“La paura di morire, il sollievo della morte”
Cosa
resta di noi,
quando ce ne andiamo?
Un cumulo di
cenere, qualche osso mangiato dai vermi. Alcune margherite.
Dolore.
Il dolore dei
nostri familiari, il dolore dei nostri figli.
Il dolore di Robi.
No, di Rosa Alba.
La discendente di Re Arduin.
La profezia si è
compiuta infine.
L'ultimo Elfo,
l'ultimo Drago.
I due fratelli,
morti entrambi.
Per gli altri.
Sono
ancora a
terra.
Non ho
voluto
deviare l'ultima freccia, non ho voluto fermare il mio cuore prima
del tempo.
Ho atteso che il
dolore forte, atroce, bruciante, fermasse da solo i miei battiti.
Ho deciso di non
chiudere gli occhi, ma di piantarli in quelli di mia figlia, la Mezzo
Elfo.
Erbrow.
E, all'improvviso,
li sento.
Mentre il sangue
sgorga dalle mie ferite, mentre le lacrime scivolano dai miei occhi,
sento per la prima ed ultima volta il loro battito.
Sono due.
Sono vivi.
E io non li vedrò
nascere, crescere, affrontare i primi passi.
Le prime parole.
Non leggerò le
loro emozioni, non vedrò dentro di loro.
Una vena di
rimpianto, proprio mentre il mio cuore batte un'ultima volta.
Potevo deviarla quella freccia.
La
morte.
Niente
di così
orrendo, di così pauroso.
E' come quando si
va a dormire, sapete?
Chiudi gli occhi,
ed intorno a te c'è silenzio.
Tanto silenzio.
L'unica differenza,
è la consapevolezza che non si apriranno mai più
gli occhi.
Però i ricordi
restano, tutti.
Si possono guardare
quelli invece del mondo.
Non è la stessa
cosa, ma è meglio del buio assoluto.
E' rassicurante
però, questo buio.
Non è brutto e non
è bello, non è freddo e non è caldo,
non è niente e non è tutto.
E' un posto dove
stare... magari in attesa.
Di chi,
di cosa,
non si sa.
Si resta qui, nella
speranza che qualcuno venga.
Perché qualcuno
verrà.
E' stato scritto,
ma non so dove.
Qualcuno verrà.
Un
bagliore verde e
dorato, di complicati disegni intrecciati, e quel qualcuno arriva.
E' mio fratello.
Erbrow.
Il drago.
L'Ultimo Drago.
<< Insomma,
che cosa stai facendo lì steso a terra? >>
E' un sogno, ovvio.
Un ricordo.
<< Sono
morto. >>
Volto la testa
verso di lui, e lo vedo sorridere.
<< Non sei
morto. Come neanch'io lo sono. Lo saremo solo quando nessuno si
ricorderà di noi. Vieni qui fratello. >>
Facendo attenzione,
mi carica sulla sua schiena.
Un battito di ali,
una corsa di pochi passi.
E poi...
Il profumo del
mare, la brezza che soffia nei capelli.
Perché questa
è la realtà,
questo significa morire.
Non venir
dimenticati.