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Autore: Mendori    26/12/2005    6 recensioni
Si è avvicinata a me, allora, sfiorandomi la mano con le piccole dita.
Ha alzato lo sguardo verso il mio volto come per guardare il cielo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Specchi di Stelle

*
 

I nostri passi risuonano pesanti, nel silenzio sacro della foresta.
Al nostro passaggio, gruppi di Trifogli intenti a guardare le stelle, si voltano verso di noi, silenziosi e vigili. Bambini curiosi, tendono piano i fragili steli nel tentativo di scorgerci, indistinte ombre tra i tronchi d'albero.

Bambina ombra, nell'erba alta, mi precede con passo costante.
Procede piano, a tentoni, ispezionando ciò che la vista non le concede di vedere.
La sorveglio pazientemente, lasciandola però nel suo indipendente avanzare.

La Luna non splende.
Ha deciso di ritirarsi lasciando il compito di illuminare la volta celeste a piccole Stelle, tremanti e indifese, smarrite senza la presenza della loro feconda compagna.
Contrastano la fredda oscurità con la loro flebile luce. Il cupo blu della notte è opprimente per le loro anime luminose.

E la bambina si ferma ogni tanto, per guardare in alto; le iridi rese ancora più scure dal riflesso notturno.

Lei segue le Lucciole e con loro, percorriamo un sentiero di Alberi Afflitti.
Uno di loro, piegato a descrivere un'ampia volta, ci ha accolto, maestoso e macabro coi suoi drappeggi d'edera, nella loro terra. Terra di legno scricchiolante, radici e rami piantati nel terreno. Terra di Alberi sofferenti, dal tronco piegato.
Si è avvicinata a me, allora, sfiorandomi la mano con le piccole dita.
Ha alzato lo sguardo verso il mio volto come per guardare il cielo.

Sopra di noi, nella nostra lenta marcia, non v'è niente a separarci dalle Stelle, sospese in ragnatele di buio.
Gli Alberi ci circondano, respirano impercettibilmente dell'aria notturna. Amano la pioggia, ma è tanto che il Cielo, impietosito, non dona loro qualche lacrima.

Perché gli Alberi vivono per toccare le Stelle. Le piante erette le osservano, lassù, desiderando ardentemente toccarle, crescono, tendono i rami unicamente per riuscire a sfiorarle.
E gli Alberi Afflitti puntano i rami sottili a terra, si aiutano tra loro, sorreggendosi, instabilmente eretti su radici deboli tentano di protendersi verso l'alto.
Ma non serve, la terra, implacabile è lì ad aspettarli e per quanto si sforzino, continuano a scivolare nella polvere.
Non toccheranno le Stelle.
Non le toccheranno, perché non sono in grado di abbandonare la terra e volgere i rami al cielo.
Non le toccheranno, finché non arriverà la pioggia.
Fedeli l'attenderanno, dolce rivelatrice.

E nell'aria, volteggiano le Lucciole.
Tracciano sentieri luminosi tra gli Alberi, solleticano innocentemente l'erba, perse nelle loro frivole danze di luce.
Illusorie amiche, raccolgono i desideri di ingenui Trifogli. Essi, vedendole comparire nel buio, si lasciano ammaliare dalla loro luce, così vicina, così palpabile. Credono fiduciosi alle loro parole 'Porteremo i vostri sogni alle stelle…'. Non lo faranno. Non lo fanno mai. Gli Alberi Afflitti lo sanno, ma non osano avvertire i Trifogli, timorosi di spezzare la loro innocenza di cristallo.
E inevitabilmente i loro sogni finiscono accantonati, dimenticati dalle Lucciole.
Ma non sono malvagie. Credono davvero, che un giorno riusciranno a raggiungere con le ali trasparenti le tremanti luci della notte, prendendo posto tra loro.
Illumineranno il cammino dei viaggiatori. Saranno ispiratrici dei poeti. I Trifogli le ameranno candidamente, rivolgendo loro fantasie stravaganti.
Divideranno il loro fardello di desideri con le altre Stelle, guardando dall'alto, altre Lucciole arrancare per raggiungerle.
Le inciteranno sottovoce, con parole di zucchero.
Saranno felici, lassù. Saranno belle ed eterne.

