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Autore: Dragon gio    31/01/2011    1 recensioni
Contesto - The Lost Canvas
Personaggi - Aron, Tenma
Buon giorno! Questa fiction si svolge nel "prequel-spin off" The Lost Canvas, se la storia vi è gradita ne sarò felice, buona lettura!
Il signore degli inferi non avrebbe dovuto avere timori, o rimorsi e nemmeno ricordi della sua incarnazione umana. Eppure ogni qualvolta volgeva lo sguardo al cuore del Lost Canvas e vedeva lui, un senso di deja-vù lo ghermiva trascinandolo in quel mondo nebuloso che erano i ricordi delle persone.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saint Seiya Lost Canvas - Lie To Me
LIE TO ME


L’oscuro signore osservava il lento moto del suo pennello tracciare placidi forme sul viso della sua ennesima vittima. Con guizzi decisi ne segnò la vita e lui sapeva che da qualche parte nel mondo un ultimo anelito di energia spirava da quella persona.
Compiaciuto si fermò per contemplare il suo capolavoro, il Lost Canvas. Con regale divinità il signore degli inferi, Hades, si perdeva nella vista della sua tela, ma fu con febbrile attenzione che ne cercò il centro. La mano nivea si sollevò e andò a sfiorare il volto di quel bambino sorridente. I suoi capelli color del grano e gli occhi limpidi come un lago, il suo antico guscio, il riflesso di se stesso che non sarebbe più tornato.

Sei triste Aron? Si disse fra e sé lasciando trapelare una punta di amarezza, ma poi il suo sguardo si soffermò sul ragazzino seduto accanto a lui nel disegno. Nulla lo turbava di più di quei due pozzi cremisi che gli sorridevano, che lo scrutavano, che lo giudicavano.
La mano si strinse a pugno mentre là dove un tempo vi era un cuore caldo e pieno d’amore si abbatté un soffio gelido di inquietudine.
Il signore degli inferi non avrebbe dovuto avere timori, o rimorsi e nemmeno ricordi della sua incarnazione umana. Eppure ogni qualvolta volgeva lo sguardo al cuore del Lost Canvas e vedeva lui, un senso di deja-vù lo ghermiva trascinandolo in quel mondo nebuloso che erano i ricordi delle persone.

Propria ora gliene sopraggiungeva uno in particolare; un giorno di inverno di un anno imprecisato lui e Tenma si trovarono a passare per la grande foresta appena fuori dal villaggio...

* * *

-    Ehi, Aron muoviti o faremo tardi! –
-    Lo so Tenma! Ma stai correndo troppo forte! –
Due bambini correvano a perdifiato per quei boschi, il più veloce dei due, Tenma, si era fermato alla volta di quella collinetta e attendeva l’amico. Quando egli lo raggiunse gli mostrò un espressione imbronciata – Tenma… se non rallenti mi farai venire un infarto! -
Il ragazzino dalla capigliatura ribelle lo squadrò prima di sbuffare – Uffa, Aron sei proprio una lumaca! Di questo passo non torneremo all’orfanotrofio prima di sera! –
Aron non riuscì a rispondere dato il fiatone che ancora lo percuoteva, così Tenma sentendosi in colpa per averlo ridotto in quello stato decise di concedergli una sosta.
Si sedettero sotto i rami di una quercia, i rami spessi erano spogli tuttavia lasciavano trasparire un senso di maestosità unico. Aron si incantò nell’osservarlo, se solo avesse avuto dietro l’occorrente si sarebbe fermato lì per disegnarlo. Un soffio di vento gelido lo fece trasalire, erano in pieno Gennaio e su quei colli l’inverno era sempre rigido.
-    Che freddo… – sussurrò il giovane strofinandosi le mani cercando di riscaldarsi. Tenma rimase in silenzio ad osservarlo, le mani dell’amico erano così rosse e livide a causa delle basse temperature che erano irriconoscibili.
-    Ehi, Aron dammi le mani! – ordinò il ragazzino tutto un tratto, detestava starsene fermo senza fare nulla. Aron non capì ma gliele porse fiducioso.
-    T… Tenma? – le mani perennemente fasciate dell’amico stringevano le sue e intanto le labbra gli donavano un tiepido tepore soffiandoci sopra. Un dolce calore che aumentò quando Tenma gli sorrise tutto felice – Va, meglio ora?! –
-    Sì, grazie… ora non ho più freddo… - sebbene Aron sapesse che non appena Tenma gli avesse lasciato le mani si sarebbero riempite nuovamente di geloni non se la sentì di rispondere altrimenti. Poter vedere il sorriso rassicurante dell’amico era quanto di più bello per Aron ed era certo che non potesse esserci fonte di calore più immensa e genuina sulla faccia delle terra.
-    Dai Aron, andiamo! –
-    Sì… - il piccolo Tenma si alzò in piedi trascinandosi dietro il compagno, la sua manina stringeva forte quella di Aron. E a lui in fondo non dispiaceva farsi strattonare in giro da quel piccoletto. Mentre camminavano sospinti da quel vento freddo Aron si chiese come sarebbe stato bello se l’amico non gli avesse mai più lasciato quella mano permettendogli di bearsi per l’eternità in quel calore speciale.

Tenma, noi saremo amici per sempre, vero?

