Categoria:
Star Wars
Titolo: Slipping Away
Autrice: Juliet
Personaggi&Pairings: Anakin
Skywalker
Rating: Arancione
Avvertimenti:One - Shot
Slipping
Away – Anakin Skywalker
“Dov’è
Padmè? È al sicuro? Sta bene?”
Una
domanda. Una domanda che si aspettava una risposta. Si sentiva bruciare dentro.
Aveva paura di udire quello che il Cancelliere avrebbe detto.
Il
Cancelliere Supremo.
L’Imperatore.
Il nuovo Imperatore.
La
Repubblica non c’era più, era stata spazzata via. Lui, Darth Vader, ne era
responsabile. Padmè amava la Repubblica. Lo sapeva bene. Quante volte si era
battuta in Senato affinché la pace venisse rispettata. Come aveva fatto per
Naboo 13 anni prima…
Il loro
incontro. Si fingeva una semplice ancella. Era una regina, in realtà. Ma a lui
questo non importava. Quella ragazza determinata e bellissima lo aveva colpito.
“Tu
sei un angelo?”
“Come?”
“Un
angelo. Ne ho sentito parlare da piloti stellari capitati quaggiù.”
“Sei
uno strano bambino.”
Lo era
davvero. Era l’unico in gradi di uscire vivo da una corsa degli sgusci. Sapeva
di essere speciale. Sapeva che non avrebbe trascorso la sua vita a fare da
schiavo a Watto. Lo sapeva prima che nella sua vita entrassero quei due Jedi.
Qui-Gon e
Obi-Wan.
Un Maestro
e un Apprendista.
Loro
l’avevano portato via dal suo arido e pietroso pianeta. Da Tatooine. Ma sua
madre era rimasta là. Qui-Gon non era riuscito a liberarla. Un brivido di
dolore lo sorprese nel pensare alla madre. A Shmi. A quando le aveva detto addio
per la prima volta. La promessa che le aveva fatto.
“Io
tornerò qui a liberarti, mamma”
Lei
l’aveva guardato sorridendo, con gli occhi colmi di tristezza ma dolci come
sempre. Sapeva che il suo bambino sarebbe tornato e lo avrebbe aspettato pazientemente.
Aveva sempre sperato che per lui la vita fosse migliore. Sapeva che dove
sarebbe stato portato ne avrebbe avuta una migliore. Solo non si aspettava che
la separazione dal figlio arrivasse così presto…
“Ora
vai. E non voltarti indietro”
L’aveva
quasi spinto via. Cercava di sembrare forte. In realtà non voleva che Anakin
vedesse le lacrime che luccicavano nei suoi occhi.
Quando
morì Anakin aveva ripensato a quel momento, si era pentito di non essersi
voltato. L’avrebbe potuta guardare per un’ultima volta sorridente. Non
prigioniera, sanguinante, morente...
Darth
Vader scosse la testa impercettibilmente, come a voler scacciare quel ricordo
che lo tormentava. Lo torturava sapere che se fosse arrivato prima l’avrebbe
potuta salvare. Aveva massacrato i predoni Tusken. Li aveva odiati con ogni
fibra del suo essere. La sua spada laser blu non si era arrestata nemmeno
davanti ai bambini.
Come
quella notte al Tempio Jedi.
“Maestro
Skywalker, sono in troppi, che cosa dobbiamo fare?”
Il
bambino si era avvicinato a lui, sicuro. Si sentiva protetto, era al cospetto
del Jedi più potente di tutta la Galassia. Lo guardava pieno di fiducia. Anakin
non poté sopportare quello sguardo limpido. Era troppo. Ma aveva ricevuto un
ordine. Solo assecondando l’Imperatore avrebbe trovato il modo di salvare
Padmè.
Cercò di
scacciare dalla mente e dal cuore che quello che stava per fare era sbagliato.
Non doveva vederla così. Doveva concentrarsi sul fatto che se non stroncava la
giovane vita del bambino di fronte a lui non avrebbe più goduto della presenza
di Padmè. E del figlio che portava in grembo.
Si sentì
egoista fin nel midollo. Del resto lo era. Voleva uccidere il Padawan solo per
se stesso. Perché lui aveva bisogno di Padmè. Non poteva perderla come una
volta aveva perduto sua madre, ora sarebbe diventato invincibile, non avrebbe
fallito mai più.
Un
Jedi non è egoista
Che cosa
importava ormai? Lui non era più un Jedi. Era un Sith.
