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Autore: Daisy Potter    27/12/2005    1 recensioni
Tidus è tornato, la pace sembra finalmente regnare su Spira ... ma il pericolo è sempre in agguato ... una nuova minaccia incombe ...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tidus, Yuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La minaccia di Mika

 

Tidus e Yuna si erano appena svegliati quella mattina, tre settimane dopo il ritorno del ragazzo su Spira. La sera prima si erano addormentati l’una tra le braccia dell’altro, e così si erano ritrovati quando la luce del sole era filtrata attraverso la tela della loro tenda, un rito che si ripeteva ormai abitualmente. Si erano salutati con qualche carezza e un piccolo bacio, poi si erano alzati pronti ad affrontare una nuova giornata insieme. Spesso andavano nell’insenatura nascosta della spiaggia di Besaid, che era diventato il loro luogo segreto, oppure passeggiavano sulla via delle cascate, o rimanevano nel villaggio ad aiutare Wakka e Lulu con Vidinu, cosa che li divertiva molto. In ogni caso, erano inseparabili: qualsiasi cosa decidessero, la facevano insieme. Lui non la perdeva di vista un secondo, si sentiva ancora il suo guardiano, tutto ciò che voleva fare era proteggere la sua piccola Yuna. Anche lei, però, non voleva allontanarsi da Tidus, come se avesse paura che la loro unione fosse ancora troppo fragile, che qualsiasi cosa potesse spezzarla da un momento all’altro, portandole via ciò che tanto a lungo e con tanto amore aveva cercato e che dopo un tempo che le era parso infinito aveva finalmente ritrovato. E così quella mattina scelsero l’insenatura e vi si avviarono insieme, un po’ tenendosi per mano, un po’ abbracciati, ma mai distanti.

“Sono così felice che tu sia tornato” sospirò Yuna. “… Scusa, non faccio altro che ripeterlo da settimane!”

“Tranquilla, non mi stancherò mai di sentirlo.” la rassicurò il ragazzo “Sai, quando mi sono svegliato nel mare non mi è nemmeno passato per la testa che potessi essere su Spira, pensavo … non so … forse di essere in un mondo diverso … in un altro sogno …”

“Zitto!” disse lei. “Non devi ripeterlo mai più. Ti sei qui, sei reale. Non devi pensare ad altro. E non svanirai mai più, promettimelo.”

Tidus la guardò dolcemente: gli occhi di lei lo rapivano sempre, lo facevano sentire in una dolce prigione di cui solo Yuna aveva la chiave, ma dalla quale non voleva mai uscire. Si perdeva in quello sguardo spensierato, senza barriere, che rispecchiava tutte le emozioni della ragazza.

“Lo prometto, non mi accadrà mai più nulla” disse, e vide che la ragazza traeva un sospiro di sollievo prima di voltarsi. Ormai avevano attraversato tutto il villaggio e stavano per uscirne. Non appena si incamminarono sul sentiero che portava alla spiaggia, però, Tidus mise un braccio davanti a Yuna e la fermò, facendo a sua volta lo stesso.

“Cosa …?” provò a chiedere lei, ma il ragazzo la zittì con un cenno. Indicandole di rimanere dov’era, fece qualche passo avanti, i sensi all’erta. Sentiva che qualcosa non andava: durante il pellegrinaggio insieme a Yuna, mentre faceva il guardiano, aveva imparato ad avvertire il pericolo immediatamente. Si guardò attorno, ma non fece in tempo a voltarsi alla sua sinistra che si udì una voce bassa, roca, gridare: “Thundaga!” e un grande fulmine si abbatté vicino a ragazzo, colpendolo di striscio. Tidus balzò indietro e corse verso Yuna che era rimasta da sola qualche passo più in là. La stessa voce misteriosa gridò. “Blizzaga!” e una lastra di ghiaccio comparve davanti alla ragazza. Tidus fece appena in tempo a raggiungerla per spingerla a terra e buttarsi sopra di lei per proteggerla dalle schegge della lastra che si era infranta a terra dopo aver mancato il bersaglio; alcune lo colpirono e una più grande e affilata delle altre si infilò in una spalla del ragazzo, ma lui non vi badò.

