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Autore: suni    30/01/2011    12 recensioni
Itachi sbuffò contrito, imbronciandosi, infine sospirò pazientemente e la guardò dritta in faccia.
“Vorrei sapere com'è successo che papà di punto in bianco si è rassegnato a fidanzarsi con te,” annunciò, brutalmente schietto.
Sakura sgranò gli occhi verdi, indignata.
“Itachi!” protestò con veemenza. “Tuo padre non si è affatto... Razza di moccioso insolente!” sbraitò, lanciandogli contro un cucchiaio.
Il ragazzino si chinò per schivarlo e scoppiò a ridere di gusto, rivelando la propria burla.
“Sto scherzando, sto scherzando,” si affrettò ad aggiungere, vedendo la madre serrare i pugni sul punto di marciare verso di lui.
[...]
“Non sono sicura che Sas'ke sarebbe molto contento se te lo raccontassi,” osservò, tentennante.
“Perché?” chiese Itachi, spiazzato.
“E' una storia piuttosto imbarazzante. Per lui.”
Non aveva nemmeno finito di parlare che già Itachi si fiondava a sedere, incrociava le dita sul tavolo e la osservava con aria attenta e diligente.
“Sono tutt'orecchie, mammina!” affermò angelico.

Legata a "Balena" e via dicendo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Balena' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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La casa dalle finestre che ridono”, forse qualcuno lo ricorda, è il titolo di un vecchio film simil-horror di Pupi Avati, e non c'entra nulla né con l'argomento né coi toni di questa fanfic. Era semplicemente il titolo che mi sembrava più significativo, per tutt'altre ragioni.
I due titoli secondari dei capitoli, invece, sono rispettivamente quelli di una canzone di Frankie Valli, il primo, e delle Weather Girls il secondo, piuttosto famose, che mi sembravano altrettanto calzanti anche ritmicamente.
La storia segue il filone della serie di “Balena”, e in particolare si rifà a “Family Man”, sia perché è ambientata poco dopo, sia perché riprende un po' quello che era il fulcro di quella fic, l'importanza capitale del benessere e dell'allegria dei suoi figli per Sasuke. Credo, però, che possa essere letta anche indipendentemente da esse.
Mi rendo conto che formalmente sembra – è - una fic un po' mal riuscita, su di toni, con dei cambi di ritmo bruschi. In verità, ha qualche cosa di sperimentale. Ho cercato di mescolare nella scrittura più generi diversi – la commediola romantica, la comicità, il dramma, un po' di sana demenza e un filo di lirismo verso il finale. Il risultato d'insieme è discontinuo, poco coerente e per nulla credibile, e me ne scuso. Spero comunque che non sia una lettura completamente spiacevole.
A presto.



La casa dalle finestre che ridono


I: Can't take my eyes off you



Dunque, credo di aver ricostruito quasi tutti i punti salienti della vicenda...”
Sakura, che stava finendo di lavare i piatti ed aveva le mani immerse nella schiuma, si voltò con un mezzo sorriso verso la soglia della cucina, dalla quale era appena sbucato il figlio.
Itachi, particolarmente arruffato quel pomeriggio, indossava le braghe di tela e la maglietta slabbrata con cui era solito girare per casa, attirandosi il muto rimprovero del padre che poco apprezzava la sua aria spesso trasandata. Il suo visetto raffinato era aggrottato in un'espressione assorta e concentrata, ma un po' contrariata a dir la verità. Aveva nelle mani un blocco per gli appunti e una matita, di cui stava distrattamente smangiucchiando la sommità.
Di che parli, tesoro?” lo interrogò Sakura pazientemente, ormai da lungo tempo abituata alle stranezze e le eccentricità del suo primogenito.
Itachi era un ragazzino stravagante, pieno di piccole manie, a volte quasi petulante, sempre molto assorbito da qualche attività cui si dedicava con impegno, e ben conscio delle proprie molteplici qualità. Più cresceva, più la kunoichi lo scopriva immensamente simile, quasi identico al padre: a quel Sasuke che suo marito sarebbe stato, se avesse avuto un'infanzia semplice e spensierata come quella che aveva fabbricato al figlioletto.
Sì, Sakura Haruno stravedeva per sua figlia Chiyo, la perla di casa Uchiha. Ma il debole che aveva per Itachi era un legame ancor più viscerale, per certi versi, a volte meravigliosamente sconvolgente, che resisteva intatto anche all'adolescenza di lui. Ogni tanto le capitava di soffermarsi ad osservarlo, ammirata, e sentirsi colmare dall'orgoglio al pensiero che l'aveva fatto lei.
Beh, per la verità l'immagine d'insieme è ancora molto frammentaria,” continuò il ragazzino, che aveva la peculiare abitudine di non badare talvolta alle risposte della gente e continuare a parlare quasi per conto proprio – sproloquiando, esattamente come il padre. “Non è stato affatto facile entrare in possesso di tutte queste informazioni, sai?” concluse, sollevando finalmente gli occhi neri e ridenti su di lei.
Sakura chiuse il rubinetto, incuriosita.
Cioè?” l'interrogò.
Itachi tornò a posare lo sguardo sui suoi appunti.
Ricapitoliamo: tu ti sei invaghita di Sas'ke intorno ai sei o sette anni, mi avevi detto, e correggimi se qualcuna delle mie nozioni ti sembra errata. Dapprincipio non hai fatto proprio nulla, perché eri molto timida e non ti facevi valere.” Itachi s'interruppe quasi di scatto, sbattendo gli occhi e arricciando le labbra pensosamente. “Stento a crederlo, questo. Comunque,” riprese, “dopo è successa la Tragedia, e a quel punto a Sas'ke non importava nulla né di te nel del resto del mondo. L'hai corteggiato inutilmente per anni e quando ne avevate dodici lui se n'è andato via e ha fatto qualche sciocchezza.” Nonostante fosse sbigottita dalla piega che aveva preso la conversazione, Sakura a quel punto si lasciò sfuggire un sorriso, intenerita da quella gentile definizione dei madornali errori commessi dal padre, certamente formulata in virtù dell'amore che Itachi gli portava. “E' tornato che avevate tra i sedici e i diciassette anni. Tutto esatto, fin qui?”
