Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: _rainbow_    27/01/2011    39 recensioni
Edward Cullen è il tutore legale di Isabella Swan da quando lei aveva l'età di undici anni.
Il loro rapporto è sempre stato molto rigido e formale.
Ma adesso che gli studi di Isabella sono terminati, e lei sta per compiere la maggiore età, Edward si presenta con un programma del tutto inaspettato: una lunga vacanza in giro per il mondo, in barca a vela, solo loro due.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






Una storia che nasce sulla scia di ispirazioni notturne. Un bene seguirle o meno? Fatemelo sapere.
Questo è solo un prologo, tutti i chiarimenti arriveranno in seguito.
Baci.
R.

 

 

 



- Sig.na Swan, il Sig. Klee le chiede di raggiungerlo gentilmente in presidenza.
Una ragazza dai lunghi capelli castani, raccolti in una coda ordinata, si era bloccata a metà corsa sgranando sorpresa gli occhi di un caldo color nocciola.
- Il Preside?

Accanto a lei, anche un’altra ragazza si era fermata ed ora stava ridendo sorniona davanti all’espressione stupita della compagna.
- Ehi Bella, non mi dire che hai aspettato proprio gli ultimi giorni per rovinare la tua splendida carriera scolastica al St. Marie.
Due occhi nocciola avevano fulminato immediatamente la ragazza che aveva parlato.
- Kelly, credo che quello che hai combinato tu in questi sei anni, sia stato più che sufficiente per tutte e due!
Le loro risate allegre erano scoppiate contemporaneamente, dimentiche della donna che le osservava con espressione severa.
- Signorina Swan, la invito a non perdere altro tempo. Il Preside la sta aspettando.
La voce della prof. Russo le aveva interrotte bruscamente.
- Sì, mi scusi Prof.sa. Vado subito.
Così Bella, dopo un'ultima occhiata rivolta alla sua compagna Kelly, si era ritrovata a percorrere i lunghi e silenziosi corridoi del St. Marie, chiedendosi con un filo di apprensione cosa mai potesse essere accaduto di così urgente, perchè il Preside la mandasse a chiamare nel suo ultimo giorno presso il St. Marie. Soltanto il giorno prima, durante la cerimonia dei diplomandi, aveva speso parole di elogio per i suoi brillanti risultati ed il suo comportamento sempre irreprensibile.
Per un attimo aveva ripensato alla presa in giro di Kelly proprio per il suo comportamento: effettivamente nei sei anni di scuola non aveva mai commesso la benché minima infrazione alle regole ferree che vigevano nel facoltoso collegio svizzero. D'altronde, non avrebbe potuto fare diversamente, ma questo alla sua compagna, nonchè migliore amica, non aveva mai osato confessarlo. Dipendeva, infatti, dal rapporto che aveva con il suo unico tutore legale ed era un argomento molto doloroso per lei. Tanto che aveva sempre preferito sorvolare al riguardo, rivelando del suo passato solo che un incidente mortale accaduto ai suoi genitori quando era appena undicenne, aveva avuto come conseguenza che venisse affidata ad un tutore sino al compimento del suo diciottesimo compleanno. Ricordava ancora quel giorno lontano in cui le avevano letto il testamento dei suoi genitori, una sorta di lunga lettera in cui le chiedevano di fidarsi della scelta fatta e della persona che loro ritenevano in grado di occuparsi al meglio di lei qualora loro fossero precocemente mancati.
Lo aveva fatto, si era fidata di loro, ma le cose non erano proprio andate come forse credevano sarebbero andate tra lei ed il suo tutore.
Ma ormai non era più tempo di pensare al passato, era giunta in segreteria.

- Buongiorno, Sig.na Swan. Prego, si accomodi. Il Sig. Klee la sta aspettando.
La Sig.ra Hodler, l'arcigna segretaria che tutti temevano, le aveva rivolto un'occhiata più rispettosa del solito nell'aprirle la pesante porta.
- Grazie Sig.ra Hodler.
Varcata la soglia, Bella aveva immediatamente registrato la presenza di un’altra persona, oltre a quella del Preside, ed il suo cuore aveva iniziato a battere furiosamente.
- Buongiorno Sig.na Swan.
Poi un'altra voce, non meno severa, l'aveva salutata.

