Poteva pensarci
domani
Sirius non aveva ancora
aperto la lettera.
Poteva pensarci domani.
Il vento soffiava e una foglia rotolava,
come se stesse rincorrendo i granelli polverosi del selciato, e tanto bastava.
Non voleva altro che il silenzio intorno a
sé , il traffico lo aveva dentro.
Tutto il resto non contava, poteva pensarci
domani.
Cosa ci sarebbe stato a partire da domani?
Il vento avrebbe continuato a soffiare e la
foglia avrebbe seguitato a rotolare e il traffico, il traffico ci sarebbe
stato.
Ci sarebbe sempre stato il rombo di una moto
volante, nelle sue orecchie ormai sorde e nei suoi pensieri inespressi.
Ma ora non importava, poteva pensarci
domani.
La foglia raggiunse i suoi piedi e si
bloccò.
Lui la raccolse e la tenne nel palmo aperto.
Quale forza ultraterrena poteva rendere un
corpo, un tempo traboccante di vita, così vuoto? Marmoreo?
Occhi vuoti, vitrei: vetro su marmo.
Grida di gioia urlate al vento, erano amore,
erano tutto.
Grida disperate urlate e mute, ecco cosa
sono ora: sofferenza.
Amore e sofferenza possono essere amanti?
Forse in lui si, ma non importava adesso.
Poteva pensarci domani.
Note
conclusive: Allora
che dire della storia? Prima di tutto che si tratta di una flash-fiction un po'
cortina incentrata sulle sensazioni di Sirius in un
momento particolare della sua vita: la scoperta della morte di James e Lily.
Ci tengo a precisare che le sensazioni sono
riferite all'attimo preciso in cui ha appreso la notizia e per questo l'ho
immaginato in uno stato catatonico che però non lo dispensa dal desiderio di
vendetta, che sta per nascere in lui. Spero di essermi spiegata, anche se non
credo di esserci riuscita molto bene!