La minaccia di Mika
Tidus e Yuna si erano
appena svegliati quella mattina, tre settimane dopo il ritorno del ragazzo su
Spira. La sera prima si erano addormentati l’una tra le braccia dell’altro, e
così si erano ritrovati quando la luce del sole era filtrata attraverso la tela
della loro tenda, un rito che si ripeteva ormai abitualmente. Si erano salutati
con qualche carezza e un piccolo bacio, poi si erano alzati pronti ad
affrontare una nuova giornata insieme. Spesso andavano nell’insenatura nascosta
della spiaggia di Besaid, che era diventato il loro luogo segreto, oppure
passeggiavano sulla via delle cascate, o rimanevano nel villaggio ad aiutare
Wakka e Lulu con Vidinu, cosa che li divertiva molto. In ogni caso, erano
inseparabili: qualsiasi cosa decidessero, la facevano insieme. Lui non la
perdeva di vista un secondo, si sentiva ancora il suo guardiano, tutto ciò che
voleva fare era proteggere la sua piccola Yuna. Anche lei, però, non voleva
allontanarsi da Tidus, come se avesse paura che la loro unione fosse ancora
troppo fragile, che qualsiasi cosa potesse spezzarla da un momento all’altro,
portandole via ciò che tanto a lungo e con tanto amore aveva cercato e che dopo
un tempo che le era parso infinito aveva finalmente ritrovato. E così quella
mattina scelsero l’insenatura e vi si avviarono insieme, un po’ tenendosi per
mano, un po’ abbracciati, ma mai distanti.
“Sono così felice che
tu sia tornato” sospirò Yuna. “… Scusa, non faccio altro che ripeterlo da
settimane!”
“Tranquilla, non mi
stancherò mai di sentirlo.” la rassicurò il ragazzo “Sai, quando mi sono
svegliato nel mare non mi è nemmeno passato per la testa che potessi essere su
Spira, pensavo … non so … forse di essere in un mondo diverso … in un altro
sogno …”
“Zitto!” disse lei. “Non
devi ripeterlo mai più. Ti sei qui, sei reale. Non devi pensare ad altro. E non
svanirai mai più, promettimelo.”
Tidus la guardò
dolcemente: gli occhi di lei lo rapivano sempre, lo facevano sentire in una
dolce prigione di cui solo Yuna aveva la chiave, ma dalla quale non voleva mai
uscire. Si perdeva in quello sguardo spensierato, senza barriere, che
rispecchiava tutte le emozioni della ragazza.
“Lo prometto, non mi
accadrà mai più nulla” disse, e vide che la ragazza traeva un sospiro di
sollievo prima di voltarsi. Ormai avevano attraversato tutto il villaggio e
stavano per uscirne. Non appena si incamminarono sul sentiero che portava alla
spiaggia, però, Tidus mise un braccio davanti a Yuna e la fermò, facendo a sua
volta lo stesso.
“Cosa …?” provò a
chiedere lei, ma il ragazzo la zittì con un cenno. Indicandole di rimanere dov’era,
fece qualche passo avanti, i sensi all’erta. Sentiva che qualcosa non andava:
durante il pellegrinaggio insieme a Yuna, mentre faceva il guardiano, aveva
imparato ad avvertire il pericolo immediatamente. Si guardò attorno, ma non
fece in tempo a voltarsi alla sua sinistra che si udì una voce bassa, roca,
gridare: “Thundaga!” e un grande fulmine si abbatté vicino a ragazzo,
colpendolo di striscio. Tidus balzò indietro e corse verso Yuna che era rimasta
da sola qualche passo più in là. La stessa voce misteriosa gridò. “Blizzaga!” e
una lastra di ghiaccio comparve davanti alla ragazza. Tidus fece appena in
tempo a raggiungerla per spingerla a terra e buttarsi sopra di lei per
proteggerla dalle schegge della lastra che si era infranta a terra dopo aver
mancato il bersaglio; alcune lo colpirono e una più grande e affilata delle
altre si infilò in una spalla del ragazzo, ma lui non vi badò.
Poi l’aria si fece più
calma, non si sentiva più alcuna voce, e i due si rimisero in piedi. Tidus però
avvertiva ancora una presenza molto vicina a loro.
