Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Mineko_    30/01/2011    3 recensioni
Ho cercato quanto più possibile di seguire la nostra storia reale,immaginando Arthur e Antonio in quella situazione,provando a dare un breve schizzo psicologico dei due personaggi. E' stata una delle prime di questo genere,è stato un po' difficile (soprattutto riassumerla in un titolo)!Spero comunque che vi piaccia :)
"E' strano no,che due nemici si lecchino le ferite a vicenda,non credi?"
Arthur si staccò e lo guardò negli occhi:"Carriedo,fammi il piacere di stare zitto. Non so perchè sto facendo questa cosa,voglio credere che sia il Brandy."
Detto questo,tornò a baciarlo.
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era ormai dal 1585 che ogni volta che si incontravano scoppiava una lite tremenda. Spagna ed Inghilterra già non si sopportavano caratterialmente,ma da quando si erano entrambi fissati l'obiettivo di dominare i mari,la cosa era degenerata. Assoldavano dei pirati per attaccare la flotta dell'avversario,iniziandosi a vestire anche loro come dei filibustieri,con lunghi mantelli,bende sugli occhi,orecchini e chi più ne ha più ne metta. Il problema era che sia Carriedo che Kirkland erano fortissimi e se la battevano alla pari,seminando terrore in ogni mare. Il conflitto arrivò a toccare le questioni interne:segretamente,Antonio finanziava le rivolte separatiste protestanti,mentre Arthur faceva lo stesso con i protestanti olandesi,in conflitto con i cattolici spagnoli. 
Capitò un giorno che una nave della Invincible Armada incrociò la rotta di una nave britannica,proprio mentre entrambi si trovavano a bordo. Se già un scontro si preannunciava,adesso una battaglia era sicura.
Arthur si fece passare il cannocchiale e scrutò la prua dell'altra imbarcazione:Carriedo si era arrampicato su di essa e con la spada sguainata incitava i suoi uomini allo scontro.
"Ti farò vedere di che pasta sono fatto,bastardo!" ringhiò l'inglese.

"Oggi voglio che sia la battaglia definitiva!Voglio che li facciamo spaventare al punto che caschino tutte le sopracciglia a quel signorotto dei miei stivali!!Siete pronti?"
"SI'!"
"Y vamos." sussurrò Antonio, sorridendo sicuro.

Il confronto iniziò. Il primo ad attaccare fu proprio Arthur e prontamente l'Armada rispose. Le barche si avvicinarono e gli uomini saltarono a bordo di quella avversaria.
Le spade di Carriedo e Kirkland si incontrarono a metà strada,sul ponte di passaggio che gli spagnoli avevano gettato sulla nave inglese. 
"Buenos dìas muchacho. Hoy es un dìa de victoria. Para mì,ésta claro." L'altro non rispose e con un colpo di spada lo allontanò.
"Tienes miedo uhm?" ghignò Antonio.
"Penso che prima di parlare tanto dovresti aspettare la fine di questo scontro."
"Por qué?-continuò in spagnolo per irritare Arthur-Ya sé. Soy el màs fuerte.-poi rivolto alla sua ciurma urlò-FUEGO!"
L'inglese sorrise:"Non aspettavo altro. FIRE!"
Lo spagnolo guardò basito tre cannoni di dimensioni gigantesche,almeno 4 volte più grandi dei suoi, uscire dalla fiancata dell'imbarcazione nemica. Un solo colpo e li avrebbero affondati. Parò all'ultimo momento un colpo a sorpresa di Kirkland,che piantò i suoi occhi tracotanti di sanguinolento entusiasmo nei suoi.
"How unlucky,aren't thee?"
Lo spagnolo impallidì. Sapeva che andava incontro alla disfatta.
"See ya in hell,adìos cariño." e dicendo questo,sferrò il colpo finale.
Antonio vide il suo sangue schizzargli viso,impregnare i vestiti e lentamente diffondersi sul legno. Stava per morire? La ferita lo stava facendo impazzire di dolore e la sua vista si stava già annebbiando. Pensò a tutto quello che lasciava,a quanto aveva sbagliato ad essere così pieno di sè.. Il suo ultimo pensiero andò al piccolo Romano:si chiese come se la sarebbe cavata senza di lui. Poi,il buio.

