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Autore: Clodie Swan    30/01/2011    4 recensioni
La celebre favola natalizia di Dickens viene rielaborata in un remake vampiresco con i personaggi della saga di Twilight.
Siamo a Forks in un'epoca in cui umani e vampiri convivono e dove vive Edward Scrooge, il vampiro più ricco della città nonchè il più avaro ed insensibile. Ma durante la vigilia di Natale, avverrà qualcosa che cambierà per sempre il suo modo di vivere.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Era una fredda vigilia di Natale ed Edward Scrooge, il più ricco vampiro di Forks,  era ancora seduto alla scrivania del suo ufficio a contare i suoi soldi. L'atmosfera natalizia lo irritava come ogni anno. Non sopportava di vedere gli umani e quelli della sua razza andare in giro tutti contenti a scambiarsi gli auguri di buon natale cantando degli inni gioiosi.
Negli ultimi cento anni si era sempre rifiutato di festeggiarlo ed aveva sempre schivato ogni compagnia.
Nonostante il suo aspetto fosse quello di un bellissimo diciassettenne dei capelli ramati e gli occhi dorati, la sua anima era come avvizzita ed i suoi modi erano freddi e austeri.
L'unica persona che vedeva ogni giorno era la sua impiegata Bella Swan che in quel momento finiva di sbrigare le ultime pratiche della giornata. La ragazza tremante dal freddo cercava di accostare la sua sedia il più possibile alla stufa in cui si stava comsumando l'ultimo tizzone di carbone e si alitava sulle mani per cercare di scaldarsele.
"Non me lo chieda neanche Signorina Swan."disse Edward arcigno. "Il carbone costa. Se ne vuole dell'altro per riscaldarsi dovrò scalarlo dal suo stipendio."
Uno dei poteri di Edward Scrooge era la telepatia e poteva leggere i pensieri delle persone quanto dei vampiri.
Bella arrossì e chinò il capo. "No, Signor Edward sto bene così." La ragazza si rimise a lavoro contando i minuti che la separavano dall'ora di uscita.
Poco dopo entrò un distinto signore biondo dalla pelle marmorea come quella di Edward. Era un vampiro anche lui ma aveva uno sguardo cordiale ed affettuoso.
"Salve signor Scrooge. Sono il Dottor Carlisle Cullen. Sto raccogliendo fondi per beneficienza. Sarebbe interessato a fare una donazione?"
Edward lo guardò in cagnesco e gli ordinò di andarsene. Carlisle scomparve a velocità vampira.
Poco dopo entrò un altro vampiro alto e bruno dalle spalle larghe ed il fisico muscoloso e prestante. "Salve, vecchio mio. Che ne dici di venire a cena da me e Rosalie per la vigilia di Natale?"
Edward lo guardò male. "Emmett, mi hai fatto perdere il conto. Che ci verrei a fare? Noi vampiri non mangiamo."
"Lo so ma ci divertiremo! Staremo tutti insieme in allegria."rispose Emmett senza smettere si sorridere.
"Che perdita di tempo. Non vedo cosa ci sia da essere tanto allegri. E' una stupida festa da umani!"replicò Edward
"Una volta lo eravamo anche noi e lo festeggiavamo."
"Appunto, una volta. Ora non più." disse Edward distogliendo lo sguardo e mettendo fine al discorso.
Emmett rimase male ma non perse il buon umore"Beh, amico mio. Se cambi idea sei il benvenuto."
E così scomparve anche lui dopo aver fatto un inchino a Bella.
Edward si voltò fissando la sua impiegata. Nei suoi pensieri poteva leggere l'impazienza di correre  a casa a preparare la cena. "Può andare se vuole signorina Swan." le disse severamente "Ma lo voglio puntuale domattina."
Bella si alzò stupida e balbettando un ringraziamento si affrettò ad uscire.
