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Autore: Gala    27/01/2011    1 recensioni
Alle volte è il caso a farci scoprire cosa ci spetta dal destino. Alcune volte lo abbiamo sempre saputo e semplicemente non ce ne eravamo accorti. Ecco una piccola Gojyo x Hakkai senza troppe pretese. Buona lettura!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cho Hakkai, Sha Gojio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Legami Di Sangue Titolo: Legami Di Sangue
Autore: Gala
Fandom: Saiyuki Reload
Pairing: Hakkai X Gojyo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Spoiler!; Yaoi; What if.
Note dell'Autore: Questa fic è stata scritta per un contest (del quale non mi hanno mai dato il risultato >_>) dal titolo "Destino o Casualità?" Il tema era il filo rosso che unisce due persone legate dal destino e bisognava inserire un genere, un elemento e una citazione dataci dall'ideatore del contest. Quelle assegnate a me erano:
1.    Genere: Sovrannaturale
2.    Elemento: Sogno o Incubo (a scelta)
3.    Citazione: "Forse non avrei dovuto seguire il Coniglio Bianco..."
Ad un certo punto (dove c'è l'asterisco “*”) compare un personaggio presente solo nel numero 4 del manga di Saiyuki Reload. Questo personaggio è un demone, per la precisione un vecchio amico di Gojyo che lo fa entrare nella sua banda per commettere atti illeciti ed illegali. Il suo ruolo in questa storia è leggermente differente. Questa è una sua immagine, tanto per averlo presente: http://cdn.myanimelist.net/images/characters/16/22785.jpg
Introduzione: Alle volte è il caso a farci scoprire cosa ci spetta dal destino. Alcune volte lo abbiamo sempre saputo e semplicemente non ce ne eravamo accorti. Ecco una piccola Gojyo x Hakkai senza troppe pretese. Buona lettura!

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Gojyo non era abituato a quella sensazione. Avere qualcuno che aspetta il tuo ritorno a casa, che pulisce e cucina per te, era decisamente strano.
Avere Hakkai al suo fianco lo metteva quasi in soggezione. Per la prima volta, in tutta la sua vita, doveva stare attento a non ferire qualcuno con il suo comportamento. Era un'abitudine difficile da prendere, avendo sempre vissuto da solo, ma voleva almeno provarci. Alcuni giorni però, come un ragazzino, si ritrovava ad evitarlo, rimanendo più del dovuto fuori a bere e giocare d'azzardo. Era un modo per nascondere l'evidenza, per evitare di rimanere ferito di nuovo. D'altro canto lui non si fidava di nessuno, nemmeno di se stesso.
Anche quella notte era rincasato troppo tardi e, nella casa silente, il primo pugno nello stomaco lo ricevette dalla tavola imbandita. Hakkai probabilmente aveva atteso che lui tornasse per cena, finendo per mangiare tardi. Troppo ubriaco e stanco per poter mangiare, se ne andò a letto. Le lenzuola fresche di bucato lo cullarono in un sonno agrodolce.
Quando si svegliò era mattina inoltrata. La casa era deserta. Strano che Hakkai non avesse aspettato il suo risveglio per chiedergli gentilmente se avesse voluto il caffè. Ma infondo perché avrebbe dovuto rimanerci male?
Aprì la porta  per controllare se si fosse messo a stendere il bucato, ma non c'era nessuno. Di Hakkai nemmeno l'ombra. Gojyo si preoccupò un po'. Il moro non era il tipo che se ne andava senza dire niente, avrebbe, come minimo, lasciato un biglietto! Decise di andarlo a cercare nel bosco.
<< Hakkai! Dove sei? >> urlava continuando a cercarlo.
<< Non lo troverai qui... >> gli disse invece una voce.
<< Chi ha parlato? >> chiese allarmato il rosso guardandosi attorno. Non c'era anima viva.
<< Io! >> continuò la voce. L'unica altra forma di vita in quello spiazzo, oltre a lui, era un coniglietto bianco. Non poteva certo essere lui a parlare, vero? << Seguimi... >> disse l'animale guidando il rosso nel fitto del bosco.
<< Si può sapere dove mi stai portando? >> chiese seccato Gojyo. “Sto parlando con un coniglio...” si depresse subito dopo. Il batuffolo bianco non gli rispose, zampettando invece fino alla sua tana. << Seguimi... >> ripeté il coniglio bianco.
<< Come faccio? E' troppo piccola! >> disse riuscendo ad infilare solo un braccio nella tana. Cercò di acciuffare il coniglietto ma quello che afferrò non lo sembrava affatto. Tirò con forza fino a spaccare le zolle di terra ed estrarne un corpo umano, freddo. Con orrore, lo voltò lentamente vedendo che di trattava di Hakkai.
