Terza Classificata al Random Pairings indetto da
Herms sul forum di EFP.
3 CLASSIFICATA: Pocahontas@Effie
VALUTAZIONE:
Grammatica e sintassi: 19 / 20 punti
Rispetto delle regole: 9 / 10 punti
Originalità della storia: 17 / 20 punti
Valutazione personale: 7 / 10 punti
Caratterizzazione dei personaggi: 18 / 20 punti
Totale: 70 / 80
Commento Personale:
La storia, per quanto breve, è efficace, e evidenzia bene le emozioni dei due
protagonisti che fungono da perno per il racconto.
L'uso del presente è azzeccatissimo per il tipo di racconto che hai scelto, un
altro tempo ci sarebbe stato male, probabilmente ne avrebbe un po' perso
l'incisività della situazione. Ok, è una frase un po' contorta ma non sapevo
come esprimere il concetto, scusa ho la testa piena di verbi greci. :)
Tornando a noi. Mi è piaciuto come hai fatto incontrare la coppia, scegliendo
un momento molto importante e difficile per entrambi.
Suppongo che ti piaccia la coppia Hermione/ Fred, o sbaglio? E' stato furbo il
modo in cui sei riuscita a inserirli in un contesto completamente diverso.
Bello il finale, molto toccante, e apre a infinite possibilità per i due in un
futuro non ben definito.
Chissà cosa potrebbe succedere :D
NICKNAME - Pocahontas_Effie
TITOLO - "Non Riesco A Credere Che Pace Significhi
Perdere Coloro Che Si Amano"
PAIRING - Lee Jordan/Angelina Johnson
GENERE/PROMPT - Triste/Pioggia
RATING - Giallo
AVVERTIMENTI - One-shot
NdA - Niente, nei vari capitoli della saga, ci ha mai
lasciato presagire che potesse esserci qualcosa tra Lee Jordan, miglior amico e
"socio" dei gemelli Weasley, e Angelina Johnson, Cacciatrice della
squadra di Grifondoro. Beh, nemmeno in questa one-shot. "Costretta" a
rappresentare questi due personaggi insieme in una stessa storia, ho scelto di
metterli a confronto con un evento che indubbiamente scuote entrambi: la morte
di Fred.
Non Riesco A Credere Che Pace Significhi Perdere Coloro Che
Si Amano
Quasi due anni dopo aver lasciato
Hogwarts con un diploma, rieccomi nella Sala Grande. Non riesco a guardarmi
intorno: troppi ricordi. La Sala Grande è una tappa obbligata, nella vita di
uno studente: colazione, pranzo, cena, ritrovo con gli amici, scontri con i
rivali… e ora, luogo di morte.
Rivolgo lo sguardo in alto, verso il soffitto: è pioggia. Persino le
finestre sono scure, nonostante il sole abbacinante che bacia il castello e i
prati attorno ad esso.
È
pioggia, nella Sala Grande, ed è pioggia nel cuore di ognuno di
noi.
Silente
è morto, Piton è morto. Tocca alla professoressa McGranitt assumere la
direzione della scuola. Nonostante la sua autorevolezza e determinazione, si
vede chiaramente che non sa più che pesci prendere. Come tutti, del resto.
D’istinto,
mi chiedo se sia meglio il caos della guerra, oppure il totale senso di
smarrimento che accompagna l’arrivo di una pace improvvisa.
Finalmente,
trovo il coraggio di alzare lo sguardo: un mare di feretri che galleggiano
magicamente a meno di un metro da terra. Le vittime dello scontro dell’altra
notte. Sono rimasti qui, nella Sala Grande, vegliati dai loro cari e da
chiunque avesse voglia di ricordarli, in attesa dell’estremo saluto.
Non
mi ero mai trovato più vicino alla morte, e ne sono molto impressionato. Ma a
rendere tutto peggiore, è il fatto che, tra tutti quei morti, ci sia anche uno
dei miei migliori amici.
Fred
Weasley.
Ricorderò
sempre il giorno in cui ci siamo conosciuti: fu sull’Espresso di Hogwarts. Lui
e George stavano vagando su e giù per il treno facendo scherzi a non finire e
attirandosi le ire di Percy, e io… io ebbi la fortuna di imbattermi in loro.
Pioveva anche quel giorno, lo ricordo bene. Gli otto anni migliori della mia
vita sono esistiti grazie alla pioggia.
Una
mano si appoggia alla mia spalla, costringendomi a voltarmi.