 

 

Quando riaprì gli occhi,se ne stupì profondamente. Il petto gli bruciava e gli dolevano tutti i muscoli. Si provò a muovere,ma delle pesanti catene lo bloccavano. Pensò alla sua Invicible Armada,alla sua casa,a Romano..
"Finalmente ti sei svegliato,uhm?"
Antonio si girò e vide sulla porta,ancora in tenuta pirata,il suo acerrimo nemico. 
"Volevo proprio far due chiacchiere con te" continuò questo.
Antonio lo guardò torvo:quell'uomo rappresentava tutto quello che odiava,eppure in quel momento era suo prigioniero e doveva cercare di mettere il suo odio da parte,se ci teneva alla vita. Gli si era intanto avvicinato,accovacciandosi di fronte a lui e prendendogli il viso.
"Pensi che non sappia che sei stato tu a finanziare le rivolte irlandesi?Mi hai preso per uno del tuo stesso livello?"
"Non siamo forse tutti uguali?" disse Antonio,cercando di buttarla a ridere. Come poteva anche solo pensarci era un mistero.
L'inglese,infastidito,gli diede uno schiaffo così forte da spaccargli il labbro. 
"Non sei esattamente nella posizione giusta per fare dello spirito,burlador dei miei stivali."
"Ok,ok. Ma stiamo calmi!!"
Arthur lo guardò mentre cercava di leccarsi via il sangue:quell'uomo lo disturbava semplicemente respirando,ma doveva avere a che farci per scoprire i nomi dei congiurati.
In quel momento,osservando come la lingua della spagnolo ripulisse la bocca dal sangue,dovette riconoscere che aveva davvero delle belle labbra. Scacciò quel pensiero con fastidio.
"Voglio dei nomi,Carriedo. Voglio sapere con chi ti sei messo in contatto. Facciamo che sia una cosa veloce per entrambi."
"E' per questo che mi hai lasciato in vita?"
"E' stato un caso e ne sto approfittando,non credere."
"Ah,capisco.." sorrise Antonio. Questo atteggiamento irritava terribilmente l'inglese. Come poteva ridere così di fronte l'uomo che l'aveva quasi ucciso?
Ricordava quando aveva fatto trasportare lo spagnolo sulla nave,mentre era in uno stato di semi-coscienza delirante e mormorava cose incomprensibili;Arthur aveva notato una croce d'oro sul petto dell'uomo e l'aveva strappata dal suo collo:subito gli afferrò il braccio e con uno sguardo pietrificante ordinò di ridargliela. L'inglese si era facilmente liberato dalla presa,dopo che un brivido gli aveva percorso la schiena,e ordinò che fosse sedato.
"Carriedo,sto aspettando i nomi."
"Tanto mi ucciderai lo stesso,no?"rispose con una faccia allegra e tranquilla.
"Allora potrei chiederti di chi è questa."
Tirò fuori la collana che gli aveva preso.
Il sorriso dello spagnolo si spense. Provò in vano a toccarsi il collo.
"Rendimela."
"Ti ho chiesto di chi è."
"Rendimela."
"Ci sono modi e modi per chiedere."
"Rendimela.. per favore."
Non pensava che far abbassare l'orgoglio di quel tipo fosse così facile. Lui non avrebbe detto una cosa simile qualsiasi cosa quella croce rappresentasse. Arthur non sapeva che era un dono di Romano,che Antonio avrebbe fatto di tutto per riaverla.
Lasciò cadere la collana dorata a terra. Antonio provò a chinarsi per prenderla con la bocca,ma dalla ferita si riaprì e il sangue bagnò nuovamente la sua già sporca camicia.
L'inglese sorrise sprezzante e afferrò i capelli dello spagnolo.
"Dimmi quei nomi,Carriedo. E' l'ultima volta che te lo chiedo."
"Uccidimi."
Arthur lo guardò un momento:capì che non c'era modo di fargli sputare qualcosa. Inutile in tutto e per tutto,pensò con disprezzo. Si levò ed estrasse la spada. L'altro aveva ancora il capo chino,lo sguardo vuoto concentrato sulla croce.
Non riuscì a colpirlo,le sue braccia immobilizzate. Eppure tanti uomini erano stati uccisi per volere di quell'uomo,tanto prezioso sangue britannico era stato versato. Cos'era che lo bloccava?