Poi l’aria si fece più calma, non si sentiva più alcuna voce, e i due si rimisero in piedi. Tidus però avvertiva ancora una presenza molto vicina a loro.

“Chi sei?” gridò, ma non ebbe risposta. Yuna intanto si guardava attorno confusa. Si avvicinò a Tidus cercando la protezione delle sue braccia, che prontamente la circondarono.

“Chi sei? Vieni fuori!” urlò ancora il ragazzo, e finalmente si sentirono dei rumori venire dal bosco che circondava il sentiero. Ne uscì un uomo, un vecchio con la schiena curva, una barba bianca non troppo corta, sottili baffi anch’essi candidi e piccoli occhi penetranti. Sia Tidus che Yuna riconobbero subito quell’uomo.

“Maestro Mika …?” sussurrò Yuna.

Sul volto del vecchio comparve un sorriso diabolico.

“Yuna … vai da Wakka e Lulu. Avvertili e dì loro di venire subito.”

Yuna guardò Tidus: il suo sguardo era serio, determinato, non lo aveva mai più visto così, non dopo il suo pellegrinaggio.

“Ma … e tu? No, non ti lascio qui …” provò a dire, ma lui le mise le mani sulle spalle e le sussurrò:

“Non preoccuparti! Devi andare da loro, subito! Ti prego … a me non accadrà niente, te l’ho promesso.”

La ragazza non voleva lasciarlo da solo con quell’uomo, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, perciò corse in direzione della tenda dei loro amici, mentre Tidus teneva occupato Mika.

“Come puoi essere qui? Dovresti stare nell’Oltremondo!” disse il ragazzo al vecchio. Un altro ghigno malvagio si disegnò sul suo viso, la cui pelle era ormai stata raggrinzita dal tempo.

“Sono un non-trapassato, lo sai bene. Due anni fa ho ritenuto che non sarebbe stato conveniente farsi mandare nell’Oltremondo, così mi sono nascosto. Non è stato tanto facile, sai? Ma almeno ora sono ancora qui.” spiegò Mika. Tidus voleva dare a Yuna il tempo di tornare con Lulu e Wakka, ma voleva anche saperne di più sulla misteriosa apparizione di quel vecchio, così continuò con le domande: “Perché sei venuto qui? Che cosa vuoi?”

Mika non smise di sorridere, fissando il giovane con uno sguardo di ghiaccio che lo faceva sentire a disagio.

“Fino a due anni fa Spira era governata dalla morte, un governo eterno, oscuro … affascinante, a mio parere. Be’, purtroppo colui che faceva prosperare questo governo è stato ucciso; dovresti sapere di chi parlo … sai … Seymour …”

“Seymour era un essere spregevole che usava la gente di Spira … (che ha cercato di usare Yuna) … per i suoi scopi oscuri: meritava la morte che gli abbiamo dato!” lo interruppe Tidus.

“In ogni caso, ho intenzione di ridare a Spira il suo vecchio regime. Volevo solo accertarmi che non ci fosse nessuno ad ostacolarmi, ma a quanto pare ho proprio trovato qualcuno …” mentre lo diceva, Mika spostò lo sguardo alle spalle del ragazzo. Questi si girò e vide che Yuna stava tornando da lui seguita da Wakka e Lulu, entrambi con un’espressione confusa e incredula.

“Maestro Mika?!” esclamarono insieme “Ma allora è vero! Tidus, cosa significa? … Che …?” ma Wakka non fece in tempo a finire la frase: una luce accecante li investì e furono costretti a chiudere gli occhi. Quando li riaprirono Mika era sparito.

“Dannazione!” gridò Tidus, pieno di rabbia. In quel momento sentì una fitta alla spalla e si accorse della scheggia di ghiaccio affilata che gli aveva penetrato la carne. Con un leggero gemito se la sfilò e Yuna corse subito verso di lui.

“Non preoccuparti, non è niente!” le disse. Trovava incredibile come si agitasse al minimo incidente che gli capitava, ma non gli dispiaceva che si preoccupasse per lui. Dopotutto, lui faceva lo stesso per Yuna. La abbracciò. “Grazie per avermi aiutato.” le sussurrò.

“Non ti ha fatto niente, vero?” le chiese lei agitata “Avrei preferito rimanere qui … Cosa è successo?”

