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Autore: Juliet    26/12/2005    17 recensioni
Anakin ricorda le persone più importanti della sua vita nel momento in cui smette di essere libero e diviene Darth Vader.
Fanfic rinominata "Slipping Away", tributo ad una canzone bellissima e perfetta per un personaggio incredibile come Anakin.
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LO SCORRERE DEI PENSIERI

Categoria: Star Wars

Titolo: Slipping Away

Autrice: Juliet

Personaggi&Pairings: Anakin Skywalker

Rating: Arancione

Avvertimenti:One - Shot





Slipping Away – Anakin Skywalker



“Dov’è Padmè? È al sicuro? Sta bene?”

Una domanda. Una domanda che si aspettava una risposta. Si sentiva bruciare dentro. Aveva paura di udire quello che il Cancelliere avrebbe detto.

Il Cancelliere Supremo.

L’Imperatore. Il nuovo Imperatore.

La Repubblica non c’era più, era stata spazzata via. Lui, Darth Vader, ne era responsabile. Padmè amava la Repubblica. Lo sapeva bene. Quante volte si era battuta in Senato affinché la pace venisse rispettata. Come aveva fatto per Naboo 13 anni prima…

Il loro incontro. Si fingeva una semplice ancella. Era una regina, in realtà. Ma a lui questo non importava. Quella ragazza determinata e bellissima lo aveva colpito.

“Tu sei un angelo?”

“Come?”

“Un angelo. Ne ho sentito parlare da piloti stellari capitati quaggiù.”

“Sei uno strano bambino.”

Lo era davvero. Era l’unico in gradi di uscire vivo da una corsa degli sgusci. Sapeva di essere speciale. Sapeva che non avrebbe trascorso la sua vita a fare da schiavo a Watto. Lo sapeva prima che nella sua vita entrassero quei due Jedi.

Qui-Gon e Obi-Wan.

Un Maestro e un Apprendista.

Loro l’avevano portato via dal suo arido e pietroso pianeta. Da Tatooine. Ma sua madre era rimasta là. Qui-Gon non era riuscito a liberarla. Un brivido di dolore lo sorprese nel pensare alla madre. A Shmi. A quando le aveva detto addio per la prima volta. La promessa che le aveva fatto.

Io tornerò qui a liberarti, mamma”

Lei l’aveva guardato sorridendo, con gli occhi colmi di tristezza ma dolci come sempre. Sapeva che il suo bambino sarebbe tornato e lo avrebbe aspettato pazientemente. Aveva sempre sperato che per lui la vita fosse migliore. Sapeva che dove sarebbe stato portato ne avrebbe avuta una migliore. Solo non si aspettava che la separazione dal figlio arrivasse così presto…

“Ora vai. E non voltarti indietro”

L’aveva quasi spinto via. Cercava di sembrare forte. In realtà non voleva che Anakin vedesse le lacrime che luccicavano nei suoi occhi.

Quando morì Anakin aveva ripensato a quel momento, si era pentito di non essersi voltato. L’avrebbe potuta guardare per un’ultima volta sorridente. Non prigioniera, sanguinante, morente...

Darth Vader scosse la testa impercettibilmente, come a voler scacciare quel ricordo che lo tormentava. Lo torturava sapere che se fosse arrivato prima l’avrebbe potuta salvare. Aveva massacrato i predoni Tusken. Li aveva odiati con ogni fibra del suo essere. La sua spada laser blu non si era arrestata nemmeno davanti ai bambini.

Come quella notte al Tempio Jedi.

Maestro Skywalker, sono in troppi, che cosa dobbiamo fare?”

Il bambino si era avvicinato a lui, sicuro. Si sentiva protetto, era al cospetto del Jedi più potente di tutta la Galassia. Lo guardava pieno di fiducia. Anakin non poté sopportare quello sguardo limpido. Era troppo. Ma aveva ricevuto un ordine. Solo assecondando l’Imperatore avrebbe trovato il modo di salvare Padmè.

Cercò di scacciare dalla mente e dal cuore che quello che stava per fare era sbagliato. Non doveva vederla così. Doveva concentrarsi sul fatto che se non stroncava la giovane vita del bambino di fronte a lui non avrebbe più goduto della presenza di Padmè. E del figlio che portava in grembo.

Si sentì egoista fin nel midollo. Del resto lo era. Voleva uccidere il Padawan solo per se stesso. Perché lui aveva bisogno di Padmè. Non poteva perderla come una volta aveva perduto sua madre, ora sarebbe diventato invincibile, non avrebbe fallito mai più.