Lei segue le Lucciole.
Le ha viste rivolgersi dolcemente ai Trifogli mentre gli Alberi afflitti le ignoravano e, tristemente consapevoli della loro inaffidabilità, aspettavano la pioggia.
Attendono con ansia l'acqua dal cielo e la moltitudine di specchi che dissemina al suo passaggio.
Aspettano pozzanghere per vedere le Stelle. Le loderanno per la loro bellezza riflessa dolcemente dall'acqua, pensando ingenuamente che siamo venute a illuminare anche loro, abbandonando per un attimo il cielo delle Piante erette. Piangeranno felicità vedendole brillare accanto a loro.
'Siete venute anche per noi…' farfuglieranno alla polvere, commossi per la loro bontà.
E anche se non appena tenteranno di sfiorarle il loro riflesso indugerà, dissolvendosi, avranno l'illusione di poterle toccare davvero, un giorno. Nella loro ultima notte, le toccheranno come è dato a tutti gli Alberi di fare.

Con flebile innocenza, tra gli Alberi Afflitti, lei segue le Lucciole.

Le segue, incapace di rivolgersi a Stelle troppo lontane per lei.
Appaiono, ai suoi occhi scuri, troppo alte e impotenti, catturate nelle loro ragnatele eterne.
Avverte il loro terrore per il buio e lo condivide pacatamente.
E, in cuor suo, vorrebbe essere come i Trifogli. Vorrebbe come loro dedicare agli astri i suoi desideri, convincersi che li accoglieranno pazientemente, rischiarandoli con la loro luce.
I suoi desideri. Il suo desidero.
Le Bambine Randagie non desiderano molto.

Le basterebbe anche credere nelle Lucciole.
Avere la forza di riporre fiducia in loro, accettando il loro mondo di illusioni. Favole luminose e sogni eternamente lucenti.
E sarebbe bello toccarle ogni notte, racchiuderle tra le mani e saperle tese in ascolto…

Ma non guarda più in alto.
Non segue più le Lucciole, ma nasconde entrambe le piccole mani nella mia stingendosi contro di me.

Mi viene spontaneo domandarle: "Hai un desiderio?"
Il caschetto di capelli scuri dondola leggermente sotto un suo cenno d'assenso.

Osservo le Stelle, ingiustamente lontane.
Probabilmente, seguirà l'esempio degli Alberi Afflitti.
Contemplandole in specchi d'acqua piovana forse le sembreranno vicine, finalmente presenti e, cingendo le mani a coppa potrà raccoglierle e portarsele al cuore.
Allora, forse, potrà esprimere il suo desiderio.
Hai un desiderio?

"Sesshomaru-sama." Risponde debolmente.

Solo allora mi accorgo di quanto siano calde le sue mani.
Alzando  gli occhi, Stelle cadenti si spengono in scie luminose nella cupa oscurità, meravigliando i piccoli Trifogli e la bambina accanto a me.



 



 

..::::::...

L'ho finita. Assurdo.
Pensavo che non l'avrei mai finita.
Vista la lunghezza sembra ironico dirlo, ma è così XD

L'ho iniziata circa due mesi fa. All'inizio era molto più cupa e ho finito per interromperla, perché lo scriverla mi metteva troppa ansia.
E' una fic sudata, accidenti oo; Non so quante volte l'abbia modificata o ricominciata… alla fine ho quasi ribaltato il concetto di base.
Ah, che casino! Ho la testa svuotata ^^; era troppo che ci pensavo…
… e per questo non so esattamente che cosa ne sia uscito. Oh, ho molti dubbi su questa fic…

Infinite grazie a chi ha recensito le mie storie e a chi le recensirà e comunque, a tutti auguri di Buone Feste ^^

 

   
 
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