Ma nel momento in cui tale pensiero gli sfiorò la mente provò un immenso senso di inquietudine. Un gelo sinistro si insinuò nel suo animo sgusciando fin dentro le sue viscere, facendolo sussultare dall’interno del suo corpo.
Colto alla sprovvista da quel turbamento improvviso abbandonò bruscamente la mano di Tenma, alche il ragazzino si voltò verso lui sorpreso.
-    Aron? – l’amico se ne stava immobile alle sue spalle stringendosi la mano che poc’anzi era avvolta in quella di Tenma. Udendo il richiamo pieno d’ansia di Tenma sollevò lo sguardo verso lui, gli occhi cupi.
-   Aha, scusami Tenma… ma ho le mani così fredde che ho pensato ti dessero fastidio… - affermò frettolosamente Aron, la scusa accampata era così banale che anche quel sempliciotto di Tenma avrebbe capito che stava mentendo. Anche se in realtà Tenma aveva lo strano dono di comprendere sempre quando qualcosa in lui non andava. E difatti Tenma sollevò sospettoso un sopracciglio assumendo un espressione decisamente atipica per lui – Ma che stupidaggini vai dicendo? – afferrò senza indugi quelle mani fra le sue, ignaro di quanti e quali emozioni stava scatenando in Aron.
-    Le tue mani non sono fredde per niente! Basta che le tieni sempre strette alle mie e non si raffredderanno mai più! –
-    Tenma… - non ebbe il cuore di rispondere ma solo la forza di dare voce a quella domanda che prima lo aveva scosso – Noi… saremo amici per sempre, vero? –
I grandi occhi di Tenma si illuminarono emettendo dei dolci guizzi cremisi, quel colore così simile ad un tramonto ma anche al buon tè vivevano di emozioni proprie.
-    Ma certo Aron, perché mai non dovrebbe essere così?! Fai proprio delle domande sceme alle volte! Dai, adesso torniamo all’orfanotrofio, gli altri ci aspettano! –
Un sorriso più disteso prese vita in Aron dopo tale affermazione, eppure lui la sentiva quella orribile sensazione, quel nefasto presagio che incombeva sulle loro giovani teste. Un “qualcosa” che non poteva spiegarsi ma che tanto bastava a gettarlo nel terrore.
Lo stesso orrore che avrebbe vissuto da lì a pochi anni apprendendo di essere il fanciullo scelto da Ade per reincarnarsi su questa terra.

* * *

Sorrise Aron quando l’ultima immagine di quel ricordo sbiadito svanì nei meandri della sua mente. Un sorriso amaro per un cuore gonfio di solitudine, il che era davvero ironico per il sommo Ade che viveva circondato da schiere di Specter devoti e alla sorella Pandora. Davvero deplorevole che il signore degli inferi provasse ancora simili bassi e infimi sentimenti umani, il cuore di Aron lo aveva infettato così in profondità? Una simile colpa non poteva essere perdonata, lo sapeva, eppure lui non poteva realmente fare a meno di continuare a crogiolarsi in quel dolore e quei ricordi. Stava soggiogando il mondo ai suoi piedi creando l’opera più maestosa che questa umanità indegna avesse mai potuto sognare di ammirare, la sua anima nera traboccava di pura malvagità come gli era stato fatto notare tempo addietro.

Ma questa anima pura e crudele è solo capace di lasciarsi dominare dalle emozioni gli diceva una vocina tediosa nella sua testa. Lui aveva un obbiettivo preciso e lo avrebbe portato a termine, poco gli importava se questo significava il dover uccidere “di nuovo” quel giovane che un tempo fu il suo migliore amico. Tutto pur di estirpare per sempre dal suo cuore divino queste sensazioni che non gli appartenevano, quel sentimento di uomo che lo infangava.
Ogni cosa necessaria sarebbe stata fatta pur di non dover più rivedere quel volto e quegli occhi cremisi, quel colore che poteva essere riprodotto solo con il sangue versato dagli esseri umani. Il colore di Tenma, quel rosso ambiguo che significava vita e morte allo stesso tempo, il suo preferito nonostante tutto.
Con amarezza infinita si rese conto di star desiderando che il momento dello scontro finale fosse nell’immediato giorno, anche subito. E sentirsi mentire un ultima volta da quell’amico. Solo una volta ancora.

-    Mentimi un ultima volta Tenma… se queste potessero essere le tue ultime parole vorrei che fossero una dolce menzogna, così forse questo mio cuore infettato la smetterebbe di piangere… -


Tenma, noi saremo amici per sempre, vero?
Sì, Aron, per sempre…


END
31-01-2011



♥Angolo dell'autrice♥

Buon giorno a tutti voi! Approdo timidamente in questo fandom con questa storiella che è per lo più un mio personale "capriccio"! XD Sono in piena fase Canvas-mania-fobia e questi adorabili cavalieri hanno smosso qualcosa nel mio cuoricino e altresì nella mia mente baKata! * * Al punto di lasciar perdere per un momentino le varie fiction in corso su Naruto per dedicarmi a questa breve One Shot!
Che dire, questa fiction è solo una visione di Aron dal mio personale punto di vista, ho cercato di inquadrare la sua amicizia con Tenma e di metterla nero su bianco, non so se ci sono riuscita ma spero di avervi trasmesso qualcosa! XD
Essendo la primissima volta che mi cimento con questi personaggi potrebbero risultarvi OCC e di questo me ne dispiaccio, se mai in futuro avrò altre idee da scrivere vedrò di impegnarmi maggiormente! ^ ^

Bene, vi lascio dunque con un grande saluto ed un invito a lasciarmi commenti e critiche costruttive se vi fa piacere, e anche se siete solo di passaggio vi ringrazio comunque per esservi soffermati su questo sputo di fiction! XD

See you soon fan writer!

  
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