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Autore: DeaEris    29/01/2011    1 recensioni
Hansel e Gretel..quello che ho pensato, non appena finito di vedere il cartone..e la loro triste fine. Insomma sono le mie riflessioni personali su loro due. Ovviamente c'è un qualcosa alla fine.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hansel e Gretel. Due nomi. Due soli nomi, che portavano ovunque sangue, violenza e distruzione. Eppure non c’era solo questo. I due nomi erano collegati in modo indissolubile a due bellissimi gemelli. Due bambini, i cui occhi richiamavano l’azzurro limpido di un cielo primaverile. Due bambini splendidi e dal viso innocente, circondato da una marea di capelli lisci e biondissimi. Due teneri angeli. È strano, come a volte due può essere uno ed uno è due. Sì. È strano. Perché i due bambini erano due entità distinte, eppure erano unite. Non avevano nome. A cosa serviva un nome, quando neppure chi ti aveva generato ti aveva amato? Nessuno aveva mai fatto un sacrificio per loro. Si muovevano nel buio, incapaci di amare, di sentire, di soffrire, incapaci di tutto, ma allo stesso tempo capaci di brandire un’arma, di divertirsi. Due bambini dall’aspetto di due teneri angeli, ma il cui viso era fin troppo acceso da una luce demoniaca di soddisfazione. Erano due mostri, due diavoli, ma chi gli aveva resi tali? Chi aveva spento i dolci pensieri di due anime innocenti? Erano due bambini. Due creature innocenti, bloccati in un mondo di odio, di sangue, di vendetta, di violenza. Non si può pretendere che un bambino impari ad abbracciare, se nessuno gli ha mai spiegato come si fa. Loro erano consapevoli soltanto di essere loro stessi, che la violenza meritava la vita. Non conoscevano altro. Unico amico dell’altro era il gemello e viceversa. Non c’era altro. Non c’era vita. Non c’era morte. C’era solo l’odore del sangue, il potere dell’uccidere.
“Vieni ucciso o uccidi”
Nel regno del terrore non c’è altro modo di intendere la vita. La loro era davvero vita? Chiunque li guardasse tremava terrorizzato, ma chi guardava oltre quella barriera di patetica invincibilità. Chi pensava a Gretel ed alla sua delicata dolcezza, ai suoi modi femminei, al suo dolce sorriso, a quella parrucca lunga e liscia, del medesimo colore dei suoi capelli? Chi pensava a lei come persona e non come macchina per uccidere? Chi pensava ad Hansel ed alla sua forza nascosta? Chi aveva protetto quel bambino, che poteva giocare a calcio, invece che sapere come si maneggia un’ascia? Neppure in punto di morte venne versata una lacrima. Del resto, perché mai versare una lacrima per un mostro? E poi, lui non poteva morire. C’era sempre Gretel. L’uno è Due ed il Due è Uno. Loro erano nati distinti, ma erano uniti da un sentimento particolare: un amore proibito. C’era forse qualcosa di male nell’amarsi intensamente se si è soli al Mondo? Se l’unica persona che sai ti è sempre vicina è il tuo dolce fratellino? Cosa c’è di male nell’amare l’unica forma di vita che ti ha sempre amato? Non c’è nulla di male. È amore, malsano amore, ma sempre amore. Due bambini, che si prendevano per mano, affrontando la loro esistenza intera con il sorriso malato di un assassino. Due dolci maschietti trasformati in due spietate macchine da guerra, ma non lontane dal provare un’emozione. Piangere nel vedersi ferire a morte, cercare di premiare una gentilezza è un qualcosa che un qualunque bambino compie. Eppure, non è stato compreso quel loro modo. Gretel aveva cercato di premiare una gentilezza: gli adulti apprezzavano quel genere di cose, vero? Tutti gli adulti che aveva visto lei apprezzavano quel genere di cose, ma non quell’adulto che sembrava provenire da un altro mondo. Hansel aveva piagnucolato nel vedersi uccidere, nel sentire che quella volta aveva perso, che la morte era venuta a prenderlo. Aveva paura. Non aveva mai pensato che la morte sarebbe venuta per lui. Era un gioco. Lui uccideva per gioco e tutto era ridotto ad un giochino nelle sue manine infantili. Ridacchiò e pianse. Non poteva fare altro. Erano pensieri di due bambini questi, intersecati ed interscambiabili. Gretel era sulla battigia, mano nella mano con il fratello. Lo guardò un momento e poi la bella boccuccia si aprì in un sorriso. Un vero sorriso, il primo che faceva lontano dal sangue. Un sorriso dolcissimo, che le illuminò l’angelico visetto.
*A che gioco giochiamo ora, fratellino?*
Domandò con quella vocina delicata e piacevole. Hansel volse il capo verso di lei. I corti capelli a caschetto, scompigliati da quella brezza marina. I vestiti candidi, del perdono, della purezza, perché loro ancora non avevano perso l’innocenza di sperare, che aderivano a quel corpicino torturato fin da piccolo dalla crudeltà umana.
*A quelli che vogliamo. Qui possiamo fare ciò che vogliamo. Nessuno ci sgriderà più.*
Disse con quel suo modo dolce di sorridere, prima di eliminare qualcuno. No. Non avrebbero più rivisto il sangue, non avrebbero più giocato con le armi. Ora erano due angeli. Qualcuno aveva chiamato per loro gli angioletti. Qualcuno gli aveva salvati. Ora erano felici, anche i loro neri vestiti a lutto erano spariti. Nessuno gli avrebbe più sgridati, nessuno gli avrebbe più costretti a fare del male. Potevano giocare, come solo due bambini possono fare.

Note dell’Autrice:
Cosa dire? Sono rimasta particolarmente colpita dai due gemelli di questo fumetto ed anime. Mi hanno fatto una tenerezza, una pena, una compassione incredibile. Due piccolissime tigri armate di denti, ma non per colpa loro. Poi, non so..mi ha colpito molto il modo freddo con cui sono stati eliminati, il modo in cui tutti gli guardavano, il modo in cui tutti gli temevano, il modo in cui sono stati trattati. Sono cose, purtroppo attuali per molti bambini e forse è per questo che la loro figura mi ha colpito ancora di più. Ho voluto scrivere, accompagnata dalla canzoncina di Gretel, il mio pensiero. Non ho riflettuto su cosa, né se c’è una trama. C’è solo il mio racconto, buttato giù in dieci minuti, quindici a dir tanto. Ho sentito che era una cosa che dovevo fare, magari non vi piace, magari vi aspettavate qualcosa in più o in meno, magari vi fa schifo, ma non mi importa. Mi è sembrato doveroso scriverla ed anche scrivere il perché questi due bambini mi hanno tanto colpito..pensavo che mi avrebbero spaventato, per via del sangue, ma invece ho sentito solo una tristezza immensa ed una tenerezza particolare per questi due piccoli bambini. Ho desiderato condividere con voi quello che mi ha dato vederli. Forse io ho una visione simile a quella di Rock, che voleva adottare Gretel..non lo so..ma mi sembrava giusto. Poteva essere più lunga o anche più corta..ma ho scritto tutto quello che desideravo comunicare! Spero che vi piaccia e vi avviso, non sono un'esperta di questo anime e neppure di questo fandom, quindi abbiate pazienza! 
  
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