Edward chiuse l'ufficio e in pochi secondi fu a casa sua. Una grande villa vittoriana che si ergeva maestosa in mezzo ad un giardino spoglio. Edward non aveva alcun bisogno di dormire e si mise seduto in soggiorno a rifare la contabilità per il giorno successivo. Quell'anno aveva guadagnato il doppio eppure il pensiero non lo rendeva felice. Niente riusciva a farlo. L'orologio a pendolo del salotto battè la mezzanotte e nel salone comparve un vampiro alto e magro, dagli occhi neri per la sete ed i capelli biondi e ricci. Sul suo corpo erano sparse molte cicatrici ed i suoi vestiti erano sporchi e laceri.
Edward lo riconobbe. "Jasper! Il mio vecchio socio in affari! Ma dove sei stato? Sei scomparso da decenni."
"Oh Edward, amico mio. Non sai cosa ho passato. Ero stanco della mia esistenza vuota. I soldi non riuscivano più a soddisfarmi. Sono andato in cerca di uno scopo nella vita e sono finito in mano ad gruppo di vampiri sanguinari che mi ha reso schiavo. Io odiavo gli umani e il Natale e volevo nutrirmi in maniera consona alla nostra natura. Ma loro hanno sfruttato la mia forza ed il mio potere per i loro scopi e mi hanno coinvolto in guerre sanguinose. Dovrò combattere per loro tutta la vita. Ho firmato un patto."
Edward rimase sconvolto. "Ma non c'è un modo per liberarti?"
Jasper scosse la testa. "Sono vincolato a loro da un giuramento. Per me è tardi ma sono venuto ad avvertire te. Tu hai ancora la speranza di essere felice. Di cambiare il tuo modo di vivere."
Il freddo Edward Scrooge lo guardò accigliato. "Non ho intenzione di cambiare vita. Sto benissimo così. Mi dispiace per te, ma non farò la tua fine."
Jasper si accinse a ripartire. "Il tempo che mi hanno concesso per salutarti si è esaurito. Ma sappi che riceverai la visita di tre Spiriti. Verranno da te stanotte. Addio, Edward." Detto questo Jasper uscì dalla villa con la sua aria triste e lugubre.
Edward sconvolto si mise seduto sullo sgabello del pianoforte. Non lo suonava da decenni ed orami si era scordato. Per lui non c'era alcuna speranza di poter provare di nuovo delle emozioni umane, ma non si sarebbe ridotto come Jasper. La vita non aveva più alcun significato per lui, eccetto il denaro, e gli andava bene così. "Spiriti? Bah! Non ci credo"borbottò indignato. Poco dopo la stanza fu rischiarata da una luce e nella stanza comparve una bellissima signora dai capelli coloro caramello che gli sorrise con dolcezza.
"Salve io sono Esme e sono lo Spirito dei Natali Passati. Vieni con me, ti mostrerò delle cose importanti" Edward affascinato prese la mano della signora ed insieme scomparvero.
Furono trasportati nel soggiorno di una casa elegante dove una bella signora dai capelli castano ramato stava finendo di decorare l'albero di Natale. Un ragazzo con il suo stesso colore di capelli entrò portando degli altri pacchi e li sistemò sotto l'albero. "Grazie, Edward."disse la madre. Il giovane le sorrise. Aveva dei bellissimi occhi verdi. Edward Scrooge rimase sbalordito. "Ma quello sono io quando ero umano! E quella era mia madre Elizabeth." Esme annuì. "Fu il vostro ultimo Natale insieme, prima dell'epidemia della spagnola." Edward vide entrare nella stanza anche suo padre Edward senior che lo pregò di suonare il pianoforte. Ed il giovane Edward acconsentì con gioia, suonando per i suoi genitori i più bei canti natalizi mentre loro lo accompagnavano cantando.
Il vampiro guardò la scena con una fitta di dolore. "Mi hai portato qui per farmi soffrire, spirito?"
Esme scosse la testa. "No, Edward solo per farti ricordare che sei stato felice un tempo e che amavi il Natale."
"Allora ero umano, avevo delle persone che mi amavano. Adesso non più."protestò il vampiro.
Esme lo riportò a casa sua. "Non ne sarei così sicura. Aspetta e vedrai. Adesso devo andare."
Lo spirito sparì ed al suo posto comparve una ragazza piccola dai capelli corti e neri ed uno sguardo vivace. "Salve io sono Alice e sono lo Spirito dei Natali Presenti. Vieni ti porto a fare un giro."
