L'ennesima crisi, composta da urla, pianti e ricordi dolorosi.
Entrai nella mia camera -la mia infantile, profumata e completamente rosata camera- sbattendo la porta e mi buttai sul letto.
Trattenni a stento le lacrime, ripetendomi che non valeva più la pena di sprecarle per lei, per quella stronza...
Sobbalzai, come se avessi espresso ad alta voce questo pensiero e, seppur arrabbiatissima, mi vergognai di me stessa.
Non avevo mai pensato a lei come una...Ecco, già faticavo a ripetere, anche solo mentalmente, quella parola...Come una stronza...
Sedici anni di solida amicizia, seppur inframezzati da litigi e battibecchi ovvi e risolti in tempi brevissimi, potevano essere gettati all'aria così?
Mi rabbuiai, affondando il volto nel mio morbido cuscino: lei non si era fatta tutti questi scrupoli, perchè avrei dovuto farmene io?
Mi sfuggì un leggero singhiozzo, soffocato dal cuscino che strinsi con tutte le mie forze.
Ripensai alla nostra amicizia, un'amicizia che era fatta di divertimento, condivisione (di tutto, dai vestiti e le acconciature ai segreti, le risate, le lacrime...), sincerità, patti segreti.
E proprio lei, la mia migliore amica, non aveva tenuto fede al patto più importante: "Se un ragazzo piace ad entrambe, non sarà di nessuna delle due".
Una nuova ondata di lacrime rischiò di assalirmi, ed un paio sgorgarono dai miei occhi, scorrendomi lungo le gote: le asciugai quasi con rabbia, non riuscendo a togliermi dalla mente il volto di Katie, sempre sorridente, con i codini identici ai miei, e gli occhi luccicanti di eccitazione per ogni gossip, per ogni battuta, per ogni...ragazzo...
Justin.
Dannatamente affacinante, dannatamente stronzo!
Ecco, per lui quell'aggettivo andava bene!
Lui me l'aveva portata via, lui ci aveva fatte litigare a morte, lui adesso se la spassava con la mia migliore amica, alla faccia mia...
Una domanda però mi nacque spontanea nella mente, raggelandomi: se Justin avesse chiesto a me di uscire, di frequentarci...Cosa avrei risposto?
Avrei detto categoricamente di no, in nome della mia amicizia con Katie?
Avrei tentennato, e mi sarei confidata con Katie, chiedendo un parere e sfogandomi?
Avrei risposto di sì, senza esitare, esattamente come Katie?
Non sapevo trovare una risposta, o forse non volevo...
Una melodia allegra e tintinnante si diffuse nella mia stanza: il cellulare mi informava che qualcuno mi stava cercando.
Sospirai e afferrai il telefonino, rischiando l'infarto quando lessi il nome di colei che mi stava chiamando: KatieBF.
Katie Best Friend.
Respirai affannosamente, mentre il cellulare continuava a squillare impietoso: cosa voleva da me quella traditrice? Voleva sbattermi in faccia ancora una volta il fatto che Justin avesse scelto lei piuttosto che me?
Con mano tremante, vinta infine dalla curiosità, premetti il tasto di risposta
"Pronto?"
esordii freddamente.
Dall'altro lato mi rispose una voce dolorosamente familiare, allegra ed acuta
"Sadie, tesorooooo! Come stai?"
Come stai?
Che razza di domanda stupida era quella?
Stavo da schifo, e da una settimana intera ormai!
Continuai ad ostentare una freddezza che in realtà non possedevo
"Come vuoi che stia, Katie?"
Lei esitò un po' prima di rispondere, ma quando lo fece mi lasciò di stucco
"Ti va un po' di shopping oggi pomeriggio?"
Shopping? Io e lei? Come ai vecchi tempi?
Avrei voluto porle queste tre domande, ma un quarto interrogativo mi fuoriuscì dalle labbra, improvviso ed incontrollato
"E...Justin?"
Percepii chiaramente, non potendolo vedere, che Katie stava sorridendo
"E chi è Justin?"
Tutto mi fu chiaro.
Katie era ancora, e sarebbe stata sempre e comunque, la mia Best Friend.
Qualcosa premette per uscire dalla mia bocca, un urletto allegro e spaccatimpani, che tante persone detestavano, ma che ci rendeva uniche ed unite
"Iiiiiiiiiiiiih!"
Katie si unì a me, allegra e caotica come sempre, mentre lacrime di gioia cominciavano a scorrere rapide sul mio viso, con un "Iiiiiiiiiiih!" affettuoso come colonna sonora.