Per Caso o per
Sfortuna
Se
lo ricordava bene com’era iniziata quella storia.
Nell’ultimo
periodo forse
Era
logico che lei e Mizune avessero deciso di mettersi
in mezzo quando Medusa aveva iniziato a comportarsi in modo sospetto.
Insomma,
come streghe, rispetto a Medusa non erano un granché, ma era un loro
dovere difendere la comunità, no? Da una che fa il doppio gioco, si
porta in giro un umano dalla sessualità ambigua, ed è
intenzionata a risvegliare la più grande piaga che
l’umanità avesse mai conosciuto.
Chi
non l’avrebbe fatto? Chi quel giorno non le avrebbe sbarrato la strada
col bastone?
E
poi beh, quando lei e Mizune avevano escogitato un
piano per neutralizzare quella stronza, ah, in quel momento si era sentita
davvero potente. Lei e Mizune non potevano fare
niente contro quella là, in una situazione
normale, ma quello sì, che era un piano geniale. Peccato solo che non
avessero fatto i conti con quei maledetti serpenti!
Elka
sbuffò al solo pensiero. Maledetti, maledettissimi serpenti della
malora! Ecco cosa erano! Si passò la mano sul ventre, inorridita.
Chissà quanti ce n’erano ancora dentro al suo corpo.
Sbuffò
ancora. Ormai non ci pensava quasi più, ma quando aveva visto Mizune andare in pezzi era stata davvero convinta che anche
la sua vita sarebbe finita così. Da quella volta, purtroppo, si era
sentita allo stesso modo in un sacco di altre occasioni. La sua vita era
diventata un inferno, aveva dovuto liberare Free, rischiano la sua vita,
rischiando di essere esiliata, o ancor peggio uccisa dalla congrega delle
streghe, per un tale abominio, aveva dovuto affrontare le illusioni causate
dalla follia del Kishin… oddio, se pensava che quel coso
le aveva mangiato la faccia, le veniva da vomitare!
Beh,
poi sì, anche se Free aveva sfiancato Otama Jackson,
non si era rivelato una cattiva persona, ma il fatto che lui le stesse
simpatico non poteva aiutare in alcun modo a superare il ricordo di
quell’artigiano esaltato, coi capelli azzurri, che aveva rischiato di
tagliarla a metà con la sua cavolo di katana. E
non poteva neanche mitigare il senso di colpa dell’aver dovuto mentire
spudoratamente alle sorelle Mizune, si sentiva
così spregevole per averle ingannate…
E
poi finalmente Medusa era morta, si era fatta ammazzare da quel tipo rattoppato
ed era finalmente passata a miglior vita! Ah, e lei era libera! Libera di
gracidare nel bosco! Era stato il momento migliore della sua esistenza!
E
invece no!
Lo
avrebbe riconosciuto ovunque quel suo maledetto piede che la pestava sulla
guancia.
“Non
ti puoi guadagnare la libertà senza fare niente” aveva detto con
la vocina da bambina che si era ritrovata dopo la sua resurrezione. Quella maledetta vipera non moriva nemmeno se
l’ammazzavano, per la miseria!
Elka
sbuffò facendo smuovere un filo d’erba che cresceva poco distante
dalle sue labbra, mentre sentiva il contatto umido della terra sulla faccia.
Se
fosse tornata indietro, avrebbe fatto finta di non accorgersi di nulla, di
Medusa infiltrata e delle sue ruberie nelle stanze della Grande Vecchia Strega.
Non
era un caso o una sfortuna che fosse capitato a lei, una sorte del genere, ne
era abbastanza certa.
Era
dannatamente vero, che chi si fa i fatti suoi campa cent’anni. Lei al
massimo aveva cento serpenti nello stomaco.