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Autore: Harucchan_    28/01/2011    3 recensioni
Li sento.
Sento quegli odiosi mostri venire verso di me.
Mi avevano accerchiata.
Mi alzo.
Prendo la spada.
Li vedo, sono centinaia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'angolo dell'autrice :3
Salve! Questa è la prima fanfic che pubblico qui , finalmente mi sono decisa X°
Dunque , questa storiella l'ho scritta per una mia cara amica u_u
I personaggi non sono specificati nel brano Accetto critiche, accappatoi (?), consigli ecc.
Beh che dire? °A°
Buona lettura <3





Li sento.
Sento quegli odiosi mostri venire verso di me.
Mi avevano accerchiata.
Mi alzo.
Prendo la spada.
Li vedo, sono centinaia.
Senza esitare mi scaglio su di loro  e lancio qualche fendente.
Ormai erano tutti morti.
Ma dietro di me un mostri il più grande , mi scaraventa a terra.
La mia spada, finisce dall’altra parte del ring.
Lo sapevo, sarei morta.
Il mostro, si lancia contro di me .
Sarei morta.
Ma una figura alta si posiziona davanti al mio corpo , parando il colpo.
Uccide il mostro e viene da me, prendendomi tra le sue braccia , dicendomi che ero salva.
Mi accarezza il viso, tentando di rassicurarmi.
Ma un altro mostro, scaglia un violento colpo su di noi.
Lei finisce a terra, io volo dalle sue braccia, cadendo da quell’alto ring sulla montagna.
Lei mi vede. Lei salta, fa di tutto per raggiungermi.
Arriva a pochi centimetri dal mio corpo, mi avvolge tra le sue braccia, dicendo di amarmi.
La stringo mentre lei mi bacia.
Il nostro ultimo bacio.
Mi dice che va tutto bene e mi stringe al suo petto.
 
Sento il rumore delle nostre ossa che si rompono , appena atterriamo sul suolo.
Non importa.
Apro gli occhi. La vedo, era immobile.
Mi aveva salvata.
Mi alzo. Urlo il suo nome. Perché? Perché L’aveva fatto?
Un altro ruggito.

Con le poche forze che mi rimangono mi alzo, prendendo la sua spada.
Mi avvicino al mostro ,iniziando a colpirlo e sfogando tutta la mia labbra su di lui.
Lo uccido dopo pochi minuti.
Torno da lei.
La stringo al mio petto, mentre il dolore mi divora lentamente il cuore.
Piango.
Quella doveva essere la mia sorte, non la sua.
Perché?
Resto ore con lei, accarezzando i suoi capelli scuri,
dicendole tutto ciò che non le avevo detto quando era in vita.
L’amavo, l’amavo, e adesso , l’amo ancora di più.
Silenzio. Quel silenzio faceva male alle orecchie.
Era finita.
 
Un suono.
Un suono nel mezzo della notte.
Un suono dolce e delicato.
Le sue labbra avevano pronunciato il mio nome.
Opera di un angelo?
No, sentìì le sue braccia stringere la presa sui miei fianchi.
La gioia invase il mio cuore.

Era viva.
  
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