- Ciao Isabella.
Il suo nome per intero. Quasi non lo pronunciavano più nemmeno i suoi professori, per tutti era Bella.
Si era resa conto che il Sig. Klee aspettava che ricambiasse il suo saluto, ma non poteva immaginare quanto le fosse difficile anche solo quel gesto, in quel momento.
- Preside Klee.
Aveva incontrato poi un paio di occhi verdi.
- Edward…

Un filo di voce, niente di più le era uscito. Ancora l’aria non era pienamente tornata nei suoi polmoni. Ancora mille pensieri le impedivano di riprendere contatto con la realtà.
Lui era lì, al St. Marie e con un giorno di anticipo rispetto a quanto stabilito.

- Preside Klee, mi aspettavo la sorpresa di Isabella nel vedermi qui, oggi. Posso chiederle, quindi, la gentilezza di lasciarci soli un attimo?
Niente era cambiato in lui. Nemmeno il tono di voce: freddo, deciso. Permeato sempre da quella sicurezza di non essere contraddetto.
- Certo, Sig. Cullen. Quando avrete terminato, avvisi la Sig.ra Hodler, provvederà ad ogni sua eventuale richiesta.
Come sempre, tutti intorno a lui scattavano, che fosse il Preside, la Sig.ra Hodler, i suoi professori, o lei stessa. Già, nonostante ci avesse provato, era quasi sempre uscita sconfitta da qualsiasi discussione in cui non era stata d’accordo con le sue decisioni. 
Calma Bella, adesso respiri profondamente e lo affronti. Questa volta vedrai che riuscirai a ragionare con lui”. Aveva cercato di rassicurare se stessa, perché come sempre quegli occhi verdi avevano avuto il potere di gettarla nell’ansia più totale.
- Tieni, indossa questa. Non vorrei che prendessi freddo.
Le era andato incontro lui, visto che lei era rimasta immobile come una statua, dopo che il Preside li aveva lasciati soli. Le aveva porto la sua giacca.
Come sempre indossava un vestito scuro, dal taglio impeccabile, che contribuiva a rendere il suo aspetto ancora più formale, autorevole.
Aveva un viso dai lineamenti eleganti, occhi di un verde intenso, ma sempre seri, quasi distaccati. Il suo aspetto era di quelli che avevano ricevuto l'apprezzamento di tutte le sue compagne di classe, e anche quello di alcune professoresse più giovani.
- Ti ringrazio, ma non ho freddo. E poi non vorrei rovinartela...
- E' solo una giacca, Isabella. Direi che la tua salute è più importante, sei sudata e potresti raffreddarti.
Con poche parole, come sempre, l'aveva fatta sentire come una bambina che tenti di negare una verità evidente: la sua pelle si era increspata per colpa dell'aria condizionata, procurandole dei brividi evidenti.
- Non è vero... che sono più importante di una giacca.
L’aveva detto davvero? O l’aveva solo pensato? Ma le era bastato dare un'occhiata  alla sua espressione per capire che anche se sussurrato, aveva avuto il coraggio di dirla quella verità nascosta dietro ad un paragone che poteva sembrare stupido e privo di senso per chiunque altro.
- Intanto metti questa.
Le si era avvicinato e le aveva messo la giacca sulle spalle.
A quel punto Bella se l’era infilata, per non rimanere oltre in short e maglietta  sotto lo sguardo severo di Edward. Forse l’avrebbe aiutata a sentirsi meno impacciata, vulnerabile.
- Sei qui per la festa, vero?
Aveva cercato di non perdere quell'inaspettato coraggio e lo aveva sfidato apertamente, guardandolo dritto negli occhi, ed andando dritta al sodo.
Lo sguardo di Edward era rimasto impassibile, mentre la fissava a sua volta.
