These
are the days.
These are days
you’ll remember
Never before and never since, I promise
will
the whole world be warm as this.
Il sole si arrampicava
intorpidito lungo le persiane quel particolare mattino di giugno.
Il silenzio regnava
sovrano all’interno della Villa, vegliando sul sonno dei suoi abitanti con
premura.
Tutto era calmo fra le
varie stanzette in penombra, così come ogni domenica.
Ma quella beata quiete non sarebbe durata ancora a
lungo.
E la causa del
cambiamento fu un bimbetto dai capelli rosso fuoco e simpatiche lentiggini
spruzzate sul nasino .
“Svegliaaaaaaaaaaa!”
una vocina squillante di bambino perforò i corridoi raggiungendo le
innumerevoli camere della Villa, inseguita dall’echeggiare di passetti
minuscoli e veloci.
Quel bambino era Zachary James Jonas. E
la particolare domenica in cui ha inizio il nostro racconto era il giorno del
suo terzo compleanno. Buffo come il tempo trascorra in fretta, non vi pare?
“Vacci piano Zack!” una
voce limpida e canzonatoria rincorse il bambino per i corridoi accompagnata dal
proprietario: un bel giovanotto dall’aria sveglia e un sorrisetto sghembo
dipinto in viso si avvicinò al piccoletto e se lo depositò sulle spalle.
“Andiamo a svegliare
gli zii papà?” Zachary tirò fuori la lingua con fare birichino
e giocherellò con un ricciolo del padre.
Frankie sorrise e lo
afferrò saldamente per le gambe.
“A tutta birra!”
esclamò riprendendo a correre, mentre man mano che attraversavano i corridoi, piccole
voci, risatine e sussurri si estendevano di camera in camera.
Giunsero a una delle
porte in noce e bussarono prima di spalancare la porta e rivelare una camera
semi-illuminata da un sole appena filtrato dalle persiane.
“Svegliaaaaaa!”
Zack si fiondò sul
lettone matrimoniale che occupava gran parte della stanza aggrappandosi ad una delle due figure comodamente accoccolata sotto le
coperte.
“Uhm…”
una donna bionda emerse dal giaciglio di lenzuola senza riuscire a trattenere
uno sbadiglio.
“Buongiorno zia!”
Zachary si precipitò a trascinarle via le coperte dal corpo, saltandole in
braccio con energia.
“è il mio compleanno è
il mio compleanno!”
Haley osservò con espressione disorientata il nipotino
che si stava preparando ad un secondo attacco: questa
volta ai danni del pover’uomo che le dormiva a fianco.
“Auguri scimmietta.”
Biascicò osservando con divertimento il bambino arrampicarsi sulle ginocchia di
un addormentato Joseph Adam e dare inizio ad una portentosa battaglia di solletico.
“E buongiorno anche a
te Scimmietta cresciuta!” aggiunse riconoscendo Frankie appoggiato con
espressione malandrina allo stipite della porta.
“Buondì
cognata!” esordì il giovane scrollandosi un ricciolo dalla fronte con
fare distratto: era davvero bello quel giovanotto.
“Mmmm
Zack lasciami dormire…”
Il povero Joseph tentò
invano di scrollarsi di dosso il nipotino seppellendo la testa sotto il cuscino:
Zachary gli stuzzicò la schiena offeso.
“Ma
zio è il mio compleanno!”
Joe annuì da sotto il
cuscino.
“Buon compleanno
piccolo.”
“Alzati
zio!”
“Tesoro perché non vai
a svegliare lo zio Nick?”
Tentò di convincerlo
ancora l’uomo sprofondando sotto le coperte.
Il bambino aggrottò le
sopracciglia valutando fra sé la proposta dello zio.
“Va bene!”
Approvò allegramente
saltando giù dal letto e prendendo a correre lungo i corridoi della Villa per
raggiungere l’ala opposta.
And
as you feel it, you'll know
it's true that you are blessed and lucky.
Si scontrò a metà
strada con un ragazzino dai capelli corvini e lo sguardo vispo: Alexander
“Xander” Jonas.
“Che ci fai tu qui?”
domandò con aria sospetta grattandosi la testolina mora.
