Fanfic su attori > Cast Il Signore degli Anelli
Ricorda la storia  |      
Autore: NiNieL82    28/12/2005    12 recensioni
Natale. Una città immensa. Due persone sole. Uno scontro frontale e.. Leggete. Spero che vi piaccia. Auguri a tutte Niniel
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah Wood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tarocchi, agrifogli e fondi di caffè'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IMPORTANTE

IMPORTANTE: la storia che vi apprestate a leggere è solo il frutto della mia fantasia (piuttosto malata). Qualunque cosa che riguardi i personaggi che citerò è puramente inventata. Non conosco Elijah Wood e la protagonista della storia è inventata. Mi scuso per gli insulti a Franka Potente, ex ragazza di Elijah. Non la conosco e non è mio intento minarne la sua immagine.

La storia nasce dal fatto che ho provato a pensare a cosa scrivere sul mio attore preferito per anni e anni, ma non mi è mai uscito nulla. Allora perché non una one-shot sul mio idolo.
Ed eccomi qua. E visto il periodo, una one-shot natalizia, nata tra gli scleri di ‘Una seconda opportunità’. Un grazie a chiunque la leggerà.
Auguri e baci da Niniel.



Natale a New York

Elijah camminava tranquillo per le strade innevate della grande mela. 
C’era un freddo assurdo lì. E per lui, che per più di vent’anni aveva vissuto a Los Angeles, in quel di Venice Beach, non era tanto bello. Ma amava la grande mela. Amava New York. E amava quello che aveva creato lì.
Anche se..
Gli mancavano Hannah e la madre. Non poteva negarlo. Sarebbe stato un po’ triste quel Natale senza di loro. Specialmente senza sua sorella. Hann, quando voleva sapeva essere rompiscatole, ma lui gli voleva un bene dell’anima.
Sputò una nube di fumo e buttò il mozzicone della sigaretta, ormai finita, per terra. E cominciò a mangiarsi le unghie da subito. I due suoi peggiori vizi.
Passò davanti al F.A.O. SCHWARZ, il più grande negozio di giocattoli di tutta la città, e guardò rapito la vetrina. Un enorme albero di Natale troneggiava tra mille giochi che avrebbero fatto felici bambini di ogni età, mentre, dalle ghirlande verdi, mille luci colorate si accendevano e si spegnevano. Poco lontano da lui un gruppo di ragazzi afro americani cantava un magnifico gospel. Sistemò la sciarpa e controllando nelle tasche prese qualche penny e lo gettò nel secchiello delle offerte.
Si avviò per le strade enormi della città, blindate per via della paura degli attacchi terroristici, ma comunque pieni di gente. Ecco un’altra cosa che amava di New York. Il suo essere cosmopolita, una babele di razze, colori, culture e lingue che si mischiavano quotidianamente, riversandosi nei mille budelli che formavano le enormi strade, continuamente trafficate, della città.
Accese l’ennesima sigaretta passando davanti all’albero di Natale della Rockefeller Plaza alto 22 m. e sorrise guardando le persone che pattinavano. E si sentì più solo. A testa china, con il cuore un po’ intristito, si incamminò verso l’hotel.