Allora Tidus raccontò ciò che Mika gli aveva rivelato.

“Ma è terribile!” esclamò Wakka quando il ragazzo tacque.

“Così vuole riappropriarsi del dominio di Spira” disse Lulu.

“Già, ma noi dobbiamo impedirlo!” esclamò Yuna. Tidus la guardò. “Cosa?” le chiese “Yuna, hai già rischiato la vita troppe volte affrontando Seymour … non ti permetterò di farlo di nuovo …”

“Non ci riuscirai, Tidus. Ormai ho deciso! Io proverò a fermare Mika.”
“E noi anche!” intervennero Lulu e Wakka.

“Senti, insieme abbiamo sconfitto Sin. Possiamo fare qualsiasi cosa! Ora Spira ha di nuovo bisogno del nostro aiuto, e non possiamo tirarci indietro … ti prego, Tidus”

Il ragazzo la fissò. Lui non si sarebbe di certo tirato indietro, sarebbe stato il primo a combattere per salvare quel mondo, ma ciò che più desiderava salvare era Yuna. Se le avesse permesso di scontrarsi con Mika, le sarebbe potuto accadere qualcosa …

Yuna vide che non sapeva cosa rispondere, quindi gli si avvicinò: “Per favore, compiamo questa missione. E non temere per me: ho il miglior guardiano dell’universo che mi proteggerà, giusto?”

Tidus non resistette e la strinse a sé più forte che poteva. “D’accordo.” le sussurrò.

 

Quel pomeriggio si misero in contatto con Rikku. Quando la giovane Albhed fu messa al corrente della situazione, con il suo solito entusiasmo saltò subito a bordo della Celsius che l’aveva accompagnata a Besaid e disse agli altri di fare lo stesso: “Forza, ragazzi! A bordo! Destinazione: Monte Gagazet! Dobbiamo avvertire anche Kimahri, no? Vai, Fratello, a tutta velocità!”. Contagiati dalla sua esuberanza, anche gli altri non poterono fare a meno di sorridere. Tidus guardò Yuna: si chiedeva se quel sorriso fosse un’altra maschera che nascondeva la sua preoccupazione … perché il suo lo era. Stavolta era lui a non poter fare a meno di preoccuparsi, di essere triste per ciò che stava accadendo: perché Yuna doveva salvare ancora Spira? Perché lei? Non era più un’Invocatrice, non c’erano più gli Eoni a sostenerla in battaglia … c’era solo più lui … e non sapeva se ritenersi in grado di farlo o no. Lasciò il ponte dell’aeronave e si diresse verso le cabine. Lì, con grande sorpresa, vi trovò la sua vecchia spada, splendente come una volta. Si avvicinò per impugnarla. Accanto ad essa c’era un biglietto: “L’ho conservata per tutto questo tempo: mi è stata molto utile e sapevo che un giorno saresti stato di nuovo qui e avresti voluto riaverla. Ora purtroppo è arrivato il momento in cui devi impugnarla ancora una volta per combattere per questo mondo, per il nostro mondo. Ancora una volta combatteremo insieme, e ne usciremo vincitori, ne sono certa. Ti amo. Yuna”

Tidus toccò l’elsa della spada, la strinse e sollevò il braccio. Fu come aver ritrovato un pezzo di lui che gli mancava: se ne accorse mentre faceva roteare la Fraternity attorno a sé agilmente e con grande abilità. Dopo qualche esercizio se l’assicurò alla cintura e tornò sul ponte. Ormai erano arrivati sul Gagazet e il portellone dell’aeronave si era aperto, facendo entrare il gelido vento del monte. Kimahri era davanti alla Celsius. Yuna gli si avvicinò e lo salutò, poi gli spiegò la situazione e gli chiese di unirsi a loro. Il Ronso rispose: “Ora Kimahri è capotribù Ronso, ha molte responsabilità. Kimahri non sa se può lasciare monte …” Rikku stava già per protestare vivamente, ma Kimahri non gliene diede il tempo: “Ma Kimahri deve difendere prima di tutto Yuna. Kimahri è pronto.” Dopodichè si avviò silenziosamente verso l’aeronave e vi salì, sparendo in direzione del corridoio centrale. Gli altri lo seguirono e la Celsius ripartì.

