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Autore: KairiDN    27/01/2011    0 recensioni
Non posto su EFP da più di 1 anno, ho ripescato questa vecchia storia dal vecchio pc, riguarda le famose metamorfosi di Ovidio, argomento che mi appassionò tanto da spingermi a provare a scriverne una. Spero sia di vostro gradimento, accetto volentieri consigli, critiche o commenti di qualsiasi genere.
"Quasi come se una lama l’avesse trafitta alle spalle, tradendola, si sentì il cuore lacerare e cadde a terra, soffocante.
Il disio di farsi ancor più minuscola aumentò, quando da un bel ciespuglio verde più degli altri spunto un’altra donna dai capelli dorati, così incantevole da potersi paragonare alla luce di quella luna piena. "
Genere: Drammatico, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' da moltissimo tempo che  non posto nulla su questo sito, ho avuto vari problemi. Questa è una oneshot che scrissi molto tempo fa, l'anno scorso precisamente, dopo aver studiato le Metamorfosi di Ovidio. Mi erano piaciute e mi avevano colpita così tanto che mi venne voglia di scrivere, o almeno provare a scrivere un piccolo abbozzo di metamorfosi.
Per ora ho scritto solo questa, la indico come numeri 1 perchè ancora sono indecisa se scriverne altre. Se volete posso anche aprire la fanfiction se qualcuno ha voglia di scrivere una piccola metamorfosi (quindi una ff a più mani). Ditemi voi se avete qualcosa da proporre. Ah, e spero di non aver sbagliato sezione.
Non siate troppo duri, è la prima ff di questo genere che provo a scrivere. Accetto però critichi o accorgimenti, perdonate eventuali errori grammaticali e se potete segnalatemi cosa c'è che non va bene. 
Grazie, KairiDN.

Metamorphosi n°1

Narro della storia di una giovane, non scintillate quanto Venere a detta di tutti gli abitanti del piccolo borgo, ma che nel suo minuscolo cuore mille sentimenti imperversano costantemente, giorno e notte.
Era una notte di luna piena, nel bosco, una notte di luna piena che bastò a far scoccare la scintilla che elettrizzò il suo cuore e fece rabbrividire il suo gracile corpo. Il primo amore scalda il cuore come farebbe un fuoco, e il suo bisogno di essere riscaldata era ormai tanto quanto il bisogno che ha un naufrago di concedersi al lusso delle fiamme che infiammano l’aere attorno a lui. Il suo cuore era ormai assopito da anni, mai una scintilla d’amore aveva penetrato così a fondo dentro al suo animo. Come se fosse vero che Cupido l’avesse centrata in pieno, la giovane fanciulla rimase incantata alla vista del maestoso demone di fronte ad ella. Forse si trovava nel posto sbagliato, al momento sbagliato, eppure non fu quello il momento in cui la sua mente avrebbe pensato all’errore di essere lì: tanto era presa da quella visione così soave e contemporaneamente così terribile. La sua figura per metà coperta dall’ombra e per metà illuminata dalla luna si stagliava in mezzo al verde quasi fosforescente della natura circostante, quasi a volerne ricalcare la sagoma. Il suo sguardo rivolto alla luna, sul suo viso una cicatrice che parlava da se di tutte le battaglie che il giovane demone aveva affrontato. Intorno a lui, quasi ad esserci un’alone che lo avvolgeva e delicatamente sfumava i contorni della figura tanto amata. Non era come se lo ricordava, ma vedendolo inondato da quella particolare luce riconobbe i segni dell’antica fiamma. Nascosta dietro le fronde l’osservava, timidamente e rossa in volto, si limitava a contemplare la sua irraggiungibile bellezza che, aimè, forse non avrebbe mai avuto. Ma la trepidazione del momento non la fece accorgere di una verga a terra, cosicchè appoggiandoci sopra il minuscolo piedino emise uno scricchiolio che attirò l’attenzione del demone, che si girò di scatto incuriosito in direzione delle fronde. La giovane, che in quel momento avrebbe voluto trasformarsi in un essere minuscolo per non essere veduta, indietreggio 1, forse 2 passi, e nell’errore quasi inciampò. Ma qualche generoso Dio la sorresse, e ogni rumore cessò di incrementare la curiosità dell’essere così amato da lei. Lui dal canto suo non mosse alcun passo, continuò con occhio attento a fissare quella direzione, pur non sapendo cosa ci fosse lì dietro.
“Aelyn?”
Fù l’unica parola che mormorò.
”Aelyn, mia sposa, sei forse tu?”
Parola piene d’amore furono pronunciate dal giovane amante, piene d’amore,si, ma nel contempo col potere di distruggere ogni lontano disio della giovane fanciulla. Quasi come se una lama l’avesse trafitta alle spalle, tradendola, si sentì il cuore lacerare e cadde a terra, soffocante.
Il disio di farsi ancor più minuscola aumentò, quando da un bel ciespuglio verde più degli altri spunto un’altra donna dai capelli dorati, così incantevole da potersi paragonare alla luce di quella luna piena. Col cuore lacerato la giovane osservava silenziosa i due amanti nel momento dell’amore, invidiandoli fino ad odiare il demone stesso. Alzando gli occhi al cielo s’inginocchiò pregando gli Dei affinchè esaudissero il suo desiderio:
“Oh, dei, se ci siete e se è vero che gli umani superate per virtù, vi chiedo di esaudire il desiderio di una giovane fanciulla dal cuore ridotto in brandelli, l’uomo che tanto desideravo ora è fra le braccia d’un’altra, e insieme si meravigliano dei fiori prufumati che nascono da queste verdi erbe e si nutrono dell’acqua limpida del fiume in questo bosco: fate usufruire anche me di quel bene, del bene di essere contemplata dall’unico uomo che ha mosso il mio giovane animo ormai morto. Trasformatemi nel più profumato dei fiori, e rendetemi il dono dell’immortalità, cosicchè io possa essere per sempre accanto a lui, se non col corpo umano, almeno col grembo e le foglie verdi chiare, e che quando il suo corpo si sarà assopito, io mi assopisca assieme al suo. Donatemi un colore tra i più scintillanti, in modo che svegliandosi la mattina io sia la prima cosa su cui i terribili occhi possano gettare la prima occhiata. Oh dei, se ci siete, esaudite questo mio ultimo desiderio.”
Fu così che, terminate le parole della giovane fanciulla, una luce nel cielo illumino ogni singolo centimetro dell’amato bosco, e che colpi proprio quelle fronde dove la ella nascondeva se stessa alla vista altrui. I capelli ramati divennero turchini e ancora più morbiti e delicati che non fossero gia prima, le braccia congiunte in preghiera si tramutarono in piccole foglioline appena nate nel più chiaro della tonalità del verde conosciute, le gambe dapprima inginocchiate si ersero e si piantarono nel soffice terreno, il corpo gia snello della ragazza si snellì ulteriormente: nel bosco alcun fiore poteva comparare la bellezza e la luminosità di quello appena sbocciato.
La leggenda volle che il maestoso demone colse tra tutti proprio quel fiore immortale, che per una ragione che mai nessun abitante era riuscito a svelare nessuna avversità pose fine ad esso. Solo quando la fiamma della vita del giovane si spense, fu così che il fiore, inaridito tutto d’un colpo, si assopì sul corpo esamine del demone amato.

  
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