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Autore: simmy94    27/01/2011    2 recensioni
In questa one-shot, mi immedesimo in una professoressa di Vicenza, che ha una classe molto vivace, anzi vivace è dire poco, in una giornata tipo, in paricolare il sabato in cui la prof ha un'ora in 5E. Citazione: O la nota disciplinare o vi mando tutti dal preside!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN’ORA IN 5E
Turutu. Turutu. Turutu.
Oh no!La sveglia! Inizia una nuova giornata, e oggi che giorno è? Purtroppo sabato! Ma come, direte voi, il sabato è il giorno più bello della settimana perché inizia il week-end e tu dici purtroppo? Ebbene sì, anche io quand’ero un’alunna come voi, facevo lo stesso ragionamento, ma non sono più una studentessa, sono una professoressa. E voi direte, e allora, ma tanto meglio sei una professoressa, non devi sorbirti tutte le interrogazioni e compiti. Ok, io concordo con voi, ma non il sabato, perché ho la prima ora in 5E. Apriti cielo! Già la 5E, la classe più scalmanata e pestifera di tutta la scuola. Vi dico soltanto per farvi fare un’idea che mi hanno rovinato il mio amato cappottino, mettendo sulla mia sedia, della colla. Oh, che sciagurati! Comunque non perdiamoci in chiacchiere, sono già le 7, l’Inferno mi attende. Faccio colazione con un buon croissant alla crema, mi preparo e poi scendo le scale del mio appartamento del centro di Vicenza, rimpiangendo di non essere rimasta nel letto a dormire. Ma il dovere chiama! Entro nella mia utilitaria rossa e parto. Lungo il viale alberato che porta alla scuola ci sono molti semafori e molto traffico. Il sabato, il traffico per me è un sollievo, mi aiuta a non pensare a dove sto andando. Mi perdo a guardare fuori dal finestrino. Vedo gli alberi tutti spogli che aspettano impazientemente la primavera per riavere la loro splendida capigliatura verde. Osservo una vecchietta con i capelli bianchi e la spalla ricurva che porta a fare una passeggiata il suo piccolo cagnolino. E poi vedo dozzine di ragazzi e ragazze con lo zaino sulle spalle, alcuni mezzi addormentati, altri con le cuffiette nelle orecchie, altri che sfogliano con estrema ansia il loro libro e ripetono la lezione del giorno o peggio cercano di studiarla, tutti però hanno la stessa faccia, stanca di andare ogni mattina a scuola, ma soprattutto stanca di spegnere ogni santo giorno la sveglia. Già, la sveglia, l’oggetto più odioso che ogni alunno possieda. No esatto! Non sono i libri gli oggetti più odiosi, ma la sveglia, l’oggetto che buttereste a terra ogni giorno, l’oggetto che regalereste al vostro peggior nemico, l’oggetto che ha il suono più odioso della campanella del primo giorno di scuola. Dopo un quarto d’ora di traffico arrivo finalmente, no non finalmente, ma purtroppo a scuola! Mi sembra quasi di vedere sullo stemma della scuola non la scritta: Istituto Professionale Giovanni Pascoli, ma: Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate, no è solo frutto della mia mente malata. Entro in aula professori e incontro Luigi Genovese, uno dei professori più comprensivi e simpatici della scuola. Appena vede la mia faccia sconsolata capisce che la prima ora la devo passare in 5E e mi augura: << Oh, Ludovica, la 5E! Ti auguro buona fortuna! Io vado in 3B, la classe più educata e tranquilla! Ci vediamo dopo! >> Oh ma grazie mille per il supporto morale! Adoro la 3B, ci sono solo elementi provvisti di un minimo desiderio di cultura. Ma purtroppo non tutti hanno la stessa fortuna del prof. Genovese. Mi incammino verso l’antitesi della 3B e incrocio una delle bidelle più rompiscatole dell’intero universo, Maria Genoveffa, detta MaryJe, già il nome dice tutto. È vero che aiuta noi professori a tenere calme le classi, ma è una pettegola incredibile, si fa i fatti di tutti, un giorno mi chiese addirittura a chi avessi dato il mio primo bacio. Ma cosa te ne importa! Per fortuna oggi riesco a liquidarla con un “Buongiorno” e salgo l’ultima parte di scale e già inizio a sentire una lieve musichetta che pian piano si fa sempre più forte e fa: << Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di… >>. Oh, no di nuovo con l’inno d’Italia, ok allo spirito patriottico però così sono esagerati, fossero intonati magari sarebbe un’altra cosa. Comunque entro in classe e inizio a urlare: << RAGAZZI!! SEDUTI A POSTO!! >>. Stranamente tutti si siedono al loro posto, e io inizio la mia lezione. Ma all’improvviso tutti iniziano a urlare, a saltare sui banchi, a ricantare l’inno di Mameli o la canzone dei Queen We Will Rock You, battendo le mani sui banchi o su qualsiasi altro oggetto solido presente nell’aula, io mi trovo spaesata, anzi spaesata è dire poco, non so che fare, li minaccio con una nota disciplinare ma niente. Allora li avverto dicendo: << O la nota disciplinare o vi mando tutti dal preside! >> In quel momento tutti si azzittiscono, e nell’aula regna un silenzio tombale, avete presente quel silenzio che si sente in un cimitero abbandonato? Ecco esattamente! Prende la parola il rappresentate di classe, un certo Alessandro Amabile, che di amabile non ha proprio nulla:
<< Prof! Noi preferiamo andare dal preside, che prendere una nota! >>
<< Ah benissimo, allora andate pure! >> rispondo io.
Tutti insieme si alzano e come dei bravi soldatini si dirigono verso l’ufficio del direttore scolastico, cantando l’inno d’Italia, bè quello non manca mai!
Ah, non ce la faccio più!
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