“Dove pensi che dovremmo andare?” chiese Tidus a Yuna. La ragazza non ci rifletté molto: “Sono quasi certa che Mika sia a Bevelle. Dev’essersi nascosto nei sotterranei della città, forse nello stesso posto in cui si era svolto il nostro processo. Fratello, portaci là.”

“Ricevuto!”

Ci vollero pochi minuti, durante i quali nessuno parlò, concentrato su ciò che stava per accadere. Che cosa avrebbero fatto? Cosa avrebbero trovato una volta giunti a Bevelle? Mika agiva da solo, o le guardie della città erano dalla sua parte? Loro sarebbero riusciti ad entrare a Bevelle senza problemi, o sarebbero stati ostacolati? Di quante forze disponeva Mika? Sarebbero stati in grado di contrastarle? … Tutte domande, troppe, alle quali non sapevano cosa rispondersi. D’un tratto la voce di Fratello interruppe i pensieri di tutti: “Siamo in vista di Bevelle! È a meno di mezzo chilometro da noi!”

“Ok. Ragazzi!” disse Yuna “Prepariamoci a tutto. Non sappiamo chi ci accoglierà, né come.” Tutti assentirono con un cenno della testa. Poi Yuna guardò i propri abiti: portava ancora la looksfera da pistolera. Dentro di sé pensò che non era l’abito adatto. Improvvisamente attorno a lei si alzò un fascio di luce bianca e un vortice di petali colorati l’avvolse. Quando scomparvero, indossava il suo vecchio abito da Invocatrice. L’aveva indossato durante il suo primo viaggio compiuto per la salvezza del mondo, quindi volle indossarlo anche durante questa nuova missione, che aveva lo stesso fine.

Quando furono pronti, tutti si spostarono verso il portellone ancora chiuso, in attesa che la Celsius atterrasse. D’un tratto però un colpo metallico risuonò nell’aria e l’aeronave oscillò pericolosamente. Tidus e Kimahri, i soli rimasti in piedi, aiutarono gli altri a rialzarsi e tutti corsero sul ponte a vedere cosa fosse successo. Non fecero però in tempo ad arrivarvi che da un vetro dell’aeronave videro una grande figura alata affiancarli e superarli, muovendosi sinuosamente.

“Che cosa?! Era …?” gridò Rikku con gli occhi sgranati.

“… Efrey?” terminò Yuna.

“Non è possibile! L’abbiamo ucciso due anni fa!” disse Tidus confuso.

 Kimahri sembrava pensieroso, ma per niente stupito: “Mika ha grandi poteri; forse ha anche potere di resuscitare mostri.” esordì.

Ci voleva solo più questa! pensò Tidus. Cosa dovremo affrontare ancora? Quali e quanti pericoli incontrerà Yuna prima di poter mettere fine a questa assurda storia? Ma perché le permetto di farlo?! Perché? …  Ma se glielo impedissi non mi perdonerebbe mai … e forse nemmeno io … dopotutto è anche il mio mondo, ormai! Però Yuna potrebbe …

“Tidus! Dai, andiamo!” la voce di Rikku lo raggiunse, poi sentì quella di Compagno provenire da un altoparlante: “Voi scendete, non potete perdere tempo con il mostro. Cercheremo di tenerlo a bada per un po’ con i cannoni dell’aeronave!”