Itachi la guardava nuovamente, trepidante, e Sakura si umettò le labbra, rimaste fino ad allora socchiuse per la sorpresa, e ancora intorpidita annuì. Poi aggrottò la fronte e si poggiò la mano sul fianco in posa non del tutto rassicurante, scagliandogli un'occhiata scherzosamente severa.
Che stai combinando, si può sapere?” domandò.
Itachi scrollò le spalle, ritratto assoluto dell'innocenza.
Niente. Mi informo.” Si schiarì la voce, riprendendo a scorrere i suoi scritti. “Zio Naruto dice che a quel punto Sas'ke era molto depresso e apatico e scostante. Per un anno e qualcosa è stato sottoposto a sanzioni severissime da parte del Consiglio e dell'Hokage, poi la sorveglianza su di lui è andata allentandosi ed è stato reintegrato come chuunin a diciotto anni. E a quanto pare, pochi mesi dopo, a diciannove anni, vi siete fidanzati.”
La voce del ragazzino era andata decrescendo sulle ultime parole, a mo' di chiosa, e quando s'interruppe abbassò direttamente il suo blocchetto e tacque con aspettativa.
E' esatto,” confermò Sakura esterrefatta. “Come hai saputo tutte queste cose?”
Itachi raddrizzò il capo, fiero.
Ho le mie fonti,” annunciò, con un fare d'importanza che le strappò una risata.
Bene, signor misterioso,” commentò poi la madre, “se volevi sapere se sei ben informato, la risposta è sì. Ora sarà meglio se ti dedichi a qualche attività un po' più produttiva, come riordinare camera tua,” intimò, velatamente minacciosa.
No, invece!” protestò Itachi animandosi. “Manca tutto un pezzo! Siamo rimasti a che papà non ti si filava di striscio, poi se n'è andato, poi era depresso e poi vi siete fidanzati!”
E dunque?” lo stuzzicò Sakura, divertita.
Itachi sbuffò contrito, imbronciandosi, infine sospirò pazientemente e la guardò dritta in faccia.
Vorrei sapere com'è successo che papà di punto in bianco si è rassegnato a fidanzarsi con te,” annunciò, brutalmente schietto.
La madre sgranò gli occhi verdi, indignata.
Itachi!” protestò con veemenza. “Tuo padre non si è affatto... Razza di moccioso insolente!” sbraitò, lanciandogli contro un cucchiaio.
Il ragazzino si chinò per schivarlo e scoppiò a ridere di gusto, rivelando la propria burla.
Sto scherzando, sto scherzando,” si affrettò ad aggiungere, vedendo la madre serrare i pugni sul punto di marciare verso di lui. “Voglio solo sapere com'è successo che vi siete fidanzati,” aggiunse, più gravemente. “E' importante. Sul serio.”
Sakura abbandonò le intenzioni omicide e la postura aggressiva nel vedere sul suo viso una cristallina ed evidente serietà, quasi espressione di un bisogno.
Lo vuoi sapere davvero?” chiese grave, sorpresa. Itachi non aveva mai mostrato grande interesse per quel genere di argomento.
Lui annuì solennemente, senza perdere il contatto visivo, e Sakura quasi si emozionò.
Raccontare a suo figlio da dove veniva. Com'era andata che lei e Sasuke fossero arrivati un giorno a fare lui. Poi si mordicchiò un labbro, incerta.
Non sono sicura che Sas'ke sarebbe molto contento se te lo raccontassi,” osservò, tentennante.
Perché?” chiese Itachi, spiazzato.
E' una storia piuttosto imbarazzante. Per lui.”
Non aveva nemmeno finito di parlare che già Itachi si fiondava a sedere, incrociava le dita sul tavolo e la osservava con aria attenta e diligente.
Sono tutt'orecchie, mammina!” affermò angelico.
Sakura scoppiò a ridere di nuovo.
Sei una serpe, Itachi!” commentò, scompigliandogli affettuosamente i capelli, appena prima di sospirare con un sorriso. “E va bene. Allora, vediamo un po'... Sì. Vedi, cominciò tutto quando Takao Mikomi arrivò a Konoha...”
Takao chi?” guaì il figlio, perplesso.
Takao,” e Sakura sorrise colpevole, “era un giovane ambasciatore di Kiri che venne a Konoha per certe trattative pacifiche tra i nostri paesi. Arrivò a metà primavera, io avevo appena compiuto diciannove anni, tuo padre ne aveva ancora diciotto, il team sette era stato ricostruito da pochi mesi e tutto stava lentamente tornando normale. Ed ecco comparire Takao...”



La prima a vederlo era stata Ino. Stava sostituendo la madre in negozio ed era intenta a cambiare certi fiori nell'espositore fuori dalla porta, quando lo scorse con la coda dell'occhio.
Era un bel ragazzo alto, slanciato, solido, con passo sicuro e spalle larghe, un viso regolare e raffinato, occhi grandi, nocciola. E capelli scuri e ribelli. Se non fosse stata già felicemente fidanzata e innamorata di Shikamaru, probabilmente la vicenda sarebbe andata del tutto diversamente, perché spregiudicata com'era lo avrebbe abbordato, lui sarebbe realisticamente caduto vittima della sua algida bellezza e della sua grazia, e le cose avrebbero preso completamente un'altra piega.