Entrò nella porta girevole. Salutò l’addetto della reception e prese le chiavi della sua camera. Stava camminando, quando venne travolto da una persona che correva per la hall. 
Caddero assieme. Elijah imprecò qualche cosa, mentre la ragazza snocciolò una litania di parolacce degna del peggior scaricatore di porto, per poi, dolorante togliete la lingua fuori e strizzare un occhio, visibilmente dolorante.
Elijah sorrise e disse:
“Scusa. Non ti ho vista ‘arrivare’ diciamo..” e sorrise dolce. 
La ragazza guardò gli immensi occhi azzurri e disse:
“Scusa tu. Sono io che non sto attenta. E faccio sempre danni” si alzò si spolverò i pantaloni e disse: “Non ti sei fatto male, vero?” e fece una buffissima faccia spaventata.
“No!” sorrise il ragazzo.
“Meno male. Non sarebbe bello fratturare le ossa a qualcuno il 23 dicembre.. Non trovi?” e sorrise.
“Credo di no” disse spiazzato il ragazzo.
In realtà il ragazzo guardò il viso della ragazza. I capelli ondulati e castani scappavano ribelli in una cuffietta messa storta o, forse, spostata dopo la caduta. Dei bellissimi occhi verdi, con striature dorate. Il corpo snello fasciato da un cappotto sagomato a quadrettoni colorati. I jeans scuri nascondevano delle scarpe da tennis colorate. E il viso, molto infantile, era truccato leggermente, lasciandolo pulito.
Venne distolto dal suo pensiero dalla stessa ragazza che disse:
“Grace.. “ disse lei porgendole la mano.
“Come?” chiese Elijah confuso e imbarazzato.
“Mi chiamo Grace. Mi sa che la botta la hai presa in testa..” scherzò la ragazza.
Elijah rise e disse, stringendo la mano che la ragazza gli porgeva.
“Elijah”
“Uhm! Elijah. Che nome strano… Non è comune…” disse la ragazza con un sorriso dolcissimo.
“Non più di quello che sembra..” disse Elijah tranquillo.
“Beh!” disse Grace guardandolo negli occhi (che strano! Non aveva ancora detto: -Ma tu sei Frodo!- pensò Elijah) “Io devo andare. Ci vediamo in giro. Tanto stai qui? Vero?” disse la ragazza allontanandosi e camminando all’indietro.
“Si! Posso dire che ci abito qui..” rispose Elijah. 
“Allora ci vedremo di sicuro..” disse Grace e con un mano lo salutò dicendogli: “Bene Elijah. Allora ci vediamo e se non ci scontriamo per le feste.. Buon Natale”
“Anche a te” sorrise Elijah guardando la ragazza che, voltandosi di scatto si andò a scontrare contro un facchino, cadendo di nuovo e facendo cadere anche il povero ragazzo, che perse tutte le valigie.
-Quella ragazza è strana- pensò Elijah scotendo la testa ed entrando nell’ascensore per andare nella sua stanza.

“Ciao mamma” disse Grace, felice, parlando al cellulare mentre camminava per le strade della metropoli, cercando di non sbattersi ai passanti.
“Grace! Ti devo dare una brutta notizia. Qui a Denver sta nevicando da tre giorni ininterrottamente. Hanno cancellato tutti i voli. Io e Adam non possiamo venire a New York. Mi spiace davvero tanto…”
“Ma.. Uff! Questo significa che passerò Natale da sola?”
“Lo so piccola. E mi spiace. Ma io e tuo fratello non possiamo partire. Hanno cancellato tutti i voli tesoro.”
A Grace si riempirono gli occhi di lacrime. Non aveva mai passato un Natale lontana da casa. Ora, dopo aver presentato il suo manoscritto ad una casa editrice importante, voleva che i suoi la raggiungessero nella grande mela, per festeggiare l’imminente pubblicazione del libro, del suo primo libro, dato che lei, per vari motivi, doveva stare lì per due mesi..
“Non c’è nemmeno un pullman che vi possa portare?” chiese Grace sconsolata.
“Piccola. Ci sarebbe. Ma non credo che nemmeno loro possano partire. E poi la distanza tra Denver e New York è talmente tanta che ci impiegheremo almeno qualche giorno per arrivare da te…”
Grace tirò su col naso. E sospirando disse:
“Va bene. Vuol dire che ci rivedremo più in la..”
“Lo sai che mi spiace davvero tanto non poter essere con te” disse la mamma triste.
“Lo so” ribatté Grace.
“Ricordati che sono fiera di te..”
“Me lo ripeti ogni volta che mi chiami” scherzò Grace nonostante avesse le lacrime agli occhi.
“Auguri piccola” disse dolce la donna.
“Auguri mamma” disse Grace.
Chiuse il cellulare e guardò la vetrina dove c’era esposto il regalo che voleva prendere per la madre. Poggiò le dita sulla vetrina e, con le lacrime agli occhi, pensò che tanto era inutile comprarlo in quel momento. Tanto a Natale sarebbe stata sola…

Elijah chiuse il telefono con un sorriso. Aveva parlato con Dom. quello si che era un pazzo. Riusciva a dire cose divertenti e assurde in qualsiasi momento, scrollandogli di dosso un po’ di quella malinconia che gli era entrata nel cuore all’idea di passare il giorno della vigilia da solo.
Si vestì, dato che quando l’inglese lo aveva chiamato stava uscendo dalla doccia. Si guardò allo specchio e scese al ristorante.
-Buon Natale, Lij. Credo che sei arrivato ad un livello talmente basso che festeggi Natale nel ristornate dell’albergo.. E qualcosa mi dice che sarai solo anche lì..- e sospirando dispiaciuto, aprì la porta della camera e scese nella hall.