“Grazie” disse Yuna un secondo prima di lanciarsi dal portellone che si era appena aperto. Gli altri la seguirono e atterrarono sul Gran Ponte di Bevelle, mentre la Celsius invertiva rapidamente la rotta e si dirigeva verso Efrey che volava pochi metri più in là, pronto a scagliarsi su di loro. I cannoni lo colpirono in tempo e il gruppo poté correre verso l’entrata del tempio senza essere attaccato. Lì lo attendeva il primo scontro con le guardie di Bevelle. Erano solo una decina, un colpo facile. Tidus estrasse la spada, la impugnò saldamente e fissò i nemici. Sette erano armati di fucili, un’arma non troppo pericolosa, mentre tre avevano dei lanciafiamme: sarebbero stati i primi a cadere sotto la sua lama. Senza attendere a lungo, per sfruttare l’effetto sorpresa che aveva sortito il loro arrivo improvviso, si lanciò contro due di essi. Con un fendente dall’alto atterrò il primo avversario, poi compì mezzo giro su se stesso e colpì il secondo con un affondo laterale. Il terzo uomo, che per il momento era stato lasciato in disparte, caricò il lanciafiamme. Una lingua di fuoco comparve accanto a Tidus, che però aveva previsto l’attacco e si scansò, procurandosi solo una lieve scottatura su una guancia. Poi ripartì veloce come un fulmine con la spada tesa davanti a lui e trapassò il nemico da parte a parte senza sforzo. Ebbe quindi un momento di tregua, durante il quale poté osservare la situazione: Kimhari aveva atterrato un templare con la sua lancia e stava avendo la meglio su un altro. Le magie di Lulu non avevano risparmiato nemmeno uno dei suoi due avversari, mentre le piccole ma veloci lame di Rikku tenevano a bada un altro templare. Improvvisamente il pallone da Blitzball di Wakka gli passò accanto e andò a colpire un’altra guardia. Visto che tutti se la cavavano più che bene, il ragazzo andò verso Yuna. Non l’avevano ferita, ma la sua asta poteva poco contro il suo avversario, così la spada di Tidus le venne in aiuto. Quando tutte e dieci le guardie furono sconfitte, si affrettarono a muoversi verso il portone, ma  non fecero che qualche passo prima che un altro gruppo di templari li raggiungesse aprendolo all’improvviso. Ancora una volta Tidus si occupò dapprima di quelli armati di lanciafiamme, aiutato anche da Kimahri poiché questa volta erano più di sei, mentre Lulu colpiva con magie avanzate di ogni tipo chiunque le capitasse a tiro. Tutti erano occupati in duelli accaniti, ma ogni volta che atterravano un avversario, altri due comparivano dall’interno del tempio. Continuò così per diversi minuti, mentre le forze di tutti si esaurivano a poco a poco.

“Non riusciremo mai a sconfiggerli tutti! Dobbiamo fare qualcosa!” esclamò Rikku, che era inciampata nel fucile di una guardia abbandonato a terra e il suo avversario l’avrebbe uccisa se Wakka non avesse scagliato in tempo il suo pallone. Anche gli altri erano in una situazione difficile. Tidus continuava a scagliarsi contro gli avversari con agilità e precisione, ma anche lui non avrebbe resistito all‘infinito, anche se era il più forte del gruppo. Era così concentrato sui nemici che aveva davanti e su quelli che attaccavano Yuna, che sentì appena la voce di Lulu: “Tidus! Tu e Yuna dovete andare avanti! Dovete entrare nel tempio, lasciate a noi le guardie!”

“Sì, pensate a trovare Mika, e alla svelta!” gridò Wakka.

Tidus eliminò l’ennesimo templare fingendo di attaccarlo frontalmente e scartando poi a sinistra, affondandogli la lama nel fianco, poi corse verso Yuna.

“Vieni! Dobbiamo andare dentro, penseranno loro alle guardie.” le disse in un orecchio, poi la prese per un polso e la tirò verso l’ingresso del tempio. Corsero dentro, poi lungo il dedalo di corridoi, eliminando le guardie che si paravano loro davanti e superando quelle che li rincorrevano. La spada di Tidus sembrava muoversi da sola contro chiunque si avventasse su Yuna, lasciandolo a terra con il segno inconfondibile della sua lama sul petto, su un fianco, o sul collo, su qualsiasi parte riuscisse a raggiungere, silenziosa, rapida, letale. Il ragazzo non sapeva dove potessero trovare Mika, ma sembrava che Yuna fosse sicura delle direzioni che prendeva.

“Sento che andiamo nella direzione giusta, anche se non so spiegarmi il perché.” disse lei dopo aver svoltato per l’ennesima volta in un corridoio esattamente uguale ai precedenti. E infatti dopo altri bivi, altri incroci, altre svolte, altri corridoi e altre guardie, l’ambiente attorno a loro iniziò a cambiare, si fece più tetro, meno illuminato, i templari scomparvero magicamente e i due ragazzi si trovarono di fronte ad un grande spiazzo vuoto, oltre il quale non c’era alcun corridoio. La loro corsa era finita, ma Mika non c’era.

