli con
un’aria di finta sorpresa e ammirazione.
“Già, ecco…io piaccio a Katie Bell…da cinque anni…e non me ne sono mai
accorto…” disse con aria sconsolata il capitano e abbassando la testa per nascondere
il colorito cremisi delle guance.
Urla di giubilo e vittoria si levarono dai due rossi e dal loro amico,
lasciando visibilmente perplesso il loro interlocutore. “Era ora vecchio mio!
Certo che ce ne hai messo di tempo per accorgertene!!” disse Fred.
“Ehi capitano, dovevi origliare una conversazione di tenere fanciulle
per arrivarci?”asserì Jordan con un sorrisetto malizioso sulle labbra.
“Cominciavamo a preoccuparci
sai, certo aspettare il tuo settimo anno per arrivarci, mi sembra esagerato…finalmente
hai tolto quelle enormi fette di prosciutto che avevi sugli occhi e lo hai
capito!” concluse George.
“V-voi lo sapevate?! Lo avevate capito tutti?!” asserì Baston in un
soffio, completamente sconvolto rivolgendosi ai tre furbetti, che intanto stavano
sghignazzando come matti.
“Ma mi sembra ovvio! Ancora un po’ e lo capiscono anche quei due
scimmioni cerebrolesi di Tiger e Goyle!! Soprattutto quest’anno è più evidente!
Ma scusa non hai mai notato che quando le parli, nota bene…le parli non
le urli…sembra che abbia la pluffa al posto della faccia?!” Ironizzò di
nuovo uno dei gemelli.
Oliver scosse la testa. “Ragazzi… non vuol dire niente, magari è solo… emotiva.”
Incrinò la voce sull’ultima parola, non troppo convinto di aver detto qualcosa
di abbastanza sensato.
Lee balzò giù dal letto, con aria strafottente. “Oh sì certo… da quando
in qua avere il quaderno di storia della magia pieno di ‘K’ e ‘O’, corredate da
cuoricini, è sintomo di emotività?”
“Ma… e se ‘O’ fosse… qualcun altro? …cioè forse…magari…”
Fred allontanò il fratello, avvicinandosi al capitano. “Sì,
forse…magari…chissà… quindi vuoi farci credere che il tuo nome è saltato fuori
così… senza alcun motivo… se non per mascherare il vero amore di Katie…”
“Forse…”
“Capitano… ma l’ultimo bolide della giornata te lo sei beccato tu in
testa, al posto di Harry?” Chiese Lee, sospirando e scuotendo i dread lock.
“…ma allora che devo fare, ditemelo voi ragazzi…io…”
“Tu…prova a pensarci…” Propose George, subito spalleggiato dal fratello
gemello.
“…sì infatti, prova a pensarci… in fin dei conti noi sappiamo cosa
prova lei, ma tu non c’hai ancora detto che cosa ne pensi di Katie…”
Il capitano sgranò gli occhi. “Katie…beh…Katie….. è
una bravissima cacciatrice!!”
I gemelli sbuffarono, infastiditi. “…alè! E sai la novità!… no
intendiamo cosa ne pensi di lei dal punto di vista… umano… non agonistico!”
“…ah ehm… credo che andrò a schiarirmi le idee…”
* * *
La Sala Grande era gremita di studenti intenti a consumare la propria
cena. Un allegro cicaleccio empiva l’enorme stanza.
Al tavolo dei Grifondoro, Angelina e Alicia stavano tentando di
infondere coraggio alla compagna seduta davanti a loro, che con sguardo
sofferente stava sezionando il pasticcio, nemmeno fosse uno dei tanti rospi da
sventrare durante le terribili lezioni di Piton.
“Stai tranquilla Kat! Quando torniamo ai dormitori, lo chiami e gli
parli con il cuore in mano, senza aver paura di niente! Sei una ragazza in
gamba, ce la farai!” disse la biondina puntando gli occhioni azzurri dritto in
quelli color caffè dell’amica, che sorrise debolmente, rabbuiandosi però, colta
dal dubbio.
“E…se non gli piacessi, se non gliene importasse niente di me, magari
mi trova immatura…o peggio brutta!!!” proferì d’un fiato, con la voce
pericolosamente incrinata e due enormi lucciconi, che minacciavano di dare il
via a una tempesta di proporzioni bibliche…
“ In quel caso mettiti il cuore in pace e cercane un altro” annuì
convinta Alicia.
“Così, tu saprai che non è il tipo giusto, e noi avremo la certezza che
è un imbecille!” sorrise soddisfatta Angelina. Di tutta risposa ricevette uno
sguardo interrogativo dalla compagna che le stava seduta accanto.“…cosa c’è!?