Dashing through the snow 
In a one-horse open sleigh
Through the fields we go 
Laughing all the way.
Bells on bob-tail ring 
Making spirits bright
What fun it is to ride and sing
A sleighing song tonight…


Grace seduta al tavolo, si guardava intorno, spaesata. Sapeva che il ristorante dell’albergo aveva organizzato il cenone della vigilia, ma aveva paura che si sarebbe ritrovata da sola.
-Odio questo Natale. È il più triste della mia vita…- pensò la ragazza con le lacrime agli occhi.

“..Jingle bells, jingle bells 
Jingle all the way,
Oh what fun it is to ride 
In a one-horse open sleigh,
O Jingle bells, jingle bells 
Jingle all the way,
Oh what fun it is to ride 
In a one-horse open sleigh…


Ad un tratto sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla. Si voltò e vide due immensi occhi azzurri che la guardavano sorridenti. Si sentì subito sollevata e disse:
“Tu sei il ragazzo a con cui mi sono scontrata ieri…”
“Elijah..” disse lui sorridente.
“OH! Scusa. Mi sono dimenticata il tuo nome..” disse Grace sistemando un ricciolo dietro l’orecchio.
“Posso sedermi?” chiese Elijah indicando la sedia vuota.
“Certo. tanto non aspetto nessuno” rispose Grace intristendosi un po’.
Elijah si mise a sedere nella sedia. Pensò che quella ragazza, come lui, era sola. E che quella sera, qualche cosa, oltre che un a compagnia piacevole, la rendeva davvero bella.

