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Autore: allanon9    27/01/2011    2 recensioni
Pov di Max dopo la 1x11, quello che ha sentito durante l'abbraccio con sua madre.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Max Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordi

 

Roswell  ore 20:50

 

Ho appena finito di cenare con la mia famiglia, Isabel ed io ci siamo scambiati sguardi complici per tutta la durata del pasto e papà ci ha guardati con sospetto, so bene che più tardi andrà da lei a chiederle spiegazioni, nostro padre trova più facile parlare con Isabel piuttosto che con me.

Dopo cena mi lascio cadere sul letto con un sospiro triste, chiudo gli occhi e ripenso alle sensazioni che ho provato quello stesso pomeriggio al parco.

La mamma mi ha abbracciato stretto e io, la prima cosa che ho notato e’stato il suo profumo, mi ha riportato indietro alla notte che lei e Philip Evans ci hanno trovati nel deserto, la notte della nostra nascita, profumava di vaniglia e di qualcos’altro che allora io non conoscevo ma che ora so esattamente come definire: profumava di casa.

Poi,  mentre anche io la stringevo forte, come se avessi paura che lei potesse sparire, i suoi ricordi e i suoi sentimenti mi  hanno investito come un fiume in piena, togliendomi il fiato per la loro nitidezza.

La notte che ci trovarono, soli, nudi e spaventati, lei aveva sentito una naturale tenerezza verso di noi, verso di me, io sono stato il primo che lei aveva abbracciato solo nel momento in cui i suoi ricordi mi hanno invaso la mente, me ne sono ricordato.

La sera che ci vennero a prendere all’orfanotrofio per potarci a casa loro, lei indossava una camicetta gialla, e Isabel mi disse, bisbigliandomi nell’orecchio, che le sembrava il sole. Io avevo annuito in silenzio, parlare mi riusciva ancora difficile, troppe emozioni mi si agitavano dentro.

Le notti in cui veniva a consolarmi erano quelle che la tormentavano di più e in quell’istante stavano tormentando anche  me. Era spaventata che io non l’avrei mai amata come invece faceva Isabel, ma lei non si era arresa e alla fine mi ero abbandonato al suo amore, proprio come avevo fatto quel pomeriggio al parco.

 Avevo il cuore che batteva veloce, ma sono riuscito a schermare quello che sentivo, impedendole di vedermi per ciò che sono, come invece ho lasciato fare l’altro giorno a Liz.

Le lacrime mi pungevano gli occhi, ma le ho trattenute e quando lei con un sorriso preoccupato mi ha lasciato andare, io le ho sorriso e le ho asciugato le lacrime.

“Ti voglio bene Max” mi disse accarezzandomi il viso e io non sono riuscito a fare nient’altro che prenderla a braccetto e ricondurla a casa, avevo già parlato troppo dei miei sentimenti per un solo pomeriggio.

Tornato a casa, quella sera, dopo che avevo parlato ad Isabel, l’ho aiutata a preparare la tavola, so che lei apprezza la nostra collaborazione ed ora eccomi qui, accoccolato nel mio letto come quando ero piccolo e spaventato.

Sorrido a me stesso da allora sono solo cresciuto fisicamente, ma dentro sono ancora il bambino spaventato che gli Evans trovarono una notte nel deserto.

 

 

 

  
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