Zachary sorrise e
riprese a correre.
“Vado a svegliare gli
zii: è il mio compleanno!” esclamò con espressione furbetta abbandonando il
cugino nel corridoio.
“Auguri Zack!” gli urlò
dietro il moretto incamminandosi in direzione della cucina.
“’Giorno Xander!”
Due ragazzi provenivano
dal lato opposto del corridoio.
“Ho sentito Zack. Ci sono anche gli zii e Lizzie?”
domandò quello che sembrava il più grande dei due. Aveva capelli biondi
arruffati e occhi nocciola dal taglio particolare, leggermente a mandorla.
Gli stessi di
Alexander. Gli stessi del padre.
“Non lo so bro,credo di sì.”
“Beh Zack non può mica
essere venuto da solo, no?” domandò l’altro ragazzo, un giovanotto sui tredici
anni con lo sguardo serio e un meraviglioso visetto incorniciato di riccioli
castani.
“Direi
di no Aaron.” Commentò il maggiore con un sorriso vispo.
“Eccolo che torna il
nostro ometto.”
Aggiunse indicando il
piccolo Zachary saltellare per il corridoio, inseguito a breve distanza da due
figure assonnate.
L’uomo, perché di un
uomo e una donna si trattavano, aveva un capo di
capelli morbidi e ricci e occhioni da cerbiatto tempestati di sprazzi lucenti.
Che era il padre di
Aaron si sarebbe potuto intuire a chilometri di distanza.
Perché Aaron ricordava
Nicholas, almeno quanto Alexander ricordava Joe.
E Xander era la
fotocopia di Joseph.
La donna aveva
lineamenti quasi aguzzi, ma gentili e lunghi capelli
castani che le ricadevano sulle spalle.
“Lo zio Nick e la zia Autumn sono svegli!” esclamò il piccolo Zack agganciandosi
alla mano della zia che gli scompigliò i capelli con un sorriso divertito.
“L’avevamo notato.”
Esclamò Xander roteando gli occhi. Il fratello gli tirò un coppino sulla nuca.
“Ahy
Angel!Fa male!” il ragazzino si lamentò offeso.
Il giovane chiamato
Angel gli sorrise malandrino.
“L’avevamo notato!” lo
rimbeccò con un sorrisetto divertito.
L’intera comitiva
scoppiò a ridere di gusto.
“Che cos’è una riunione
di famiglia?”
Tre ragazzine si intrufolarono nel corridoio con espressione ben più
sveglia rispetto ai volti impastati di sonno dei presenti.
Dovevano avere più o meno la stessa età, undici o dodici anni al massimo, ma
due erano decisamente simili l’una all’altra, mentre la terza non avrebbe
potuto essere più diversa.
Destiny ed Abby
erano due bambine dal visetto grazioso incorniciato da una cascata di capelli
castani. Gli occhi erano scuri,stesso taglio di quelli
della madre alla quale somigliavano parecchio. La similarità innegabile tra le
bimbe, non era una pura coincidenza, dato che Abby e Destiny erano gemelle. Ma alcuni tratti del viso non coincidevano e le due sorelle
trovavano sempre il modo di distinguersi l’una dell’altra, perciò, almeno in
famiglia, era impossibile confonderle.
C’era però una cosa,
una cosa che le due piccole avevano in comune con la terza bambina: uno sguardo
vispo e birichino che in famiglia non aveva eguali.
Chiara Haley Jonas era a tutti gli effetti un peperino di bambina, così come le cuginette e non
perdeva occasione mai per dimostrarlo.
Chiara era l’unico
membro di quella casa (eccetto sua madre) a non avere ereditato i tipici occhi
scuri di casa Jonas. I suoi erano profondi e del
color del cielo, chiari come i capelli che le ricadevano sbarazzini sulle
spalle sottoforma di simpatici codini.
Chiara di nome e di
fatto.
“Buongiorno ragazze!” esclamò
Angel scompigliando la testolina bionda della sorellina.
“Fatto una bella
dormita?” domandò loro Nicholas posando un bacio sulla fronte di ciascuna bimba
sorridendo dolcemente.