“Allora..” disse Grace assaggiando il primo che il ristorante aveva propinato. “Siamo seduti qua da un’ora e non mi hai ancora detto nulla di te. Abbiamo parlato del tempo, di quanto sia bella New York a Natale, ma non ci siamo detti nulla di noi…”
“Non mi hai chiesto nulla. E io da vero gentleman non ho chiesto nulla…” la prese in giro Elijah assaggiando il primo a sua volta.
“Ma guarda questo…” disse Grace lanciandogli una mollica di pane. “Comunque… Comincio io..” disse maliziosa la ragazza.
“E chi lo ha deciso?” ribatté contrariato il ragazzo.
“Lo hai detto tu. Sei un gentleman. Allora la prima che deve fare le domande sono io. Sii sincero mi raccomando…” disse Grace con un sorriso.
Lij scosse la testa e disse:
“Mi hai messo in trappola. Va bene. Comincia tu cosa vuoi sapere?”
“Nome. Cognome. Data di nascita. Segno zodiacale. Professione. Stato civile. Genitori. Fratelli. Animali. Tendenze sessuali….” Disse Grace contandoli sulle dita.
“Ok! Ok! Quadro completo. Messaggio ricevuto.” Disse il ragazzo mettendo le mani avanti e pulendo le labbra con un tovagliolo. “Allora. Mi chiamo Elijah Jordan Wood e sono nato a Cedar Rapid, nell’ Iowa, il 28 gennaio 1981. Mia madre si chiama Debra Wood. Mio padre Warren Wood. Si sono separati quando io avevo poco più di sei anni. E da allora non vedo mio padre. Credo di potermi definire uno di quei casi da soap opera, dove il padre lascia i figli al proprio destino, ma con meno problemi. Ho un fratello maggiore e una sorella minore: Zach e Hannah. Sono alto un metro e sessantotto. E peso settanta chili. Ho due cani: Rascal e Levonne. Son del segno dell’acquario. Credo… Sono felicemente single da un paio di mesi. Sono un maniaco di Star Wars. Amo andare sui rollerblade. Canto a tempo perso. Leggo molto e i miei libri preferiti sono ‘Il gobbo di Notre Dame’ di V. Hugo e ‘Lo Hobbit’ di Tolkien.. Sono molto timido. Sono etero. Porto gli occhiali. Sono miope… Fumo. Mi mangio le unghie… Che altro posso dirti..”
“La professione..” disse Grace curiosa.
Elijah tossicchiò. Era possibile che non lo conoscesse?
“Attore..”
Grace sbarrò gli occhi e disse:
“Mamma mia… Ora che ci penso.. Tu sei quello che ha fatto quel fantasy.. quello che ha avuto tanto successo..”
-Ecco. Ora mi dice.. ‘MA TU SEI FRODO!!’- pensò Elijah.
“..Harry Potter!” esclamò Grace facendo andare di traverso il boccone ad Elijah.
“Quello è Daniel Radcliffe. E non mi somiglio a lui..” rispose Elijah con la voce strozzata.
Grace lo guardò meglio e disse:
“Quello che ha fatto ‘Spiderman’?”
“NO! Quello è Toby Maguire..” disse Elijah stupito (e anche un po’ scocciato).
Grace lo guardò e disse:
“Eppure somigli a qualcuno che ho già visto…” e lo osservò meglio.
“Ero Frodo…” disse Elijah spazientito (quella ragazza era davvero strana!)
“AHHH! Il Signore degli Anelli! Ma non avevi i capelli neri e ricci” disse stupita.
Stavolta Elijah non poté trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata. E disse, asciugando le lacrime dagli occhi, venute per il troppo ridere:
“Quella era una parrucca…” e rise di nuovo. 
Quando riuscì a calmarsi, disse:
“Allora Grace? È il tuo turno. Voglio sapere tutto di te..” e poggiò il tovagliolo sul tavolo, fissandola negli occhi.
Grace sospirò e poggiando la schiena nella sedia disse:
“Allora mi chiamo Grace Melanie Thompson, come l’attrice, ma non siamo parenti. Allora.. Sono nata a Denver, Colorado, il 12 luglio 1982. Ho ventitre anni quindi. Uno in meno di te. Mia madre si chiama Hope Thompson. Mio padre si chiamava Fred Thompson. È morto che avevo due anni. Ho un fratello. Adam. Ha sette anni più di me. Sto per pubblicare un libro. Credo che esca nelle librerie dopo le feste, se tutto va bene. La mia opera prima. Sono molto distratta. Mia madre dice che sono irrimediabilmente distratta. E forse ha ragione. Ho un gatto, si chiama Zampa. E non mi chiedere perché. Quando l’ho trovato aveva una zampa rotta. E ho deciso di chiamarlo così.. Sono etero anche io.. Ma ho avuto tante brutte esperienze alle spalle. Non fumo. Non mi mangio le unghie ma sono miope e astigmatica. Pensa che sfiga. Mi sbatto a tutto, persone, oggetti.. basta che siano in movimento e io mi ci schianto di sicuro… Leggo tutto. E sono grafomane. Il mio libro preferito è ‘La casa degli Spiriti’ di Isabel Allende. Odio il film però è orribile… Che altro dire..”
Elijah la guardò. Era strana, si, ma qualche cosa lo attirava a lei. Forse quel suo essere così sopra le nuvole. Ad un tratto nella sala risuonarono le note di ‘White Christmas’. Il ragazzo si voltò verso Grace e disse:
“Vuoi ballare?”
Grace sorrise e si sollevò dalla sedia. E porgendogli la mano, disse, con occhi luminosi:
“Va bene”

I'm dreaming of a White Christmas,
Just like the ones I used to know,
Where the treetops glisten and children listen
To hear sleighbells in the snow.

I'm dreaming of a White Christmas,
With every Christmas card I write.
May your days be merry and bright
And may all your Christmas be white


“Grace?” disse Elijah col mento poggiato sulla testa della ragazza.
“Uhm?” disse lei con la testa poggiata sul suo petto.
“Grazie. Pensavo che avrei passato un Natale orribile. Invece, con te, è stato bellissimo. Grazie”
Grace sollevò lo sguardo e incontrò gli occhi di Elijah. E sorridendo dolce, disse:
“Grazie a te Frodo…” e sorridendo si rimisero a ballare nella stessa posizione.

Stavano camminando per i corridoi dell’albergo ridendo, quando Grace si fermò davanti ad una porta e disse:
“Questa è la mia stanza. Non ti invito ad entrare non perché non mi fidi di te, ma perché è un vero disastro la dentro e non ti voglio spaventare”
“Sono un ragazzo. Reggerei al colpo” rise Elijah.
“Si. Ma non hai visto quello che c’è dentro la mia stanza. Davvero. È meglio che tu non lo sappia…” rise Grace.
Elijah mise le mani nelle tasche e disse:
“Non voglio che il nostro prossimo incontro sia dettato dal destino. Che ne dici se domani andiamo a pattinare al Rockefeller Center”
Grace sorrise:
“Ti devo avvisare di una cosa. Sono negata con i pattini…”
“Ti aiuto io…” disse Lij con una tale freschezza che fece sorridere la ragazza che baciandogli una guancia, disse:
“Va bene. Allora, domani, qui, alle cinque del pomeriggio, ok?”
“Fantastico!” disse il ragazzo felice.
“Ciao e auguri…”
“Auguri anche a te!” e si allontanò verso la propria camera.

