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Autore: Jekkun    31/01/2011    5 recensioni
Gente che si scanna, molto banalmente.
Mi è venuta giù di getto, non so quanto potrà piacere.
Genere: Dark, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sorpresa, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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« Credi che sia colpa mia. »
« Mi sbaglio, forse? »


Due ragazzini, l’uno di fronte all’altro. L’uno lo specchio dell’altro.
Uno sorrideva timido, mentre il volto dell’altro esprimeva solo rabbia.

« In effetti, credo proprio di no. »


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L’aveva ammazzato. Era bastato solo conficcargli quel pugnale nel cuore, per metterlo fuori gioco.
A terra, davanti a lui, il corpo di Ludwig giaceva ansimante in un lago di sangue.
I suoi occhi pieni di mille domande andavano via via spegnendosi, cancellando tutto ciò che il tedesco era stato in quella vita.
Ed Antonio era davvero soddisfatto.
Non che avesse mai odiato Ludwig, anzi. Ma i motivi del suo gesto andavano ben oltre l’odio, ciò che l’aveva mosso era qualcosa di dannatamente più profondo.
No, lui l’aveva fatto per amore.
Per anni aveva visto soffrire il suo Lovinito, perché il fratellino più piccolo preferiva passare il suo tempo con “quello stupido mangia patate”. Ora che aveva risolto il problema, il suo Italiano di sicuro gli sarebbe stato riconoscente, e magari avrebbe accettato i suoi sentimenti.
Già, tutto sarebbe andato tutto come doveva!
E così l’ispanico si allontanò ridendo, lasciando l’altra nazione sola con i suoi ultimi pensieri.

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« Doitsu, doitsu! Sono tornato! Veeh ~
Ho comprato la pasta! Veh, doitsu, dove sei? »

« Doitsu, ho visto antonio fuori, è venuto a trovarti? Veh, doitsu! Mi senti? »



« OH MIO DIO, D-DOITSU! »



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Era morto, Feliciano.
Non era morto letteralmente, intendiamoci, o per lo meno non ancora. Però, quando era entrato nel grande salotto di Ludwig, qualcosa dentro di lui si era spento.
Che cosa, di preciso, non lo sapeva nemmeno lui. Era come se quell’ammasso di carne e sangue che prima era stato Germania si fosse portato con sè all’inferno un pezzo dell’italiano. Un pezzo molto, molto importante, a giudicare da quanto fosse dolorosa quella sensazione.
Tentò di avvicinarsi al tedesco, ma le gambe non lo reggevano più.
Cadde in ginocchio, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quegli occhi. Occhi che sembravano volerlo punire, perché era arrivato troppo tardi. Occhi che gli si incollavano addosso come sanguisughe, occhi intrisi d'angoscia che gli sputavano addosso un mare di sensi di colpa.
Il piccolo italiano non riusciva nemmeno a piangere, non poteva pensare a niente che non fosse il desiderio di riscattarsi. Perché lo sapeva, lo sapeva che quello era l’unico modo per lavarsi via quel senso di sporco.
Ripensò ad Antonio. L’aveva visto correre fuori dalla casa, scomparire tra le vie affollate di Berlino, senza nemmeno salutarlo. Normalmente si sarebbe fermato ad abbracciarlo, come minimo.
Feliciano era uno stupido, e questo era certo, però almeno sapeva fare due più due.
Piano piano, tremando, si rialzò in piedi. Lo sguardo vuoto, come se anche il suo cuore avesse smesso di battere. Perché nel momento in cui il tedesco si era preso una parte di lui, qualcos’altro l’aveva sostituita. Doitsu era SUO, e chi aveva osato toccarlo doveva pagare.



« Ehi, spain nii-chan! Ora vengo ad ammazzarti, veeh ~ »



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Dunque, siamo alla fine?
Chissà se rivedrò Italia…Gli avevo promesso di non lasciarlo solo, gott!
E’ colpa mia. Tutto questo è colpa mia.
Avevo giurato di proteggerlo.