“Yuna” disse Tidus dopo essersi guardato intorno con circospezione “Vieni, torniamo indietro. Qui non c’è niente.” Le prese la mano e fece per incamminarsi verso il corridoio dal quale erano arrivati, ma Yuna oppose resistenza e non si mosse. “No, sento che c’è qualcuno. È qui da qualche parte, dobbiamo solo …” disse lei, ma fu interrotta da una voce bassa e roca che disse: “Siete arrivati, finalmente. Pensavo non fossi stata influenzata dal mio incantesimo, invece hai seguito la mia pista …”

Yuna guardò confusa Mika che era appena apparso dall‘ombra e aveva raggiunto il centro dello spiazzo, a pochi passi da loro. “Ci hai condotti tu qui da te? Perché? Noi siamo qui per fermarti, lo sai bene!” gli disse.

Il solito sorriso freddo e malvagio comparve sul suo viso, sembrava si prendesse gioco di loro e questo fece infuriare Tidus.

“Smettila di sorridere! Perché non ci attacchi?! Forza! Vediamo chi avrà la meglio!” e si lanciò contro il vecchio, la spada sguainata. Lui non fece in tempo a spostarsi, e la lama penetrò nel petto di Mika, mentre una luce di trionfo compariva negli occhi del ragazzo. L’espressione del vecchio invece non cambiò, il ghigno era sempre sulle sue labbra, non vi era traccia di dolore nei suoi piccoli occhi scuri. Senza il minimo sforzo alzò un braccio, e Tidus fu scaraventato contro la parete alle sue spalle. La spada gli sfuggì di mano e scivolò qualche metro più in là, fuori dalla sua portata. Yuna fece per correre da lui, ma ad un gesto di Mika una forza invisibile la fermò.

“Non puoi ferire un morto, né tanto meno ucciderlo.” disse con calma Mika rivolto a Tidus, che cercava di rialzarsi, ma un dolore acuto alla nuca lo fece inginocchiare di nuovo a terra. Si portò una mano dietro il collo e quando la ritrasse vide che era sporca di sangue. Poi Mika decise che era il momento di metter fine a quella storia, di eliminare qualsiasi ostacolo gli potesse impedire di mettere in atto i suoi piani, e alzò entrambe le mani sopra la testa, chiudendo gli occhi e iniziando a sussurrare parole incomprensibili. Le palme delle sue mani si illuminarono di una strana luce viola e dei raggi scuri si alzarono fino al soffitto. Yuna approfittò di quel momento di distrazione di Mika per raggiungere Tidus. Non appena gli fu accanto, però, la voce del mago si alzò sempre di più e i raggi si unirono in unico flusso che Mika indirizzò verso di loro. L’oscurità li avvolse e non udirono più nulla.

Pochi istanti dopo, l’incantesimo si dissolse e Mika guardò trionfante verso il punto in cui prima c’erano i due ragazzi, ma la sua espressione si trasformò subito in sorpresa quando vide Yuna e Tidus incolumi avvolti da una sfera arancione che li aveva protetti dall’attacco magico. Questa volta non si scorse alcun sorriso sul suo volto raggrinzito.