<< Hakkai... >> mormorò incredulo ed atterrito carezzandogli il viso con mano tremante. << Chi diavolo è stato?! Lo ucciderò come un cane! >> s'infuriò mentre i suoi occhi rossi diventavano lucidi.
<< Non è ancora morto... >> questa volta era stato un corvo a parlare. << la sua anima è nella tana del coniglio. >> Gojyo si voltò verso di essa. Tirando via il corpo di Hakkai il buco si era allargato abbastanza. << Aspettami qui Hakkai! >> gli disse andando alla ricerca di quel maledetto coniglio. Senza nessun preavviso si ritrovò in una stanza con quattro porte, ognuna di un colore diverso.
“Non immaginavo certo che la tana di un coniglio fosse fatta così...” pensò scrutandosi attorno sospettoso.
<< Dietro ogni porta c'è qualcosa che hai perso... dietro una di quelle c'è anche l'anima del tuo amico. >> la voce del coniglio sembrava provenire dall'alto.
<< Dove ti nascondi? Dammi l'anima di Hakkai invece di farmi perdere tempo. >>  Gojyo era furioso.
<< Scegli una porta. Se avrai fortuna troverai subito l'anima del tuo amico. >>  
Il rosso soffiò come un toro. Davanti a lui c'erano una porta rossa, una viola, una verde e una gialla.
Scelse la rossa d'istinto. Aprì la porta per trovarsi in un vicolo. Come diavolo c'era finito? In quel momento però uno strano formicolio dietro la nuca lo fece sussultare.
Era già stato in quel luogo... molti anni prima. Si guardò velocemente attorno e si riconobbe in un ragazzo poco distante da lui con qualche livido, i capelli poco più corti legati in una coda alta ed una camicia sgualcita ed aperta a mostrare il suo bel fisico. Era il se stesso di qualche anno prima. Gojyo capì di trovarsi in un suo ricordo, uno di quelli che avrebbe preferito dimenticare. Rivide un trio di uomini andargli addosso per attaccar briga, per spillargli qualche soldo magari. Lui si era difeso e li aveva stesi tutti, uno dopo l'altro.
<< Fiuuufh, accidenti! Come sei forte... non sei di queste parti, vero? >> a quel tempo per lui sia la vita che la morte erano una scocciatura. Andava avanti per inerzia e fu proprio in quel periodo che incontrò lui: Banri.*
<< Senti... tu quanto costi? >>
<< Eeeh? >>
<< Che c'è? Non l'hai mai fatto? >> fu in quell'occasione, con l'unico desiderio che qualcuno gli svuotasse la testa, che Gojyo si lasciò toccare da un altro uomo. Il Gojyo del presente riguardò il suo ricordo arrossendo. Aveva voluto dimenticare quel giorno. Lui, il mitico Gojyo gambe lunghe, l'aveva fatto, invece che con una bella donna formosa, con un uomo! E più rimestava questo pensiero più pensava ad Hakkai e quanto gli sarebbe piaciuto scoprire se la sua pelle fosse più soffice di quella di una ragazza.
“Ma che diavolo vado a pensare! Hakkai è... è...” corse fuori dalla porta con il fiatone ed il viso paonazzo.
<< Hai trovato ciò che cercavi? >> chiese il coniglio accucciato vicino alla porta.
<< No! Non ho trovato proprio nulla! >> si arrabbiò Gojyo.
<< Ne sei sicuro? Io credo che tu abbia ritrovato la consapevolezza dei tuoi desideri... >> disse il coniglio zampettando fino ad un'altra porta. A quelle parole Gojyo rimase in silenzio, pensieroso. Così lui desiderava Hakkai? Ma anche se fosse stato vero, doveva trovare la sua anima, o non lo avrebbe più visto sorridere. Si avvicinò alla porta verde, come gli occhi del demone gentile. La schiuse e si ritrovò nella sua cucina. Era uscito dalla tana? No... c'era qualcosa che non andava. Seduti al tavolo c'erano lui ed Hakkai che conversavano. Era la stessa scena di quando, dopo che lo aveva trovato mezzo morto nel bosco e lo aveva curato a casa sua, Hakkai aveva deciso di andarsene.