- Forse, se me ne avessi parlato tu stessa, anziché venirlo a sapere ora dal Sig. Klee, “questa volta” ci saresti potuta andare.
E se fosse stato davvero così? Se questa volta fosse andata diversamente? Poteva ancora tentare.
- E va bene, ho sbagliato. Avrei dovuto chiedertelo. Ma in fondo, questa volta, la festa si terrà all’interno della scuola e ci sarà anche il Preside. Anche i professori, o almeno ci saranno perchè anche loro risiedono qui… in ogni caso ti assicuro che non farò nulla di avventato che possa causarti imbarazzo o casini… e ti assicuro anche che non lascerò per nessun motivo la scuola!
Le era stato inevitabile lasciare che la sua richiesta assumesse una sfumatura speranzosa. 
- Hai pensato a tutto, vedo.
Forse lo sguardo ironico che aveva assunto ora Edward, poteva interpretarlo come un buon segno. Forse aveva usato le argomentazioni giuste: rimanere nella scuola, non fare casini… insomma, dare l’idea che si sarebbe goduta solo la possibilità di partecipare ad una vera festa con i suoi compagni!
- L’unica cosa che non potevi sapere è che ho un impegno improrogabile  per domani pomeriggio, alle Isole Cayman. E' inevitabile, quindi, dover anticipare la nostra partenza ad oggi... anzi, fra un paio d’ore per l’esattezza.
Non era vero! La stava prendendo in giro! Aveva detto “forse”, e invece adesso sia dalle parole che dallo sguardo tornato serio si intuiva che non c’era mai stato un forse!
Resta calma Bella… e pensa… pensa.”
- Se il problema è questo, potrei chiedere al Sig. Klee di fermarmi qui a scuola per un altro paio di giorni, in attesa che tu possa tornare a prendermi… oppure potrei raggiungerti dove… dove…
Si era accorta di quanto apparisse innaturale non sapere nemmeno dove lui vivesse stabilmente. Quelle poche volte durante l’anno che si faceva sentire era sempre in posti diversi per lavoro, e lei non aveva mai approfondito la cosa, dato che non aveva mai lasciato il collegio per raggiungerlo.
- Abito?
Era tornato il tono ironico, e la sensazione di sentirsi ancora una bambina davanti a lui, anzichè una ragazza quasi diciottenne.
- Sì. E mi rendo conto solo ora di quanto sia pazzesco che io non sappia nemmeno dove vivi veramente. Io non so quasi niente di te, mentre tu conosci quasi ogni attimo della mia vita trascorsa qui al St. Marie!
- Presto inizierai a conoscere molto di me e della mia vita, non credi?
Panico allo stato puro, quello che aveva iniziato ad affacciarsi sempre più insistentemente negli ultimi mesi di scuola, ogni volta che Bella aveva pensato di dover lasciare il St. Marie, quella che era stata la sua casa e la sua "famiglia" per sei lunghi anni, per affrontare un futuro di cui stupidamente aveva preferito ignorare l'esistenza. Forse, per ignorare più di tutto l'esistenza di Edward Cullen, il suo tutore legale.
Non pensare a questo, ora Bella. Avevi detto che volevi pensare solo alla festa di stasera, come ad un momento in cui raccogliere energie positive per affrontare l’ignoto… concentrati solo su questo!
- Edward... è l’ultima occasione che ho di stare insieme ai miei compagni. E' il miglior congedo possibile da un lungo periodo in cui sono riuscita ad essere comunque felice nonostante... nonostante l'assenza di mamma e papà, di una vita più normale.
Era stata cosciente che il riferimento ad una vita "più normale" implicava che fosse stato lui a negargliela con la sua scelta di farla studiare al St. Marie, ma non era riuscita ad evitarlo.

