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Autore: rhys89    28/01/2011    2 recensioni
Una storia strana, nata da un ricordo d'infanzia.
Una finestra socchiusa su un viaggio molto particolare.
Stai per soffocare, ma finalmente, improvvisamente, ti ritrovi libero.
Libero da quelle grinfie che rischiavano di soffocarti.
E, di nuovo, sospiri di
sollievo.
E, di nuovo, commetti un grave
errore.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolino dell'autrice

Ohayo!!!
Bene, sono di nuovo qui tra voi per proporvi una flashfic molto particolare. E' un piccolo esperimento (scritto ormai più di due anni fa e postato solo ora per... bho xD), nato da un ricordo della scuola elementare... ma di quale ricordo sto parlando ve lo dirò solo dopo ^_-
Intanto vi invito a leggerla con attenzione senza fermarvi alle apparenze. Ci vediamo in fondo alla storia! ^-^

Buona lettura a tutti! ^-^

Un viaggio

Tutto nasce dal paradiso della quotidianità. Quando, circondato dal calore della famiglia, sei convinto che niente e nessuno potrà mai farti del male.
I giorni passano e ti culli nell’illusione che i caldi raggi del sole ti accarezzeranno per sempre.
Ma poi arriva lui.
Nessuno lo voleva, nessuno l’ha cercato, ma ha fatto ugualmente irruzione nella tua vita. È entrato nel tuo piccolo Eden, viscido come il Serpente, ma molto più irruento. E non ti ha dato possibilità di scelta, lui. Ti ha costretto a mangiare quella mela.
E adesso stai cadendo.
Eppure, pensi, poteva andarti peggio. Le rocce ti circondano, ma tu sei al sicuro. E giri, giri, giri. Picchietti qua e là, non ti fermi un attimo. Leggere lacrimucce ti circondano. Ti schizzano allegre, e son talmente pure che sei certo sian di gioia.
È una dolce frenesia da cui non puoi stare lontano. Devi farti trascinare.
Poi la tranquillità torna in tuo soccorso, abbracciandoti materna. Sembra volerti proteggere dal resto del mondo. Ti coccola, ti vizia e tu ti lasci viziare e coccolare.
E, mentre scorri lento, pensi a quanto sei fortunato.
Povero ingenuo.
D’improvviso l’abbraccio diventa una morsa. Vorresti liberarti, ma nessuno ti ha mai insegnato come fare. Del resto non ne avevi mai avuto bisogno. E ti agiti, ti agiti invano. Sbatti un po’ ovunque, rimbalzi da una parte all’altra mentre continui a dibatterti. E non sai più se ti muovi per volontà tua o di altri.
Stai per soffocare, ma finalmente, improvvisamente, ti ritrovi libero.
Libero da quelle grinfie che rischiavano di soffocarti.
E, di nuovo, sospiri di sollievo.
E, di nuovo, commetti un grave errore.
La tua pace non dura che un momento. Un infimo battito di ciglia.
E poi cadi, cadi ancora. E stavolta hai paura.
Il rombo del vento che squarcia l’aria attorno a te urla che la tua fortuna è ormai finita.
Come se non lo sapessi.
Raggiungi la fine di quel baratro, ma ad attenderti, adesso, non ci sono abbracci né carezze. Non che ci sperassi, ma il dolore di quelle fruste congelate ti coglie di sorpresa. E dire che ti eri preparato.
Si avvinghiano al tuo corpo, come amanti troppo impetuosi, e ti trascinano ancora più giù, più in basso di quello che ormai eri convinto fosse il fondo.
Tutti sono addosso a te. È come una festa di dannati, di cui tu sei l’ospite d’onore.
Continui a sprofondare e non fai più nulla per impedirlo.
Ti senti soffocare, ma ne sei quasi felice.
Adesso vuoi soltanto che il tuo tormento finisca.
Ma, spesso, è proprio quando smetti di credere negli angeli che essi vengono in tuo soccorso.
E forse è proprio uno di loro che ti sottrae ai tuoi demoni e a quel girotondo maledetto.
Ti riporta in superficie e potresti guardarti intorno.
Ma non lo fai.
Tieni gli occhi chiusi e i denti stretti.
E aspetti.
Aspetti una nuova punizione che ormai sei certo di meritare.
Anche se non sai perché.
Sei terrorizzato, chi potrebbe biasimarti?
Ma adesso rilassati, ascolta il silenzio che ti circonda. Non è come gli altri a cui eri abituato: non lo senti carico di falsa allegria, di ipocrita dolcezza o di cupa desolazione.
È soltanto silenzio.
Non ci credi. Pensi sia una trappola o un miraggio. Non vuoi fidarti, non puoi. Non reggeresti l’infrangersi di un’altra illusione.
Ma quella pace continua, e la curiosità ha il sopravvento. Abbatti il muro che ti eri creato a protezione ed apri gli occhi.
È una distesa sconfinata quella che ti circonda. La luce del sole la fa brillare come se fosse fatta da miliardi di diamanti.
È il mare.
Adesso sei contento? Concediti un sorriso e goditi la serenità che hai duramente conquistato.
Ma sappi, piccolo seme, che la tua avventura è soltanto all’inizio.


Angolino dell'autrice bis

Saaaaalve a tutti! ^-^
Allora, vi è piaciuta questa storiella? Spero di sì... come avrete capito racconta la storia di un seme che cade dal suo albero, finisce in un torrente e viaggia fino al mare...
Il ricordo di cui parlavo prima, invece, è un titolo di un tema che ci diede la mia maestra mi pare in quarta elementare: "Storia di un granello di sabbia".
A distanza di anni mi è venuto questo flash e ho provato a creare una storia simile, ma con uno stile completamente diverso! ^_-
Spero di non avervi deluso e ringrazio in anticipo sia voi che avete letto che chi sceglierà di lasciare un commentino. *-*
Ciao ciao!!
   
 
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