Voglio dire, tu me lo chiameresti intelligente un tipo che mi rifiuta questo
gran pezzo di Grifondoro?! Io no!” sparò Angelina, in risposta allo sguardo
dubbioso dell’amica, che scoppiò a ridere contagiando anche Katie.
“ Grazie ragazze.” asserì la brunetta, guardando le due sedute di
fronte a lei “ Siete le migliori!” .
“Ma è ovvio, siamo Grifondoro!!!”
………
Devo parlargli, devo parlargli, devo parlargli! Calmati Katie! Devi
solo fare quattro chiacchiere col capitano…devi solo chiarire tutto!
Katie pareva stesse per disputare i Mondiali di Quidditch tanto era
agitata, camminava tesa come la corda di uno Stradivari, ripetendosi, tipo
giradischi impallato, di rimanere calma e…ottenendo l’esatto contrario.
Senza nemmeno accorgersene era arrivata dritta dritta alla camera dei
ragazzi del settimo anno, con i quali Oliver divideva la stanza.
…Ommerda! Come cazzo ci sono arrivata io qui?!?!Io non sono mica
psicologicamente preparata porca miseria! E mo cosa gli dico?!COSA GLI
DICO?!?!?!?Non posso mica presentarmi così da lui e dirgli: “Ciao capitano!
Avresti un minuto di tempo? Sai dovrei parlarti! Niente di importante, solo non
capisco come mai dopo cinque anni tu non ti sia accorto che quella cosa su cui
scivoli sul campo, non è erba bagnata, ma bava…la MIA! Ora se non ti dispiace
vado in cerca di qualche dissennatore per chiedergli il BACIO della buona
notte!!!
In quel momento si aprì la porta del dormitorio…a Katie partì una
coronaria, se non due!
Ma per sua fortuna -o sfortuna- non apparve il bel portiere, ma un
ragazzo dai capelli rossi: Percy Weasley il fratello maggiore di Fred e George.
“Bell! Che cosa ci fai qui?! Stavi cercando qualcuno?”
…fa che Oliver non ci sia, fa che non ci sia, fa che non ci sia, fa che non ci sia…tipregotipregotiprego!!!
“…ehm…no, cioè si!…ma…vedi…forse…io…C’E IL CAPITANO BASTON?” snocciolò,
infine, tutto d’ un fiato, diventando del colore dei capelli del Caposcuola che
la fronteggiava.
Il ragazzo guardandola sconvolto, e anche un po’ spaventato, le rispose
in tono piatto “No…no, Oliver non c’è, l’ ho visto un’ attimo di sfuggita in un
corridoio, mi pare che abbia detto volesse farsi un giro…o qualcosa del
genere…ma se ti serviva qualcosa posso riferirgliela io Bell, non
preoccuparti!”
“Uhm, no…non ti preoccupare, niente di importante, glielo dirò un’altra
volta, grazie ugualmente Weasley…” rispose la ragazza improvvisamente più
tranquilla.
Detto ciò si voltò e proseguì dirigendosi verso i dormitori femminili…
***
Baston fu felicissimo di trovare la biblioteca praticamente deserta.
Bene, aveva un paio d’ore prima che Madama Pince gli facesse arrivare qualche
gigantesco tomo di “Tutte le rivolte dei goblin dal 1235” in mezzo agli
occhi, segno che la sua presenza lì non era più gradita, ed era ora che
sloggiasse!
Amava la biblioteca, era l’unico posto dove si potesse pensare in santa
pace. Fra tutti quei libri si sentiva al sicuro, nessuno lo avrebbe disturbato.
Prese da uno scaffale il suo volume preferito “Il Quidditch
attraverso i secoli” e sedutosi ad uno dei tavoli più appartati, cominciò a
sfogliare distrattamente le pagine, ormai consunte e ingiallite, completamente
preso dal flusso dei suoi pensieri.
Che cos’ è per me Katie? Un membro della squadra, ovvio! Argh! Ecco che
ripenso con la testa da capitano…no, devo pensare con la testa di Oliver
Baston…ok, riproviamo,cos’è per me Katie Bell?Lei è…è…un’ottima cacciatrice! A
rieccomi a pensare da capitano, inutile, qua dentro c’è solo il Quidditch…
Ok, aspetta Oliver, il fatto sia un importante, anzi no,
IMPORTANTISSIMO membro della squadra può essere un punto di partenza!
E’ veloce e precisa, sa fare delle finte che nemmeno io riuscirei a
prevedere, quando segna ha una potenza pari a quella di un ragazzo robusto…non
che Katie sia robusta…anzi!
Si nota soprattutto quando fa passaggi lunghi, il corpo si tende e la
tuta aderisce meglio a tutte le curve…e che curve!
