Esiste un posto.
Un posto strano, un posto tutto bianco.
Un posto con tante sedie, un posto con un treno.
Un posto di transito, un posto di riflessione.
Un posto per decidere se andare avanti o tornare indietro.
Un posto, in altre parole,  dove le anime defunte riflettono sulla morte.

Quel posto, senza tempo senza spazio, ne ha viste tante, di giovani donne, uomini, vecchi e bambini, prendere un treno e andare avanti o tornare indietro e vivere sottoforma di fantasma.
Un rituale perverso, un circolo vizioso che si ripeteva ogni anno, ogni mese, ogni settimana, ogni lunghissimo estenuante giorno.
Come quel giorno, il 31 ottobre.

Un’anima aveva raggiunto quel posto.
Aveva una chioma ribelle e due occhi nocciola e si guardava attorno, in cerca, forse, di qualcosa o qualcuno.
Aveva un espressione un po’ afflitta e per ingannare l’attesa, o quello che era, poiché in quel posto il tempo era difficile da decifrare, si sedette su una di quelle sedie, e attese.

L’anima di James  Potter attese.                  
Attese solo, su quelle sedie, quello che sembrò un’ora, eppure erano passati pochi minuti.

Finalmente arrivò anche lei. L’attesa era finita.
James, seppur triste, era felice di vederla.

Anche questa figura, si guardò attorno in cerca di qualcosa che, puntualmente, non mancò di farsi vedere, e gli sorrise. Un sorriso  triste e felice allo stesso tempo. Triste per quello che avevano perso. Felice perché erano di nuovo insieme.
L’anima di Lily Potter raggiunse il marito, seduto su quella sedia e capì che dovevano prendere una decisione.

Era giunto il momento di fare una scelta.
Quella scelta.
Andare avanti o tornare indietro.
Non c’era nessuna fretta in quella scelta.

La giovane donna, voltò il capo all’indietro, guardando oltre quel bianco, guardando oltre quel posto.
Guardò quel luogo terreno, dove sepolto in mezzo alle macerie, piangeva un bambino, con una fresca cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
Vedendo il piccolo, Lily non riuscì a trattenersi e appoggiata alla spalla del marito, pianse le sue lacrime.
Il suo bambino era salvo, era vivo.
Il suo sacrificio aveva funzionato.

Con il volto rigato dalle lacrime, guardò il marito, che anch’egli piangeva e senza dire una parola si alzarono e si avviarono verso il treno che li conduceva Avanti.

I Potter si voltarono un ultima volta indietro, guardando il loro figlio, che ora, sonnecchiava nella sua coperta, stringendo nella manina una busta contenente una lettera.
« Starà bene, Lily. Abbi fiducia. È nostro figlio dopotutto!»
La rassicurò il marito, con un splendido sorriso.
Con quelle parole confortanti, i due salirono sul treno, mormorando semplicemente
                                                      « Buona fortuna, Harry.»
Mentre tutto il mondo magico in gran segreto si apprestava a brindare ad Harry Potter il Bambino che è Sopravvissuto, due anime lasciarono per sempre quel posto, speranzosi e certi che un giorno avrebbero incontrato di nuovo il loro bambino.