Ma, appunto, Ino era persa del suo Nara personale, quindi si limitò ad osservarlo con innocenza, senza secondi fini e soltanto incuriosita dal fatto che si trattasse evidentemente di uno straniero. Così, Takao proseguì indisturbato la sua marcia, raggiunse il palazzo dell’Hokage, si presentò alle guardie, spiegò loro che Tsunade hime lo attendeva certamente per un’udienza privata e, una volta che Genma ebbe confermato quell’affermazione, si fece scortare a destinazione.
Raggiunse la soglia dello studio di Tsunade nell’esatto istante in cui un’altra persona ne fuoriusciva: una ragazza giovane, dalla pelle chiara, la figura sottile e proporzionata e due straordinari occhi smeraldini, perfettamente e sublimemente verdi. Dopo un istante di vaga sorpresa, lei si fece da parte per cedergli il passo.
Dovete essere il nostro ospite di Kiri,” azzardò cordialmente.
Takao annuì appena, sorridendole in risposta. Un sorriso breve, appena accennato e in qualche modo elegante. Senza nemmeno accorgersene Sakura si ritrovò spontaneamente a ricambiarlo.
Esatto. Sono Takao Mikomi, l’ambasciatore dell'Acqua,” confermò lui, con un remotissimo e secco cenno d’inchino.
Benvenuto. Io sono Sakura Haruno,” ribatté lei, con una riverenza più evidente.
Poi gli voltò le spalle per allontanarsi, lasciandolo dare inizio al suo colloquio. Non si accorse minimamente del suo sguardo interessato che indugiava su di lei mentre si allontanava, perché Sakura da sempre aveva occhi per un solo ragazzo, un ragazzo che non aveva mai fatto nulla del genere con lei e a stento le rivolgeva – sgarbatamente – la parola.
Si limitò quindi ad uscire dal quartier generale e raggiungere i compagni di squadra, con ineccepibile puntualità, trovandone ovviamente due su tre presenti, che Kakashi come al solito era in ritardo.
E' arrivato l'ambasciatore dal villaggio della Nebbia,” annunciò, senza particolare interesse.
Naruto la guardò perplesso, certo dimentico del fatto che stessero aspettando una simile visita, e Sasuke si strinse sinteticamente nelle spalle.
Sembra più giovane di quel che mi aspettassi,” continuò lei, tanto per parlare.
Che viene a fare?” chiese Naruto, confermando di non saperne nulla.
I trattati di pace,” gli rammentò Sasuke, secco. “Dobe,” aggiunse, per completezza.
Naruto, come da copione, s'inalberò immediatamente.
Sas'ke!” sbraitò, come se fosse tornato tutto uguale a prima. “Adesso ti spacco quella testa piena di boria contro...”
Sakura sorrise, guardandoli battibeccare agguerriti. Non era tornato tutto come prima, per niente, perché Sasuke sanguinava pian piano ogni giorno, ma sembrava talvolta riemergere con più frequenza, e questo la rasserenava. Rimaneva distante e malinconico, perso in un suo mondo personale che non doveva essere molto allegro e da cui si ostinava a tener fuori tutti quanti, soprattutto lei. Ma, pensava, le cose si sarebbero sistemate, anche se non l'avrebbe mai amata.
Poi Kakashi fece la sua scenica comparsa, e tutto riprese il suo corso.
Fu soltanto due giorni dopo che lo rivide. Doveva presentare a Tsunade dei tabulati dell'ospedale e la raggiunse in ufficio bussando debolmente, prima di fare capolino.
Permes... Oh. Scusatemi,” si affrettò ad esclamare, scoprendo la sua shisho ad udienza con l'uomo di Kiri. Fece per battere in ritirata, ma Tsunade la trattenne.
Sakura!” chiamò. “Entra pure.”
La kunoichi fece quanto le era stato detto, e si avvicinò con un sorriso vagamente imbarazzato.
Buongiorno,” esordì. “Scusatemi per...”
Non c'è problema,” la interruppe l'Hokage, mentre Takao mormorava a sua volta un saluto. “Stavo appunto liberando il nostro ospite per il pomeriggio,” aggiunse, tendendo la mano perché lei le consegnasse i documenti, cosa che Sakura si affrettò a fare.
Oh,” sussurrò.
Hai già visitato Konoha, Takao?” continuò Tsunade, cortese.
Una passeggiata, ieri pomeriggio, ma...” rispose lui, noncurante.
Forse ti farebbe piacere una guida? La dottoressa Haruno non ha impegni, oggi, e sono certa che non le dispiacerebbe accompagnarti,” aggiunse, lanciandole un'occhiata indagatrice.
Ma certo,” confermò lei, disponibile.
L'uomo accennò un sorriso, appena pronunciato e un po' affilato ma gentile.
Con piacere, allora,” assentì.
Bene. Vi lascio andare, allora,” concluse Tsunade, con una discreta pila di fogli davanti.
Takao annuì, formale.
La ringrazio, Hokage sama. Buon lavoro,” si congedò, impeccabile.
A più tardi, shisho,” mormorò Sakura, prima di seguirlo verso l'esterno. Quindi si produsse in un altro sorriso all'indirizzo del suo ospite, solerte. “C'è qualche posto in particolare che le piacerebbe vedere, Mikomi sam...?”
Takao,” la corresse lui, diretto. “Non è il caso di badare a queste formalità.”
Sakura annuì, sollevata.
Benissimo,” commentò, facendogli strada verso l'uscita del palazzo. “E io sono Sakura, allora. Pensi di voler vedere qualche posto in particolare, Takao-san?”
Lui sembrò ragionarci per qualche istante, assorto e serio, mentre guadagnavano l'esterno.