Un Jedi non è egoista

Che cosa importava ormai? Lui non era più un Jedi. Era un Sith.

La spada laser fu estratta.

Il bambino indietreggiò, all’improvviso spaventato. Forse per la spada, forse perché aveva visto l’espressione dei suoi occhi. Buia. Sembrava un droide. Freddo e calcolatore. Non era il Maestro Skywalker. Il Padawan vide la sua ipotesi avere conferma quando la spada calò su di lui.

Così salverò Padmè

Ma l’Imperatore lo guardò con una stana espressione. Darth Vader rabbrividì all’interno della maschera nera che gli era calata sul volto. Non avrebbe mai più rivisto la luce, non avrebbe sentito il vento accarezzargli la pelle, le labbra di Padmè posarsi dolcemente sulle sue.

“Sembra che nella tua ira tu l’abbia uccisa”

Il dolore lo invase. Lo attraversò tutto e rimase in lui. Ecco che cos’era il dolore. Bruciava, straziava, divorava, stritolava…non era nemmeno paragonabile alle fiamme che lo avevano raggiunto su Mustafar. Era gelate in confronto a quelle che adesso lo avrebbero torturato per l’eternità.

IO TI ODIO!!!!!”

Le ultime parole che aveva rivolto al suo ex Maestro. Nonostante sapesse che probabilmente sarebbero state le ultime che gli avrebbe rivolto in vita sua. Nonostante non lo credesse affatto.

“Eri mi fratello, Anakin… ti volevo bene.”

La tristezza di Obi-Wan. Nelle sue parole. Non lo aveva mai visto esternare i suoi sentimenti in quel modo. Solitamente non lasciava trapelare niente. No, non odiava Obi-Wan. Lui era il suo migliore amico, un fratello vero e proprio. No, quello che odiava era se stesso. Quello che era diventato.

Perché si era fidato di Palpatine?

Non etra solo per Padmè lo sapeva bene. Perché Padmè, benché fosse una delle cose più importanti per lui non era l’unica ragione.

Voleva assaggiare il potere. Non era Maestro, Yoda e Mace Windu gli erano ostili fin da quando si era presentato al loro cospetto con Qui-Gon. Se lo ricordava. Non volevano addestrarlo. Solo Qui-Gon aveva creduto in lui n quel momento. Nemmeno il giovane Obi-Wan era persuaso che Anakin avesse portato davvero equilibrio nella Forza. Solo più tardi aveva cominciato a credere in lui, quando ormai Qui-Gon non c’era più.

“Che ne sarà di me, adesso?”

“Il Consiglio mi ha concesso di addestrarti. Tu diventerai un Jedi. »

Non aveva risposto niente, si era affidato a quel Maestro giovane che gli aveva insegnato tutto ciò che sapeva. A suo fratello. A suo padre.

Poi Obi-Wan se ne era andato lasciandolo lì da solo. Avrebbe voluto fermarlo. Dirgli che non era vero che lo odiava, che per lui era il padre che non aveva mai avuto. Ma non lo fece. Era sempre stato orgoglioso e testardo. Il suo Maestro glielo ripeteva sempre. Il suo vero Maestro.

Quello che ormai era arrivato a Tatooine. Aveva consegnato Luke a Beru e Owen. L’avrebbero cresciuto lontano da sua sorella.

Quello che non lasciò Tatooine. Si insediò tra le rocce, in un posto solitario e sperduto. Non avrebbe sopportato di volare via con uno Speeder che avrebbe guidato lui. E non essere seduto di fianco al colui che di solito guidava. Come un pazzo, secondo lui. Troppo veloce per i suoi gusti. Non avrebbe sopportato di volare via da lì e non sentire la sua risata qualora si fosse lamentato della sua guida. O le sue risposte ironiche.

Perché ci hai messo tanto?”

“Sai, Maestro, non riuscivo a trovare uno Speeder che mi piacesse davvero!”





***



Ecco qua, la mia prima fanfiction su Star Wars... scritta subito dopo aver visto al cine The Revenge of the Sith"... L' ho riletta ora e non ho voluto cambiare nemmeno una virgola della storia, pubblicandola così come fu partorita inizialmente, sebbene potrebbe sicuramente essere molto migliorata... spero mi facciate sapere qualcosa! Grazie a tutti i lettori e soprattutto a coloro che recensiranno!

A presto,

- Juliet -

  
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