“LIIIIIIIIIIIIIIIJJJJJJ! HO PAURA! QUANTE VOLTE TE LO DEVO DIRE? MAMMA MIA. RALLENTA….” gridava Grace mentre Elijah tenendola per la mano, la guidava sulla pista di pattinaggio.
A gente intorno pattinava tranquilla. Quello era il Natale newyorkese. L’albero gigante qualcuno con cui pattinare nella pista sottostante.
“Mio Dio! Sei proprio una fifona con i fiocchi” rise il californiano tenendole le mani e guardandola mentre battagliava con i propri piedi che non volevano saperne dei pattini.
“Non ho mai pattinato in vita mia. Scusa se mi viene difficile mantenere l’equilibrio..”
“Cosa ti ho detto quando abbiamo cominciato? Che ti devi fidare di me. Allora zitta e seguimi. Ti tengo le mani. Non ti lascio cadere davvero…”
Grace lo guardò di sottecchi e disse:
“Piano però…”
“Piano. Sto andando piano..” disse il californiano.
Ma qualcuno che sui pattini ci sapeva andare urtò il ragazzo che perse l’equilibrio e cadde sopra la compagna, finendo sopra di lei.
“Oh mio Dio! Sei pesantissimo. Mi ha rotto tre costole di sicuro..” si lamentò scherzosamente (o quasi) Grace.
Elijah si fermò a guardarla. Era davvero bella. Se ne era accorto la sera prima. Ma ora, naturale, con solo un leggero velo di trucco negli occhi e il naso arrossato dal freddo, era ancora più bella. Le accarezzò i capelli e la guardò profondamente:
“Forse è meglio che ci alziamo o qualcuno si ammazzerà…” disse Grace piano.
Elijah, solo in quel momento si accorse di quello che stava facendo e, aiutandola a sollevarsi disse:
“Basta con i pattini per oggi. Che ne dici di prenderci una cioccolata calda? Conosco un bar qui vicino dove la fanno davvero buona.”
“Dico che ci sto. Tutto basta che mi tolga queste armi si tortura dai piedi..” sorrise Grace.
Elijah le prese la mano e l’aiutò ad uscire fuori.

Stavano bevendo cioccolata calda. Grace aveva un golfo bianco col collo alto e largo, mentre Lij un golfo nero con una camicia celeste sotto.
“Com’è essere famosi?” chiese Grace sorseggiando la sua cioccolata. 
“Uhm! Non per essere immodesto, ma credo che la cosa bella è che tutti ti conoscono. A parte te..” disse il ragazzo prendendola in giro.
Grace rise e poggiò la tazza sul tavolo. E disse:
“Io sono un caso clinico, lascia perdere.”
“Va bene. A parte te, molte volte mi trovo davanti a ragazze che mi chiedono autografi e che piangono perché le sto toccando. Nel senso buono intendo. Solo che… Io sono molto timido e non riesco a reagire a queste cose. E, per quanto finga, alle volte, certe situazioni mi imbarazzano..”
“Ti manca la vita anonima?”chiese Grace ricominciando a sorseggiare la cioccolata.
“Non l’ho mai conosciuta. Lavoro da quando sono un bambino…” rispose Elijah fissandola mentre bevevo.
“Caspita.. Deve essere stato duro per te.. Perché ridi?”
Elijah si indicò il naso e disse:
“Sei sporca di cioccolata sul naso…”
Grace si voltò verso la vetrata e notò la macchia di cioccolato. E prendendo un tovagliolo si pulì, mentre Lij diceva:
“Sei la persona più imbranata che abbia mai conosciuto”
Grace le fece una smorfia. Il ragazzo la guardò mentre si puliva. E pensò che qualche cosa lo attirava a quella ragazza, come il miele attira le api…

“Ed eccoci qua! Di nuovo davanti alla mia stanza” disse Grace dolce. “Allora.. ci vediamo…”
Elijah la guardò e disse: 
“Okay..” e si salutarono con un bacio sulla guancia.
Grace sentì uno strano sfarfallio allo stomaco e guardò il ragazzo allontanarsi, con la testa poggiata sullo stipite della porta aperta. Scosse la testa e pensò:
“L’ultima cose di cui hai bisogno è innamorarti di un attore…” e chiudendo la porta entrò in camera.