- Posso capire i sentimenti che ti legano a questo luogo ed ai tuoi compagni. Però hai usato la parola giusta: fine. Dovresti infatti pensare che potrebbe esserci un nuovo inizio, una nuova vita che potrebbe aprire la porta ad una vita più "normale", con persone che potrebbero... sorprenderti.
Non arrossire le era stato impossibile. Perchè nelle parole di Edward, forse, c'era un riferimento a quella nuova vita in cui lui sembrava voler essere più presente, ed il fatto che avesse pensato mille volte che non sarebbe stato poi così piacevole, l’aveva fatta sentire in colpa.
- Forse mi sono spiegata male: non intendevo dire…
Aveva cercato di rimediare, ma lui l'aveva interrotta subito.

- Tranquilla Isabella, ho capito cosa intendevi dire. Purtroppo, però, non è proprio possibile rimandare la nostra partenza. Ed è da escludere che tu possa viaggiare sola.
- Edward, non sono più una bambina! Tra poco più di un mese diventerò maggiorenne! E poi ci sono delle mie compagne che appartengono ad altrettante famiglie facoltose, che viaggiano da sole, e a cui non è mai successo nulla!
- Isabella, pensavo che almeno questo punto fosse stato chiarito: non mi perdonerei mai se ti accadesse qualcosa. Io ho fatto una promessa ai tuoi genitori...
- E allora lasciami qui al St. Marie se temi che non sappia nemmeno affrontare un viaggio da sola! Sono sicura che il Preside Klee, pur di accontentarti, mi terrebbe qui anche un altro anno…
Stava succedendo, non avrebbe voluto assolutamente Bella, ma sentiva una ribellione insolita montarle dentro.
- Non c’è più ragione perché tu debba restare al St. Marie.
Il tono con cui Edward aveva pronunciato quelle parole, aveva reso ovvio che per lui il discorso era chiuso. Il momento in cui si aspettava che lei cedesse alla sua decisione era giunto. Lui era il suo tutore e sapeva cosa era meglio o meno per lei. Cosa volesse davvero lei, a questo punto, non importava più.
- Io voglio andare a quella festa e ci andrò!
Prima di avere il tempo di ripensarci, si era tolta la sua giacca e l’aveva abbandonata sulla sedia più vicina.
Aveva già anche abbassato la maniglia per uscire, quando aveva percepito che le cose non sarebbero andate come aveva appena pronosticato.
- Isabella, vuoi davvero che la tua nuova vita inizi con una spiacevolissima discussione tra di noi?
La voce aveva assunto un tono quasi indifferente, ma la minaccia velata che contenevano quelle parole era risultata ancora più evidente.
- E’ solo una festa, dove non farei altro che divertirmi, come faranno tutti gli altri studenti di questa scuola.
Si era girata per guardarlo. Ma sul viso di Edward, a differenza del suo, non si leggeva neanche un’emozione.
- Che male c’è? Io non capisco, davvero.
Quegli occhi verdi non le avevano lasciato alcuna speranza di poter capire.

- Avrai altre occasioni per andare ad una festa.
- Ma non sarà uguale!
- Forse sarà anche meglio.
- Perché non vuoi capire? Perché…
- Isabella, il tempo sta passando. Penso non vorrai partire con quello che indossi ora...
Era davvero finita. Non lo aveva smosso minimamente dalla sua decisione. Avrebbe potuto anche mettersi ad urlare, pestare i piedi dalla rabbia… ma alla fine sarebbe dovuta partita comunque. Non le rimaneva che una cosa da fare.
- Posso almeno salutare Kelly, la mia compagna di stanza?
Si era odiata per quel tono rassegnato, ma era lo stato d'animo che l'aveva pervasa.
- Diremo alla Sig.ra Hodler di chiamarla e farla venire nella vostra stanza. Così intanto potrai cambiarti e radunare i tuoi effetti.
Senza aggiungere altro, aveva recuperato la sua giacca per appoggiargliela nuovamente sulle spalle. Poi l’aveva afferrata con gentilezza per un gomito, invitandola a lasciare la presidenza.

 

XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

 