“Chi sei?” gridò, ma
non ebbe risposta. Yuna intanto si guardava attorno confusa. Si avvicinò a
Tidus cercando la protezione delle sue braccia, che prontamente la
circondarono.
“Chi sei? Vieni fuori!”
urlò ancora il ragazzo, e finalmente si sentirono dei rumori venire dal bosco
che circondava il sentiero. Ne uscì un uomo, un vecchio con la schiena curva,
una barba bianca non troppo corta, sottili baffi anch’essi candidi e piccoli
occhi penetranti. Sia Tidus che Yuna riconobbero subito quell’uomo.
“Maestro Mika …?”
sussurrò Yuna.
Sul volto del vecchio
comparve un sorriso diabolico.
“Yuna … vai da Wakka e
Lulu. Avvertili e dì loro di venire subito.”
Yuna guardò Tidus: il
suo sguardo era serio, determinato, non lo aveva mai più visto così, non dopo
il suo pellegrinaggio.
“Ma … e tu? No, non ti
lascio qui …” provò a dire, ma lui le mise le mani sulle spalle e le sussurrò:
“Non preoccuparti! Devi
andare da loro, subito! Ti prego … a me non accadrà niente, te l’ho promesso.”
La ragazza non voleva
lasciarlo da solo con quell’uomo, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui,
perciò corse in direzione della tenda dei loro amici, mentre Tidus teneva
occupato Mika.
“Come puoi essere qui?
Dovresti stare nell’Oltremondo!” disse il ragazzo al vecchio. Un altro ghigno
malvagio si disegnò sul suo viso, la cui pelle era ormai stata raggrinzita dal
tempo.
“Sono un
non-trapassato, lo sai bene. Due anni fa ho ritenuto che non sarebbe stato
conveniente farsi mandare nell’Oltremondo, così mi sono nascosto. Non è stato
tanto facile, sai? Ma almeno ora sono ancora qui.” spiegò Mika. Tidus voleva
dare a Yuna il tempo di tornare con Lulu e Wakka, ma voleva anche saperne di più
sulla misteriosa apparizione di quel vecchio, così continuò con le domande: “Perché
sei venuto qui? Che cosa vuoi?”
Mika non smise di
sorridere, fissando il giovane con uno sguardo di ghiaccio che lo faceva
sentire a disagio.
“Fino a due anni fa
Spira era governata dalla morte, un governo eterno, oscuro … affascinante, a
mio parere. Be’, purtroppo colui che faceva prosperare questo governo è stato
ucciso; dovresti sapere di chi parlo … sai … Seymour …”
“Seymour era un essere
spregevole che usava la gente di Spira … (che ha cercato di usare Yuna) …
per i suoi scopi oscuri: meritava la morte che gli abbiamo dato!” lo interruppe
Tidus.
“In ogni caso, ho
intenzione di ridare a Spira il suo vecchio regime. Volevo solo accertarmi che
non ci fosse nessuno ad ostacolarmi, ma a quanto pare ho proprio trovato
qualcuno …” mentre lo diceva, Mika spostò lo sguardo alle spalle del ragazzo.
Questi si girò e vide che Yuna stava tornando da lui seguita da Wakka e Lulu,
entrambi con un’espressione confusa e incredula.
“Maestro Mika?!”
esclamarono insieme “Ma allora è vero! Tidus, cosa significa? … Che …?” ma
Wakka non fece in tempo a finire la frase: una luce accecante li investì e
furono costretti a chiudere gli occhi. Quando li riaprirono Mika era sparito.
“Dannazione!” gridò
Tidus, pieno di rabbia. In quel momento sentì una fitta alla spalla e si
accorse della scheggia di ghiaccio affilata che gli aveva penetrato la carne.
Con un leggero gemito se la sfilò e Yuna corse subito verso di lui.
“Non preoccuparti, non è
niente!” le disse. Trovava incredibile come si agitasse al minimo incidente che
gli capitava, ma non gli dispiaceva che si preoccupasse per lui. Dopotutto, lui
faceva lo stesso per Yuna. La abbracciò. “Grazie per avermi aiutato.” le
sussurrò.
“Non ti ha fatto
niente, vero?” le chiese lei agitata “Avrei preferito rimanere qui … Cosa è
successo?”
Allora Tidus raccontò
ciò che Mika gli aveva rivelato.
“Ma è terribile!”
esclamò Wakka quando il ragazzo tacque.