“La devi vedere Dom. È una ragazza deliziosa.. Sa farti ridere. Sa farti divertire…” parlava Elijah concitato.
“Calma e sangue freddo. La conosci da meno di tre giorni Elwood!” disse l’inglese dall’altra parte.
“Dom. lei è una di quelle ragazze che non te le fai in un secondo. Ma che ti guardando dentro prima di pensare che sei un attore di successo…” disse Lij tranquillo.
“Elijah. Ti conosco abbastanza bene da dire che siamo due fratelli. Il problema per me sta nel fatto che tu sei solo. Hai trovato qualcuno solo come te e .. PATATRACK.. Ti sei preso una bella sbandata..” teorizzò l’inglese, facendo incavolare il californiano.
“Non è una cotta senza senso Dom e tu o sai che non sono il tipo. Lei è diversa da tutte quelle che ho conosciuto..” disse Elijah serio.
“Anche Franka lo era. Devo ricordarti quanto sei stato male per lei?” disse Dom serio come non era mai stato.
Elijah sospirò. Non aveva voglia di litigare con Dom. e piano disse:
“Vado a prendere una boccata d’aria fuori. Ciao Sblomie” 
“Ciao Elwood..” sorrise il manchesteriano sorridente.
Elijah prese la giacca e uscì fuori. Nevicava leggermente. 
Camminava a testa bassa tra la gente, pensando a Grace. Com’era possibile che, una ragazza che conosceva da poco meno di qualche giorno, gli avesse riempito la testa, costringendolo (costringendolo?!) a pensare a lei tutti i momenti. Camminò senza meta quando si trovò davanti alla vetrina di SCHWARZ, il negozio di giocattoli. Fu allora che vide un orsacchiotto che aveva una faccia buffissima. La stessa faccia che faceva Grace quando faceva qualche cosa di sbagliato.
“Desidera?” disse una commessa che lo notò mentre stava a fissare il pupazzo. 
“Vorrei quello. E potrebbe farmi una confezione regalo?”

Grace stava uscendo dalla doccia quando sentì bussare.
Andò ad aprire e vide Lij. Aveva un pacco tra le mani. Le sorrise e disse:
“Buon Natale Grace Thompson…”
“Elijah.. Io… Io non me lo aspettavo. Non ho nemmeno pensato a farti un regalo…” disse Grace imbarazzata.
“Prendilo e basta. Non ammetto nessuna scusa” sorrise l’attore. 
Grace prese il pacco e lo scartò. 
“Quando l’ho visto ho pensato subito a te. Spero che ti piaccia”
Grace aprì il pacco e vide un peluche a forma di orsetto che teneva la lingua fuori. Grace rise e disse:
“Mi somiglia. Ha la stessa faccia che avevo…”
“Il giorno che ti ho incontrata…” sorrise Elijah.
Grace lo guardò. Abbracciò l’orsetto e disse:
“Grazie. Appena posso esco e ti faccio un regalo anche io.. Uhm?” disse Grace.
Elijah scosse la testa e disse:
“Niente regali materiali. Promettimi solo una cosa..”
“Cosa?” chiese Grace un po’ turbata.
“Permettimi di passare il capodanno con te..” disse Elijah guardandola sorridente.
Grace sorrise e disse:
“Va bene” e abbracciandolo gli baciò una guancia.
“Ora vai. Oppure ti prenderai un bel raffreddore.
“Va bene. Ciao Lij. E grazie. Davvero di tutto” e salutandolo con la mano, chiuse la porta davanti a se.
Elijah poggiò la testa sull’uscio chiuso e sospirò. Grace le piaceva. Ma avrebbe aspettato il tempo necessario per qualunque cosa il destino avesse in serbo per loro.