Non so. Qual è il tuo posto preferito, Sakura-san?”
Lei ristette, sorpresa, poi si immerse in una breve riflessione, prendendo la questione sul serio, e sorrise di getto.
Sì, c'è un posto. Andiamo.”
Takao non fece domande sulla loro destinazione. Si limitò a seguirla di buon grado, e sebbene non fosse molto loquace ma piuttosto sulle sue, Sakura notò che sembrava un ragazzo gentile ed attento. Le cedeva il passo e la trattenne con un gesto elegante quando, non avendoli notati mentre gli spiegava l'organizzazione cittadina, Sakura rischiò di farsi travolgere da una torma di bimbetti che giocavano. Seppure le sue risposte fossero sintetiche, non sembravano infastidirlo le sue domande ma anzi, le accolse tutte di buon grado e ne rivolse altrettante a lei, educatamente.
Sakura scoprì che aveva ventidue anni, era jonin da quando ne aveva quattordici, era stato ANBU nella sua terra e aveva ottenuto l'attuale carica di rilievo per i meriti in missione. Anche i suoi genitori erano shinobi, entrambi ancora vivi, abitavano in una graziosa casetta poco distante dal mare. Lui aveva preso un appartamento da solo l'anno prima, più vicino al quartier generale, gli piaceva leggere libri gialli, aveva una passione inconsulta per il cioccolato - “Anch'io,” esclamò Sakura con sollievo, perché non sempre era facile pranzare con uno che non toccava lo zucchero nemmeno a morire – ma non gli piacevano troppo i dolci in generale, e nemmeno era un grande abbuffone - “Nemmeno io!” esclamò di nuovo Sakura, con altrettanto sollievo perché non era sempre facile pranzare con un altro che ingurgitava qualunque cosa gli capitasse davanti.
Cos'è questo posto?” le chiese Takao quando furono arrivati a destinazione.
Sakura imitò la panoramica del suo sguardo, realizzando che l'orario del loro arrivo era particolarmente fortunato. Il sole iniziava a tramontare rosseggiante, riverberandosi gentilmente sulla radura e sulla foresta al di là di essa in un frinire di animaletti e un frusciare di foglie mosse dal vento. Sull'altro lato, i raggi rimbalzavano sulle mura e i tetti di Konoha e la Montagna Sacra, illuminandoli di riflessi lucenti.
Qui sorgeva il monumento agli Eroi caduti per Konoha,” spiegò, indicando il punto in cui l'erba un po' alta celava ogni resto della lapide. “E' andato distrutto due anni fa, durante la Grande Battaglia. La ricostruzione è quasi ultimata, ma non è ancora stato trasportato qui.”
Oh,” commentò unicamente Takao, riprendendo a guardarsi intorno. “Che bel posto. È così calmo e tranquillo, con questa pace.”
Sakura, annuì, sorridendo.
E' sempre così. Per questo mi piace,” confermò. “E anche perché qui è cominciato tutto quanto. Quand'ero bambina, appena formato il mio team, il nostro sensei ci portò qui per sottoporci a una prova e vedere se eravamo all'altezza,” spiegò, cogliendo il suo sguardo interrogativo.
Takao sorrise.
E lo eravate?”
Sakura rise tra sé, intenerita da quel ricordo.
Due su tre. Naruto sbagliò tutto.”
Takao sgranò appena gli occhi.
Naruto? Uzumaki? Lo shinobi della Volpe?” chiese, sorpreso.
Lei assentì, incuriosita da quell'appellativo.
Lo shinobi della volpe?” ripeté.
E' così che lo chiamano tutti, per via del bijuu immagino. Ho sentito parlare di lui. Dicono che sia un guerriero incredibile, il migliore di tutti. Sarei curioso di vederlo in azione. Ed è un tuo compagno di team?”
Sakura si strinse nelle spalle.
Sì...” mormorò, sorpresa dalla consapevolezza della nomea che il suo amico doveva aver conquistato, e che pure immediatamente le parve ovvia.
Accidenti. E l'altro chi è? Qualcun altro di forte?” aggiunse Takao, con nello sguardo il brillio tipico dello shinobi che ama parlare di shinobi.
Oh...sì. Probabilmente hai sentito parlare anche di lui,” rispose a disagio, distogliendo lo sguardo. “Sas'ke Uchiha.”
Gli occhi già sorpresi di Takao si fecero ancor più increduli.
Quello di Oto?”
Sakura aggrottò la fronte.
E' uno shinobi di Konoha.”
Takao annuì senza interesse, certo non cogliendo il suo cruccio.
Ho sentito parlare anche di lui, sì. E della sua famiglia, che è stata...” s'interruppe, improvvisamente cauto.
Massacrata, sì,” completò Sakura sbrigativa.
Mi dispiace.”
Il suo tono era rigido e sempre un po' brusco, nonostante i modi cordiali, ma il suo sguardo trasmetteva partecipazione.
Già.”
Certo che però è strano...” continuò il ragazzo, assorto.
Strano che cosa?” lo interrogò Sakura, incuriosita.
Se sei la loro compagna di squadra, devi essere un osso duro anche tu, ma non ricordo di aver sentito parlare di te,” spiegò lui, meditabondo. “Anche se, in effetti, la nostra terra è così lontana che non tutte le notizie arrivano. Naturalmente sappiamo della guerra e dell'Akatsuki, ma senza dovizia di particolari.”
Sakura si strinse semplicemente nelle spalle.
Comunque la nostra squadra si è sbrindellata abbastanza presto. Poi sono stata allieva di Tsunade...”
Dell'Hokage? Cavoli.”
Sakura ristette, sorpresa da quella considerazione insolita della sua esperienza.