“Sei più forte di quanto credessi, ragazzina. Ho fatto bene a pensare che potessi essere un pericolo. Be’, vediamo come te la cavi questa volta.” E alzò di nuovo le mani, ripetendo la stesa formula di prima, ma con maggiore intensità. Yuna era affaticata, tenere a bada quella magia non era stato facile, ma era pronta a ripetere l’incantesimo di difesa. Tidus intanto si era rialzato e vedendo che la ragazza era in difficoltà, le si avvicinò e le sussurrò in un orecchio: “Usa anche la mia forza magica, ne ho acquisita abbastanza durante il pellegrinaggio contro Sin, può aiutarci.” Dopodichè la abbracciò e Yuna si preparò ad alzare lo scudo. La voce di Mika si trasformò improvvisamente in urla incomprensibili e un raggio enorme investì i ragazzi. Per un po’ lo scudo resistette, poi divenne sempre più sottile, trasparente. Allora Tidus strinse ancora più forte a sé Yuna e una nuova energia si sprigionò dal loro abbraccio, avvolgendoli in una luce accecante che si espanse per tutta la sala. Il raggio si allontanò da loro e prima di dissolversi investì Mika. Al contrario della spada, la sua stessa magia ebbe effetto sul vecchio che fu scaraventato a terra. Yuna non perse tempo e gli si avvicinò con l’asta tesa davanti a sé. Quando fu a pochi passi da lui, la fece roteare sopra la testa, poi attorno a sé , volteggiando in una danza leggera e incantevole. Eseguì i passi del rito come se non avesse peso, quasi volando nell’aria, facendo ondeggiare da una parte all’altra i corti capelli castani che ogni tanto le coprivano il viso. Quando il rito del trapasso si concluse, Yuna abbassò l’asta e andò accanto a Tidus. Con le ultime energie magiche che aveva curò la ferita del ragazzo. Allora lui l’abbracciò, la ringraziò con un tenero bacio, poi le disse di tornare dagli altri per vedere come se la fossero cavata nella battaglia alla quale li avevano lasciati. Ripercorsero il corridoio che usciva dalla sala e cercarono di ricordare la via che avevano preso all’andata. Dopo qualche svolta, però, sentirono dei passi avvicinarsi rapidamente. Si voltarono e in fondo al corridoio che stavano percorrendo videro spuntare dal buio un gruppo di guardie, dovevano essere una decina. Ormai però né Tidus né Yuna sarebbero stati in grado di sostenere una simile battaglia, l’unica cosa che potevano fare era fuggire. Tidus prese Yuna per mano e iniziò a correre, mentre le guardie dietro di loro li inseguivano a tutta velocità. I ragazzi non sapevano dove andare, ormai si erano persi in quel labirinto che pareva senza uscita. Percorsero vari corridoi, svoltarono in altri dallo stesso aspetto lugubre; più volte si guardarono alle spalle e sembrò loro di aver finalmente seminato i templari, ma all’angolo successivo ecco che li vedevano di nuovo dietro di loro. Tidus svoltò improvvisamente a sinistra e Yuna inciampò e cadde in ginocchio. Il ragazzo si affrettò ad aiutarla a rialzarsi e senza perdere tempo la tirò di nuovo dietro di sé stringendole la mano. Sembrava che quella corsa non dovesse avere mai fine, finché non videro una porta davanti a loro. Entrarono nella sala e si trovarono nella penombra. Yuna si fermò al centro della stanza, mentre Tidus continuò a percorrerla per cercare una via d’uscita, che però non esisteva. Poi andò verso la ragazza, mentre i passi delle guardie si facevano sempre più forti. Quando la raggiunse, le luci si accesero all’improvviso e dalla porta entrarono otto templari, tutti armai di fucile. Bloccarono l’unica via d’uscita, tre si inginocchiarono puntando i fucili contro Tidus e Yuna, mentre gli altri cinque si sistemavano dietro i primi, alzando a loro volta i fucili. Yuna si appoggiò al petto di Tidus, le cui braccia le si strinsero attorno. Si guardarono negli occhi: quelli di Tidus erano velati di tristezza, perchè le sue paure si erano avverate, perché non era riuscito a proteggere Yuna, perché sapeva che l’avrebbe persa per sempre. Quelli di lei erano pieni di lacrime, perché era difficile per lei dire ancora una volta addio all’unica persona che avesse mai amato, ma erano anche sereni, perché Spira era salva, erano riusciti a compiere la loro missione, avevano vinto … Mentre un’altra lacrima le scendeva sul volto, un debole sorriso, come un ultimo saluto, comparve sulle sue labbra. In quel momento i fucili furono caricati e otto spari risuonarono nel silenzio, sciogliendo l’ultimo abbraccio dei giovani. Yuna cadde all’indietro e sentì il suolo freddo sotto di sé. Al suo fianco Tidus era immobile, gli occhi chiusi. Perché non li riapriva? … Perché non le sorrideva più come faceva una volta? … Perché non la stringeva più a sé? … Perché non la rassicurava più con il suono dolce e protettivo della sua voce? … Altre lacrime scorsero sul volto di Yuna mentre provava a sussurrare il nome del ragazzo, ma nessun suono uscì dalle sue labbra, solo un soffio d’amore, un ultimo respiro dedicato al ragazzo comparso misteriosamente dal mare un giorno come tanti altri.

 

THE END

  
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