Edward si lasciò condurre fino ad una grande casa illuminata a festa che riconobbe essere quella di Emmett. Il suo amico era nel salone insieme alla sua bellissima moglie Rosalie, dai lunghi capelli biondi e da una famigliola di vampiri che venivano da Denali. Vi erano anche un gruppetto di giovani umani che Edward conosceva di vista: Mike Newton e sua moglie Jessica e Angela Weber con il suo fidanzato Ben. Emmett rideva e scherzava con tutti ed Edward poteva leggere nei loro pensieri che si stavano divertendo un mondo. Emmett versò dello champagne dentro dei calici per gli umani e del sangue animale dentro dei bicchieri per i vampiri e li distribuì ai suoi ospiti. "Un brindisi al mio amico Edward. Che possa tornare ad apprezzare la compagnia e l'amicizia degli altri, di ogni specie." Tutti risero e cominciarono a cantare.
"Comincio a stufarmi di questi cantici. Portami da un'altra parte." borbottò Edward rivolto verso Alice. Dentro di sè però era rimasto colpito dal fatto che Emmett avesse pensato a lui. Alice rise e lo portò a casa Swan.
Bella stava finendo di  imbandire una tavola modesta, ma apparecchiata con molta cura, nella piccola abitazione che divideva con suo padre Charlie. Poi sistemò una cesta di vestiti fuori sul portico.
"I licantropi stanno per arrivare, papà! A che punto è l'arrosto?"
Il vecchio Charlie entrò nella camera. "E' quasi pronto. Spero basti per il loro appetito."
Intanto, fuori nel bosco, Edward vide un gruppo di lupi giganti che si avvicinava alla casa. Per ultimo arrivò un cucciolo fragile con una zampetta malata ma tutto vispo e scodinzolante. I lupi si trasfomarono in umani e indossarono gli abiti preparati da Bella. Avevano tutti l'aspetto di giovani alti e forti, tranne il cuccioletto che si era trasformato in un bambino sorridente che zoppicava. "Vieni in braccio Seth." gli disse uno dei giovani sollevandolo tra le braccia. "Grazie, Jacob." gli disse il piccolo. I licantropi furono accolti allegramente e presero tutti posto a tavola.
"Grazie, dell'invito Bella."disse Jacob "Quest'anno la povertà nella riserva è stata la più dura degli ultimi anni.
"Il branco sta risparmiando per trovare delle medicine per il piccolo Seth." spiegò un altro ragazzo che si chiamava Sam.
Bella servì la cena e fece una carezza al bambino. "Sono felice di avervi qui, amici miei."
Edward guardò la scena sorpreso. "La mia impiegata divide il misero stipendio che le do con quel numeroso branco di licantropi che mangia a quattro palmenti?" Alice sorrise. "Bella è molto generosa." Edward fissò il pallore e le occhiaie profonde sul volto del piccolo Seth. "Spirito,cosa accadrà a quel cucciolo?" Alice si concentrò e restò con lo sguardo fissò nel vuoto. Aveva il potere, infatti,  di guardare il futuro. "Vedo un posto vuoto a quella tavola. Ed una piccola stampella appoggiata alla parete. Questo se qualcuno non cambia gli eventi in corso."
Edward vide Bella alzarsi e proporre un brindisi. "Vorrei proporre un brindisi ad Edward Scrooge! Il mio datore di lavoro." Charlie storse il naso. "Quel vampiro spilorcio! Ancora non capisco perchè lavori per lui." I lupi emisero un ringhio soffocato. "Anche se siamo in pace con i vampiri vegetariani, quello Scrooge è l'essere più insensibile che conosco." protestò Jacob.
"Non credo sia così cattivo come vuole sembrare. Ho imparato a conoscerlo. So che è una persona seria ed onesta. Ed anche se mi fa paura a volte, credo che si comporti così perchè deve aver sofferto molto nella sua lunga vita. Credo che nel profondo sia una persona buona." Tutti ascoltarono poco convinti le parole di Bella ma alzarono lo stesso i calici e bevvero brindando ad Edward. "E che Dio ci benedica tutti!" disse il piccolo Seth.