- Ogni volta che lo vedo, diventa sempre più affascinante!
- Kelly, ma hai sentito cosa ti ho appena detto?
Bella avrebbe voluto rivelarle due o tre particolari sul carattere di Edward che sicuramente le avrebbero tolto quell’espressione maliziosa dalla faccia.
- Sì, Bella! Però devo essere assolutamente sincera con te: preferirei mille volte dovermene andare con lui, piuttosto che andare ad una festa di mocciosi!
Kelly non sarebbe mai cambiata!
- Kelly, i mocciosi come li chiami tu, sono i ragazzi che vanno bene per noi! Ti ricordo che Edward ha quasi dodici anni più di noi!
- Oh, piantala Bella! Lui è un vero uomo... non vorrai paragonarlo a Matt, spero!
Questa era una pugnalata… da lei, poi! Ma doveva essersene accorta, perché la stava già abbracciando forte.
- Perdonami Bella! Sono una stupida… però lo sai che stravedo per il tuo tutore!
Era vero. Non c’era stata una volta, negli ultimi anni, che Kelly non le avesse fatto il lavaggio del cervello su quest’argomento. Tutte le volte che ne parlavano non faceva altro che chiederle come facesse a rimanere insensibile al suo fascino.
Ma per lei, Edward era solo il suo tutore… e nemmeno troppo amorevole. Certo non le aveva mai fatto mancare nulla… ma di fatto l’aveva rinchiusa in una prigione dorata: il St. Marie, appunto. E come in una prigione, le faceva brevi visite tre o quattro volte in un anno. Poi c’erano i biglietti d’auguri per il compleanno, per Natale e per le altre feste. Dopo rimanevano solo i fax o le mail della sua segretaria che le chiedevano come andasse e se avesse bisogno di qualche cosa.
Come poteva trovarlo affascinante se quasi non lo conosceva? Ma era troppo complicato da spiegare a Kelly, così le aveva solo raccontato che non riusciva ad andare d'accordo con un tutore il cui unico interesse era solo quello di svolgere davvero in maniera "perfetta" il compito che i suoi genitori gli avevano affidato: occuparsi di lei e del suo patrimonio sino alla maggiore età. A dire il vero, aveva cercato di indagare sul perchè i suoi genitori avessero scelto proprio Edward Cullen, ma oltre a scoprire che lui era l'unico erede di un patrimonio ancora più grande del suo, non aveva trovato molto altro. Foto di vecchi giornali le avevano mostrato un Edward più giovane in compagnia dei suoi genitori in occasione di qualche evento mondano nella città dove avevano vissuto sino a che non erano morti, ma oltre a sentirsi dire da lui stesso che le loro famiglie erano state "amiche" da sempre, altro non gli aveva strappato. Si era accontentata di quella risposta, ripromettendosi che una volta "libera" dalla sua prigione dorata, e dalla tutela di Edward, avrebbe scavato più a fondo in cerca di risposte vere. Quando il mondo le era crollato addosso, in fondo aveva solo undici anni e della vita dei suoi genitori ricordava ben poco, se non che si era sempre sentita molto fortunata per tutto quell’amore di cui la circondavano.  
- Bella davvero sono una stupida! Ti prego, però, non fare così…
Come ogni volta che aveva pensato ai suoi genitori, alla loro morte prematura e come questo le avesse cambiato la vita, le lacrime erano arrivate inevitabilmente.
- Non importa Kelly… lo so che non volevi ferirmi… forse la stupida sono io.
Si erano ritrovate ad abbracciarsi strette.
- E’ solo che… questa festa… ci tenevo che fosse l’ultimo ricordo qui al St. Marie…
- Ti capisco Bella! Però non finisce mica il mondo. Ci potremo ancora vedere fuori di qui!
- Ma se non so nemmeno dove vivrò esattamente!
Si era pentita immediatamente di averlo detto, perchè nello sguardo di Kelly era passato un lampo di sincera preoccupazione.
- Ehi, capisco che sia un pò strana la tua situazione, ma guarda che esistono i telefoni, gli aerei…
- Lo so, lo so… è che l’idea di non venire alla festa mi fa vedere tutto ancora più nero!
Ma Kelly la conosceva bene ed un’espressione più stupita, che preoccupata, si era fatta strada sul suo viso.
- Bella, ti prego, non mi dire che ci avresti provato ancora!
- Kelly, era la mia ultima occasione!
- Isabella Swan, ma sei incredibile!
All’improvviso Bella si era ricordata che Edward si trovava a soli pochi metri da loro, esattamente nel salottino del loro mini appartamento.
- Kelly, abbassa la voce per piacere…
- Non posso davvero credere che saresti andata ancora da quello stronzo, dopo tutte le volte che ti ha respinto!
- Non mi ha veramente respinto…
Ma l’amica l'aveva interrotta.