“Mamma non ci potrai mai credere..” disse Grace felicissima senza aspettare nemmeno che la madre dicesse pronto.
“Che è successo piccola?” sorrise la donna.
“Sto uscendo con Elijah Wood” disse Grace felicissima.
“Sarebbe?” chiese la madre.
“Hope sei proprio senza speranze…” disse Grace.
“OH Dio! Questa te la potevi anche risparmiare. Comunque.. Chi è questo Elijah Bood?”
“Elijah Wood, mamma. È un attore e ha interpretato ‘Il Signore degli Anelli’. Te ne rendi conto che mi ha invitato a passare il capodanno con lui?” disse Grace euforica.
“Grace.. Stai attenta. Mi raccomando. Sappi che i ragazzi a New York non sono come quelli di Denver. E che gli attori sono molto più smaliziati di quanto tu possa immaginare…” raccomandò Hope.
“Ma lui è diverso. Lo dovresti vedere. È dolce. Simpatico. Mi ha insegnato, vabbe ci ha provato.. Comunque. Mi ha portata a pattinare al Rockefeller Center. Ho passato una settimana bellissima grazie a lui..” disse Grace felicissima. “E mi ha fatto anche un regalo..”
“Non dirmi che ti sei presa una bella sbandata per l’attore?” scherzò Hope.
Grace non rispose. Si grattò la testa e disse:
”Non lo so. So solo che vorrei baciarlo. Ma mi vergogno da morire. E se non gli piacessi?”
“Hai detto che ti ha fatto un regalo..” disse la madre.
“Si. E dopo mi ha invitato a passare il capodanno con lui” continuò la ragazza.
Hope sorrise e disse:
”A capodanno facci un pensierino..”
“In che senso Hope Thompson?” chiese maliziosa Grace.
“Bacialo…” si corresse la donna.
“Ah! Potevi dirlo prima..” scherzò Grace.
“Ma tu guarda. Una figlia che mi prende in giro per telefono. Brava. Brava. Davvero brava. Comunque.. Per me, ance lui un pensierino lo ha fatto.. E poi tentar non nuoce. Hai la scusa dell’euforia per scusarti se ti respinge…” disse Hope.
“E se non lo fa?” chiese Grace.
“Te lo auguro..” sorrise la donna. 

“Elijah Jordan Wood.. Dimmi che cazzo hai fatto in questi gironi a New York di tanto importante da non poter chiamare nemmeno una volta la tua sorellina preferita. Brutta testa di cazzo..”
“Auguri di un felice Natale anche a te Hann. Sempre felice di sentire le tue dolci parole, così piene di affetto per il tuo fratello maggiore…” scherzò Elijah.
Hannah rise e disse:
“Allora che mi combini a New York, pisello moscio…” scherzò la sorella.
“Te lo ho mai detto che assomigli ogni giorno di più ad uno scaricatore di porto, sorellina?” scherzò ancora il californiano.
“Oh Dio. Quanto umorismo. Ma qualcuna ha fatto opera di beneficenza e te l’ha data?” continuò Hannah seguendo la via presa dal fratello. Infondo facevano sempre così.
Elijah rise e portando il pollice alla bocca rosicchiò un’unghia. E disse:
“Grace. Ventitre anni. È fantastica. Fuori di testa. Talmente imbranata che ci ha messo tre ore per indovinare che film avevo girato..”
“Mi sa che l’opera di beneficenza una volta tanto l’hai fatta tu Monkey” scherzò Hannah. “Anche se, per dartela, un po’ menomate bisogna esserlo…” sorrise Hannah dall’altro capo.
“Non ci ho fatto nulla. Vipera…” ribatté Lij.
“Cazzo. Allora è una cosa seria” intervenne Hann.
“Se la potessi conoscere, capiresti che persona è. Migliore di tutte le persone che ho conosciuto fino a questo momento…” disse il ragazzo sognante.
“Se ti riferisci alla Potente, sappi che non ci vuole molti per essere meglio di quel manico di scopa vestito tedesco e acido…” disse Hannah seria.
“Dai! Franka andava capita..” disse Elijah.
“No! Franka andava sparata. Caro il mio cetriolo. Lo so io tutto quello che hai passato per quella crucca de cazzo. Io e Dom ti abbiamo raccolto pezzetto per pezzetto. E non voglio che tu stia di nuovo male..” disse Hannah seria.
“Allora mi vuoi bene?” chiese Elijah sempre con fare scherzoso.
“No. È che sei un rompi coglioni con la C maiuscola quando stai male per qualcuno. E per questa Grace.. Provaci. A capodanno…”disse Hannah cominciando a masticare chewingum dall’altra parte.
“In che senso?” chiese malizioso il ragazzo.
“In tutti i sensi testa di cazzo. Lo so che non sei più vergine perché qualche disperata te l’ha data solo perché era un anima pia… Allora metti in atto le tue conoscenze sessuali e datti una mossa” disse la sorella.
“Sai Hannah. Ora ho capito perché Dom Monaghan ci ha provato con te. Tu sei la sua versione in gonnella. Davvero…” rise Elijah.
“Senti Elwood. Hai rotto. Io devo andare. Un bacio..” disse Hannah, fingendosi seccata.
“Ti voglio bene sorellina” sorrise Lij.
“Te ne voglio anche io fratellone” sorrise a sua volta Hannah.

