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Autore: RedMarauder    26/01/2011    6 recensioni
siamo nella puntata 2x16, "codice rosso". E se le cose fossero andate diversamente? se Lisbon non avesse capito l'inganno di Jane? cosa si sarebbero detti se lei non si fosse accorta che non stavano realmente morendo?
piccola Jisbon notturna, spero vi piaccia!
un bacione:)
Giada
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUELLO CHE NON TI HO DETTO
 
 
 
Stiamo per morire.
Tutto quello che ho fatto nella mia vita sta per scomparire per sempre.
Agente speciale del CBI, capo della squadra. I tre fratelli che ho cresciuto. Gli amici che ho conosciuto. Sta per scomparire tutto in un vortice oscuro, senza ritorno.
E per cosa?
Per essermi svegliata stamattina e aver raggiunto il luogo di una scena del crimine. Una povera donna uccisa davanti ai nostri occhi da un virus letale.
E ora moriremo anche noi per quel virus. Ho iniziato la giornata come sempre, ma non la finirò come di consueto. Non la passerò stesa sul divano a guardare la tv, e a mangiare del buon gelato. Non telefonerò a mio fratello per la solita chiacchierata settimanale.
Cammino avanti e indietro davanti alla porta trasparente del laboratorio. Guardo il parcheggio e la foresta immersi nell’oscurità.
Jane è steso sul divanetto vicino al muro, in silenzio.
Ho pensato fosse uno dei suoi soliti fastidiosi trucchetti, ma mi ha giurato che non è così. Stiamo per morire davvero.
Afferro il telefono e faccio una telefonata a Cho, devo dirgli delle cose.
La sua voce, quando gli racconto l’accaduto, è bassa e lugubre. Vorrei tanto riabbracciarli.
Vorrei andare da Rigsby, Cho e Van Pelt e stringerli forte, dirgli che sono la mia famiglia, ma non posso. Loro vivranno e io morirò in questo lugubre laboratorio, incenerita dalle bombe.
Bella fine Lisbon! Davvero teatrale..
Guardo verso Jane. Lui è in silenzio, guarda il soffitto. Forse lui si sente meglio di me. Forse pensa alla possibilità di rivedere sua moglie e sua figlia.
Mi dispiace aver tirato in ballo la tomba di sua figlia prima, forse sono stata una grandissima stronza, ma volevo assicurarmi che non mi stesse mentendo.
Sospiro sedendomi di fianco a lui. Questi sono gli ultimi momenti che passeremo insieme.
Sorrido fra me: tutti questi anni a discutere e stuzzicarci, e ora guarda come siamo finiti.
Se non altro siamo insieme. È l’unico raggio di sole che riesce a passare attraverso le nuvole scure della mia mente in questo momento.
“Non senti il bisogno di chiamare nessuno, a parte Cho e Rigsby?” gli chiedo guardandolo con occhi tristi. Sento un profondo peso sul cuore.
“No” risponde lui tranquillo. Lo guardo ancora per qualche secondo, poi mi volto verso il pavimento.
“Se stessi per morire” riprende Jane, e io ritorno con lo sguardo su di lui “chiamerei te” mi confessa con un piccolo sorriso “ma tu sei qui, quindi non è ho bisogno!”
Lo fisso sbalordita “Me?” chiedo sorridendo. Sembrerà sadico e deprimente, ma la cosa mi fa piacere.
“Mhm” risponde lui sorridendo.
“E cosa mi diresti?” chiedo curiosa.
“Be..” esista per un momento “credo che ti ringrazierei per tutte le volte che mi hai salvato la vita e che mi hai protetto. E  ti ringrazierei per ogni momento passato insieme” mi dice sorridendo.
Gli sorrido dolcemente di rimando, senza dire niente. Sento un groppo in gola, e temo che fra poco scoppierò a piangere.
Resto in silenzio a pensare a Jane. Tutti questi anni passati insieme e non ho mai avuto il coraggio di ammettere che sono attratta da lui. Era inevitabile, sapevo che sarebbe successo. È bello, simpatico e irritante, ma più in senso positivo che negativo. A volte è insopportabile, ma è questo che lo rende diverso dagli altri.
Nel bene o nel male lui c’è, e ci sarà sempre per me. Cioè non in senso letterale visto che stiamo per morire.
Sorrido fra me: com’è facile scherzare, persino della mia morte, se si parla di Patrick Jane.
“Perché sorridi?” mi chiede.
Alzo le spalle “Pensavo a te” rispondo sinceramente.
Jane rimane sorpreso, forse più per il fatto che non si aspettava di ottenere una risposta tanto sincera e veloce.
Inutile mentire, è solo una perdita di tempo al momento.
“Pensavo al fatto che ci sei sempre stato per me, e che hai sempre tentato di proteggermi, quindi anche io ti devo ringraziare” gli confesso sorridendogli.
