Hola gente.. mentre devo aggiornare 'Once in a lifetime' avevo questo tarlo qui( anche io ne ho) ... dovevo buttare giù questa cosa. Laq protagonista è , ovviamente, la mia amata Hermione Granger. Ed è ambientata come leggete dalle informazioni nel periodo in cui Ron e Lavanda si frequentavano. Ecco a cosa pensa Herm secondo me, la notte, prima di addormentarsi. Buona lettura :)
*
Notte,
torre
di Grifondoro.
Attimo
di silenzio. La stanza al
buio, non si vede il macello totale, globale tutto attorno. Il letto
è comodo e
il tepore del piumone avvolgente. Un po’ di pace, in fin dei
conti, ci voleva.
Ed
ecco il pensiero. Comincia piano,
come un tarlo a scavare nel legno del suo cervello stanco.
Cri-cri-cri prima pian piano, poi più forte.
Ecco,
in quel periodo la sua vita era
stata progettata per cavarsela ... senza vivere realmente...cavarsela e
basta....indossando
una maschera.....una vita fatta di luci e palcoscenico in cui lei non
era la
prima attrice...ma aveva solo una misera maschera sorriente sul
volto...una
vita fatta di rimandi giorno dopo giorno, in cui
“poteva farcela” ...e di
continui ripetersi di essre forte, di andare avanti, perchè
la vita è così, non
si può sempre vincere , bisogna saper perdere
(così diceva una canzone, no?):
già, poteva farcela.
Ed
eccolo, sempre il pensiero… Si
vedeva, da sola, in bilico sulla scala con uno scatolone obiettivamente
troppo
pesante per le sue misere forze residue, in bilico tra
“crollo al suolo
miseramente” e “ce la faccio”. Tutta
intenta a cercare di gestire quello
stramaledetto scatolone. Leggero un giorno, pesantissimo un altro. E,
sino ad
allora, ce l’aveva sempre fatta a non crollare,
rovinosamente, al suolo. Ma il
tarlo rimaneva. Ecco, forse, per una volta, lasciar da parte tutto
quell’orgoglio, quel “me la cavo”, per
quella volta soltanto, sarebbe stato
possibile.
Se
ne stava lì, zitta, con gli occhi
fissi a non guardare ciò che le si muoveva attorno, con
l’anima in stand-by,
con un disco del quale non si ascolta il suono né si
capiscono le parole.
Fissa,
come un fotogramma fermo sullo
schermo, come una foto mai scattata, come un istante mai vissuto, perso
nel
tempo.
Poi
pianse.
*