La
ragazzina faceva dondolare i piedini con grazia
dalla sedia del dentista. Non si accorgeva di questa quieta routine che
andava
avanti ormai da un’ora. Aveva con sé Harry Potter,
un libro consigliatole dalla
sua maestra preferita. Era una storia davvero bella, ricca di magie, di
avventure, come piacevano a lei. La madre, al suo fianco guardava
l’orologio
con palpabile impazienza, imprecando a bassa voce.
<< Non
posso essere un mago... Voglio
dire, sono solo Harry... Solo Harry >>
<<« Rosalie?» >>
domanda, che non era mai stata
seguita subito da una risposta.
<<«Rosalie?!» >>
ora, una traccia di
impazienza.
<<« Mh?» >>
rispose lei, troppo presa da quella
frase per dare una risposta decente che non fosse un assemblamento di
consonanti.
<<«E’
il nostro turno,finalmente>» ;> .
L’assistente che attendeva sulla porta, le
rivolse uno sguardo di scuse, che fu ricambiato da uno ostile da parte
dell’impaziente
donna che la varcò imperiosa, seguita da quella strana
ragazzina, che aveva il
volto coperto da un libro, la cui copertina
rappresentava un curioso bambino con in testa un cappello da topo.
<<«Insomma,
vuoi mettere via quel maledetto libro?!» >>
mormorò la donna, ora seriamente arrabbiata.
<<« Ci
ritroviamo, Rose! Allora, ti è caduto quel
dentino fastidioso?» >>
<<« Mh» >>
disse lei.
Ora
aveva davvero superato il limite. La madre le
strappò il libro di mano e la minacciò a bassa
voce, di sequestrarglielo per
sempre. A questa minaccia, subito Rosalie si riscosse
dall’atmosfera magica che
l’aveva circondata fino ad
allora.
<<«Salve,
dottor Ross!» >> disse allora tutta
pimpante, avendo riavuto il suo preziosissimo libro.
Mentre
il dentista ogni tanto le diceva <<«Dici
AAAAA»>> Rosalie ripensava ad Harry. Come sarebbe stato
ricevere una
visita da un gigante che le diceva che in realtà non
apparteneva all’inquinata
Birmingham, ma ad un mondo totalmente diverso e affascinante? Come
sarebbe
stato conoscere lo stesso Harry Potter? . Rise di se stessa…che
pensiero stupido.
Quella
sera, dopo cena, si rintanò in camera sua, dove
afferrò il suo libro e continuò a leggerlo.
Perché
Hogwarts non esisteva? Magari esisteva, ma lei non
era degna di parteciparvi.
E con quest’ultima
riflessione, adagiò il libro sul comodino, augurò
mentalmente la buona notte ad
Harry e si addormentò.
Nota:
Non è un granchè di storia, volevo semplicemente
descrivere il modo in cui una ragazzina trovi pace e sicurezza in un
mondo
diverso dal suo. Dove non conta cos’è reale e cosa
non lo è, ma cosa tu decidi
sia reale o no.