Passarono assieme tutte le giornate che li dividevano dal 31. e furono giornate meravigliose. 
Passeggiarono per Manatthan. Misero dei fiori al Ground Zero. Parlarono di politica. Si fecero scherzi di ogni tipo e genere. Andarono a vedere il negozio di gioielli più famoso al mondo, Tiffany e girarono i musei.
Per entrambi New York si vestiva di nuovo e si presentava diversa ai loro occhi.
E quando la sera ritornavano in albergo, passavano assieme il tempo rimanente, parlando fitto.
Continuarono così a conoscersi, dato che, dopo una settimana, per entrambi sembrò di conoscersi da una vita intera.
E non era ancora finita.

New York a capodanno è Times Square e il concerto che MTV organizzava per la fine dell’anno. 
Inutile dire che, per due ragazzi giovani come loro, l’adrenalina salì alle stelle. Ballarono saltarono. Urlano con tutta la folla il countdown finale… E si abbracciarono forte allo scoccare della mezzanotte.
Fu allora che si guardarono fisso negli occhi. E fu allora che si baciarono. Stretti l’uno all’altro. A Grace mancarono le gambe quando il bacio finì. Ad Elijah invece ribolliva il sangue dalla felicità.
“B-buon 2006, Mr. Wood” balbettò Grace arrossendo.
Elijah le sollevò il viso, la baciò di nuovo e disse:
“Facciamo che questo 2006 lo cominciamo assieme? Non mi importa di fare promesse che non manterrò. So solo che voglio che tu stia con me. Perché, davvero, erano anni che non stavo così bene con una persona.. Permettimi di cominciare con te. Uhm” e la baciò di nuovo.
Grace sorrise e staccandosi rispose:
Fammi una promessa, allora Elwood. Se durerà… Tra un anno saremo qui. A festeggiare il Natale assieme”
Elijah sorrise e disse:
“Ok!” e mentre i fuochi d’artificio salivano in cielo, Lij e Grace si baciavano di nuovo.

Un anno dopo..

“Oh! La signora Thompson. È un onore per il nostro albergo ospitarla ancora una volta” disse il direttore dell’albergo quando arrivò la ragazza all’albergo.
Grace era diventata famosa. Il suo libro aveva venduto moltissime copie e stavano girando anche un film. Ma lei era rimasta sostanzialmente la stessa.
“Il signor Wood è arrivato?” chiese la ragazza al direttore.
“Si, signorina. L’aspetta alla 706..” rispose il direttore.
Grace sorrise e si diresse all’ascensore. Salì alla camera e aprì la porta. Elijah canticchiava sotto la doccia. Sorrise e si mise a sedere nel letto, senza fare un rumore.
Quando il ragazzo uscì e la vide sul letto, poco ci volle che le prendesse un colpo e guardandola, abbracciandola, disse:
“Dillo Grace Thompson che non mi vuoi far arrivare al mio ventiseiesimo compleanno..” e si buttò addosso alla ragazza.
Si baciarono dolcemente. “Ti aspettavo per domani. Come mai qui?” chiese il ragazzo fregando il naso contro quello della ragazza.
Grace sorrise e disse:
“Avevo paura che andassi a cozzare contro qualche bella ragazza. Sai. Visti i precedenti è meglio non correre nessun rischio” rispose sorridente la ragazza.
Elijah sorrise e la baciò. E guardandola disse:
“Allora anche questo Natale lontani da casa?”
Grace gli baciò il mento e rispose:
“Noi siamo a casa. Passeremo un altro Natale a New York. Dove tutto è cominciato” e baciandolo le sfilò l’asciugamano che teneva stretto ai fianchi.

Alle volte passare un Natale lontani da casa, porta delle sorprese che nessuno potrebbe immaginare. Grace ed Elijah lo sapevano bene.



   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Il Signore degli Anelli / Vai alla pagina dell'autore: NiNieL82