“è stato un piacere” risponde lui sincero con uno dei suoi soliti sorrisi.
Annuisco senza rispondere e mi alzo, incapace di stare ferma.  Ritorno davanti alla porta a vetri a guardare l’oscurità all’esterno.
Sento Jane alzarsi e, dal riflesso sul vetro, lo vedo avvicinarsi fino ad affiancarmi.
I nostri riflessi si specchiano contro il paesaggio buio al di là del vetro. Non posso credere che non rivedrò più il suo viso, i suoi occhi azzurri e il suo sorriso.
Sento un leggero tuffo al cuore a quel pensiero, come se ora contasse solo lui per me. Ma forse è così, e mi serviva un’esperienza del genere per capirlo.
“Cambieresti qualcosa se potessi tornare indietro, a ieri per esempio?” mi chiede curioso.
Sospiro “Credo che coccolerei di più il mio cane” rispondo sincera “e..” esito “non lo so, non mi viene in mente altro” rispondo evasiva.
Lo vedo sorridere dal riflesso del vetro.
“Tu cosa faresti?” chiedo incuriosita.
Non ottengo una risposta però. Cioè, mi correggo, la ottengo, ma non è il genere di risposta che mi aspettavo in questo momento.
Improvvisamente le  sue labbra sono sulle mie. Non mi sono nemmeno accorta del suo movimento, semplicemente mi sono ritrovata così.
Il cuore si ferma un secondo per poi riprendere a battere con un nuovo ritmo. Improvvisamente la paura di morire sparisce e resta solo quel briciolo di passione e desiderio che diventa sempre più grande e presente.
Stringo i lembi della sua giacca con le mani attirandolo a me. Ogni fibra del mio corpo grida per averne di più.
La mia lingua si intreccia alla sua e io riprendo vita da quel bacio, come se bastasse a cancellare tutto.
Riverso tutti i sentimenti che avevo nascosto infondo al cuore sulle sue labbra.
Questo bacio è tutto ciò che mi resta. Il cuore pulsa come se fosse impazzito, e capisco che quale è stato il mio errore: dovevo capirlo prima, dovevo capire prima cosa provavo per lui, perché ora, forse, le cose sarebbero diverse.
Ma questo bacio mi basta. Mi basta per capire che forse per lui sono molto più di quanto pensassi. Vorrei solo che fosse l’inizio e non la fine.
Mi stacco lentamente per riprendere fiato, ma rimaniamo con le labbra vicine, sospese a pochi millimetri, pronte a riprendersi.
“Teresa?” mi chiama piano.
“Si?” sussurro sulle sue labbra, ancora ad occhi chiusi.
“Non stiamo per morire” confessa un po’ divertito.
Improvvisamente mi stacco da lui come se avessi preso la scossa, e mi ritrovo ad almeno mezzo metro di distanza.
Ogni facoltà che avevo è andata persa: udito, vista, parola, ragionamento, autocontrollo.
Cerco di respirare e provo a parlare, ma è un’impresa più dura del previsto.
“Cosa?” chiedo, sentendo io stessa nella mia voce una leggera nota di istinto omicida.
“Era una montatura” confessa, ora visibilmente preoccupato “per beccare il colpevole. Ho sostituito l’etichetta delle fiale. È una buona notizia no? Siamo tutti sani e  salvi, e io e te ci siamo finalmente..be siamo tutti salvi!” conclude imbarazzato.
Sento nascere un calore tipico della rabbia più nera, che sta percorrendo ogni singola vena del mio corpo, impallando cuore e cervello.
“Figlio di puttana..” comincio la mia sfuriata avanzando con il pugno pronto a colpire, ma Jane scatta rapido all’indietro.
“Aspetta, aspetta!” cerca di fermarmi.
Mi blocco, concedendogli 10 secondi di vantaggio.
“Il colpevole tenterà di scappare dal canale di scolo, ne sono sicuro, dobbiamo solo attendere!” mi spiega cercando di convincermi.
9, 8, 7, conto mentalmente.
“Fra poco sbucherà qualcuno da quell’angolo e annuncerà che qualcuno è scappato, ne sono sicuro!” dice spostando rapidamente lo sguardo da me al corridoio.
6,5,4, sento già aria di cazzotto.
“Pazienza Lisbon, arriverà ne sono sicuro!” esclama convinto.
3,2,1..tempo scaduto!
Veloce tanto quanto l’impulso dei miei nervi al cervello, il mio pugno destro colpisce il suo naso con un suono secco.
Jane si copre subito il naso dolorante “Mi hai dato un pugno!” si lamenta, parlando dietro le sue mani.
“Tu sei soltanto un fottutissimo..”
“Agente Lisbon!” vengo interrotta dal collaboratore.
“Si?” chiedo. Alla fine è apparso qualcuno, ma non mi pento del pugno!
“qualcuno è scappato!” mi dice ansimando.
“Te l’avevo detto!” risponde Jane massaggiandosi il naso.
“Tu sta zitto!” lo zittisco subito.
Ora devo spiegare a tutti la verità. È la volta buona che vengo licenziata!
 