La spada
laser fu estratta.
Il
bambino indietreggiò, all’improvviso spaventato. Forse per la spada, forse
perché aveva visto l’espressione dei suoi occhi. Buia. Sembrava un droide.
Freddo e calcolatore. Non era il Maestro Skywalker. Il Padawan vide la sua
ipotesi avere conferma quando la spada calò su di lui.
Così
salverò Padmè
Ma
l’Imperatore lo guardò con una stana espressione. Darth Vader rabbrividì
all’interno della maschera nera che gli era calata sul volto. Non avrebbe mai
più rivisto la luce, non avrebbe sentito il vento accarezzargli la pelle, le
labbra di Padmè posarsi dolcemente sulle sue.
“Sembra
che nella tua ira tu l’abbia uccisa”
Il dolore
lo invase. Lo attraversò tutto e rimase in lui. Ecco che cos’era il dolore.
Bruciava, straziava, divorava, stritolava…non era nemmeno paragonabile alle
fiamme che lo avevano raggiunto su Mustafar. Era gelate in confronto a quelle
che adesso lo avrebbero torturato per l’eternità.
“IO
TI ODIO!!!!!”
Le ultime
parole che aveva rivolto al suo ex Maestro. Nonostante sapesse che
probabilmente sarebbero state le ultime che gli avrebbe rivolto in vita sua.
Nonostante non lo credesse affatto.
“Eri
mi fratello, Anakin… ti volevo bene.”
La
tristezza di Obi-Wan. Nelle sue parole. Non lo aveva mai visto esternare i suoi
sentimenti in quel modo. Solitamente non lasciava trapelare niente. No, non
odiava Obi-Wan. Lui era il suo migliore amico, un fratello vero e proprio. No,
quello che odiava era se stesso. Quello che era diventato.
Perché si
era fidato di Palpatine?
Non etra
solo per Padmè lo sapeva bene. Perché Padmè, benché fosse una delle cose più
importanti per lui non era l’unica ragione.
Voleva
assaggiare il potere. Non era Maestro, Yoda e Mace Windu gli erano ostili fin
da quando si era presentato al loro cospetto con Qui-Gon. Se lo ricordava. Non
volevano addestrarlo. Solo Qui-Gon aveva creduto in lui n quel momento. Nemmeno
il giovane Obi-Wan era persuaso che Anakin avesse portato davvero equilibrio
nella Forza. Solo più tardi aveva cominciato a credere in lui, quando ormai
Qui-Gon non c’era più.
“Che
ne sarà di me, adesso?”
“Il
Consiglio mi ha concesso di addestrarti. Tu diventerai
un Jedi. »
Non aveva
risposto niente, si era affidato a quel Maestro giovane che gli aveva insegnato
tutto ciò che sapeva. A suo fratello. A suo padre.
Poi
Obi-Wan se ne era andato lasciandolo lì da solo. Avrebbe voluto fermarlo.
Dirgli che non era vero che lo odiava, che per lui era il padre che non aveva
mai avuto. Ma non lo fece. Era sempre stato orgoglioso e testardo. Il suo
Maestro glielo ripeteva sempre. Il suo vero Maestro.
Quello
che ormai era arrivato a Tatooine. Aveva consegnato Luke a Beru e Owen.
L’avrebbero cresciuto lontano da sua sorella.
Quello
che non lasciò Tatooine. Si insediò tra le rocce, in un posto solitario e
sperduto. Non avrebbe sopportato di volare via con uno Speeder che avrebbe
guidato lui. E non essere seduto di fianco al colui che di solito guidava. Come
un pazzo, secondo lui. Troppo veloce per i suoi gusti. Non avrebbe sopportato
di volare via da lì e non sentire la sua risata qualora si fosse lamentato
della sua guida. O le sue risposte ironiche.
“Perché
ci hai messo tanto?”
“Sai,
Maestro, non riuscivo a trovare uno Speeder che mi piacesse davvero!”
***
Ecco
qua, la mia prima fanfiction su Star Wars... scritta subito dopo aver visto al
cine The Revenge of the Sith"... L' ho riletta ora e non ho voluto
cambiare nemmeno una virgola della storia, pubblicandola così come fu partorita
inizialmente, sebbene potrebbe sicuramente essere molto migliorata... spero mi
facciate sapere qualcosa! Grazie a tutti i lettori e soprattutto a coloro che
recensiranno!
A
presto,
-
Juliet -