Pensò al valore e alla lealtà che aveva dimostrato,nonostante fosse il suo avversario. Pensò che una nazione,che un uomo così,meritasse una fine diversa da quella,nell'odore polveroso di qualche segreta.
L'immagine delle sue labbra sporche di sangue gli balenò in testa.
"..Tsk!"
Arthur uscì dalla stanza.
Antonio rimase chino e confuso. Aspettava che la spada dell'inglese lo trafiggesse,ma quello se ne era andato.
Ad un tratto il suo capo fu coperto da una stoffa color rubino.
Sentì i suoi polsi essere liberati e alzò la testa:Kirkland stava sistemando le catene bofonchiando qualcosa di incomprensibile nella sua lingua. Aveva con lui un paio di bottiglie di Brandy. 
Subito lo spagnolo si allacciò la collana al collo,mentre l'altro lo fissava con uno sguardo seccato. Indossò poi il mantello e si guardò le caviglie,ancora incatenate. Era meravigliato da quel gesto,la clemenza che aveva dimostrato il suo rivale aveva totalmente sconvolto l'immagine che ne aveva.
"Perchè?"
"Se ti crea problemi te le rimetto subito."
"Grazie." 
Arthur lo guardò:dov'era tutta l'ostilità che nutriva nei suoi confronti in quel sorriso così sincero?dov'era il temibile avversario che aveva affrontato,quell'uomo spavaldo e un po' strafottente?
Mandò giù il primo sorso di Brandy. Era lui l'unico diverso,rancoroso ed orgoglioso?Forse per questo era così solo?Del resto anche la conformazione naturale sembrava costringerlo a tale destino:non era forse un'isola dalle spiagge rocciose ed aspre?
Mandò giù questi pensieri con un'altra sorsata.
Antonio lo studiava in cerca di una motivazione per quell'atteggiamento:l'inglese,con la schiena contro la parete e le gambe distese in avanti,mandava giù il liquore con un'espressione scura e pensierosa;lo trovò simpatico,in quel momento gli ricordava tanto il suo caro amico Gilbert.
"Thank you!"
L'inglese si voltò stupito sentendo la pronuncia perfetta dello spagnolo,che si era poggiato al muro e lo guardava sorridendo dolcemente. Si chiese se non fosse l'alcol che aveva già iniziato a fare effetto.
Ad un tratto Antonio gli strappò la bottiglia dalle mani e iniziò a bere. Arthur subito pensò che quello era come un bacio indiretto e la cosa lo imbarazzò troppo per poterlo permettere.
"Hei!"
Si girò per riprenderla,e il sorriso dello spagnolo si ritrovò a pochi centimetri dalle sue labbra. I loro occhi si immersero in quelli dell'altro,verde nel verde. 
Sarà che l'odio in fondo è amore.
L'amore è passione,tormento,silenzi e parole,sguardi,ma soprattutto è guerra. L'odio non è forse la stessa cosa?
Insieme,si baciarono. Arthur si staccò quasi immediatamente. Cosa stava facendo?
Antonio si avvicinò di nuovo;notò lo sguardo allarmato dell'altro,si fermò e disse:"Ho ancora le gambe incatenate:se hai paura o non vuoi,puoi semplicemente andartene e lasciarmi qui."
Aveva perfettamente ragione.
L'inglese gli incatenò di nuovo i polsi,nonostante l'altro fosse calmo e non opponesse nessuna resistenza. Antonio continuava a sorridere beatamente. Arthur gli si mise sopra a cavalcioni.
"Cosa ci trovi di divertente?"
"Mi piace il colore dei tuoi capelli!"
Gli diede un'altra sberla e la ferita sul labbro si riaprì.
Antonio si leccò la ferita guardando dritto in faccia l'inglese. Questo si piegò su si lui e passò la lingua nello stesso punto.
"Ouch!"
Lo spagnolo aveva morso il suo labbro facendolo sanguinare e adesso lo stava accarezzando con la lingua.
"E' strano no,che due nemici si lecchino le ferite a vicenda,non credi?"
Arthur si staccò e lo guardò negli occhi:"Carriedo,fammi il piacere di stare zitto. Non so perchè sto facendo questa cosa,voglio credere che sia il Brandy."
Detto questo,tornò a baciarlo.