“Così vuole
riappropriarsi del dominio di Spira” disse Lulu.
“Già, ma noi dobbiamo
impedirlo!” esclamò Yuna. Tidus la guardò. “Cosa?” le chiese “Yuna, hai già
rischiato la vita troppe volte affrontando Seymour … non ti permetterò di farlo
di nuovo …”
“Non ci riuscirai,
Tidus. Ormai ho deciso! Io proverò a fermare Mika.”
“E noi anche!” intervennero Lulu e Wakka.
“Senti, insieme abbiamo
sconfitto Sin. Possiamo fare qualsiasi cosa! Ora Spira ha di nuovo bisogno del
nostro aiuto, e non possiamo tirarci indietro … ti prego, Tidus”
Il ragazzo la fissò.
Lui non si sarebbe di certo tirato indietro, sarebbe stato il primo a
combattere per salvare quel mondo, ma ciò che più desiderava salvare era Yuna.
Se le avesse permesso di scontrarsi con Mika, le sarebbe potuto accadere
qualcosa …
Yuna vide che non
sapeva cosa rispondere, quindi gli si avvicinò: “Per favore, compiamo questa
missione. E non temere per me: ho il miglior guardiano dell’universo che mi
proteggerà, giusto?”
Tidus non resistette e
la strinse a sé più forte che poteva. “D’accordo.” le sussurrò.
Quel pomeriggio si
misero in contatto con Rikku. Quando la giovane Albhed fu messa al corrente
della situazione, con il suo solito entusiasmo saltò subito a bordo della
Celsius che l’aveva accompagnata a Besaid e disse agli altri di fare lo stesso:
“Forza, ragazzi! A bordo! Destinazione: Monte Gagazet! Dobbiamo avvertire anche
Kimahri, no? Vai, Fratello, a tutta velocità!”. Contagiati dalla sua
esuberanza, anche gli altri non poterono fare a meno di sorridere. Tidus guardò
Yuna: si chiedeva se quel sorriso fosse un’altra maschera che nascondeva la sua
preoccupazione … perché il suo lo era. Stavolta era lui a non poter fare a meno
di preoccuparsi, di essere triste per ciò che stava accadendo: perché Yuna
doveva salvare ancora Spira? Perché lei? Non era più un’Invocatrice, non c’erano
più gli Eoni a sostenerla in battaglia … c’era solo più lui … e non sapeva se
ritenersi in grado di farlo o no. Lasciò il ponte dell’aeronave e si diresse
verso le cabine. Lì, con grande sorpresa, vi trovò la sua vecchia spada,
splendente come una volta. Si avvicinò per impugnarla. Accanto ad essa c’era un
biglietto: “L’ho conservata per tutto questo tempo: mi è stata molto utile e
sapevo che un giorno saresti stato di nuovo qui e avresti voluto riaverla. Ora
purtroppo è arrivato il momento in cui devi impugnarla ancora una volta per
combattere per questo mondo, per il nostro mondo. Ancora una volta
combatteremo insieme, e ne usciremo vincitori, ne sono certa. Ti amo. Yuna”
Tidus toccò l’elsa
della spada, la strinse e sollevò il braccio. Fu come aver ritrovato un pezzo
di lui che gli mancava: se ne accorse mentre faceva roteare la Fraternity
attorno a sé agilmente e con grande abilità. Dopo qualche esercizio se l’assicurò
alla cintura e tornò sul ponte. Ormai erano arrivati sul Gagazet e il
portellone dell’aeronave si era aperto, facendo entrare il gelido vento del
monte. Kimahri era davanti alla Celsius. Yuna gli si avvicinò e lo salutò, poi
gli spiegò la situazione e gli chiese di unirsi a loro. Il Ronso rispose: “Ora
Kimahri è capotribù Ronso, ha molte responsabilità. Kimahri non sa se può
lasciare monte …” Rikku stava già per protestare vivamente, ma Kimahri non
gliene diede il tempo: “Ma Kimahri deve difendere prima di tutto Yuna. Kimahri è
pronto.” Dopodichè si avviò silenziosamente verso l’aeronave e vi salì,
sparendo in direzione del corridoio centrale. Gli altri lo seguirono e la
Celsius ripartì.