- Non ti ha respinto? Per forza… per lui era come se non esistessi! Peggio ancora!
- Ma questo è stato il suo comportamento dopo! Perché mi avrebbe baciata se non gli interessavo?
Di questo ne era più che convinta. Si erano avvicinati ogni giorno di più, tanto che Matt alla fine l’aveva baciata. Poi c’erano state di mezzo le vacanze di Natale, lei le aveva passate come al solito al St. Marie, lui invece a casa sua. E quando era tornato non l’aveva più degnata di uno sguardo.
- Sono più che convinta che è successo qualcosa mentre era via… e voglio almeno saperlo!
- Ma perché devi farti del male così… quante volte ti ho detto che non ne vale la pena?
- Per te, forse…
-Ti prego Bella! Il mondo è pieno di ragazzi cento volte meglio di quel coglione di Matt! Anzi di uomini… di là ne hai un esempio vivente!
- Kelly, non ricominciare!
Adesso si stava arrabbiando. Il fatto che alla sua amica Matt non fosse mai piaciuto non le dava il diritto di parlare così.
- Ti ho detto mille volte che di lui non mi frega niente! Lo vuoi capire che è solo il mio tutore? E se proprio vuoi saperlo, è solo uno stronzo arrogante! Se tu lo conoscessi un po’ meglio, cambieresti idea…
- In fondo anche tu non lo conosci bene…
- Ti posso garantire che quel poco che conosco mi ha fornito un'idea precisa di come sia!
- Avrei da ridire al riguardo...
- Kelly… vuoi proprio che la nostra ultima mezz’ora insieme finisca con un litigio memorabile?
- Però quel giorno famoso, con lui, ti sei divertita e per un po’…
- Kelly è stato tre anni fa! Avevo quattordici anni ed avevo appena scoperto di possedere degli ormoni anch’io… probabilmente avrei trovato divertente ed affascinante anche tuo nonno!
A questo punto si erano guardate negli occhi e l’idea di lei affascinata dal nonno di Kelly, che peraltro era un simpatico vecchietto, le aveva fatte scoppiare in una risata irrefrenabile, dissipando ogni altro pensiero.
- Oh Bella, mi mancherai davvero un casino…
L’ilarità aveva lasciato il posto alla malinconia.
- Anche tu Kelly… non sai quanto. Per me sei stata molto più di un’amica…
- Bella…
L’aveva stretta ancora più forte.
- Isabella, mi dispiace, si è fatto davvero tardi, dobbiamo andare.
La voce di Edward era risuonata meno aspra, mentre annunciava il suo ingresso nella camera da letto.
- Sig. Cullen, devo chiederle…
- Edward, Kelly. Dammi pure del tu… Sig. Cullen mi fa sentire un anziano signore…
Oltre a sentirgli rivolgere quell'invito, Bella era sicura di aver visto un lampo ironico attraversare quello sguardo verde, ed aveva quasi avuto la certezza che Edward avesse sentito l’ultima parte della loro conversazione.
Forse anche Kelly se ne era accorta, perché per una volta era comparsa un' ombra di imbarazzo sul suo viso.
- Allora, Edward, posso strapparti la promessa che permetterai a Bella di venirmi a trovare al più presto?
Edward aveva guardato prima Bella, poi Kelly.
- Forse non proprio tanto presto... ho tutta l'intenzione di far trascorrere, finalmente, delle piacevoli vacanze a Bella, in giro per il mondo.
- Ehi Bella, questo però non me l’avevi detto!
Mentre a lei era sembrata una notizia terrificante, ovviamente per Kelly non lo era stata.
Una risatina apparentemente divertita, era giunta però dall’ultima persona che Bella si sarebbe aspettata: proprio Edward.
- In effetti, Kelly, doveva essere una sorpresa per Bella. E direi che lo è stata…
- Già… questa sì che si chiama fortuna! Bè allora, mia cara amica, non mi rimane che augurarti una buona, lunghissima, meravigliosa vacanza in giro per il mondo! E mi raccomando, documenta tutto, perché non appena ci rivedremo voglio un racconto dettagliato di tutto quello che avrai visto e... fatto!
E prima di saltarle nuovamente addosso, stringendola in un ultimo abbraccio stritolatore, Kelly le aveva strizzato l'occhio significativamente, ammiccando in direzione di Edward.
Il tutto, senza accorgersi di come lei fosse completamente annicchilita da quello che proprio il suo "odiato" tutore le aveva appena rivelato: trascorrere una lunga vacanza con lui, in giro per il mondo? E a che scopo, soprattutto, dal momento che i loro rapporti erano stati inesistenti per sei, lunghissimi, anni?
Bella aveva pensato che peggio di così non sarebbe potuta andare.

Ignara invece, che il destino, ed Edward, avevano in serbo per lei grandi sorprese.

  
Leggi le 39 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: _rainbow_