“Grandiosa
grazie.” Risposero all’unisono Abby, Destiny e Chiara.
Un altro lato curioso
di quelle tre cuginette: forse era il fatto che
avevano solo quindici giorni di differenza, forse era perché avevano sempre
vissuto assieme fin dai primi attimi di vita, ma l’intesa fra di loro era
eccezionale. Quasi fossero tre gemelle.
“Che ne dite se la riunione
di famiglia la spostiamo in cucina?Ho una fame…”
commentò Alexander massaggiandosi lo stomaco.
Aaron circondò le
spalle del cugino con un braccio.
“Per una volta sono
d’accordo con il piccolo!” commentò sorridendo apertamente.
Xander lo fulminò con
lo sguardo.
“Non sono piccolo!” si
lamentò sgusciando via dalla presa di Aaron e dirigendosi imbronciato in cucina:
essere il piccolo di casa non è sempre una cosa positiva.
Ed Alexander, con i suoi nove anni, si era guadagnato
questa posizione in famiglia, poiché prima di lui lo precedevano Chiara e
Angel, così come Destiny, Abby
e Aaron.
It's true that
you are touched by something
that will grow and bloom in you.
La famiglia di Nick e
la famiglia di Joe vivevano unite in quella Villa sin
dal matrimonio del terzogenito con Autumn.
Quattro genitori e sei
bambini (senza dimenticare i cinque cani), rendevano le mattinate in casa Jonas incredibilmente movimentate,
ma per lo meno non c’era mai tempo di annoiarsi.
Erano un’unica grande
famiglia.
D’altronde che
cos’altro poteva uscire fuori dall’unione di due
fratelli con due cugine che avevano condiviso l’avventura più grande della loro
vita?
Erano fratelli,erano amici. Erano legati da qualcosa di ben più forte che il sangue.
Forse era musica,
quella magia che sprizzava leggiadra in ogni angolo della casa.
Qualunque cosa fosse, i Jonas ne erano grati.
Perché aveva concesso loro il miracolo più delicato e dolce che una
persona possa ricevere: il miracolo della famiglia.
“Tutti in cucina!”
Zachary guidò la comitiva saltellando allegramente mano nella mano con la zia Vale.
“Siete già tutti in
piedi?”
Haley e Joseph erano già seduti a tavola, quest’ultimo
con lo sguardo pesto di sonno ed i capelli arruffati.
Appoggiato alla
credenza, Frankie osservò la sua famiglia irrompere in cucina con la vivacità
tipica dei Jonas.
“è il compleanno di
Zack: come potevamo dormire?”
Domandò Nick prendendo posto accanto alla cognata e sorridendo
allegramente non riuscendo tuttavia a trattenere uno sbadiglio.
“Specialmente se una
piccola peste dai capelli rossi ti salta sul letto con così tanta energia!”
Aggiunse tentando di
afferrare Zack che gli sfuggì prendendo a scorrazzare per la
cucina divertito.
Dall’altro lato del
tavolo, Joseph sorrise orgoglioso.
“Bel lavoro
piccolino!Dammi il cinque!” il bimbo eseguì lasciando trasparire un sorrisetto birichino, la lingua di fuori divertito.
“Zio dove sono Lizzie e la zia Daphne?” domandò Destiny versandosi nella tazza una generosa porzione di
cereali e passando la scatola a Chiara.
Frankie lanciò
un’occhiata distratta all’orologio mentre il figlioletto gli saltava in braccio
con assai scarsa delicatezza.
“Uhm a quest’ora dovrebbero
essere…”
DRIN!
Il trillo del campanello
risuonò dall’ingresso rimbalzando per i corridoi e raggiungendo le orecchie
della famiglia allargata.
“…Arrivati.”
Terminò la frase
Frankie sorridendo divertito al tempismo della sua frase.
“Vado io!” Xander balzò
giù dallo sgabello e si precipitò alla porta inseguito a breve distanza da
Zachary.
Ma i nuovi arrivati non erano, come aveva immaginato
Frankie, i restanti membri del suo nucleo familiare.
