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Autore: HelebeValaskjalf    30/01/2011    1 recensioni
Mia prima fanfiction.
Bellatrix, il personaggio che parla in prima persona è costretta a trasferisi nell' orfanotrofio del suo paese dove troverà il suo grande amore che la porterà alla felicità perduta un tempo.
Genere: Dark, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Riepilogo



*   *   *   *   *



 

 Ciao, mi chiamo Bellatrix. Voglio raccontarvi la mia storia di quando ero teenager.

Vivevo con i miei genitori nell'isola di Venezia. La conoscete, no?

Ecco, dalla mia nascita io, mamma e papà vivevamo in una casa monofamiliare, piccola e conforte- vole, ed è là che accaddero i fatti.

Era un caldo giorno d'estate. Faceva caldo e mi ricordo che l'umidità era tanta da rendere faticoso un semplice respiro.

Era quasi l'una dell'ultimo giorno di scuola della seconda media. Le gocce di sudore colavano giù per la fronte e si insinuavano negli occhi facendoli bruciare.

Contavo i secondi, guardavo l'orologio ed ecco. Driiiin! Suonò la campanella.

Io e tutti i ragazzi della mia classe avevamo un sorriso da un'orecchia all'altra e lanciammo un urlo incredibile. La scuola era finita!

Quel giorno arrivai a casa da scuola mezz'ora più tardi, dovevo festeggiare.

Tornai a casa.

Gridai “Papà! Sono a casa!”.

Nessuna risposta.

Papà, rispondi!

Nessuna risposta.

Papà..."

Andai in cucina.

Lo vidi, ma non era come lo avrei voluto vedere.

Sul tavolo un pezzo di carta con scritto “Mi dispiace.”

Alzai gli occhi.

Mio papà? Impiccato.

Il vento che entrava dalla finestra faceva girare il corpo attorno alla sua asse.

Mi lasciai cadere sulla sedia che prima era dietro di me e rimasi immobile.

Non so dirvi per quanto tempo ma a me sembravano dieci minuti, dieci lunghi minuti.

Poi persi i sensi e caddi sul pavimento di piastrelle fredde e lucide, pulitissime. Sembrava che mio padre prima di togliersi la vita avesse pulito ogni angolo della casa ma evidentemente non era così.

Mi risvegliai con l'urlo di mia mamma che appena vide il corpo urlò e alla fine vomitò sulpavimento.

Le faceva impressione.

Mia mamma ed io prendemmo il telefono di casa e corremmo a chiuderci a chiave nella mia camera da letto.

Mia mamma con la voce tremolante chiamò la polizia e racconto i fatti.

 


 

5 mesi dopo



 

*   *   *   *   *



Mio papà? Morto.

Mia mamma? In manicomio.

Dovetti andare da mia nonna.



9 mesi dopo



*   *   *   *   *



I miei genitori? Morti o quasi.

Mia nonna? Morta.

I miei altri parenti? Tutti morti.

Come diresti tu: “Ma che bella famigliola felice!”.
Ecco.. La mia famiglia non lo era.

   
 
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