“Dove pensi che
dovremmo andare?” chiese Tidus a Yuna. La ragazza non ci rifletté molto: “Sono
quasi certa che Mika sia a Bevelle. Dev’essersi nascosto nei sotterranei della
città, forse nello stesso posto in cui si era svolto il nostro processo.
Fratello, portaci là.”
“Ricevuto!”
Ci vollero pochi
minuti, durante i quali nessuno parlò, concentrato su ciò che stava per
accadere. Che cosa avrebbero fatto? Cosa avrebbero trovato una volta giunti a
Bevelle? Mika agiva da solo, o le guardie della città erano dalla sua parte?
Loro sarebbero riusciti ad entrare a Bevelle senza problemi, o sarebbero stati
ostacolati? Di quante forze disponeva Mika? Sarebbero stati in grado di
contrastarle? … Tutte domande, troppe, alle quali non sapevano cosa
rispondersi. D’un tratto la voce di Fratello interruppe i pensieri di tutti: “Siamo
in vista di Bevelle! È a meno di mezzo chilometro da noi!”
“Ok. Ragazzi!” disse
Yuna “Prepariamoci a tutto. Non sappiamo chi ci accoglierà, né come.” Tutti
assentirono con un cenno della testa. Poi Yuna guardò i propri abiti: portava
ancora la looksfera da pistolera. Dentro di sé pensò che non era l’abito
adatto. Improvvisamente attorno a lei si alzò un fascio di luce bianca e un
vortice di petali colorati l’avvolse. Quando scomparvero, indossava il suo
vecchio abito da Invocatrice. L’aveva indossato durante il suo primo viaggio
compiuto per la salvezza del mondo, quindi volle indossarlo anche durante
questa nuova missione, che aveva lo stesso fine.
Quando furono pronti,
tutti si spostarono verso il portellone ancora chiuso, in attesa che la Celsius
atterrasse. D’un tratto però un colpo metallico risuonò nell’aria e l’aeronave
oscillò pericolosamente. Tidus e Kimahri, i soli rimasti in piedi, aiutarono
gli altri a rialzarsi e tutti corsero sul ponte a vedere cosa fosse successo.
Non fecero però in tempo ad arrivarvi che da un vetro dell’aeronave videro una
grande figura alata affiancarli e superarli, muovendosi sinuosamente.
“Che cosa?! Era …?”
gridò Rikku con gli occhi sgranati.
“… Efrey?” terminò
Yuna.
“Non è possibile! L’abbiamo
ucciso due anni fa!” disse Tidus confuso.
Kimahri sembrava pensieroso, ma per niente
stupito: “Mika ha grandi poteri; forse ha anche potere di resuscitare mostri.”
esordì.
Ci
voleva solo più questa! pensò Tidus. Cosa dovremo
affrontare ancora? Quali e quanti pericoli incontrerà Yuna prima di poter
mettere fine a questa assurda storia? Ma perché le permetto di farlo?! Perché? … Ma se glielo impedissi non mi perdonerebbe
mai … e forse nemmeno io … dopotutto è anche il mio mondo, ormai! Però
Yuna potrebbe …
“Tidus! Dai, andiamo!”
la voce di Rikku lo raggiunse, poi sentì quella di Compagno provenire da un
altoparlante: “Voi scendete, non potete perdere tempo con il mostro. Cercheremo
di tenerlo a bada per un po’ con i cannoni dell’aeronave!”
“Grazie” disse Yuna un
secondo prima di lanciarsi dal portellone che si era appena aperto. Gli altri
la seguirono e atterrarono sul Gran Ponte di Bevelle, mentre la Celsius
invertiva rapidamente la rotta e si dirigeva verso Efrey che volava pochi metri
più in là, pronto a scagliarsi su di loro. I cannoni lo colpirono in tempo e il
gruppo poté correre verso l’entrata del tempio senza essere attaccato. Lì lo
attendeva il primo scontro con le guardie di Bevelle. Erano solo una decina, un
colpo facile. Tidus estrasse la spada, la impugnò saldamente e fissò i nemici.