“Buongiorno famiglia!”
un uomo sulla quarantina dallo sguardo gentile e lineamenti affascinanti fece
ingresso in cucina tenendo per mano una ragazzina dallo sguardo di cerbiatto e
lunghi capelli castano chiaro che le raggiungevano la
vita.
“Zio Kevin!” Abby e Destiny corsero ad
abbracciare lo zio, mentre la bimba dai capelli lunghi, si arrampicò sulle
ginocchia di Angel per farsi coccolare.
“Buongiorno a te
Isabelle!”
La salutò il ragazzo
depositandole un bacio sulla testolina mentre la bimba sorrideva e si fiondava
sulle ginocchia di un secondo cugino, Aaron questa volta.
“Avete incominciato
senza di noi?”
Due ragazze fecero
ingresso nella stanza seguite da Alexander e da una donna che doveva essere loro madre.
Emily e Vivian avevano
diciassette anni ed erano gemelle, ma erano probabilmente le sorelle meno
somiglianti sulla faccia della terra.
Emily aveva i capelli raccolti
in graziosi boccoli scuri, un viso a forma di cuore e uno stile creativo e sofisticato.
I lineamenti di Vivian,
al contrario erano esili e sottili e i lunghi capelli castano
chiaro con qualche venatura di rosso erano lisci come l’olio.
L’unica cosa perfettamente
identica in entrambe le gemelle erano gli occhi: di uno splendido colore
indeterminato tra il nocciola ed il verde, lo stesso
taglio di quelli del padre.
“Certo che no. Come potremo mai in cominciare
senza le donne Jonas?” dichiarò Joe con espressione
seria baciando le sue nipoti maggiori sulla guancia.
Dall’altro lato del
tavolo, Abby e Destiny
incrociarono le braccia sul petto offese, mentre
Chiara gli saltava in grembo con espressione imbronciata.
“E noi chi siamo le
vicine di casa?” domandò fulminandolo con gli splendidi occhi color cielo in
una maniera che fece sciogliere il padre, già di per sé profondamente
innamorato della sua piccola.
“Ma voi siete
bimbe, le mie bimbe. Io non
permetterò mai che cresciate, fatevene una ragione.”
Esclamò avvolgendo Chiara in un abbraccio.
“Venite qui anche voi due. Lo zio Joey
vuole un abbraccio di gruppo!”
Detto fatto. Le
gemelle, che avevano una sorta di trasporto speciale per il fratello maggiore
del loro papà, si precipitarono a stringere zio e cugina con espressione
malandrina.
“Uno
due tre quattro…” Aaron tentava di contare i cugini
con aria pensierosa.
“Siamo nove. Dieci con
Zachary. Manca solo più Lizzie.”
“Fossimo uno in più potremmo essere la scatenata dozzina…”
commentò Kevin ironico cingendo con un braccio le spalle della moglie Danielle.
“E allora dovremmo
proprio chiamare la neuro…” mormorò Autumn
in tono di voce rassegnato inseguendo con lo sguardo Isabelle e Alexander
lanciarsi pallottole di pongo che erano riusciti a tirare fuori da chissà dove.
“Ehy
voi due, basta così!” li ammonì inarcandoleggermente
un sopracciglio, sovrastando le voci di Abby,Chiara e Destiny che avevano
preso ad intonare una canzoncina buffa scoperta a scuola.
These are days
you'll remember.
When May is
rushing over you
with desire to be part of the miracles you see in every
hour.
“Guardate chi c’è?”
Zachary rientrò in cucina saltellando allegramente mentre due signori anziani
lo seguivano a breve distanza rincorrendo con lo sguardo i movimenti vispi di
quel terremoto del nipote.
“Siamo in ritardo?”
Denise era rimasta
bellissima: anche con qualche principio di capello bianco.
E in quanto a Paul
Kevin Senior… Beh possiamo dire che il simpatico
pancione non l’avrebbe mai abbandonato.
“Tu sei
puntualissima mamma. Tutti gli
altri erano in anticipo.” Commentò Nicholas con un sorriso sghembo recuperando
Zachary e facendogli il solletico sul pancino.
“Ciao nonnini!”