Ore dopo, al CBI, abbiamo il colpevole ammanettato e pronto per la galera.
Mi siedo sul mio divano con la testa fra le mani e gli occhi chiusi, ancora scossa dalla paura che ho provato in quel dannato laboratorio.
“Ammettilo ti senti più viva ora!” sento la sua voce arrivare dalla porta del mio ufficio.
“Vattene!” gli rispondo senza aprire gli occhi.
Ovviamente lui non mi ascolta. Sento dei passi avanzare e la porta chiudersi.
Sollevo lo sguardo e apro gli occhi fissandolo. Ha il naso leggermente arrossato, ma non molto gonfio.
“Speravo di averti fatto più male!” commento alzandomi e incrociando le braccia.
“A tua disposizione per un secondo tentativo, ma prima vorrei dirti una cosa!” mi dice sorridendo.
Faccio cenno con la mano di parlare.
“Lo so, sono stato un vero bastardo, ma..” esita “be, se te l’avessi detto subito avrei perso l’occasione di capire quanto tenessi a me. So che detesti quando faccio così, ma guarda il lato positivo: se non ti avessi costretto in quella situazione ora non ti sentiresti così viva e rilassata, e sicuramente non sarebbe successo niente fra noi!” conclude con un sorriso allegro.
Lo fisso allibita “Stai dicendo che devo pure ringraziarti?” chiedo, sentendo la rabbia rimontare a velocità inaudita.
“Be, ringraziarmi no, ma concedermi il perdono sarebbe bello!” mi sorride.
Sospiro chiudendo gli occhi per ritrovare uno stato di tranquillità in cui non voglio ucciderlo.
E come era successo poche ore prima, rapidamente, nel tempo di un respiro, sento le sue labbra sulle mie.
Come prima ogni sentimento estraneo sparisce dalla mia mente, lasciandomi sola con la sua bocca, e con il cuore a mille.
Senza resistere all’impulso lo stringo a me, approfondendo il bacio.
Cerco di risvegliarmi, ma non ci riesco. Tutto ciò che mi circonda non esiste più per me.
Mi allontano di qualche millimetro dalle sue labbra
“Ti ho dato forse il permesso di baciarmi?” chiedo con un mezzo sorrido, mentre lui tenta di riprendermi le labbra.
“Se vuoi smetto subito” mi propone con un sorriso sornione.
Ritorno sulle sue labbra senza rispondere, dando vita a un bacio ancora più passionale.
“Sei ancora arrabbiata con me?” sussurra sulle mie labbra, continuando a baciarmi.
“Può darsi” rispondo sussurrando, prima di riprendere il bacio.
“Mi farò perdonare!” esclama sorridendomi, e stringendomi fra le sue braccia.
Sorrido tornando a baciarlo, stavolta in modo lento e molto dolce.
Mi stringo ancora di più al suo corpo, desiderando solo la sua presenza.
Mi lascio cullare dal suo bacio, mentre il mio cuore trema per quel nuovo sentimento che sta nascendo.
Improvvisamente la vita mi sembra più bella, e forse dovrò ammettere che aveva ragione lui.
E anche questa volta mi toccherà perdonarlo!
 
 
 
Dice l’autrice:
buona sera donzelle, anzi buona notte vista l’ora!
Stavo riguardando quell’episodio, per l’appunto il 2x16, e mi è venuta l’ispirazione: cosa avrebbe detto Jane se Lisbon non avesse capito che si trattava di un trucco?
E così è partita la shot! Scritta a questa solenne ora (quando la pazzia chiama io rispondo sempre!), infatti forse non mi è riuscita alla grande, ma non potevo aspettare!
Spero comunque che vi sia piaciuta!!
attendo i vostri commenti!!
Sogni (Jane) d’oro  a tutte : )
Un bacioneee!!
Giada!
 
Ps: la prima parte della conversazione e altre parti qui e là sono originali del TF, il resto è scritto da me! Il fatto che lei parla del cane ha un significato: nella puntata “Rosso per la vergogna” si vede la scrivania di Lisbon guardata dal suo campo visivo e si vedono delle fotografie di un cane che però non viene mai citato: ho pensato di inserirlo!
  
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