Edward rimase assorto nei suoi pensieri. Non immaginava che Bella lo rispettasse in quel modo. Attese che la cena finisse e poi si appostò in un angolo della camera da letto della ragazza per guardarla dormire. Per la prima volta si accorse che la signorina Swan era bellissima. Aveva la pelle candida in contrasto con i suoi lunghi capelli scuri e le labbra rosse e carnose. Nel sonno si agitò e mormorò qualcosa. "Edward..."sussurrò assorta nel suo sogno. Edward vide che stava sognando proprio lui. Sognava il giorno in cui era entrata nel suo ufficio in risposta all'annuncio ed era rimasta colpita dal volto bellissimo di lui. Quella volta non ci aveva badato, perchè sapeva che gli umani erano sempre affascinati dalle sembianze dei vampiri. Ma Bella aveva sviluppato un affetto speciale per lui, misto però alla paura del suo brutto carattere sgarbato. Edward era meravigliato oltre ogni misura. Si chiese se Bella potesse provare qualcosa di più profondo...ma capì che non poteva essere possibile. Non era degno di quell'umana così buona e sensibile. Qualcosa nel suo cuore gelido sembrò spezzarsi. "Ascolta bene Edward" gli disse Alice. Bella si rigirò e mormorò di nuovo il nome di lui. "Edward, ti amo..."
Edward ebbe l'impressione che il suo cuore avesse ripreso a battere. "Cosa succederà adesso, spirito? Io e Bella staremo insieme in futuro?"
Alice scosse la testa. "Mi dispiace ma il Natale è passato. Io sto scomparendo. Lascio il posto al mio successore..."
La fanciulla scomparve e al suo posto si fece avanti un'altra figura dall'aspetto oscuro e malvagio.
"Salve Edward, mi chiamo James." gli disse la figura con un ghigno beffardo. "Sei pronto a vedere i Natali futuri?" Edward guardò lo spirito che si era appena materializzato. Era un giovane a torso nudo, i capelli lunghi e biondi legati da un codino, e lo guardava con dei diabolici occhi rossi. Non lasciava presagire nulla di buono. James gli mostrò la visione della casa di Bella dove lei tutta allegra riordinava e apparecchiava la tavola.
"Amore, sono a casa!" disse Jacob entrando. Bella gli andò incontro e lo baciò con passione. "Sono felice che tu abbia dimenticato quel vampiro." le disse Jacob accarezzandole i capelli. Bella sospirò. "E' stato così crudele con me quando gli ho manifestato i miei sentimenti. Mi ha spezzato il cuore." Edward si lasciò sfuggire un grido. "Noooo!"
James sghignazzò. "E non è tutto guarda qui." L'immagine successiva mostrò i licantropi riuniti nel cimitero dei quileutes davanti ad una piccola tomba. Jacob con le lacrime agli occhi depose una piccola gruccia davanti alla lapide. Edward rimase male. "Il piccolo Seth?" James annuì maligno. "Non hanno potuto permettersi le cure adeguate. E il bambino non mangiava abbastanza. Ed aveva sempre una fame da lupo." Edward guardò James con disprezzo mentre levava una risata malvagia. "Guarda questa adesso." disse James portandolo nella sua villa. La casa di Edward era buia e fredda come al solito. E come al solito, lui era nel soggiorno intento a contare i suoi soldi nel giorno di Natale. Qualcuno entrò bruscamente nella stanza. Erano tre vampiri avvolti nei mantelli neri, scortati da un drappello di guardie coperte dai cappucci grigi di varie tonalità. "Salve Edward." disse uno di loro fissandolo con i suoi occhi rosso porpora. "Mi chiamo Aro. Noi siamo i Volturi ed abbiamo sentito parlare del tuo potere telepatico. Vogliamo che tu entri nella nostra guardia." L'Edward del futuro, identico a quello attuale, alzò gli occhi e li guardò con ostilità. "Non mi interessa. Mi avete pure fatto perdere il conto. E adesso andatevene da casa mia." Aro infuriato, si voltò verso una vampira piccola e bionda. "Jane?" La vampira fissò Edward che subito cominciò a contorcersi per il dolore. "Tu farai quello che ti diciamo oppure ti faremo a pezzi. E' inutile che gridi perchè nessuno ti sentirà! Ti sei isolato da tutto e tutti e non importa niente a nessuno di te. Ora appartieni a noi." Un altro vampiro di nome Alec fece perdere i sensi ad Edward che cadde esanime a terra. I Volturi lo portarono via, mentre la visione si disperdeva tra la risata sadica di James.