Sette erano armati di fucili, un’arma non troppo pericolosa, mentre tre avevano
dei lanciafiamme: sarebbero stati i primi a cadere sotto la sua lama. Senza
attendere a lungo, per sfruttare l’effetto sorpresa che aveva sortito il loro
arrivo improvviso, si lanciò contro due di essi. Con un fendente dall’alto
atterrò il primo avversario, poi compì mezzo giro su se stesso e colpì il
secondo con un affondo laterale. Il terzo uomo, che per il momento era stato
lasciato in disparte, caricò il lanciafiamme. Una lingua di fuoco comparve
accanto a Tidus, che però aveva previsto l’attacco e si scansò, procurandosi
solo una lieve scottatura su una guancia. Poi ripartì veloce come un fulmine
con la spada tesa davanti a lui e trapassò il nemico da parte a parte senza
sforzo. Ebbe quindi un momento di tregua, durante il quale poté osservare la
situazione: Kimhari aveva atterrato un templare con la sua lancia e stava
avendo la meglio su un altro. Le magie di Lulu non avevano risparmiato nemmeno
uno dei suoi due avversari, mentre le piccole ma veloci lame di Rikku tenevano
a bada un altro templare. Improvvisamente il pallone da Blitzball di Wakka gli
passò accanto e andò a colpire un’altra guardia. Visto che tutti se la cavavano
più che bene, il ragazzo andò verso Yuna. Non l’avevano ferita, ma la sua asta
poteva poco contro il suo avversario, così la spada di Tidus le venne in aiuto.
Quando tutte e dieci le guardie furono sconfitte, si affrettarono a muoversi
verso il portone, ma non fecero che
qualche passo prima che un altro gruppo di templari li raggiungesse aprendolo
all’improvviso. Ancora una volta Tidus si occupò dapprima di quelli armati di
lanciafiamme, aiutato anche da Kimahri poiché questa volta erano più di sei,
mentre Lulu colpiva con magie avanzate di ogni tipo chiunque le capitasse a
tiro. Tutti erano occupati in duelli accaniti, ma ogni volta che atterravano un
avversario, altri due comparivano dall’interno del tempio. Continuò così per
diversi minuti, mentre le forze di tutti si esaurivano a poco a poco.
“Non riusciremo mai a
sconfiggerli tutti! Dobbiamo fare qualcosa!” esclamò Rikku, che era inciampata
nel fucile di una guardia abbandonato a terra e il suo avversario l’avrebbe
uccisa se Wakka non avesse scagliato in tempo il suo pallone. Anche gli altri
erano in una situazione difficile. Tidus continuava a scagliarsi contro gli
avversari con agilità e precisione, ma anche lui non avrebbe resistito all‘infinito,
anche se era il più forte del gruppo. Era così concentrato sui nemici che aveva
davanti e su quelli che attaccavano Yuna, che sentì appena la voce di Lulu: “Tidus!
Tu e Yuna dovete andare avanti! Dovete entrare nel tempio, lasciate a noi le
guardie!”
“Sì, pensate a trovare
Mika, e alla svelta!” gridò Wakka.
Tidus eliminò l’ennesimo
templare fingendo di attaccarlo frontalmente e scartando poi a sinistra,
affondandogli la lama nel fianco, poi corse verso Yuna.
“Vieni! Dobbiamo andare
dentro, penseranno loro alle guardie.” le disse in un orecchio, poi la prese
per un polso e la tirò verso l’ingresso del tempio. Corsero dentro, poi lungo
il dedalo di corridoi, eliminando le guardie che si paravano loro davanti e
superando quelle che li rincorrevano. La spada di Tidus sembrava muoversi da
sola contro chiunque si avventasse su Yuna, lasciandolo a terra con il segno
inconfondibile della sua lama sul petto, su un fianco, o sul collo, su
qualsiasi parte riuscisse a raggiungere, silenziosa, rapida, letale. Il ragazzo
non sapeva dove potessero trovare Mika, ma sembrava che Yuna fosse sicura delle
direzioni che prendeva.
“Sento che andiamo
nella direzione giusta, anche se non so spiegarmi il perché.” disse lei dopo
aver svoltato per l’ennesima volta in un corridoio esattamente uguale ai
precedenti. E infatti dopo altri bivi, altri incroci, altre svolte, altri
corridoi e altre guardie, l’ambiente attorno a loro iniziò a cambiare, si fece
più tetro, meno illuminato, i templari scomparvero magicamente e i due ragazzi
si trovarono di fronte ad un grande spiazzo vuoto, oltre il quale non c’era
alcun corridoio. La loro corsa era finita, ma Mika non c’era.
