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Autore: macchese    30/01/2011    2 recensioni
Uno sguardo al passato. A come potevano essere le cose. Gregory House con un muscolo in più, ed un bastone di meno. In cosa sarà diverso? Ed in cosa sarà uguale?
Genere: Comico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Prima del bastone
Away the cane, away the pain




In un ipotetico, ormai dimenticato passato...



CRASH!!! (o qualunque possa essere l'onomatopeico suono che più si accompagna ad una palla da bowling che stende dieci birilli. A voi scegliere.)

    "Sono il numero uno..."
House ha appena fatto uno strike. Proprio così.
 
    "Questa l'ho già sentita."
Wilson lo accusa di essere monotono.
Il dove? Una partita di bowling. Ma questo l'avevate capito. Il quando? Una lontana e sfuocata mattina feriale in cui Greg aveva convinto l'amico a marinare il lavoro per lanciare una palla addosso a dei birilli. Divertente. Di sicuro più del lavoro. A meno che di lavoro non giochiate a bowling. In tal caso...
E comunque, quello non era il perché. Anche perché, forse. Ma non il perché originale. Solo il dilettevole che incontra l'utile giù per le scale.

    "Perché siamo qui?" chiede Wilson, consapevole di un chiaro secondo fine mascherato dal migliore amico.
    "Per il bowling! Che domande..."
    "Non siamo qui per il bowling."
    "Allora il motivo di queste ridicole scarpe?"
    "Non mi aspetto di arrivare in ufficio la mattina e trovare te, che vuoi offrirmi una partita a bowling..."
    "Veramente ti sto offrendo di offrirti di offrirmi, una partita a bowling."
    "House!"
    "Sul serio! Non ho il portafogli!"
Wilson lancia un'occhiata di sufficenza verso House, che effettua un altro tiro come se nulla fosse.

    "Noi siamo qui, perché ieri sera ti ho detto che le cose tra me e Bonnie vanno male. Però, in un normale rapporto d'amicizia come da manuale...
    "Da manuale?! Così mi offendi!"
    "...come non è il nostro, io ti parlerei di un problema, tu prenderesti una scusa come il bowling, poi mi chiederesti come vanno le cose, io ti risponderei -male- e tu infine cercheresti di consolarmi sciolinando qualche apprezzabile banalità..."
    "Stai ancora usando il condizionale?!"
    "Invece no! Così sono io che devo iniziare a consolare me stesso..."
    "Mi hai già detto che stai male!"
Wilson è sul punto di arrendersi e si dirige a prendere una palla.

    "E' nella natura delle cose quella di andare male." prosegue House. "E non decidono di smettere di farlo perchè qualcuno nel mondo ne sta parlando..."
    "Però di solito è così che fa la gente..."
    "Ancora?! Con quale persona che non sono io, sei venuto qui stamattina?"
    "Con una che avesse qualche consiglio."
Wilson ha abbattuto sette birilli

    "Consigli? Quelle specie di frasi fatte che nemmeno noi seguiremmo nella stessa situazione?"
    "Hai usato il condizionale?"
    "Consigli. I consigli arrivano da persone esterne ai fatti e contengono azioni che devono restare esterne ai fatti."
    "Pensa se si sapesse in giro. Crollerebbe il mercato della consolazione!"
    "Oddio come sei ingenuo. Se sei innamorato di una donna ed hai appena scoperto che ti ha tradito, il mio consiglio è di lasciarla immediatamente! Ma è chiaro che tu non voglia lasciarla; sei innamorato! Vuoi salvare, vuoi ricucire. Tanto varrebbe che ti consigliassi subito di fare quello che non vuoi fare..."
Wilson percepisce un fondo di verità. Ora House è al tiro.

    "Quindi mi porti al bowling? Come in una metafora ambulante in cui posso abbattere i problemi? A volte siamo la palla ed a volte siamo birilli?"
House abbatte otto birilli, lasciando in piedi gli ultimi due agli angoli dello schieramento.
   