Ora che ci faccio attenzione mi
rendo conto che Katie ha un fisico niente male! Ha anche un visetto niente
male…non è una bellezza selvaggia come quella pantera di Angelina, ed è diversa
da quella nordica di Alicia…Katie è più…più…armoniosa?
Baston maledisse mentalmente la sua scarsissima conoscenza di
aggettivi, che non fossero per riferirsi a una scopa, a una pluffa o a una
squadra.
Wow, la conosco abbastanza bene per non fregarmene niente!
Ha davvero un bel viso, di solito incorniciato da qualche ciocca
castana scappata alle solite treccine o ai comodi codini che usa farsi… una
bella fronte, un nasino perfetto…due guance quasi sempre coperte da un lieve
rossore, sembrano lisce e morbide, chissà com’è accarezzarle?! Quando sorride è
davvero un sogno, le si illuminano quegli occhi caffè che ha! Sono enormi, mi
ci potrei specchiare…e quelle labbra color ciliegia…wow sono una favola! Mi
piacerebbe sapere che sapore hanno…MI PIACEREBBE SAPERE CHE SAPORE
HANNO?!?!?!?!
…OMMERDA…
………
“FREEEEEEEED TOGLIMI QUEL CALZINO DALLA FACCIA! SONO TROPPO GIOVANE PER
MORIRE!!!” urlò Lee durante una delle solite risse da dormitorio…
Fred stava per ficcargliene sotto al naso un’altro, ma fu bloccato da
alcuni colpi sulla porta…
“AVANTI!!!” disse George lanciando via il cuscino con il quale stava
per soffocare l’amico con i rasta…
Dalla porta apparve Oliver Baston con un’aria a dir poco sconvolta, le
guance rosse e gli occhi sgranati.
“Toh! Mr. Son-tutto-un-problema è tornato a trovarci!” asserì
Fred abbandonando la sua preda e sedendosi comodamente sul letto. “Allora?
Quali nuove dal tuo mondo?”
“Bhe…ecco io ci ho pensato…e….” iniziò il capitano.
“Eeeeeee….” continuarono in coro gli altri tre con curiosità mal trattenuta.
“…e…cosa significa quando tu pensi che una tua compagna di squadra
sia…stu…stuprabile?!” proferì Baston mantenendo lo stesso sguardo allucinato e
diventando due volte più rosso.
Fred, George e Lee si scambiarono uno sguardo molto eloquente e fu
proprio George a rispondere alla domanda del bel portiere.
“I casi sono due, capitano…o i tuoi ormoni hanno raggiunto le
dimensioni di un bolide…o sei innamorato cotto…”
“…e visto il colorito “braciola ai ferri”, propenderei per la
seconda opzione” concluse il fratello.
Baston rivolse ai due uno sguardo in tralice e con un filo di voce
disse “Io…innamorato di…Katie?!”
“Proprio così vecchio mio! Ti piace, e a giudicare dalla tua faccia,
nemmeno poco!” gli sorrise George.
“Ed ecco Katie Bell che segna 200 punti nel cerchio de cuore del bel
capitano!!!” concluse Jordan portandosi il pugno vicino alla bocca come se
stringesse un microfono e facendo l’occhiolino all’ interessato.
Oliver non avrebbe sicuramente dormito molto quella notte…
…chi sa che sapore hanno le sue labbra…
***
La porta del dormitorio femminile si chiuse con un lieve cigolio. La
stanza era illuminata solo dalla luce proveniente dai tizzoni della stufa e un
paio di candele. Probabilmente le sue compagne stavano già dormendo…
“E allora?! Che gli hai detto!?” disse concitatamente Alicia, saltando
giù dal letto in camicia da notte.
…come non detto.
“Bhe…io…lui…” tentò di spiegare la brunetta torturandosi le dita.
“E lui che ti ha risposto? Ha detto di si?!” la interruppe Angelina,
traboccante di curiosità, sbucando dalle pesanti tende color porpora…vestita da
un babydoll nero, che fece sgranare gli occhi, alla già abbastanza agitata
Katie.
“A-Angelina…che diavolo ti sei messa addosso?!” esordì la ragazza
ancora in divisa, sconcertata, che ora comprendeva appieno la fama di pantera, che
la bella mora si era guadagnata.
“ Questo?” continuò Angelina guardandosi l’abitino provocante “Carino
vero?! L’ho comprato quest’estate, lo conservavo per le occasioni importanti,
ma volevo vedere come mi stava…che ve ne pare?! Non sono figa?!” Disse
sorridendo e atteggiandosi a super donna.
“Lascia stare Katie, gli elfi domestici delle cucine devono aver messo
qualcosa nella sua fetta di torta al miele…è impazzita! Poverina, così giovane,
così promettente!!!” Suggerì la bionda,
con aria esasperata e melodrammatica, facendo finta di asciugarsi una
lacrima di dispiacere.