Verzeih mir,Italien




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Ehi, Doitsu. Chissà dove sei adesso.
Io sono qui con Antonio. Ti voglio vendicare, sai? Guarda, Doitsu, sto tenendo in mano una pistola! Lo so che non mi puoi vedere, però sappi che la sto tenendo dalla parte giusta. Perché ora non ci sei più tu ad aiutarmi, ed è pericoloso se mi sbaglio!
Ecco, ora mi avvicino un po’. Antonio sta ridendo, sai? Mi ha detto che avrebbe dovuto aspettarselo. Chissà se rideva anche mentre ti conficcava quel pugnale nel cuore….chissà se riderà anche dopo che l’avrò ammazzato! Chissà!
Sai, forse non dovrei fargli del male. Perché lui è tanto amico del mio fratellone, e non voglio che si arrabbi. Però, sai, lui si è preso te. Non saprei che altro fare, se ora non sparassi.
Gli sfioro il petto con la pistola, piano piano. Come mai non fa niente per fermarmi?
Ah, già. Ho scordato di dirti che l’ho legato. L’ho legato bene, sai Doitsu? L’ho legato proprio bene! Ora non può muovere un dito. Se fossi qui saresti fiero di me! Mi sono anche allacciato le scarpe da solo. Promettimi che mi vuoi bene, ok? Promettimi che quando sarò lì con te non sarai arrabbiato. Mangeremo tanta pasta, e berremo la birra che ti piace tanto. E poi mi infilerò di nuovo nel tuo letto, che è tanto morbido. Non mi piace dormire da solo, lo sai? Penso che non dormirò più, finchè sono qui da solo.
Ho sparato. Una volta. Due. Tre. Ogni volta che lo colpisco sento un brivido di piacere. Sta pagando, Doitsu. Sta pagando per averti fatto male!
Ha smesso di ridere, ora. E’ tutto sporco di sangue. Se tu fossi qui mi diresti che è salsa di pomodoro, vero? Che non mi devo preoccupare, che andrà bene, e poi mi chiuderesti gli occhi e mi porteresti via. Cosa devo fare adesso? Perché questo mi sembra proprio sangue, e io sono davvero triste. Perché Spain nii-chan non si sveglierà più, e non ci sei tu a portarmi via. Perché mi sento solo, adesso.
Il mio fratellone verrà a cercarmi. Gli ho detto cosa avevo intenzione di fare, ma non mi ha creduto! Sai, non penso proprio che riuscirò ad uccidere anche lui.

Veh, ci penserò più tardi. Ora vado a farmi la pasta.


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E’morto. Quel fottutissimo spagnolo è morto.
Lo odio, lo odio, lo odio. E’ tutta colpa sua. Mi ha lasciato qui da solo! Il grande conquistador, Antonio. E non si è saputo difendere da un bambino che fa fatica ad allacciarsi le scarpe! Già, è solo colpa sua. E’ colpa sua se non ho creduto che Feliciano potesse anche solo provare a fargli del male, visto quanto lo adorava. E’ colpa sua, che non mi ha chiesto aiuto. Se lo meritava, di morire.
Lo odio, lo odio, lo odio! Perché ora mi manca, quel bastardo! Lo odio perché se n’è andato senza nemmeno salutarmi, lo odio perché ho bisogno di un suo fottutissimo abbraccio, ora.
Lo odio perché mi sta mettendo contro mio fratello.
Perché per quanto lo odii, c’è questa parte di me che non può fare a meno di lui, e devo fare qualcosa per vendicarlo, quello schifoso bastardo.
In fondo, senza di lui non ho più molto per cui vivere.

Scusami, fratellino.



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« Credi che sia colpa mia. »
« Mi sbaglio, forse? »

Due ragazzini, l’uno di fronte all’altro. L’uno lo specchio dell’altro.
Uno sorride timido, mentre il volto dell’altro esprime solo rabbia.

« In effetti, credo proprio di no. »

Un colpo. Un altro. Un altro.

Un ragazzino, uno soltanto. La rabbia sul volto che sfuma in tristezza.
La luna che si riflette sul sangue di un corpo vuoto, a terra.


« Scusami, fratellino. »




Lovino era solo, ora. Senza un fratello, senza quel bastardo di uno spagnolo. Senza quel mangiapatate, che in fondo, forse, gli piaceva, anche se poco. Ed in quella situazione non se la sentiva, di continuare.


Ancora il rumore di uno sparo.
Mani tremanti che lasciano cadere una pistola.
Il sangue di due fratelli che si mescolava sulla neve.



In fondo, forse, si era sbagliato.




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Veh, Doitsu. Non sono riuscito a difendermi. Scusa. Non mi odiare, ok?
Non riesco a smettere di piangere, chissà come mai. In fondo me lo meritavo, di morire. E poi ti sto raggiungendo, no? Mi sei mancato un sacco, non vedo l’ora di riabbracciarti.
Perché…ci incontreremo di nuovo, e faremo tanta pasta, vero?
Sono felice, adesso. Ma allora…Doitsu, perché le lacrime non si fermano?



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Si era divertito. Si, si era proprio divertito.
Ivan sorrideva, mentre accarezzava con le labbra il bordo del bicchiere da cui stava bevendo.
Non credeva che sarebbe stato così semplice.
Era bastato dire ad Antonio di uccidere Ludwig, e da lì tutti si erano comportati come dovevano. Era incredibile quanto fossero stati stupidi.
In fondo era meglio così. Il suo sogno si sarebbe avverato da lì a poco. Un mondo tutto suo, con valli piene di girasoli.
Sempre sorridendo, si alzò piano dal divano e prese il telefono.
Chissà se anche Francis era disposto ad uccidere qualcuno, pur di avere il suo Angleterre tutto per sé.




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Oh, beh. Non so quanto siate riusciti a capire.
Ho usato termini giapponesi come "Doitsu" e "nii-chan", anche se so che non si dovrebbe.
Però è più forte di me, dopo quasi 80 puntate di anime io in testa me li vedo parlare giapponese. D:
Bah, beh, boh. x°
Consigli e critiche sono ben accetti <3
   
 
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