 

 

Antonio sorrise e si lasciò spogliare.
Arthur era un po' impacciato in questo genere di cose,ma lo lasciò fare mentre lo toccava tra le gambe. 
Addentandogli dolcemente l'orecchio,gli sussurrò:"Mi tieni legato perchè hai paura forse?"
L'inglese rispose indispettito:"Sei veramente una scocciatura."
Antonio lo leccò sul collo e,senza che l'altro potesse notarlo,sorrise sotto i baffi.
Intanto Arthur si era slacciato i pantaloni e riversò in Antonio i suoi timori e la sua solitudine. Dal canto suo,quello non fece una piega,lasciando fare l'altro e baciandolo quando poteva. Gli piaceva però la situazione,così assurda:mai si sarebbe pensato di poter apprezzare il profumo di quel ragazzo mentre lo facevano,un'utopia che prendeva forma.
Dopo un po',Arthur si fermò:non aveva finito,ma iniziava a trovare quella situazione una vera follia. Si aspettava una resistenza ferma e decisa,invece niente;al contrario,l'altro sembrava divertirsi.
Doveva trovare un modo per farsi valere come la grande Inghilterra vincitrice. Decise di slegarlo del tutto allora. 
In un nanosecondo si ritrovò gettato a terra con Carriedo che lo guardava sorridendo.
Si chinò per baciarlo,ma l'inglese riuscì a sfuggire e lo prese da dietro,bloccandogli il collo con una catena:"Stai buono tu."
"E tu attento a non lasciare la tua spada incustodita."
Un brillo nell'ombra fece notare ad Arthur che aveva la sua stessa spada puntata alla gola.
Restarono così qualche secondo,il loro cuori che battevano dall'eccitazione per quel misto di lotta e sesso.
Alla fine Kirkland allentò la presa e Carriedo abbassò la spada;lentamente lasciarono andare le armi.
Si trovavano uno di fronte all'altro,mezzi nudi e sudati.
Antonio fece il primo passo,afferrando il braccio di Arthur e trascinandolo verso di sè. Lo baciò,ma subito l'altro si staccò:"Tu non avresti diritto di prendere iniziativa su questo,ti ricordo che sei il mio prigioniero!"
Antonio lo guardò sorridendo;questo fece particolarmente incazzare l'altro,che si sentiva trattato come un verginello. Allora lo spinse a terra,salendogli sopra.Lo spagnolo lo guardava sereno,immerso nella polvere della cella:
"Kirkland,il controllo dei mari te lo lascio. Hai una flotta potente e moderna,hai colonie nelle regioni più remote del mondo,un'organizzazione interna e un'industria impeccabili. Ma non sei proprio il paese della passione."
Detto questo lo prese per il mento e gli diede un intenso bacio,a cui l'altro non riuscì a sottrarsi. 
Quando le loro labbra si separarono,Antonio notò che gli occhi di Inghilterra si erano colmi di lacrime,che gocciolavano poi sul suo volto.
"Ch-"
"Io non ho fatto nulla per essere così.
Vedo voi altre nazioni,così solari,allegre e spensierate,anche quando le cose non vanno affatto bene. Vi invidio sai?Io sono sempre convinto che bisogna darsi un contegno,che bisogna lavorare,che bisogna eccellere. Certi giorni, vi guardo con disprezzo perchè penso siate dei nullafacenti. Altri giorni, vi guardo con disprezzo perchè mi ricordate che mi sono scordato come si sorride. L'unico momento in cui riesco a farlo ormai,è quando vado a trovare America e Canada. Ma ancora non sanno come vanno le cose per gli stati,come sia qui in Europa,con la quale anzi vogliono avere il meno possibile a che fare anche grazie a te Carriedo. Loro mi ammirano,mi prendono come esempio,vorrebbero che restassi con loro per sempre. E io ne sarei felice.
Ma alla fine il mio posto non è forse qui?
Anche se penso di provare a buttarmi nel mondo che mi circonda,mi trovo danti tipi come te e i tuoi due ami-"
Antonio lo interruppe con un bacio. Lo gettò per terra e passò lui sopra.
"Oggi ti insegno un po' ad amare."
"Io-"
"Voglio provare a smorzare questa tua solitudine. Almeno un po'."
Arthur tacque e lo lasciò libero di fare.
"Seguimi" disse poi con le labbra sul suo collo.
L'idea non gli piacque molto:non riusciva ad accettare che Antonio fosse un amante migliore di lui. Ma se ci teneva così tanto a scongelare il suo cuore,doveva mettere da parte l'orgoglio e lasciarsi andare.
Fu così che passarono una lunga notte di passione,in cui la grande Inghilterra vincitrice veniva sopraffatta dall'ardente Spagna.
Sapeva benissimo che probabilmente il cuore di Antonio era per quella persona che gli aveva dato la croce,ma non ne soffriva,del resto nemmeno lui ne era innamorato:il loro fu comunque un rapporto dolce e molto sensuale. 
Arthur non aveva mai visto una enfasi tale;di certo lo spagnolo aveva molta più esperienza di lui,sapeva dove toccarlo e,benchè fosse ormai troppo stanco,riusciva sempre a convincerlo a farlo ancora una volta. Ed in effetti era riuscito,almeno per quella notte,a colmare un po' il vuoto dell'inglese,che si addormentò lì esausto.