Takao rimase fermo a contemplare il sole calante, la fronte corrugata, l'espressione quasi austera per la concentrazione. Poi distese le labbra in un'espressione saputa, allungando meccanicamente le dita a strappare una fogliolina da un ramo.
Ma certo,” mormorò grave. “Akasuna no Sasori. Sei stata tu, non è vero?”
Sakura arrossì leggermente, sorpresa. Non si considerava davvero un portento, per questo, ma Takao sembrava pensarla diversamente.
Veramente non ero sola, e...” farfugliò.
Devi esserlo davvero, una forza. Vorrei allenarmi con te, una volta, se non ti dispiace,” aggiunse lui, deciso.
Sakura sgranò appena gli occhi, lusingata.
Certo che no!” emise con sorpresa.
Di solito la gente si concentrava su Naruto. O su Sasuke. O su entrambi. Raramente su di lei, se non come medico.
Poi Takao si riscosse, scrutando il cielo che si scuriva.
Sta rinfrescando. Vieni, torniamo indietro. Puoi sempre mostrarmi qualcosa del villaggio, lungo la via,” propose, facendole strada.
D'accordo,” confermò Sakura. “E se vuoi c'è un posto molto suggestivo che ti posso far vedere, ma non è troppo vicino perciò sarebbe bene avere la giornata libera,” aggiunse, allietata. “La Valle dell'Epilogo, ti racconterò la storia.”
Takao annuì, assorto.
Domani sono impegnato tutto il giorno col vostro Consiglio... ma forse dopodomani, se non sarai in missione..?” ipotizzò.
Sakura scrollò la testa.
Credo che la shisho preferisca che io faccia gli onori di casa, anziché rifilarti a qualche zotico mio collega,” commentò, visualizzando chissà come mai l'immagine di Naruto che trangugiava ramen.
In effetti, la compagnia è piacevole.”
Sakura ridacchiò imbarazzata, imboccando il sentiero.



Ma piantala, scrofa!” protestò Sakura per la millesima volta, esasperata da una Ino particolarmente insistente. “Come te lo devo dire? È stata una normalissima escursione!”
Ceeerto...” cinguettò l'altra. “Me l'immagino... Tu, lui, la cascata, il pranzo al sacco, gli uccellini...”
...La tua maledetta testa dura,” concluse Sakura seccamente. “L'ho solo accompagnato a vedere un posto tipico. È un ragazzo simpatico, e gentile, e poi è la shisho che mi ha detto di fargli da guida,” si difese, arrossendo.
E tu la stai facendo molto, molto coscienziosamente,” commentò Ino impietosa, con malizia.
Oh, ma insomma! Tu stai sempre a pensar male per qualunque cosa! Siamo solo buoni amici, e comunque lui non è assolutamente ambiguo con me!”
E questo, a dire il vero, Sakura non lo poteva proprio sapere. Perché nessun ragazzo era mai stato ambiguo con lei e nessuno l'aveva mai corteggiata, eccezion fatta per l'imbarazzante tentativo di Rock Lee, e l'unico ragazzo che lei avesse corteggiato non se la filava di striscio. Perciò, in materia, Sakura era perfettamente, assolutamente ignorante.
Altrimenti si sarebbe resa conto che, per esempio, Takao non le aveva levato gli occhi di dosso tutto il giorno. O che le aveva sorretto il braccio ad ogni gradino, ad ogni rilievo del terreno con una dedizione toccante. Avrebbe trovato per lo meno bizzarro che avesse insistito per riempirle la ciotola al momento del pranzo o che le avesse colmato il bicchiere d'acqua ogni volta che lei lo svuotava, immediatamente.
Si sarebbe sorpresa anche di certi punti delle loro conversazioni, magari. Come quando, a metà strada verso la Valle, Takao aveva distrattamente osservato:
Spero che queste passeggiate non ti creino problemi.”
Che genere di problemi?” aveva chiesto lei, perplessa.
Beh, non so,” era stato il borbottio di lui. “Se hai un fidanzato, potrebbe non apprezzare che te ne vada per i boschi con un altro.”
Ma quale fidanzato,” aveva commentato innocentemente Sakura, rabbuiandosi.
E non aveva badato nemmeno al suo successivo sorriso.
A lei Takao piaceva. La sua simpatia e la sua stima la lusingavano, e le piaceva il modo in cui riuscivano a parlarsi semplicemente, senza troppi imbarazzi. Lui non era molto diplomatico e neanche tanto sensibile, alle volte, e riguardo alla propria vita tendeva a lasciarsi appresso lacune notevoli e non tanti particolari, poiché decisamente schivo; in compenso era capace di investirla di domande e di ascoltare ogni sua sillaba con quella considerazione che nessuno le aveva mai tributato.
Era rilassante. Aveva una bella voce e modi risoluti, ma non aggressivi. La faceva ridere, e si ricordava quel che lei diceva. Era contenta all'idea di vederlo, perché sapeva che si sarebbe divertita, ed era tutto lì e non voleva pensare ad altro.
Le insistenze di Ino la mettevano a disagio, e nemmeno lei sapeva bene perché. Normalmente l'avrebbe liquidata con due strilli e uno spintone, ma ora si ritrovava ad arrossire come una bimbetta.
Io non penso male affatto, carina, io constato,” la riprese in quel momento l'amica, altezzosa.
E cosa staresti constatando?”
Che tu flirti, bella,” sentenziò Ino con un risolino, e lei si fece di nuovo violetta. “Flirti, e questo è bene.”
Ma non è vero per niente!” si difese Sakura, caparbia. “Lo frequento come amico!”
Ah sì? E dimmi, qual è la prossima in gita in programma per la vostra bella amicizia?” ridacchiò perfidamente Ino.
