29/01/2011
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“Allora, amica mia, come te la passi?”
Mary Alice Brandon avrebbe sorriso alla domanda, spostando con grazia un pedone di una casella più avanti. Una semplice, per quanto inconsueta, apertura Mieses. Sarebbe restata pensosa un attimo, solo un attimo, per poi rispondere con un cortese “Non c’è male, grazie” accompagnato da un sorriso tirato.
La sua compagna di gioco avrebbe delicatamente scosso la testa, nascondendo un sorrisetto sotto il pesante cappuccio, per poi muovere il cavallo nero.
“Rispondi sempre così, ma sai che non è vero.”
“No, infatti”, avrebbe mormorato Mary con una nota di preoccupazione, continuando la partita.
“Hai paura?”
“No.”
Avrebbe mentito, come sempre.
“Andiamo… con me puoi essere sincera. Sai che non ci sono segreti, fra noi. Non puoi ingannarmi.”
Tremante, avrebbe spostato la torre bianca, ignorando quelle parole.
“Sei sempre così irruente, Mary… non va bene.”
Avrebbe visto solo allora l’alfiere nero bloccare la via di fuga del suo re.
“Scacco matto.”
Avrebbe fissato inorridita la scacchiera, e poi il ghigno malvagio sotto al cappuccio. Avrebbe perso ancora.
“Memento mori, Mary.”
E si sarebbe svegliata urlando.
* * *
Alice Cullen non sognava da più di ottant’anni. In effetti non dormiva proprio da più di ottant’anni. Non che la cosa le dispiacesse… finalmente l’incubo aveva smesso di tormentarla, e le visioni che provocava se n’erano andate. Sparite. Scomparse. Aveva vinto lei.
Alice Cullen era un’arzilla vampira, perennemente occupata con la moda, le feste e lo shopping. Con tutto ciò che poteva essere sempre nuovo e vivace, proprio come lei. Facile, no?
Alice Cullen aveva finalmente dato scacco matto alla sua amica Morte.