Vedo
i suoi occhi.
Sta
piangendo.
L’ho
vista piangere soltanto una volta: quando Grifondoro ha strappato a Serpeverde
la Coppa del Quidditch dopo anni di astinenza.
“Ciao,
Angelina.”
“Ciao,
Lee.”
“Come…”
inizio, lasciando cadere la domanda subito dopo. So come sta, me lo dicono le
sue lacrime. Ma anche se non stesse piangendo, lo saprei. I suoi sentimenti
sono gli stessi che provo io.
“Non
riesco ancora a crederci” sussurra, mentre la sua mano scivola via dalla mia
spalla. Non ho mai visto Angelina così dimessa, così triste. È pioggia
quella che vedo nei suoi occhi. “Non riesco a credere che…” si blocca, e credo
che stia per parlare di Fred. “Non riesco a credere che tutto questo… sia la
pace.”
“Non
riesco a crederci nemmeno io, Angelina” sussurro in risposta, abbracciandola.
“Non riesco a credere che pace significhi perdere coloro che si amano.”
Piange
ancora, appoggiata alla mia spalla. Nasconde gli occhi alla vista degli altri,
ma io sento la pioggia delle sue lacrime bagnare la manica della mia
veste.
È
strano, stare qui a piangere insieme per la morte di Fred, per la crudeltà
della pace e per tutto il resto: Angelina e io non siamo mai stati amici. Non
siamo mai stati nemici. Non siamo mai stati altro che compagni di scuola. Al
massimo, io sono stato per lei un cronista, quando giocava una partita di
Quidditch. Ma niente più. Anche se le ho quasi chiesto di venire con me al
Ballo del Ceppo, al sesto anno. Quella volta sono stato battuto sul tempo da
Fred.
È
strano stare qui a consolarci l’un l’altra, noi che abbiamo condiviso molto
poco, nei sette anni insieme qui a Hogwarts. Glielo dico.
“Sai,
Angelina, è strano.”
“Che
cosa?”
“Stare
qui con te, a pensare che questo futuro fa schifo.”
L’ombra
di un sorriso si fa strada sul suo volto. Ma è solo un attimo, poi ritorna la pioggia.
“E’ vero, è strano.” Si interrompe, ma non credo abbia finito. La lascio
continuare. “Ma credo faccia parte del cerchio.”
*
A
cerimonia conclusa, lasciamo la Sala Grande insieme. Nessuno dei due è pronto a
parlare con George, con Ron, con Harry o con chiunque altro. È come se
riuscissimo a parlare soltanto tra di noi. È strano.
“Ti
ricordi il discorso di fine anno di Silente, al sesto anno?” mi chiede, mentre
il sole che fa brillare il Lago Nero asciuga dalle nostre vesti il ricordo
della pioggia della Sala Grande.
“Quello
sulla morte di Cedric?”
Annuisce.
“Silente ci raccomandò di cooperare, di restare uniti per affrontare il male.”
“Ci
disse di non lasciarci mai soli. Disse che era importante sapere di poter
contare sempre su qualcuno.”
Annuisce
ancora. “Sai, io ho sempre saputo di poter contare su Fred.”
“Anch’io.
Non tutti hanno la fortuna di avere un amico come lui. Immagino sia stato un bene
averlo come ragazzo.”
L’ombra
di un altro sorriso. “Non è mai stato il mio ragazzo. Non c’è stato altro, dopo
il Ballo del Ceppo. Ho sempre avuto l’impressione che gli piacesse Hermione
Granger.”
Sorrido
all’idea del Malandrino e del Prefetto insieme.
“La
verità è che in tutti i miei ricordi più belli c’è lui” continua, a bassa voce.
“Non è amore, ne sono sicura. È solo che lui…”
“…lui
c’è sempre stato” concludo.
Ci
fermiamo in riva al Lago Nero, completamente immobile. Non abbiamo mai visto
l’acqua incresparsi, in sette anni. Ma improvvisamente, la superficie liscia e
nera cambia: un punto, poi un altro, e un altro ancora. Un goccia di pioggia,
poi un’altra, e un’altra ancora.
Arriverà
la pace, un giorno, quella vera. Quel giorno, l’accoglierò con gioia.
Ma
per adesso rimango sotto la pioggia, stringendo la mano di Angelina tra
la mia, pensando al mio migliore amico. Piangendo per il mio migliore amico.
Tanto, c’è la pioggia a nascondere le mie lacrime.