Mpf. Domenica pomeriggio lo porto in cima alla montagna degli Hokage,” brontolò lei. “C'è una magnifica vista di lassù!” si difese, cogliendo l'espressione dell'amica che si faceva sommamente maliziosa.
Ma ceeeerto!” trillò Ino, comprensiva. Poi sospirò leggermente, scuotendo la chioma bionda. “Senti, Sakura, guarda che io sono contenta. Non puoi continuare a sospirare per quell'altro e non avere una vita.”
Ma questo non c'entra nulla!” sbottò Sakura innervosendosi.
Va bene, va bene...” sospirò Ino senza insistere.
Fortunatamente doveva andare a fare le visite in corsia, e Sakura poté riprendere fiato prima di raggiungere i compagni di squadra.
Non aveva detto loro dell'intesa creata con Takao. Aveva semplicemente spiegato che Tsunade le aveva chiesto di fargli la guida e che perciò gli avrebbe mostrato un po' i dintorni, senza dimostrare particolare entusiasmo. Sasuke si era - stranamente - stretto nelle spalle, Naruto aveva ridacchiato osservando che non un po' di fortuna avrebbe potuto scroccargli qualche pranzo in giro.
L'idea di accennare all'amicizia con lo straniero la metteva a disagio. Sicuramente Naruto, dopo esser stato traviato dall'ero-sennin, le avrebbe stracciato le scatole peggio di Ino. Quanto a Sasuke, sarebbe stata doppiamente imbarazzata dal fatto che a lui non interessasse minimamente, oltre al disagio di parlarne in sua presenza.
Non che ci fosse qualcosa di cui parlare, ovviamente.
E comunque non c'entrava con Sasuke. Non erano nemmeno fatti suoi, a ben guardare.
Ciao, Sakuraaaa!” starnazzò Naruto vedendola arrivare. “Ti ho cercata, ieri, volevo pranzare fuori... Dov'eri finita?”
Oh...io, sai, dovevo fare da guida...”
All'ambasciatore, ma certo!” concluse lui, ilare. “L'abbiamo visto per strada, l'altro ieri, vero teme?” aggiunse, dando di gomito a Sasuke, che in cambiò lo stecchì con un'occhiataccia.
Sì, beh, e allora?” mormorò noncurante.
Naruto rise di gusto.
Hinata dice che sua sorella è rimasta fulminata!” affermò divertito.
Da quello lì?” smozzicò Sasuke annoiato.
Sì. E dice che non è mica l'unica,” continuò Naruto, che sembrava trovare il tutto molto comico. “Dicono tutte che è proprio bello. E non è male credo, vero, Sakura?”
Lei non ci poté fare proprio nulla, suo malgrado. Sentì la vampata di calore salirle dritta in faccia e seppe di essere arrossita come un papavero.
B-beh, sì...” cercò di dire con noncuranza.
Naruto scoppiò a sghignazzare.
Haaa, sei diventata tutta rossa!” commentò, con tatto elefantiaco.
Sakura fece per tirargli un cazzotto, ma non ne ebbe il tempo.
E piantala di ridere, deficiente,” intimò Sasuke esasperato, mollandogli una manata da stordirlo. “Possibile che non riesci a smetterla di fare casino per dieci secondi?” aggiunse, particolarmente incarognito.
Adesso ti...” protestò l'altro, indispettito.
Ma no, Naruto lo faceva apposta a non smetterla. Per lui, e lo sapevano tutti e tre.
Forse, però, in quel momento Sasuke era distratto da qualcos'altro.



C'era un sole che spaccava le pietre. Naruto rantolava da dieci minuti, rumorosamente, Shikamaru sbuffava senza sosta, Ino si lamentava debolmente e Sasuke ruminava truce chiedendosi perché mai dovessero essere proprio loro ad occuparsi di andare a trasportare metà degli archivi da un capo all'altro del villaggio, di domenica pomeriggio, dato che al quartier generale c'erano troppe scartoffie. Soprattutto, perché proprio lui.
Per fortuna, almeno Hinata stava zitta.
Oh-oh,” cinguettò Ino interrompendo per qualche secondo la sua nenia straziante mentre puntava un qualcosa poco distante. Naruto seguì il suo sguardo e sghignazzò piano, e quando Sasuke controvoglia fece altrettanto capì subito perché.
Stavano chiacchierando animatamente, e camminavano fianco a fianco sulla via del villaggio. Sakura gesticolava enfaticamente; si riusciva a sentire vagamente il suono della sua voce accesa, e poi quella grave del tizio di Kiri che si intrecciava alla sua con tono ironico. Sasuke storse il naso, scrutandolo analiticamente. Non capiva proprio cosa ci potessero trovare le oche, in quello lì. Era l'individuo più inutile e insignificante del mondo.
Poi Sakura si mosse, con naturalezza, e le sue mani si appoggiarono sul fianco del ragazzo di Kiri in uno spintone scherzoso, mentre lei scoppiava a ridere. Gettava indietro la testa esplodendo nella sua risata argentina e poi la chinava di nuovo in avanti, scossa dai fremiti. Non la vedeva ridere così liberamente da tantissimo tempo. Da quando avevano dodici anni, e si sorprese di non essersene accorto fino a quel momento, che com'era cambiato lui era cambiata anche Sakura, ed era diventata una cosina un po' mesta e fin troppo irritabile. Non era più stupida e frivola come allora, sì, ma era anche molto meno frizzante. In quel momento, invece, sembrava ribollire di allegria genuina.
Ma come ci divertiamo, mh?” cinguettò Ino con malizia.
Inoo...” sbuffò Shikamaru pazientemente.
Lei naturalmente lo ignorò.
Yuu-huu! Sakuraaa!” chiamò cinguettando.
Yamanaka,” sbuffò Sasuke truce.
Come se non bastassero gli archivi da spostare a rovinargli la giornata.