    "Siamo tutti birilli. Siamo spettatori immobili. E c'è sempre qualcosa più grande di noi che ci corre incontro a folle velocità pronta ad abbatterci. A volte ci sfiora, altre ci colpisce in pieno. Altre ancora cadiamo perchè è stato colpito quello a cui eravamo vicini. Non voglio trovarmi in uno split."
House porta l'attenzione sul tiro da effettuare. Lancia la palla, ma finisce nel canale.

    "Certo, se avessi fatto uno spare il tutto avrebbe acquisito più significato."
Ai due sfugge una risata. A suo modo, House è riuscito a distrarlo quanto basta per una non triste oretta di bowling, che è ora giunta al termine. Wilson si è recato alla cassa mentre House è stato raggiunto da una telefonata.

    "Mi sa che dobbiamo tornare al lavoro..."
    "Erano i ragazzi?"
    "La mia paziente ora ha una persistente fitta al torace. Dici che si è innamorata?"
    "Si, ma potrebbe sempre mascherare qualcos'altro."
    "Pranziamo insieme?"
    "Se vuoi puoi pranzare contemporaneamente a me. Finchè non vedo il tuo portafogli."
Infine Wilson si rassegna

    "Avevi ragione House."
    "Questo lo so. Riguardo a cosa?"
    "Bonnie ha una relazione."

La gente fuori continua la propria vita. Chi va al lavoro, chi studia. In macchina, sugli autobus, in treno. Anche se, per qualcuno, il mondo fa un po' più schifo oggi, nessuno si fermerà a chiedersi se poteva essere diverso. Tanto ieri non c'è più.


La mattinata si conclude ed i due si ritrovano in coda alla mensa per il pranzo. Fuori il cielo è grigio e minaccioso, pronto a scaricare una copiosa quantità d'acqua.

    "Ne sei sicuro?" chiede House.
    "Di cosa?"
    "Che la Cuddy abbia un nuovo tanga oggi. Ma della tua futura ex seconda moglie ovviamente."
    "Perché dici questo?"
    "Oh scusa. Pensavo tu fossi il mio amico con problemi coniugali."
    "E quale altro amico dovrei essere?"
    "Ehi! Non sono io quello con il cuore infranto!"
    "Approposito di cuori infranti, come sta la tua paziente?"
    "Bene. Ha avuto un infarto."
    "E tu questo lo chiami bene?"  
    "E ancora viva. O almeno, l'ultima volta che ho controllato."
    "E quando hai controllato?"  
    "Vedi il mio cercapersone squillare?"
    "Un infarto? Ma quanti anni ha?"
    "Dovrei saperlo?"
    "Mi sembra giovane. Meno di trenta?"  
    "Non è rilevante per la diagnosi."
    "L'infarto invece è una bella notizia?"
    "Dipende..."
    "Solo per te può esserlo."
    "Che brutta cosa da dire..."
I due hanno riempito i loro vassoi e si dirigono verso la cassa.

    "Conto unico?"
    "N..."
    "SI!"
Chi sta mangiando, chi ha finito. Un momento di pausa in una vita sempre di corsa. I due si siedono ad un tavolino vicino.

    "Non mi convinci..." esordisce House.
    "So già dove vuoi arrivare ma te lo chiedo lo stesso: perché?"
    "Puoi averne la certezza oppure non averla. Ma se ne sei certo, vuol dire che lo sai già da tempo. E non mi sembri uno che ha appena scoperto che la compagna lo tradisce. Lei non sa che tu sai? E tu non l'hai ancora affrontata. Eppure non sembri così turbato. E dire che ti ho anche costretto a pagarmi il pranzo!"
    "Perché fai così?"
    "Te l'ho detto, non ho il portafogli!"
    "Perché affronti tutto come se fosse un'equazione matematica o un problema di fisica? Tutto ha una risposta precisa e ogni reazione può essere pesata e calcolata. Gli esseri umani non funzionano così!"
    "Gli esseri umani, funzionano?!"
    "Mah, lascia perdere. E approposito, rivoglio indietro i soldi del pranzo."
    "Devi iniziare a metterli da parte per gli alimenti?"
Ma Wilson non toglie lo sguardo dal piatto. Così House prosegue.
   