 

Quando il giorno dopo riaprì gli occhi,Antonio non c'era più.
Doveva immaginarselo,ma ci aveva comunque sperato. 
Trovò un biglietto di Carriedo,dove c'era l'indirizzo della sua casa privata e l'invito a scrivergli quanto prima.
Lo sapeva,lo sapeva,lo sapeva.
Non riusciva a perdonarsi di averci creduto,non riusciva a perdonare lui per essersene andato. Non aveva detto che voleva placare un po' la sua solitudine?Dove era allora?
Si sentiva abbandonato e tradito,più solo che mai.
Stracciò via il pezzo di carta e se ne andò con il viso bagnato dall'ira.
Aveva sbagliato,tutto quanto.
Decise che con quello spagnolo di merda non avrebbe avuto più nulla a che fare.
E così fu.
Benchè Antonio cercò più volte di riavvicinarlo,Arthur restò sempre freddo e distaccato,non lasciandogli la possibilità di parlare e fingendo di aver scordato tutti gli avvenimenti di quella notte.
Antonio voleva delle spiegazioni e un giorno lo incastrò ad una conferenza. 
"Non credi di dovermi almeno dare un motivo?Cosa ho fatto di sbagliato?"
"Non so di cosa tu stia parlando." 
Lo spagnolo lo prese per il bavero,attirandolo verso di lui. 
Arthur non ricordava quanto tempo era passato da quando aveva sentito quel fiato speziato sul suo viso,il profumo inebriante di una terra caldissima;cercò di non dare a vedere l'emozione che l'averlo così vicino gli procurava e gli intimò:"Carriedo,lasciami andare."
"No."
Antonio gli aveva afferrato il viso e ora lo abbracciava,impedendogli ogni movimento.
"Non permetterò che ti senta così. Non permetterò che tu-"
"Mi hai lasciato tu!Cosa me ne faccio dello scriverti io?Cosa me ne faccio di una notte con te quando so che tornerai sempre dalla persona che ti ha dato quella dannatissima croce?"
Le lacrime rigavano il volto di Inghilterra mentre si mordeva le labbra di rabbia per aver confessato quello che provava.
Antonio lo lasciò andare. 
"Yo.. Io non posso lasciare da sola quella persona. Non vorrei che nemmeno tu rimanessi da solo. Sarebbe bellissimo poter vivere tutti insieme,come una famiglia,ma non può essere così purtroppo e lo sappiamo entrambi."
"Ti prego,va via!" disse Arthur singhiozzando ormai. Non poteva tollerare oltre. Sapeva che la sua era stata una reazione molto infantile e se ne vergognava tremendamente.Il suo orgoglio gli impediva di dividere quella persona con un'altra e tanto meno gli consentiva di continuare ad avere dei normali rapporti con lui.
"One last kiss.." sussurrò l'altro improvvisamente,quasi come se nemmeno sperasse di essere udito.
E per l'ultima volta,prima che le loro strade si dividessero definitivamente,le loro labbra si incontrarono.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Mineko_