“Piuttosto, vuoi dirci com’è andata?!”
Katie si scosse dallo “shock da babydoll” e guardò la ragazza
dagli occhi azzurri, rispondendole con disappunto “Baston…Oliver non c’era,
Percy Weasley mi ha detto che era da qualche parte non so dove, per farsi un
giro.”
“Ah…” dissero con aria abbattuta le due compagne, come se tutto a un
tratto avessero tolto loro, un bel regalo dalle mani.
“Bhe, puoi sempre parlargli domani, no?” propose Alicia.
“Oppure durante gli allenamenti…anzi no, che se gli girano, ci riduce a
pappa per gufi! Sempre che non restituiscano la Firebolt a Harry…forse solo in
quel caso, preso dal giocattolino, riusciremmo ad arrivare ai dormitori con un
aspetto lievemente antropomorfe…” si corresse Angelina pensierosa.
“ …alé…evvai con l’ottimismo ragazza!” la canzonò sarcasticamente la
Spinnet…
“Ma è vero!!!” si giustificò la mora alzando le mani in segno di resa.
“Vabbè, lasciamo perdere…comunque Kat, cerca di non rimandare le
confessioni, altrimenti ti sentirai sempre peggio…” la ammonì la biondina.
“Si, appena riesco a trovarlo cerco di parlargli…cervello permettendo!
Credo che averlo davanti avrà, su di me, lo stesso effetto di una pozione
tartagliante…” disse sorridendo
ironicamente.
“Non ne dubito…ma vi prego, andiamo a dormire! Sei ore di allenamento
con Baston sono peggio di un corpo a corpo contro un troll!…YAAAWN” le pregò
Angelina sbadigliando e stropicciandosi gli occhi assonnata.
“Ehm…Angelina…non per essere rompiscatole, ma ti prego, togliti quel
coso di dosso, altrimenti mi sembra di dormire in una casa di
appuntamento!!!” concluse Alicia
sospirando rassegnata.
Dopo poco (giusto il cambio di mise di Angelina), le ragazze si
tuffarono sotto le calde coperte scarlatte e spensero le luci rimanenti.
Nel suo letto, sotto quelle spesse coperte, protetta dalle pesanti
tende vermiglie, Katie non riusciva a dormire, fissava il baldacchino con
sguardo spento, immersa nei suoi pensieri…
…per tutte le pluffe, oggi ho rischiato l’infarto almeno due volte in
dieci minuti…qualcuno lassù mi vuole un mondo di bene…certo che se lo hanno
capito quelle due matte che adesso ronfano beate, perché non ci arriva anche
lui?
Non sono brava con le parole…se non si tratta di quidditch. Sembra che
mi sia arrivato un bolide in faccia ogni volta che gli parlo, divento rosso
pluffa!
Oltretutto quando dovrei parlargli? Non andiamo in classe insieme, ha
orari totalmente differenti da quelli che ho io…l’ unico momento che stiamo
insieme è agli allenamenti e in sala comune…eviterei quando si va in Sala
Grande, a meno che il mio cervellino fuso, non abbia sviluppato istinti suicidi
durante gli ultimi tempi…
Quanto mi piacerebbe sapere che diamine sta facendo adesso quel
tipo…magari sta dormendo, conoscendolo starà sognando di vincere Coppa del
Quidditch…è il suo sogno più grande…e lo sappiamo bene, per questo diamo sempre
il massimo…per questo do sempre il massimo.
Io voglio realizzare quel sogno...il suo sogno!
Peccato che a lui non interessi realizzare il mio…
Una liquida perla di pura tristezza e dolore, cadde sul candido
cuscino, bagnandolo. Ricacciò indietro quella tristezza che la lacerava nel
profondo…non doveva piangere prima di aver tentato.
Chissà come sarebbe stare insieme…sarebbe fantastico potersi specchiare
in quegli occhi…erano così tristi dopo la sconfitta dei Tassorosso, così severi
durante gli allenamenti, e così vivi, carichi di grinta quando gioca una
qualsiasi partita. Sono quegli occhi che mi spronano a dare il massimo in
campo, sempre! E’ per quel sorriso di gratitudine dopo ogni vittoria, che sono
diventata la cacciatrice che sono…quel sorriso…vorrei poterlo vedere sempre,
solo per me, per me…
…poter catturare quelle labbra senza aver paura di essere allontanata…è
questo il mio sogno più grande…
Senza nemmeno rendersene conto stava pian piano scivolando fra le
braccia di Morfeo. Una semplice frase comparve nella mente della ragazza prima
di cadere in un sonno profondo…
…chissà che sapore hanno le sue labbra…
Continua…