Isabelle si piazzò di fronte ai due coniugi con le manine sui fianchi ed un sorrisone che avrebbe fatto sciogliere i ghiacci dei
poli.
“Ciao bambolina mia!”
Paul Kevin si chinò a coccolare la nipotina mentre il campanello squillava per
l’ennesima volta reclamando la loro attenzione.
“Vado io!” ripeté
Alexander che ormai aveva preso il suo compito molto sul serio precipitandosi
nell’ingresso.
“Mi stavo chiedendo…” Joe intervenne lanciando un’occhiata di sbieco
a Frankie.
“Com’è che tutti qui
hanno educatamente suonato il campanello tranne te?”
Frankie fece spallucce
mentre una vocina squillante di bimba li raggiungeva dall’ingresso.
“Sbaglio o le chiavi
sono state fatte per essere utilizzate?”
“Frankie ha ragione
amore.” Commentò Haley concordando con il cognato
mentre il marito sbuffava per nulla convinto.
“Potrà anche avere
ragione, ma io ho undici anni più di lui e quindi la mia ragione è undici volte
più valida della sua.”
La discussione venne interrotta dall’irruzione di una bimbetta sorridente
all’interno della cucina.
“Ciao ciao ciao!”
Elizabeth “Lizzie” Jonas spalancò le braccia
e sorrise mettendo in evidenza un dentino mancante
proprio fra gli incisivi.
Lizzie era una bambina dall’aria vivace e sbarazzina, nonché il sorriso più adorabile tra i membri della famiglia.
I boccoli
castano ramati le ricadevano
morbidi sulle spalle e gli occhioni scuri da cerbiatto erano tempestati di
sprazzi luccicanti che la rendevano ancor più simile ad una bambolina.
Lizzie era un vulcano di coccolosità
e vivacità. Un perfetto mix dei suoi genitori.
Daphne, sua madre,aveva i capelli
rossi come Zachary e occhi tra il grigio ed il celeste, anch’essi ereditati dal
figlio più piccolo.
“Scusate il ritardo, la
macchina non partiva più.”
Spiegò la donna
lanciando un’occhiata di sbieco al marito e baciando sulle guancie i suoceri.
Frankie si grattò il
capo con aria colpevole.
“Eh già il meccanico, mel’ero dimenticato.”
Daphne lo fissò truce.
“Già eri troppo
impegnato a rilasciare qualche intervista per svolgere le mansioni di un
normale marito.” Lo rimbeccò dandogli uno scappellotto sulla nuca.
I bambini risero.
“Ci siamo passate tutte Daphne.”
Tentò di rincuorarla Danielle
mentre Frankie fingeva di ripararsi dietro Elizabeth.
Daphne sospirò.
“è il lato negativo
dell’aver sposato delle sottospecie di idoli
preadolescenziali”.
“Nonché
uomini sexy e affascinanti, di talento, e soprattutto…
Modesti!” cantilenò Joseph esordendo in un sorriso malandrino.
“Uhm..
Specie l’ultimo punto eh?” lo rimbeccò la
moglie prendendo in braccio Zachary che
reclamava attenzioni.
Joe ammiccò.
“Oh l’ultimo è il
nostro punto forte!”
“Ok gente, gente un attimo di silenzio
prego!”
Abby si schiarì la voce e si arrampicò sul tavolo sotto
lo sguardo inorridito della madre.
“Scendi subito di lì peste!” la richiamò Autumn con aria furibonda.
Ma la bambina le fece cenno di attendere
e si schiarì la voce, mentre Destiny ed Abby prendevano posto agli
angoli del tavolo comodamente sedute.
You are blessed
and lucky.
It's true that
you are touched by something
that will grow and bloom in you.
“Signori e signore!”
incominciò Abby fingendo di reggere in mano un
microfono.
I presenti ammutolirono.
“è con mio sommio piacere…”
“Sommo!” la corresse Chiara in un bisbiglio
mentre il gruppetto sorrideva fra sé.
Abby
le diede l’ok con il dito.
“è con mio sommo piacere che
accompagnata dalle mie sorelle, Destiny e Chiara, ho
intenzione di porgere i miei omaggi al signor Zachary James Jonas
per il suo assai rinomato terzo compleanno!”