<< Signor Gojyo, mi concede due minuti del suo tempo? >>
<< Sei in partenza? >>
<< Si, ma prima di andare c'è qualcosa che voglio dirle... io sono responsabile della morte di molte persone, vite che ho reciso servendomi di una lama chiamata “vendetta”. Portato a termine ciò che mi sono prefissato, sono pronto a scontare qualunque pena per i miei reati. Le sarò sempre riconoscente per avermi salvato la vita. Infondo potrebbe essere la mia penitenza. Perché i suoi occhi e i suoi capelli a me sembrano sangue, signor Gojyo. Quel rosso di cui le mie mani sono sporche è ciò che ancora mi tiene legato qui alla realtà. I suoi occhi e i suoi capelli rappresentano per me un castigo. >>
Aveva detto quelle parole allo stesso modo in cui il rosso le ricordava, eppure lo stupirono ancora. Si disse ancora che aveva bisogno di incontrare una persona che come lui vedesse nel colore dei  suoi occhi e dei suoi capelli il colore del sangue. Vide la sua espressione sul volto del suo io di quel ricordo e capì che Hakkai gli era diventato indispensabile. Era sempre stato lui quello che voleva essere salvato dalla sua vita e il moro era la persona giusta! Quando ebbe realizzato quel pensiero  l'Hakkai del ricordo si voltò verso di lui e gli sorrise. Confuso uscì dalla porta verde. Quando quella si richiuse le porte colorate sparirono.
<< Ehi! Che scherzo è questo? Dove sono finite le porte?! Devo ancora trovare la sua anima! >> si agitò il rosso guardandosi intorno. Quel maledetto coniglio lo aveva ingannato.
"Forse non avrei dovuto seguire il Coniglio Bianco..." pensò frustrato. Magari avrebbe potuto trovare un'altra soluzione per salvare Hakkai, magari adesso era morto davvero!
Apparve allora, in quel preciso istante, un piccolo tre piedi con sopra un pugnale. Si avvicinò risoluto. Se il legame che lo univa ad Hakkai era il sangue, avrebbe sparso il suo per ritrovarlo. Prese il coltello e si tagliò la pelle bruna del braccio. Vide il sangue colare copiosamente per terra formando una sottile e dritta linea che scivolava sul pavimento. Seguì la scia rossa fino ad una porta nascosta nel muro. Il sangue scivolava sotto la fessura della porta. La aprì trovandosi a camminare nel buio. L'unica cosa che scorgeva era un piccolo bagliore rossastro. Sembrava un filo e lui lo seguì fino a ciò a cui era legato.
<< Hakkai... >> mormorò sorpreso quando vide il suo compagno adagiato per terra illuminato tenuemente dal bagliore rosso emanato dal filo.
<< Gojyo... mi hai trovato... >> sorrise il moro svegliandosi.
<< Ora ti riporto nel tuo corpo! >> disse il rosso prendendo l'amico in braccio.
<< No, sei tu che devi tornare nel tuo... svegliati Gojyo, svegliati! >>


<< AHH! >> si svegliò di soprassalto nel suo letto, madido di sudore.
<< Gojyo, tutto bene? >> la voce di Hakkai lo raggiunse. Era ancora notte e il ragazzo doveva essere entrato in camera sua avendolo sentito agitarsi nel sonno. << Stavi avendo un incubo? >> chiese Hakkai sedendoglisi accanto.
<< Non lo so... non me lo ricordo... >> mentì guardando di sottecchi il ragazzo accanto a sé. Gli accarezzò il viso per accertarsi che fosse vero.
<< Che fai? >> chiese imbarazzato il moro a quel gesto.
<< Sei davvero più soffice di una ragazza... >> sorrise il rosso per poi piegarsi in avanti per baciarlo dolcemente.
<< Gojyo... >> mormorò il demone gentile contro le sue labbra. << sei ancora ubriaco? >>
<< Probabile... >> soffiò il rosso facendo scivolare il corpo di Hakkai sotto il suo, sul materasso. << Io e te siamo legati dal destino Hakkai... se credi che le tue mani siano ancora macchiate di rosso puoi aggrapparti ai miei capelli e nasconderle. Potrei prendermi tutta la colpa dei nostri peccati se solo tu me lo chiedessi... >> soffiò il mezzo demone guardandolo negli occhi.
<< Gojyo... >> ripeté Hakkai commosso, alzando il viso per baciarlo delicatamente. << grazie. >> soffiò abbracciandolo, allacciando le dita ai suoi lunghi e setosi capelli. Passarono così, abbracciati, il resto della notte parlando carezzevolmente all'orecchio dell'altro.
<< Hakkai... >> disse infine il rosso quando l'alba rischiarava la camera.
<< Dimmi... >> rispose l'altro.
<< Stasera per cena voglio mangiare coniglio... >> disse stringendo forte, contro il petto, il moro.
<< D'accordo. >> sorrise l'altro ricambiando l'abbraccio.

   
 
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