“Yuna” disse Tidus dopo
essersi guardato intorno con circospezione “Vieni, torniamo indietro. Qui non c’è
niente.” Le prese la mano e fece per incamminarsi verso il corridoio dal quale
erano arrivati, ma Yuna oppose resistenza e non si mosse. “No, sento che c’è
qualcuno. È qui da qualche parte, dobbiamo solo …” disse lei, ma fu interrotta
da una voce bassa e roca che disse: “Siete arrivati, finalmente. Pensavo non
fossi stata influenzata dal mio incantesimo, invece hai seguito la mia pista …”
Yuna guardò confusa
Mika che era appena apparso dall‘ombra e aveva raggiunto il centro dello
spiazzo, a pochi passi da loro. “Ci hai condotti tu qui da te? Perché? Noi
siamo qui per fermarti, lo sai bene!” gli disse.
Il solito sorriso
freddo e malvagio comparve sul suo viso, sembrava si prendesse gioco di loro e
questo fece infuriare Tidus.
“Smettila di sorridere!
Perché non ci attacchi?! Forza! Vediamo chi avrà la meglio!” e si lanciò contro
il vecchio, la spada sguainata. Lui non fece in tempo a spostarsi, e la lama
penetrò nel petto di Mika, mentre una luce di trionfo compariva negli occhi del
ragazzo. L’espressione del vecchio invece non cambiò, il ghigno era sempre
sulle sue labbra, non vi era traccia di dolore nei suoi piccoli occhi scuri.
Senza il minimo sforzo alzò un braccio, e Tidus fu scaraventato contro la
parete alle sue spalle. La spada gli sfuggì di mano e scivolò qualche metro più
in là, fuori dalla sua portata. Yuna fece per correre da lui, ma ad un gesto di
Mika una forza invisibile la fermò.
“Non puoi ferire un
morto, né tanto meno ucciderlo.” disse con calma Mika rivolto a Tidus, che
cercava di rialzarsi, ma un dolore acuto alla nuca lo fece inginocchiare di
nuovo a terra. Si portò una mano dietro il collo e quando la ritrasse vide che
era sporca di sangue. Poi Mika decise che era il momento di metter fine a
quella storia, di eliminare qualsiasi ostacolo gli potesse impedire di mettere
in atto i suoi piani, e alzò entrambe le mani sopra la testa, chiudendo gli
occhi e iniziando a sussurrare parole incomprensibili. Le palme delle sue mani
si illuminarono di una strana luce viola e dei raggi scuri si alzarono fino al
soffitto. Yuna approfittò di quel momento di distrazione di Mika per
raggiungere Tidus. Non appena gli fu accanto, però, la voce del mago si alzò
sempre di più e i raggi si unirono in unico flusso che Mika indirizzò verso di
loro. L’oscurità li avvolse e non udirono più nulla.
Pochi istanti dopo, l’incantesimo
si dissolse e Mika guardò trionfante verso il punto in cui prima c’erano i due
ragazzi, ma la sua espressione si trasformò subito in sorpresa quando vide Yuna
e Tidus incolumi avvolti da una sfera arancione che li aveva protetti dall’attacco
magico. Questa volta non si scorse alcun sorriso sul suo volto raggrinzito.
“Sei più forte di
quanto credessi, ragazzina. Ho fatto bene a pensare che potessi essere un
pericolo. Be’, vediamo come te la cavi questa volta.” E alzò di nuovo le mani,
ripetendo la stesa formula di prima, ma con maggiore intensità. Yuna era
affaticata, tenere a bada quella magia non era stato facile, ma era pronta a
ripetere l’incantesimo di difesa. Tidus intanto si era rialzato e vedendo che
la ragazza era in difficoltà, le si avvicinò e le sussurrò in un orecchio: “Usa
anche la mia forza magica, ne ho acquisita abbastanza durante il pellegrinaggio
contro Sin, può aiutarci.” Dopodichè la abbracciò e Yuna si preparò ad alzare
lo scudo. La voce di Mika si trasformò improvvisamente in urla incomprensibili
e un raggio enorme investì i ragazzi. Per un po’ lo scudo resistette, poi
divenne sempre più sottile, trasparente. Allora Tidus strinse ancora più forte
a sé Yuna e una nuova energia si sprigionò dal loro abbraccio, avvolgendoli in
una luce accecante che si espanse per tutta la sala. Il raggio si allontanò da
loro e prima di dissolversi investì Mika. Al contrario della spada, la sua
stessa magia ebbe effetto sul vecchio che fu scaraventato a terra. Yuna non
perse tempo e gli si avvicinò con l’asta tesa davanti a sé. Quando fu a pochi
passi da lui, la fece roteare sopra la testa, poi attorno a sé , volteggiando
in una danza leggera e incantevole. Eseguì i passi del rito come se non avesse
peso, quasi volando nell’aria, facendo ondeggiare da una parte all’altra i
corti capelli castani che ogni tanto le coprivano il viso. Quando il rito del
trapasso si concluse, Yuna abbassò l’asta e andò accanto a Tidus. Con le ultime
energie magiche che aveva curò la ferita del ragazzo. Allora lui l’abbracciò,
la ringraziò con un tenero bacio, poi le disse di tornare dagli altri per vedere
come se la fossero cavata nella battaglia alla quale li avevano lasciati.