Ci furono un
paio di applausi.
Zachary esultò sollevando le manine per
aria mentre le tre ragazzine balzavano giù dal tavolo.
“Siete pronti?”
Le tre “gemelle” esclamarono in una sol voce ottenendo una risposta dal corridoio. Gli
adulti si lanciarono un’occhiata incuriositi.
“Siamo pronti!” la piccola Isabelle fece
ingresso in cucina reggendo una chitarra dalle piccole dimensioni.
Aaron, Angel e Alexander le furono
dietro brandendo ognuno uno strumento.
“1..2…1,2,3,4!”
Abby strillò con entusiasmo
Ben presto l’aria si riempì di melodia e
lo sguardo dei piccoli Jonas si fece più vispo colmo di quella magia che scorreva loro nelle vene fin da prima
della loro nascita: la musica.
These are the
days you might fill with laughter until you break.
These days you
might feel a shaft of light make its way across your face.
“Beh le cose non sono poi tanto cambiate
rispetto ai vecchi tempi?”
Paul Kevin senior cinse le spalle della
moglie con un braccio osservando i nipotini esibirsi con energia sotto lo
sguardo divertito di genitori e parenti.
Denise lanciò un’occhiata intenerita al
piccolo Zack che batteva le mani accoccolato sulle ginocchia della zia Haley.
“Beh per la musica in questa famiglia
suppongo non ci sarà mai fine.” Commentò con un sorriso dolce sfiorando con
tenerezza la guancia del marito con un bacio.
“Ma un nuovo inizio…” continuò Kevin
senior indicando i ragazzini con il capo:lo sguardo ricco di orgoglio.
“Quello ci può
stare.”
And when you do
you'll know how it was meant to be.
See the signs
and know their meaning.
It's true, you'll know how it was meant to be.
Perchè
quelli erano I giorni
I giorni migliori delle loro vite.
I giorni della famiglia.
I giorni dei Jonas.
Nota
dell’autrice.
Uhm… Buona sera, dunque!
Kevin & Danielle Jonas hanno tre figliole.
Le gemelle Emily e Vivian (17 anni)
Isabelle Denise (6 anni)
Joseph & Haley Jonas hanno tre figlioli:
Joseph Adam Junior "Angel" (15 anni)
Chiara Haley (11 anni)
Alexander "Xander" Ismael (9 anni)
Nicholas & Autumn Jonas hanno tre pargoli:
Aaron Christopher (13 anni)
Le gemelle Abby e Destiny Demetria (11 anni)
Frankie & Daphne Jonas hanno due piccolini:
Elizabeth "Lizzie" Lauren (5 anni)
Zachary "Zach" James (3 anni)
Vi starete chiedendo che cosa farvene di
questa favoletta qui.
Ecco, la verità è che io lo dovevo: a
Chiara, a Joseph, a Xander, a Junior e a Haley.
Tutti loro in origine erano parte di
questa vivace ed affettuosa famiglia. Ho preso in
prestito Chiara per fare da portavoce alle mie vicende, ma volevo assolutamente
mostrarvi, anche se in maniera un po’ frettolosa, data la moltitudine di
personaggi, il contesto da cui l’ho prelevata.
Ebbene sì. Chiara, i suoi cugini e i
suoi zii.
Questa lunga trafila era un tempo il prologo di una storia che aveva come protagonista
questa numerosa famiglia. Ma non penso che quella storia
emergerà mai su questo sito, perciò ho deciso di pubblicare comunque una sorta
di presentazione dei membri della famiglia Jonas. L’ho
detto e lo ripeto: lo dovevo ai personaggi di Daddy’s
little girl. Avevo bisogno di mostrarvi che ora
stanno tutti bene. E sono tutti felici.
Un abbraccio
Laura
P.S. Un ulteriore
assaggio e poi giuro che chiuderò definitivamente il capitolo Daddy’s little
girl (tolta You found me,
ovviamente). In questo video, potete
vedere alcuni membri della nuova generazione di piccoli Jonas:
in ordine, sono Aaron, Angel, Abby, Destiny, Chiara e Xander.