Sakura li aveva visti, ormai, e si avviava verso di loro seguita dal tizio di Kiri.
Ciao, ragazzi,” esordì incerta.
Sakura! Non ci presenti il tuo amico?” replicò Naruto, solare come sempre.
Ciaooo,” trillò Ino facendole un cenno d'intesa, spudorata.
Ma...certo,” fece lei, guardandola male. “Takao Mikomi, l'ambasciatore di Kiri. Questi sono Hinata Hyuuga, Shikamaru Nara, Ino Yamanaka... E Sas'ke e Naruto, ti ho parlato di loro.”
P-piacere.”
Salve...”
Onoooratissima!”
E così finalmente ci incontriamo! Sakura ci ha parlato un po' di te, vieni da Kiri, pensa un po' che viaggio lungo...”
Mpf.”
L'ultimo saluto, per così chiamarlo, quello di Sasuke, fece calare un istante di silenzio.
E' un piacere conoscervi,” commentò Takao, cordiale, rivolto agli astanti in generale, per poi concentrarsi sui due più illustri membri di quel piccolo drappello carico di scatole e raccoglitori. “Ho sentito molto parlare di voi, e non solo da Sakura.”
Haha, davvero?” rise Naruto, entusiasta.
Chissà con quali toni lusinghieri, allora,” sentenziò Sasuke, laconico.
Generando un altro breve vuoto nella conversazione.
Takao lo osservò serio.
Ho sentito dire molte cose su di lei, Uchiha sama,” affermò formalmente, intuendo un certo distacco. “Non so quante siano vere...”
Probabilmente tutte,” concluse lui, cupo e lapidario.
Sas'ke...” lo rimproverò sottovoce Sakura, preoccupandosi all'idea che il Consiglio venisse a sapere che prendeva a male parole gli ospiti stranieri e glielo facesse pesare.
Sasuke la interpretò come una manifestazione di fastidio nei propri confronti. Serrò le labbra e non emise una sola altra sillaba per tutto il resto del tempo in cui la Yamanaka cinguettò aneddoti del tutto insignificanti, e Naruto pose domande assolutamente prive di interesse su quel posto nullo che era Kiri. Shikamaru sbadigliava, e Hinata sembrava in imbarazzo.
E adesso che fate?” chiese poi Naruto, e Sasuke prestò attenzione.
Sto accompagnando Takao-san a vedere la cima del monte,” rispose Sakura.
Aaah, che bello, ci verrei anch'io,” sospirò il junchuuriki.
Beh, vieni,” propose lei facendo spallucce.
Eh, magari Sakura... Beata te che hai questo bell'incarico di fare la guida, noi dobbiamo sfacchinare.”
Ma anche noi abbiamo sfacchinato. Siamo appena stati ad allenarci,” intervenne Takao, compiaciuto.
Ma dai!” proruppe Ino con innocenza.
Certo. La vostra Sakura è veramente una kunoichi eccezionale,” continuò lo straniero, sorridendole.
La mascella di Sasuke, stretta da parecchio, cigolò così sinistramente che Shikamaru emerse dal suo leggero torpore pomeridiano per guardarsi brevemente intorno, cercando di capire da dove fosse venuto quel rumore.
E' v-vero, è fortissima,” commentò Hinata gentilmente.
Sakura ridacchiò, imbarazzata.
Scusatemi, ma credo che dovremmo andare a posare questa roba,” intervenne Shikamaru; se perché fosse effettivamente stufo di reggere le scartoffie o perché avesse invece intuito che Sasuke era lì lì dal dare i numeri, questo non è dato saperlo.
Ma certo,” commentò Takao facendo loro segno di procedere. “Spero di vedervi in un'altra occasione.”
Volentieri. Magari non sotto questo sole cocente,” rispose Shikamaru, imbracciando meglio il peso.
E' stato un grandissimo piacere,” gli fece eco Ino, apparentemente deliziata.
A presto allora, eh!” continuò Naruto con enfasi.
Sasuke si stava già allontanando, con un cenno del capo.
Quello lì non era solo inutile e insignificante. Era un coglione galattico.



Mi piace,” sentenziò Takao, assorto.
Che?” chiese Sakura.
Lui fece cenno col capo verso il basso, verso lo spettacolo dell'intera Konoha immersa nel sole.
La tua terra. È un po' strano che non ci sia il mare, ma mi piace lo stesso. Al posto del blu, c'è il verde della foresta.”
Sakura sorrise orgogliosa, rimirando a sua volta la bellezza del villaggio.
Mi piace, il verde,” continuò Takao, girandosi a guardarla negli occhi.
E ci credo!” rispose Sakura con un sorriso, del tutto mancando l'allusione. “La foresta è così rilassante, non so come farei a starci lontana.”
Lui annuì, sospirando lievemente.
Già.”
E poi, prendendo a malapena fiato:
Senti, Sakura-san... Cosa fai domani a cena?”



Non dirlo a nessuno. Non devi dirlo assolutamente a nessuno. Promettimelo, Ino, a nessuno. Hai capito? Nessuno. E comunque non so ancora se accettare, e tu non lo devi dire a nes-su-no, chiaro?
Ino percorreva il corridoio come un bufalo alla carica, e spalancò la porta dell'archivio con tanta foga da rischiare di scardinarla.
L'ha invitata a cena!” trillò esagitata.
Il lavoro si stava rivelando più lungo del previsto, dal momento che Tsunade aveva deciso che non solo bisognava fare un po' di spazio negli archivi ma occorreva proprio risistemarli da cima a fondo, e spostare tutto. Non si sapeva perché avesse rifilato quell'ingrato compito proprio a loro, ma forse, dato che al momento la situazione era di una calma stagnante e non c'erano missioni impegnative, non voleva consumare i sandali dei suoi migliori shinobi mandandoli in giro a far da scorta a qualche banale riccone. Così, per il secondo giorno di fila erano tutti lì a inscatolare fogli e fascicoli per spostarli. Nessuno aveva più uno sfavillante buonumore, anche se Hinata sfoggiava inalterata la sua disarmante dolcezza.