    "Un momento. Con tutto quello che ti ho detto, tu pensi ai soldi del pranzo? No no. Tu dovresti essere arrabbiato, pestare i piedi ed urlare ed invece, sei qui tranquillo che mi parli di come funzionano gli esseri umani? La stai forse giustificando?"
    "House..."
    "Mah, l'unico modo che conosco per non biasimare una cosa del genere è mettersi nei suoi panni."
    "Smettila."
    "Perciò, o ti stai dando dell'incapace sessuale, il che non mi sento di escludere, o..."
I due si guardano dritti negli occhi.

    "...o anche tu hai avuto una relazione!"
House guarda fisso un ormai disarmato Wilson. E' alle corde in un angolo sempre più stretto e troppo lontano dal gong. Sa che deve dare una risposta all'amico prima che tiri fuori calibro e sestante. Quando ad un tratto:

    "House!" Un colpo di fortuna. A passo spedito, dall'ingresso appare la Cuddy, pronta a rimproverare il meno ortodosso dei suoi dottori, sollevando così il povero Wilson dal dare un'imbarazzantissima risposta.

    "Va via donna! Torna durante la pubblicità! Adesso stiamo per scoprire l'identità dell'assassino!" fissando con un sorrisetto Wilson.
    "Hai richiesto tu un intervento esplorativo al torace della paziente?"
    "Capisco di essere l'unico dottore in gamba qui dentro, ma mi lusinga il fatto che..."
    "Solo tu potevi richiedere un intervento dieci secondi dopo un infarto!"  
    "Solo io? Sono così prevedibile?"
    "No... dopotutto tu gioisci quando ai tuoi pazienti si ferma il cuore!" interviene Wilson.
    "E' troppo debole. Non supererà nemmeno l'anestesia!"
    "Allora facciamoglielo senza!"
La Cuddy e Wilson fissano House in silenzio.
   
    "Non ti ho convinto?"
    "Trova un altro modo."
    "Certo! Proviamo a spalmarle un po' di acido idrossiacetico sul petto. Gli diciamo che questo renderà la sua pelle così trasparente da permetterci di guardare dentro."
    "Un intervento adesso è la fine."
    "Lasciare che muoia non è la fine?"
    "Devi aspettare che migliori."
   "Potrebbe non migliorare, te ne rendi conto? A meno che tu, con miglioramento non intenda -passare a miglior vita-. E' cuorioso come a volte la gente tende ad interpretare..."
    "House! No."

La Cuddy non sente ragioni e decisa, abbandona i due. House si alza pronto ad inseguirla e tentare nuovamente di convincerla.

    "Dici che me la sono giocata male?" chiede House.
    "Quella faccenda del cuore è un po' controversa..."
    "Ribadisco: sei tu l'esperto!"
    "Già."
    "Non finisce qui."
    "Ribadisco: sei monotono."
    "Se non scopriamo cosa l'ha causato, potrebbe capitargli ancora. La lasciamo legata sulle rotaie sperando che il treno non passi, quando possiamo fermarlo."
    "Forse la Cuddy vuole prima assicurarsi che non ci sia uno scambio da girare. In quel caso..."
    "Ehi... Questa era la mia metafora!"
    "Manda uno dei tuoi. Che decida la paziente."
    "Mi chiedo chi dei due abbia diritto al camice..."
    "Ma se non ti ho mai visto col camice!"
    "Ho detto -abbia il diritto!- "
    "Posso finire di mangiare?"
    "Questa ha un infarto e sono l'unico che vuole sapere cosa non va? Di fronte al dubbio, io vorrei saperlo..."
    "Spero non ti capiti mai House!"





NdA: Mi scuso per l'inadeguatezza della parte relativa alla medicina. Provvederò ad ampliare la mia conoscenza medica se sarà necessario.
Ultimo ma non meno importante, ci tengo ad esternare tutto il mio disappunto per la scomparsa dell'inimitabile Sergio Di Stefano. L'unica voce del dr. House. 


   
    
  
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