Edward si ritrovò solo a casa sua. Il calendario segnava il 25 di dicembre. Era ancora Natale. E lui era ancora in tempo per cambiare tutto! Fuori era giorno. Il vampiro corse fuori e la sua pelle s'illuminò sotto i raggi del sole brillando come una cascata di diamanti. In pochi secondi fu nelle vie del centro gridando a squarciagola. "Buon Natale! Buon Natale!" Comiciò a ridere regalando sorrisi a tutti quelli che incontrava. Si ritrovò davanti al Dottor Cullen. "Dottore" gli disse tendendogli la mano. "Posso fare ancora quell'offerta per i poveri? So che i quileutes alla riserva se la passano male e bisogna aiutarli." detto questo gli mise in mano un sostanzioso assegno. Carlisle lesse la cifra ed ebbe un mancamento. "Dio sia lodato!" esclamò mentre Edward correva via nuovamente. Il bel vampiro si trovò di fronte casa di Emmett.
"E' sempre valido il tuo invito?" chiese Edward sorridendogli. Emmett lo guardò a bocca aperta e poi lo strinse forte sollevandolo da terra. "Benvenuto, amico. Vieni dentro!"
Il giorno dopo Edward attese con ansia l'arrivo di Bella in ufficio e finse di avere la sua solita aria burbera. Non appena la ragazza arrivò trafelata si accorse che la stanza era pervasa da un bel calduccio. Nella stufa ardeva una generosa quantità di carbone. "Ha passato un bel Natale ieri, signorina Swan?" chiese Edward educatamente.
Bella lo guardò perplessa ancora stupita dalla novità del riscaldamento. "Si grazie, molto bello. Anzi, un anonimo benefattore ci ha mandanto in dono un tacchino gigantesco. Io ed i miei ospiti lo abbiamo letteralmente divorato."
Edward rise in cuor suo vedendo che il suo dono era stato apprezzato e si gustò i pensieri confusi di Bella. Si alzò e le andò incontro. "Ci sono due cose che richiedo lei faccia per me Miss Swan." le disse con un falso tono altezzoso. Percerpì che Bella temeva un rimproverò. "Si, signor Scrooge." rispose lei deglutendo. Edward continuò. "La prima è che voglio che mi dia del tu e mi chiami Edward. La seconda è...vorrebbe uscire....mi correggo vorresti uscire a cena con me questa sera?" Il volto di Bella si colorò di rossore. Edward pensò che non era mai stata così bella. "Intendo dire che tu cenerai ed io ti terrò compagnia. Forse non sarà un granche come serata..." Bella lo interruppe subito. "Al contrario. Ne sarei felice...Edward" Il vampiro la guardò estasiato perdendosi nei pensieri di lei colmi di amore e di desiderio per lui. Le prese una mano e se la portò alle labbra. "Buon Natale, Bella."

E così Edward Scrooge divenne un vampiro molto diverso. Sostenne i poveri di La Push. Aiutò il Dottor Cullen nella raccolta dei fondi e fece curare il piccolo Seth che non morì ma divenne un lupo forte e valoroso. Quando i Volturi vennero a cercarlo, Edward potè contare sull'appoggio dei suoi amici vampiri e licantropi che si unirono per proteggerlo. Bella, scelse di diventare una vampira, dopo aver dato ad Edward una bellissima bambina. Il bel licantropo, Jacob, diventò il miglior amico di Edward e diede la sua benedizione agli sposi. Anni dopo Edward gli concesse la mano di sua figlia Renesmee.
Ogni Natale, Edward fece una grande festa nella sua villa per condividere le sue ricchezze e la sua gioia con tutti. E concludeva ogni brindisi con la frase che una volta aveva appreso dal piccolo Seth. "E che Dio ci benedica tutti!"

  
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