Le parole di Ino, comunque, vennero accolte da un silenzio pesante e perplesso.
Nara. La tua ragazza straparla,” si degnò di dire Sasuke, infine.
Ho sentito,” commentò Shikamaru senza scomporsi. “Sei in ritardo, Ino,” aggiunse, imperturbabile.
Mi avete sentita?” sbottò lei, allibita.
Certo, Ino-chan,” rispose Hinata, sorridendo. “Ma non abbiamo capito,” aggiunse con delicatezza.
Infatti,” ridacchiò Naruto, approvandola con un cenno d'assenso.
Quello di Kiri! L'ambasciatore!”
Oh, sì, Takao,” confermò Naruto, senza notare la testa di Sasuke che si sollevava di scatto e il suo sguardo che si posava su Ino con nuova attenzione.
Ha invitato Sakura a cena, stasera!”
Ma vaaaaa!” esplose Naruto esterrefatto, lasciando franare a terra un grosso raccoglitore prima di mettersi a sogghignare.
Davvero?” sussurrò Hinata posando lo sguardo sul jinchuuriki che, purtroppo, non aveva ancora dimostrato lo stesso brillante spirito d'iniziativa.
Tu come lo sai?” chiese Shikamaru, rassegnato. Era innamorato di un'oca pettegola, e non ci poteva fare proprio nulla.
Me l'ha detto lei adesso!”
Bah,” brontolò Sasuke, indifferente.
Ino lo staffilò con lo sguardo.
Come sarebbe, bah?” replicò indignata.
Quello che ho detto, bah,” rispose lui, criptico.
E' un bellissimo ragazzo, e molto gentile!” protestò lei, nonostante Shikamaru stesse tentando di farle segno di smettere. Subito.
Capirai, quel babbeo,” brontolò Sasuke con la massima indifferenza.
Negli anni a venire, Sakura avrebbe ripetuto più e più volte che doveva ad Ino moltissimo. La ragione si giocò nella manciata di secondi successivi a quello scambio di battute.
Ino squadrò Sasuke, e realizzò che teneva in mano dei fogli al contrario.
Increspò le labbra in un sorrisetto velenoso, poggiandosi al tavolo con fare provocatore.
Tu pensala come vuoi, Sas'ke, ma comunque Sakura ha accettato l'invito, e ben volentieri,” mentì, sfacciata.
La testa del genio schizzò verso l'alto e, nell'ombra di sgomento che per una frazione di secondo gli attraversò le iridi, Ino lesse di aver fatto centro. Poi il volto di Sasuke tornò impenetrabile come sempre.
Ha accettato?” ripeté Naruto incredulo. A quel punto lui stesso lanciò un'occhiata esplorativa in direzione del migliore amico, ma la faccia di lui sembrava marmo senza sentimento.
Felicitazioni. Possiamo lavorare, adesso?” biascicò il genio, seccato.
Strano,” osservò unicamente Shikamaru.
Sono contenta per lei,” mormorò Hinata, schietta. L'invidia, decisamente, non rientrava nel novero delle sue caratteristiche.
Ma certo! Ci voleva proprio, in fondo Sakura si merita un ragazzo che l'apprezzi e capisca quant'è speciale,” concluse Ino, lanciando un ultimo magistrale affondo. “Scusatemi, torno subito,” concluse, prima di marciare fuori.
Ma dove va?” chiese Naruto perplesso.
E chi lo sa,” sospirò Shikamaru. “Si sarà commossa. Femmine...” gemette, prima di alzarsi stancamente per andarle appresso.
Ma Ino era partita di carriera, schizzando lungo il corridoio come se l'avessero lanciata. Si scaraventò giù per le scale, svoltò due angoli e per poco non sbatté dritta addosso all'amica.
Tu!”
Ino, ma cosa...?” sbuffò Sakura, sorpresa.
Tu devi accettare quell'invito a cena!” intimò lei, di slancio.
Sakura sospirò.
Ne abbiamo appena parlato, ti ho detto che non so se...”
No! Lo devi accettare!” la interruppe l'altra, con foga. “Noi...abbiamo litigato e siamo state lontane, ma ora siano di nuovo le stesse amiche di prima, e se anche per te e così e se ti fidi di me, allora accetta quell'invito a cena e non fare domande!” ingiunse, la voce argentina apertamente accorata.
Sakura la guardò a bocca aperta.
Ma io non so se lui...”
Appunto, non lo sai. Può darsi che funzioni. E se non funziona, avrai comunque tutto da guadagnare,” insistette Ino, guardandola dritta negli occhi. “Fidati di me,” ripeté a voce bassa.
Sakura la osservò senza parlare per un lungo istante, trasse un respiro profondo ed annuì.
Va bene. Hai ragione.”
Ino sorrise radiosa, e lei di rimando.
Adesso...vado...la shisho...” borbottò Sakura.
Certo. A dopo,” concluse Ino, e rimase a guardarla allontanarsi nel silenzio del corridoio.
Diavolo di femmina!”
La ragazza si voltò indietro di scatto, colta in flagrante.
Oh...Shika,” cinguettò. “Io stavo...”
Lui scosse la testa, con un mezzo sorriso.
Adesso ho capito come mai mi sono innamorato di te,” commentò, pacato. “Io stesso non avrei saputo far meglio.”
Ino scoppiò a ridere di cuore, gli gettò le braccia al collo e gli scoccò un bacio.
   
 
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