Ripercorsero il corridoio che usciva dalla sala e cercarono di ricordare la via
che avevano preso all’andata. Dopo qualche svolta, però, sentirono dei passi
avvicinarsi rapidamente. Si voltarono e in fondo al corridoio che stavano
percorrendo videro spuntare dal buio un gruppo di guardie, dovevano essere una
decina. Ormai però né Tidus né Yuna sarebbero stati in grado di sostenere una
simile battaglia, l’unica cosa che potevano fare era fuggire. Tidus prese Yuna
per mano e iniziò a correre, mentre le guardie dietro di loro li inseguivano a
tutta velocità. I ragazzi non sapevano dove andare, ormai si erano persi in
quel labirinto che pareva senza uscita. Percorsero vari corridoi, svoltarono in
altri dallo stesso aspetto lugubre; più volte si guardarono alle spalle e sembrò
loro di aver finalmente seminato i templari, ma all’angolo successivo ecco che
li vedevano di nuovo dietro di loro. Tidus svoltò improvvisamente a sinistra e
Yuna inciampò e cadde in ginocchio. Il ragazzo si affrettò ad aiutarla a
rialzarsi e senza perdere tempo la tirò di nuovo dietro di sé stringendole la
mano. Sembrava che quella corsa non dovesse avere mai fine, finché non videro
una porta davanti a loro. Entrarono nella sala e si trovarono nella penombra.
Yuna si fermò al centro della stanza, mentre Tidus continuò a percorrerla per
cercare una via d’uscita, che però non esisteva. Poi andò verso la ragazza,
mentre i passi delle guardie si facevano sempre più forti. Quando la raggiunse,
le luci si accesero all’improvviso e dalla porta entrarono otto templari, tutti
armai di fucile. Bloccarono l’unica via d’uscita, tre si inginocchiarono
puntando i fucili contro Tidus e Yuna, mentre gli altri cinque si sistemavano dietro
i primi, alzando a loro volta i fucili. Yuna si appoggiò al petto di Tidus, le
cui braccia le si strinsero attorno. Si guardarono negli occhi: quelli di Tidus
erano velati di tristezza, perchè le sue paure si erano avverate, perché non
era riuscito a proteggere Yuna, perché sapeva che l’avrebbe persa per sempre.
Quelli di lei erano pieni di lacrime, perché era difficile per lei dire ancora
una volta addio all’unica persona che avesse mai amato, ma erano anche sereni,
perché Spira era salva, erano riusciti a compiere la loro missione, avevano
vinto … Mentre un’altra lacrima le scendeva sul volto, un debole sorriso, come
un ultimo saluto, comparve sulle sue labbra. In quel momento i fucili furono
caricati e otto spari risuonarono nel silenzio, sciogliendo l’ultimo abbraccio
dei giovani. Yuna cadde all’indietro e sentì il suolo freddo sotto di sé. Al
suo fianco Tidus era immobile, gli occhi chiusi. Perché non li riapriva? …
Perché non le sorrideva più come faceva una volta? … Perché non la stringeva più
a sé? … Perché non la rassicurava più con il suono dolce e protettivo della sua
voce? … Altre lacrime scorsero sul volto di Yuna mentre provava a sussurrare il
nome del ragazzo, ma nessun suono uscì dalle sue labbra, solo un soffio d’amore,
un ultimo respiro dedicato al ragazzo comparso misteriosamente dal mare un
giorno come tanti altri.
THE END